Epernay e le sue maison di Champagne: quali visitare
In quest’articolo vi parlerò delle prime cinque maison di Champagne che ho deciso di visitare a Epernay e dintorni.
Una doverosa premessa: non amando i nomi blasonati mi sono concentrata su cantine di media grandezza, appositamente scelte “evitando” le più commerciali e conosciute in Italia. Non stupitevi quindi se non mi sentirete parlare di Moët & Chandon o Perrier-Jouet.
La regione della Champagne
La regione della Champagne comprende un totale di 34.000 ettari vitati, divisi in 4 zone principali:
- Montagne de Reims: dove si coltivano prevalentemente Pinot Nero e Pinot Meunier con una piccola percentuale di Chardonnay.
- Vallèe de la Marne: vocata al Pinot Meunier
- Côte des Blancs: dedicata esclusivamente allo Chardonnay
- Côte des Bar: vocata al Pinot Nero
L’area di produzione e denominazione conta 320 “cru” (comuni) di cui solo 17 godono dell’appellativo “grand cru” e 44 sono classificati “premier cru”.
Epernay e le sue maison di champagne
Se volete ottimizzare le vostre giornate e le vostre visite alle maison di champagne di Epernay vi consiglio di prenotare in anticipo tutti i tour e di studiare gli spostamenti tra una cantina e l’altra. Inoltre, vi suggerisco di coprirvi bene perché le temperature sottoterra raggiungono facilmente gli 8 gradi, con un altissimo tasso d’umidità.
Il costo delle visite potrà variare a seconda di quello che vorrete assaggiare. Le maison più conosciute pubblicizzano sul loro sito diversi pacchetti che vanno dalle degustazioni “classiche” a quelle che comprendono bottiglie più importanti, come millesimi, annate storiche o grandi cuvée. In generale non aspettatevi di trovare prezzi economici. Una buona visita si assesta su un prezzo compreso tra le 30 e le 70 euro a persona.
In quest’articolo vi descriverò le maison che ho visitato, partendo da quella che mi è piaciuta di più fino ad arrivare a quella che mi ha lasciato un po’ d’amaro in bocca…
Leclerc Briant
La prima maison di cui vi voglio parlare è Leclerc Briant. L’azienda vinicola possiede un boutique hotel e un bar in Avenue de Champagne ma le sua cantina si trova in una zona più isolata d’Epernay. Ed è proprio qui che sono stata accolta dalla mia guida. Gli attuali proprietari – due americani e due francesi, di cui uno è l’enologo – sono in azienda dal 2012, anno in cui la cantina stava fallendo.
La maison Leclerc Briant è stata un precursore in champagne perché ha creduto sin da subito nei valori dell’agricoltura biodinamica, divenendo una delle prime realtà della zona a ricevere la certificazione dedicata, negli anni 90. Le tre caratteristiche distintive di questa scelta sono: l’osservazione di buone pratiche agricole manuali, lo studio delle fasi lunari – riportate anche nel logo della maison – e l’utilizzo di concimi naturali autoprodotti.
L’azienda vinicola possiede 14 ettari e arriva a produrre un massimo di 160.000 bottiglie all’anno. Un’altra particolarità di questa maison è la voglia di sperimentare nuovi metodi di vinificazione. Non a caso durante il tour visiterete la “stanza delle sperimentazioni” che comprende: recipienti ovali in terracotta, anfore in vetro, botti d’acciaio internamente rivestite d’oro e botti in titanio. Oltre a questo, Leclerc Briant produce da qualche anno uno champagne – Abyss – che invecchia a 60 mt di profondità nei fondali dell’Oceano Atlantico.
La degustazione
La gamma della maison si divide in tre grandi segmenti: classici, cru e specialità. La loro particolarità è quella di fare “blend” da diversi vigneti ma mai “blend” di diverse annate. Potenzialmente i loro vini potrebbero essere tutti dei millesimati. Inoltre, tutti i loro prodotti fanno almeno un passaggio in botte e quest’aspetto non è per niente comune in Champagne. Avendo più di 13 referenze abbiamo dovuto fare delle scelte. Ecco la nostra degustazione:
- Classici, Réserve Brut: 40% Pinot Nero, 40% Pinot Meunier, 20% Chardonnay
- Classici, Premier Cru Extra Brut: 70% Pinot Nero, 15% Pinot Meunier, 15% Chardonnay
- Hautvillers Premier Cru, Les Basses Prières 2015: 80% Pinot Nero, 20% Chardonnay. Il mio preferito.
- Villers Allerand Premier Cru, Le Clos des Trois Clochers 2015: 100% Chardonnay
- Specialità, Blanc de Meuniers 2015: 100% Pinot Meunier Premier Cru
Henri Giraud
La storia di questa cantina ebbe inizo nel 1626 grazie alla famiglia Hémart di Ay, nel cuore della Vallèe de la Marne. Tuttavia, l’attuale azienda vinicola risale al 1900 quando Madeleine Hémart e Léon Giraud riconobbero l’eccellenza dei terreni e ripiantarono i vigneti distrutti dalla fillossera.
