L’itineario perfetto: cosa vedere a Bali
Eravamo rimasti sull’Isola di Java, tra i suoi paesaggi vulcanici e i templi antichi. E’ giunta l’ora di cambiare isola. Qui vi descriverò il mio concetto di itinerario perfetto che vi permetterà di stendere una bucket list su cosa vedere a Bali.
Io e i miei compagni di viaggio arriviamo a Bali dall’isola di Java nel corso di un lungo viaggio che tocca diverse isole dell’Indonesia. Bali è una meta molto famosa ma poche persone riescono a coglierne l’essenza e a dedicarle il giusto spazio. Con questo itinerario di viaggio della durata di 10 giorni voglio provare a proporvi un’esperienza quasi completa alla scoperta di questa meravigliosa isola dalle mille sfaccettature.
Balian Beach
Giorno 1
Come prima tappa decidiamo di fermarci a sole due ore dal porto di Gilimanuk, nella costa sud-occidentale di Bali. Stanchi morti ci concediamo una mezza giornata di relax sulla spiaggia di Balian Beach, frequentata principalmente da surfisti. Ci concediamo anche un massaggio per provare a lenire la stanchezza accumulata a Java e benediciamo il fatto di averla visitata per prima perché al nostro rientro avremmo annullato i benefici della vacanza. Il giorno seguente ci svegliamo con calma e proviamo a prendere qualche onda con una tavola da surf, giusto per avere un primo approccio con l’Oceano Indiano. La spiaggia purtroppo non è molto pulita e capiamo subito che l’attenzione all’ambiente, nonostante il turismo, deve ancora compiere dei passi avanti su quest’isola.
Dove dormire
Abbiamo alloggiato presso il Pondok Pitaya Balian Hotel, un rifugio tropicale a pochi passi dalla spiaggia con splendide villette vista mare. La nostra abitazione era una capanna con giardino arredata in stile balinese. Gli spazi comuni comprendono una piscina e dei comodissimi rifugi dove praticare yoga o farsi fare un massaggio guardando l’oceano.
Canguu
Questa zona è caratterizzata da spiagge di sabbia scura frequentate prevalentemente da surfisti che poco si prestano alla tintarella. Chi viene qui lo fa per praticare sport acquatici e per bere uno smoothie o qualche birra in un ambiente giovane e moderno.
Giorno 2
Prima di arrivare a destinazione decidiamo di fare una sosta al tempio di Tanah Lot, collocato su una formazione rocciosa e bagnato dal mare. Il sito turistico dista circa 20 minuti di macchina da Canguu ed è uno dei luoghi più fotografati di tutta l’Indonesia. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Batu Bolong Beach, una piccola spiaggia frequentata da giovani e surfisti. Il piano prevede di rilassarsi nel famoso Old Man’s Bar dove passiamo qualche piacevole ora ascoltando musica e osservando l’oceano. Dopo il tramonto continuiamo a bere qualche drink al Deus Ex Machina e ceniamo al Gypsy Kitchen, un ristorante shabby chic con piatti internazionali e bowls di pesce crudo.
Giorno 3
Il giorno seguente, dopo un’abbondante colazione da Made’s Banana Flour, proviamo a praticare del surf presso la spiaggia di Echo Beach, un mix di sabbia nera e scogli piatti. Lo spot è adatto sia ai surfisti più esperti che a quelli alle prime armi. La giornata passa velocemente tra un bagno e una birra ghiacciata che consumiamo tranquillamente sdraiati sui morbidi cuscini colorati del Sand Bar. Il momento più bello è sicuramente quello del tramonto, piacevolmente accompagnato dalla musica live di una cover band. La serata si è poi conclusa con un hamburger presso The Loft, un ristorantino economico e ben frequentato.
