Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia
Un viaggio in Cambogia può essere definito tale solo se si sono visitati Siem Reap e i templi di Angkor. L’importanza di questo luogo è evidenziata dal fatto che il complesso archeologico è raffigurato anche nella bandiera del paese. Il nostro viaggio in Cambogia è iniziato con un itinerario di due giorni nella capitale Phnom Penh. Se non lo avete ancora fatto vi consiglio di leggere quell’articolo per avere un’idea della storia cruenta che ha visto protagonista il popolo khmer.
In questo capitolo parlerò invece del più grande motivo d’orgoglio della nazione cambogiana: i templi di Angkor. L’attuale sito archeologico è uno dei più estesi al mondo perché occupa una superficie di circa 400 km quadrati. È ovviamente patrimonio dell’UNESCO e si è quasi aggiudicato un posto tra le 7 meraviglie del mondo. Dico quasi perché purtroppo è rimasto escluso dalla classifica per una manciata di voti. Il mio personale giudizio è che questo complesso sia paragonabile a Machu Picchu (Perù) o Chichén Itzá (Messico). Anzi, se posso essere sincera, vi dirò che a me ha emozionato molto di più di questi due luoghi, indiscutibilmente bellissimi ma forse troppo inflazionati.
Intendiamoci, non che ad Angkor non ci sia un turismo di massa ma il sito è talmente tanto esteso che non sarà difficile riuscire a ritagliarsi dei momenti di spiritualità individuali all’interno del parco o delle rovine. In quest’articolo cercherò di darvi qualche consiglio su cosa vedere e come muoversi per capire l’essenza di questo vastissimo complesso che comprende decine di edifici sacri induisti e buddisti.
Siem Reap, Cambogia
Il giorno in cui sono arrivata a Siem Reap – da Phnom Pehn – ho dedicato un intero pomeriggio alla scoperta di questa cittadina ricca di contraddizioni. Se visiterete questo luogo come ultima tappa del vostro viaggio in Cambogia vi renderete conto di come sia diverso dal resto della nazione. Il primo impatto che ho avuto è quello di essere arrivata in un parco tematico. Campi di risaie e strade polverose lasciavano spazio a fast food e vie piene di luminarie. Questa è la facciata estremamente turistica di uno dei luoghi più visitati di tutta l’Asia.
Tuttavia, andando in profondità, vi accorgerete che Siem Reap non è solo il punto d’accesso a uno dei siti archeologici più famosi del mondo ma anche un spazio dove poter entrare in contatto con alcune eccellenze dal paese. Qui troverete mercatini artigianali dove dedicarvi allo shopping, ristoranti di medio e alto livello e una vita notturna molto movimentata. Alla fine del vostro soggiorno anche Siem Reap riuscirà a lasciarvi qualcosa.
Dove dormire
A Siem Reap, contrariamente al resto della Cambogia, le sistemazioni lussuose abbondano. I costi delle stanze in un hotel di media/alta categoria sono inferiori rispetto ad altre destinazioni turistiche asiatiche. Questo perché la Cambogia è un paese estremamente povero. Non aspettatevi però che ve le regalino. Se avete un budget limitato optate per un b&b in città.
Io ho alloggiato allo Shinta Mani Angkor che, rispetto alle classiche catene internazionali, ha puntato su uno stile ispirato alla cultura khmer e ha donato dei fondi alla popolazione locale. La Shinta Mani Foundation supporta infatti le comunità rurali della Cambogia. Il lato “no profit” del progetto è solo uno dei plus di questo hotel. Completano l’offerta l’ottima posizione, il design della struttura e le numerose aree comuni in cui rilassarsi a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Dove mangiare
A Siem Reap i ristoranti non mancano: avrete davvero l’imbarazzo della scelta. Potrete cenare in un classico fast food internazionale, in piccole locande e mercati o in lussuose location immerse nel verde. Per la mia prima sera in città ho scelto il ristorante Marum, che fa parte della stessa catena locale in cui avevo cenato anche a Phnom Pehn. La cucina è basata sulla rivisitazione di cibi cambogiani tradizionali e per questo motivo ho mangiato un piatto di manzo e formiche rosse. Volevo farlo già da qualche giorno ma ho trovato il coraggio di ordinarlo solo qui. Non me ne sono pentita anche se devo ammettere che è parecchio strano sentire le formiche scricchiolare sotto i denti. Un altro grande plus del ristorante è che tutto il personale di sala proviene da una scuola di formazione e aiuto alle comunità locali, tema che come avrete capito mi sta molto a cuore. Preferisco lasciare i miei soldi ad attività cambogiane piuttosto che a grandi gruppi internazionali.