Oggi maison Henri Giraud possiede 25 ettari vitati con una produzione annua di circa 250/260.000 bottiglie, di cui più del 50% dedicate alla loro Cuvée Esprit Nature. A capo dell’azienda vinicola troviamo la dodicesima generazione della famiglia, guidata da Claude Giraud, l’attuale enologo della cantina. Claude ha portato gli champagne della sua maison in cima alla lista delle migliori bottiglie al mondo.
Le caratteristiche principali della produzione della maison Henri Giraud sono:
- La predominanza di uve Pinot Nero, provenienti da vigneti “grand cru”.
- La vinificazione in botti di legno, uova di cemento e/o anfore di terracotta.
- Il non utilizzo di tini in acciaio.
- L’eliminazione di qualsiasi solfito ed elemento chimico.
Pur rifiutando l’appellativo di “naturale” o “biologica” questa maison è stata la prima a reintrodurre l’utilizzo di botti di legno della vicina foresta di Argonne, pratica molto comune fino a poco tempo fa.
La degustazione
La cantina ha molta personalità: vi sono opere d’arte che richiamano il mondo del vino, arredi curati in ogni singolo dettaglio e un boutique hotel con una piccola spa. Durante la nostra visita abbiamo avuto modo d’assaggiare alcune tra le bottiglie più iconiche della maison:
- Brut Esprit Nature: il biglietto da visita. Uno champagne composto per l’80% da Pinot Noir e per il 20% da Chardonnay. La parola “nature” in Champagne non significa per forza dosaggio zero e infatti questo vino ha un dosaggio di 7 g/l.
- Dame-Jane Rosé: il rosé “rivoluzionario”. Il nome si riferisce a grosse anfore di terracotta che, un tempo, erano usate per il trasporto del vino. Henri Giraud le utilizza invece per la maturazione di questo rosé, prodotto con sole uve Pinot Nero di Ay.
- Hommage au Pinot Noir: il Blanc de Noir, fermentato in botti di legno della foresta di Argonne. Contiene circa il 40% di vini riserva.
- Ay Grand Cru MV16: il Millesimato. Uno champagne composto per il 70% da Pinot Noir e per il 30% da Chardonnay. MV 16 indica che la cuvée è composta per il 70% da uve del millesimo 2016 e per il restante da vino di riserva. Il mio preferito.
Gaston Chiquet
La storia di questa cantina ha inizio nel 1746 quando Nicolas Chiquet pianta il suo primo vigneto. Nel 1919 i fratelli Fernand e Gaston Chiquet fondano la Chiquet Frères ma, a seguito di litigi, si separano e nel 1935 Gaston crea un proprio marchio, investendo moltissimo nei prestigiosi “cru” di Ay e Hautvillers. Oggi Antoine e Nicolas, l’ottava generazione, tengono ben salde le redini di questo piccolo gioiello nel comune di Dizy, a pochi km da Epernay.
La maison Gaston Chiquet conta 23 ettari vitati e 300.000 bottiglie prodotte ogni anno. L’azienda può vantarsi dell’appellativo “Récoltant Manipulant” che spetta a tutti coloro che elaborano il proprio champagne solamente con uve raccolte dai propri vigneti, occupandosi dell’intera lavorazione. La gestione della cantina si basa su principi di biodiversità, rispetto dell’ambiente e tutela del paesaggio. Per la pressatura delle uve vengono utilizzati torchi “champenoise” mentre l’affinamento avviene esclusivamente in tini d’acciaio inox.
La degustazione
Purtroppo, avendo prenotato la nostra visita nella giornata di Sabato, non abbiamo potuto vedere le cantine. Tuttavia, ci siamo fermati nella sala degustazione e nello shop, recentemente ammodernati. Le visite alla maison Gaston Chiquet sono molto economiche. Circa 15 euro a persona, degustazione compresa. La responsabile della cantina è stata gentilissima e ci ha permesso d’assaggiare quasi tutta la gamma:
- Tradition Premier Cru: 40% Pinot Meunier, 35% Chardonnay e 25% Pinot Noir
- Réserve Premier Cru: 45% Pinot Meunier, 35% Chardonnay e 20% Pinot Noir. Assemblaggio di diverse annate di vini di riserva. Il mio preferito.
- Ou Premier Cru 2014: 40% Chardonnay e 60% Pinot Noir
- Special Club 2013 Grand Cru: 70% Chardonnay e 30% Pinot Noir. Solo i membri dell’associazione Club Trésor de Champagne possono elaborare una cuvée “Special Club”.
- Réserve Blanc de Blancs d’Ay 2012: 100% Chardonnay. Grand Cru.