Dove dormire
A Canguu Beach abbiamo alloggiato presso il FRii Bali Hotel, una struttura moderna ubicata a pochi metri dalla spiaggia. La nostra camera al primo piano affacciava sulla piscina garantendo momenti di relax ma di poca privacy. Consiglio questo hotel agli under 30 per la presenza costante di musica e alcool. In caso contrario nella zona potreste decisamente trovare di meglio.
Ubud
Al risveglio, con calma, ci dirigiamo verso Ubud. Questa città è la base di partenza perfetta per la scoperta della parte interna dell’isola. Il suo centro è molto caratteristico ma purtroppo è anche altamente turisticizzato e questo ha fatto si che, nel corso degli anni, perdesse un po’ di autenticità.
Giorno 4
La prima giornata ad Ubud trascorre tranquilla con un giro turistico presso alcuni templi, la visita della Monkey Forest e una passeggiata tra i negozi del centro. La Monkey Forest è l’attrazione più famosa della città e consiste in un tratto di giungla abitata da un folto gruppo di scimmie che interagiscono con i turisti. Tra i templi segnalo invece il Puri Salen Palace, il Pura Desa e il Pura Taman Saraswati. La sera decidiamo di pranzare con alcuni amici al ristorante Lamak sul quale garantisco per la qualità dei cocktail e l’ambiente ma che non promuovo affatto per quanto riguarda il cibo.
Dove dormire
Abbiamo prenotato 3 notti presso l’hotel Naya Ubud, immerso nel verde e distante 10 minuti di auto dal centro del paese. Le sue suite sono tutte arredate in stile balinese, con mobili in legno e bagni con vasche immense. La nostra si chiamava Amrita ed era meravigliosa. Purtroppo al nostro arrivo abbiamo scoperto che tutta la struttura ospitava un ritiro Yoga che prevedeva sessioni di meditazione in diversi orari della giornata tra cui una lezione al mattino presto con canti e danze. Questo aspetto ha condizionato un po’ il nostro sonno e ci ha messo nella condizione di dover discutere con la proprietà ma se amate questa disciplina il Naya Ubud fa al caso vostro.
Munduk e Jatiluwih
Giorno 5
La prima tappa, a due ore di macchina da Ubud, è il villaggio di Munduk dove si possono osservare panorami mozzafiato sulla foresta balinese caratterizzata da distese di palme, alberi da frutto e cascate. Ripercorrendo la stessa strada dell’andata, dopo 30 minuti di auto, si arriva al Pura Ulun Danu Bratan, un tempio indù-buddista dedicato alla dea dell’acqua. Per poter iniziare la visita ci obbligano a comprare una stoffa con cui coprire le gambe nude. La location alterna momenti di misticismo a luoghi decisamente scenografici e fotogenici, che hanno come cornice le rive del lago Bratan e le montagne.
Pian piano che ci si allontana da questo tempio la fitta vegetazione lascia spazio a splendide risaie fino ad arrivare alle terrazze di Jatiluwih, patrimonio mondiale dell’Unesco, situate sul pendio del monte Batukaru. La visita dura circa 2 ore e comprende una passeggiata tra i campi e la spiegazione di come viene coltivato il riso.
Besakih e Batur
Giorno 6
Nell’ultimo giorno di esplorazione della parte interna dell’isola di Bali avremmo dovuto fare un’escursione sul monte Batur. Purtroppo il meteo non è stato favorevole e quindi abbiamo rinunciato concedendoci qualche ora in più di sonno.
Nella tarda mattinata siamo partiti alla volta di Besakih, il luogo di culto più importante e grande dell’isola. Questo complesso comprende diversi templi e per capirne bene la storia vi consiglio di prendere una guida locale. Successivamente avevamo organizzato un tour presso la piantagione di caffè Luwak Civet Farm per assaggiare il pregiatissimo caffè Luwak derivato dalle feci degli zibetti, dei piccoli animali simili alle manguste. Ho trovato questo spot turistico abbastanza triste perché non amo gli animali tenuti in gabbia. Ad ogni modo è giusto provare almeno una volta nella vita questo caffè costosissimo che, a mio avviso, ha un gusto davvero terribile. Inoltre è molto interessante passeggiare nella tenuta e capire i processi che portano alla produzione di questa bevanda.