Nella mia seconda serata in città non sono riuscita a muovermi perché la sveglia all’alba mi aveva distrutta. Ho quindi deciso di cenare nel ristorante dell’hotel. Mai scelta fu più azzeccata. Il Kroya ti permette di mangiare su dondoli appesi alle pareti, in un ambiente simile al palazzo della favola di Alladin. I piatti sono buoni, la presentazione ottima e il servizio impeccabile. Davvero consigliato.
Vita notturna
Siem Reap è una città movimentata e ha addirittura una strada, chiamata Pub Street, piena zeppa di locali in cui poter fare le ore piccole. Questa zona è ovviamente molto turistica ed è quanto di più lontano possa esserci dalla misticità di questo luogo. Tuttavia non me la sento di criticarla. E’ un bel punto in cui trascorrere qualche ora di svago. Tra tutti i locali il mio preferito è stato senz’altro il The Angkor What? Se dobbiamo trascorrere qualche momento “ignorante” facciamolo bene!
Angkor, Cambogia
Ma arriviamo al tema principale di quest’articolo ovvero il complesso archeologico di Angkor. La premessa doverosa che vorrei farvi è che i templi non sono assolutamente tutti uguali e il tempo è tiranno. Quindi seguite i miei consigli e vi assicuro che riuscirete a farvi un’idea più che completa di questo luogo magico.
Biglietteria, ingresso e spostamenti
La biglietteria si trova a circa 4 km di distanza dal centro del paese. Per raggiungere i templi dovrete poi percorrere altri 4 km. Il mio consiglio è di muovervi con un tuk tuk. Una delle possibilità che avrete sarà quella di cercare un’autista che vi accompagni in tutto l’arco della giornata. Il costo di questo servizio si aggira intorno ai 30 dollari. Un’alternativa più economica per muovervi ad Angkor è quella di noleggiare una bicicletta – circa 2 dollari – o uno scooter – circa 15 dollari. Io ho optato per il tuk tuk e non me ne sono pentita perché l’autista si è rivelato anche un’ottima guida e compagno di viaggio. Nella vostra scelta considerate anche il caldo torrido. Pedalare sotto il solo cocente non è da tutti.
Il costo del biglietto giornaliero è di 37 dollari mentre un pass per tre giornate costa 62 dollari. La scelta dipende da quanti giorni vorrete dedicare alla scoperta del sito archeologico. Nel 2015 non era possibile pagare l’accesso con carte di credito ma adesso è accettato anche questo metodo di pagamento. Io ho acquistato l’ingresso singolo perché non potevo dedicare ai templi più di una giornata. Tuttavia l’ho sfruttata al meglio rimanendo al suo interno dall’alba al tramonto, i momenti in cui – tra l’altro – potrete godere della luce migliore per scattare le vostre fotografie.
Percorso consigliato
Come vi stavo raccontando nel capitolo precedente io ho concentrato la visita del complesso in una sola giornata, avendo però ben chiaro cosa volevo vedere. I circuiti consigliati sono due: uno corto – circa 17 km – e uno lungo – circa 30 km. Solitamente chi si ferma ad Angkor una sola giornata sceglie il percorso breve ma muovendovi in tuk tuk potrete anche fare un mix tra questi due circuiti.