Nel tardo pomeriggio siamo poi rientrati ad Ubud per un ultimo giro di shopping, qualche ora dedicata al benessere nella Bali Botanica Spa e una cena offerta dal nostro hotel per scusarsi del disagio arrecato dallo Yoga Camp.
Seminyak e Kuta
La zona di Seminyak e Kuta è talmente turistica da farvi dimenticare di essere a Bali. Il traffico è congestionato e i locali si susseguono a un ritmo frenetico, così come le persone che invadono ogni angolo della strada. L’unico motivo per fermarsi un paio di giorni in questa zona è rilassarsi in uno dei lussuosi locali sul mare.
Giorno 7
La nostra scelta per la prima giornata nella movida balinese è ricaduta sul Potato Head, l’hotel più famoso della costa che vanta una piscina a sfioro e un servizio di ristorazione impeccabile. La spiaggia di Seminiak non annovera tra le sue virtù un mare propriamente turchese e quindi optiamo per due lettini a bordo piscina. Verso sera decidiamo di fare qualche passo sulla costa per dare un’occhiata agli altri resort sul mare. All’ora del tramonto ci fermiamo a Kuta presso La Plancha Beach Bar per bere una Bintag e scattare qualche foto ai coloratissimi cuscini e ombrelloni che popolano la spiaggia. La sera decidiamo di cenare tardi al Motel Mexicola, un locale che dopo la mezzanotte si trasforma in club. Davvero consigliato per frequentazione, bella musica e ottimi tacos.
Giorno 8
Ci svegliamo con calma e facciamo un giro per le boutique di Seminiak. A mio avviso è molto meglio concentrare lo shopping nei negozi di Ubud, più autentici ed economici rispetto a questo tempio del consumismo. Verso l’ora di pranzo prendiamo due lettini al Cocoon Beach Club e passiamo lì il resto della giornata. La sera decidiamo di trattarci da signori e concederci una cena presso il famoso Ku.De.Ta. Il posto è da cartolina ma la qualità del cibo non rende giustizia ai prezzi elevatissimi che comunque ci aspettavamo. Il servizio è impeccabile così come i cocktail. Da provare almeno una volta.
Dove dormire
Abbiamo dormito al Dash Hotel, un posto molto particolare e di design ubicato a pochi minuti a piedi dal centro di Seminiak. La proprietà pone molta attenzione al dettaglio, a partire dal welcome kit in stanza con i prodotti beauty, fino ad arrivare ai graffiti alle pareti. Bellissimi anche gli spazi comuni tra cui un bar sul tetto e una piscina interna circondata da opere d’arte.
Penisola di Bukit e Uluwatu
Il tratto di costa di cui fa parte la penisola di Bukit è a mio avviso il più bello di tutta Bali. Piccole spiagge di sabbia bianca si alternano a zone rocciose con alcuni dei break più famosi e pericolosi del mondo.
Giorno 9
Da Seminiak, dopo circa un’ora di macchina, raggiungiamo Bingin Beach. Su Airbnb avevamo prenotato due stanze affacciate su questa spiaggia, famosa per la sua anima selvaggia e per i suoi break adatti a qualsiasi tipo di surfista. Appena arrivati prenotiamo delle lezioni di surf e, dopo pranzo, iniziamo subito con la pratica. Raggiungere questo paradiso non è affatto semplice perché bisogna camminare per circa 10 minuti lungo una ripida scalinata e questo scoraggia chiunque non sia motivato o allenato. E’ per questo che ho amato Bingin fin dal primo minuto in cui ho messo piede sulla sabbia.
Verso sera prendiamo coraggio e affrontiamo di nuovo la salita per andare ad ammirare il tempio indu di Pura Luhur. Questo luogo sacro non ha nulla di eccezionale rispetto ad altri templi balinesi ma è posizionato su una scogliera a picco sull’Oceano Indiano che all’ora del tramonto regala panorami davvero rari. In serata torniamo a Bingin beach e mangiamo del pesce grigliato in uno dei due bar sulla spiaggia.
Giorno 10
Dopo una mattinata di surf ci mettiamo in macchina per andare a vedere Padang Padang Beach. Al nostro arrivo ringraziamo di aver scelto Bingin Beach come campo base perché questa spiaggia è completamente invasa dai turisti. Il mare più sabbioso e l’ingresso più agile sono due punti a favore per famiglie e gruppi organizzati.
La location merita ma nel giro di un paio d’ore decidiamo di andarcene e spostarci sulla spiaggia di Suluban, ubicata ai piedi di una scogliera e raggiungibile con un breve tragitto all’interno di una grotta. Questo lembo di sabbia è sicuramente da vedere ma l’attrazione principale è il bar Single Fin posizionato al di sopra della scogliera. La bellezza di questo locale è difficile da descrivere, soprattutto all’ora dell’aperitivo quando viene preso d’assalto da surfisti e amanti della vita notturna. Abbiamo passato più di 3 ore al suo interno, saltellando da una terrazza all’altra, senza nemmeno accorgerci del trascorrere del tempo.
Giorno 11
Ultima lezione di surf prima di spostarci verso il Sundays Beach Club, una spiaggia privata raggiungibile attraverso una funivia ubicata dal lato opposto di Uluwatu rispetto a Bingin. Prezzo di ingresso accessibile, mare pulito e comodi lettini su cui rilassarsi. Promossa a pieni voti. Verso sera, su consiglio di alcuni amici, ci concediamo un drink all’interno dell’Ayana Resort, una struttura a 5 stelle che ospita al suo interno uno dei bar più belli del mondo. Il locale si chiama Rock Bar e, come suggerisce il nome, è ubicato su una piattaforma di roccia naturale posizionata una decina di metri sopra le onde del mare. I cocktail sono incredibili, così come l’arredamento. Davvero uno dei posti più cool che io abbia mai visto.
Dopo il tramonto ci spostiamo sulla spiaggia di Jimbaran e scegliamo uno dei famosi ristoranti di pesce che vendono aragoste e crostacei vivi, pronti ad essere cucinati su una griglia e consumati con i piedi nella sabbia e una Bintag fresca. Questa spiaggia di pescatori è piuttosto sporca e affollata quindi la sconsiglio durante il giorno mentre la raccomando nelle ore serali.
Dove dormire
Il nostro alloggio, prenotato su Airbnb, si chiama Mama Tom Toms. Questo è decisamente uno dei posti più belli in cui io sia mai stata. Le stanze hanno tutte una vista incredibile sull’oceano e tra queste c’è addirittura un letto coperto solo da una tettoia di legno. La pulizia è ottima nonostante il fatto che spesso la zona venga piacevolmente invasa da qualche gruppo di scimmie. Una notte mi sono svegliata perché una di loro era riuscita ad intrufolarsi nella mia stanza. Dato che le scimmie rubano qualsiasi cosa al nostro arrivo ci è stato più volte ripetuto di non lasciare oggetti di valore fuori da valigie o armadi. Questo b&b è davvero un luogo fuori dal mondo. L’unica pecca, che è anche la sua fortuna, è la difficoltà nel raggiungerlo, soprattutto se muniti di valigie invece che di zaino in spalla.
Se volete dare ai miei lettori altri suggerimenti su cosa vedere a Bali vi chiedo di commentare il post qui sotto con le vostre tips di viaggio.
Se, invece, volete altre informazioni sull’Indonesia non vi resta che consultare il mio itinerario di viaggio. Inoltre, non perdetevi gli approfondimenti sull’Isola di Java e sulle Isole Gili.
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