Prima tappa, Angkor Wat
Voglio essere onesta. Per visitare Angkor Wat dovrete svegliarvi almeno un’ora prima dell’alba e arrivare davanti al tempio entro le 5.30 del mattino. Considerate che la biglietteria apre alle 5 ma si possono acquistare gli ingressi anche il giorno prima per risparmiare tempo. Il momento più ambito da tutti i visitatori è quello in cui il sole sorge dietro al tempio di Angkor Wat, permettendo all’edificio sacro di specchiarsi nel lago artificiale che lo precede. Prima che la palla infuocata sia visibile sopra al tempio il cielo assumerà moltissimi colori. Al termine di questo spettacolo considerate di dedicare almeno un’ora alla visita della struttura più famosa di tutto il complesso.
Seconda tappa, Ta Prohm
Una volta visitato il tempio di Angkor Wat il mio consiglio è quello di procedere in senso antiorario, evitando gran parte della folla. Ho infatti notato che almeno 2/3 dei visitatori procede in senso orario. La vostra seconda tappa sarà quindi il Ta Prohm, a cui giungerete dopo aver saltato il tempio di Prasat Kravan – non si può fare tutto – e aver scattato qualche foto al Banteay Kdei.
Il Ta Prohm è conosciuto in tutto il mondo come tempio di Tom Rider, il film e videogioco dove la protagonista Lara Croft scopriva antichi tesori nascosti nella giungla. Questo è anche uno degli edifici sacri in cui la natura fa da padrona. Le pietre antiche si uniscono a radici di alberi secolari, dimostrando come l’ambiente abbia spesso la meglio sull’uomo.
Terza tappa, Angkor Thom e il Bayon
Quando arriverete ad Angkor Thom probabilmente avrete già pranzato o sarete in procinto di farlo. A tal proposito vi consiglio un pranzo al sacco per evitare i costosi e orribili ristoranti che troverete all’interno del complesso.
L’entrata più scenografica al sito di Angkor Thom è sicuramente l’ingresso sud. Qui troverete un ponte ricoperto da teste in pietra. Queste statue non sono che un preludio di quello che vedrete una volta varcata la porta. Nell’ordine andrete a visitare la terrazza degli elefanti, la terrazza dei re e infine il meraviglioso tempio Bayon. La sua particolarità sono i volti scolpiti nella pietra, che vi daranno l’impressione di essere osservarti continuamente.
Prima di lasciare Angkor Thom date un occhiata anche al Baphuon, un tempio montagna che raffigura la sagoma di un grande Buddha sdraiato.
Quarta tappa, Preah Khan
Vi suggerisco di non terminare il percorso breve con la visita dell’ultimo tempio – chiamato Phnom Bakheng – ma di fare una deviazione sul percorso lungo e recarsi al Preah Khan. Questo luogo è simile al Ta Prohm ma propone delle decorazioni più interessanti e un contatto con la natura più intimo, dovuto anche alla minore concentrazione di turisti. Considerate che l’area è davvero molto estesa quindi non riuscirete a vederla tutta.
Quinta tappa, tramonto in mongolfiera
Per sfruttare al massimo l’orario del tramonto vi consiglio un’esperienza insolita. A pochi chilometri da Angkor Wat è possibile prenotare un volo in mongolfiera. Il pallone è ancorato a terra e permette di salire a circa 200 metri d’altezza per ammirare il complesso archeologico dall’alto. La struttura contiene un massimo di 30 persone e l’esperienza dura circa 15 minuti. Prenotate il vostro volo verso l’ora del tramonto. Il costo è di 15 dollari, a mio avviso ben spesi.
Il nostro viaggio tra i templi di Angkor e Siem Reap in Cambogia si conclude qui. Se volete propormi altri edifici che secondo voi andrebbero aggiunti alle tappe del mio percorso vi chiedo di segnalarmeli qui sotto nei commenti.
Se invece volete conoscere altri luoghi di questa nazione e ipotizzare un itinerario di viaggio vi consiglio di leggere il mio articolo che parla di cosa visitare in una settimana in Cambogia. Buon viaggio.
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