Ayala
La storia della maison Ayala inizia nel lontano 1856 quando Edmond de Ayala, originario dei Paesi Baschi, si trasferisce nella regione della Champagne e sposa la nobile Gabrielle d’Albrecht, che gli regala la sua tenuta e i suoi vigneti di Ay. Nel 1860 la maison inizia la sua lunga storia, fatta di grandi successi. Nel 1920 Ayala è uno dei produttori di Champagne più conosciuti, grazie soprattutto alle amicizie altolocate con i reali di Spagna e Inghilterra. Purtroppo, nel 1929 – a causa della Grande Depressione – la maison inizia un lento declino. Sarà la famiglia Bollinger, nel 2005, a risollevare le sorti di Ayala acquistando la cantina e rinnovandone completamente la produzione.
A capo di questa “rivoluzione” troviamo l’enologa dell’azienda, Caroline Latrive, che con metodi molto tradizionali – vinificazione solo in acciaio e utilizzo di tanti blend – riesce a produrre annualmente circa 1 milione di bottiglie. La maison Ayala possiede 20 ettari vitati e acquista uve, coltivate da soci conferitori, per un totale di altri 100 ettari. La sua produzione è destinata, per il 70%, al mercato estero.
La visita in cantina potrebbe rivelarsi estremamente interessante perché – a 25 mt di profondità – Ayala possiede più di 2 km di cave secolari scavate nella roccia gessosa in cui custodisce milioni di bottiglie, alcune in affinamento e altre pronte per essere vendute. Il tour vi porterà nei locali dove avviene il remuage, la sboccatura, l’imbottigliamento e l’etichettatura. La struttura in cui effettuerete la vostra degustazione è stata ristrutturata recentemente utilizzando uno stile Art Déco che non lascia spazio alle mezze misure: o lo si ama o lo si odia.
La degustazione
Per la vostra degustazione potrete scegliere diverse esperienze. Noi abbiamo optato per la più completa, chiamata Vintage Experience, che comprende gli champagne “base” ma anche le cuvée più rinomate e prestigiose:
- Brut Majeur: 45% Chardonnay, 35% Pinot nero e 20% Pinot Meunier. 3 anni di affinamento. Dosaggio 7 g/l.
- Rosé Majeur: 50% Chardonnay, 40% Pinot nero e 10% Pinot Meunier. 3 anni di affinamento. Dosaggio 7 g/l.
- Brut Nature: 45% Chardonnay, 35% Pinot nero e 20% Pinot Meunier. 5 anni di affinamento. Dosaggio zero.
- Blanc de Blancs: 100% uve Chardonnay ricavate dai migliori cru della Côte des Blancs. 6 anni di affinamento. Dosaggio 6 g/l.
- La Perle 2012: 100% Grand Crus di uve diverse, con preponderanza di Chardonnay. 8 anni di affinamento. Dosaggio 6 g/l. Il mio preferito.
- No. 7 Brut: assemblaggio di 7 Grand Crus, tutti dell’annata 2007. Dosaggio 6 g/l.
- No. 8 Rosé: assemblaggio di Grand e Premier Crus, tutti dell’annata 2008. 51% Chardonnay e 49% Pinot Nero. Dosaggio 8 g/l.
De Venoge
La maison De Venoge, in Avenue de Champagne 33, è quella in cui abbiamo svolto la visita “più commerciale” del nostro viaggio a Epernay. Più che un tour delle cantine è stata una vera e propria visita guidata all’interno dell’ex residenza di Henri-Marc de Venoge, fondatore della maison nel lontano 1837. Intendiamoci, la casa è molto bella e il panorama che potrete ammirare dalle finestre del piano superiore vi lascerà senza fiato. Tuttavia, spesso mi sono chiesta quale fosse il collegamento con le bollicine più famose del mondo.
La stanza più interessante e “pertinente” dell’intero tour è stata senz’altro la biblioteca, dove sono conservati antichi volumi contenenti una rara collezione di etichette di Champagne e altrettanto preziosi registri delle vendite, che anni fa fungevano da inventario. La visita termina, ovviamente, con una breve sosta in cantina. Devo però ammettere che questa parte mi ha un po’ delusa. Le cantine sono piccole e, rispetto al resto della casa, fanno passare un po’ in secondo piano il motivo per cui ci troviamo lì.
Oggi De Venoge è entrata a far parte del gruppo Lanson BCC che possiede 8 brand di champagne, tra cui Boizel e Philipponnat. La singola azienda produce circa 700.000 bottiglie annue ma l’intero gruppo arriva a commercializzare diversi milioni di bottiglie.
La degustazione
Anche la degustazione è piuttosto impersonale. Verrete, infatti, accompagnati nel bar della maison e vi sarà chiesto di scegliere tra varie opzioni scritte in un menù. Noi, avendo già provato più volte le loro referenze “classiche”, ci siamo orientati sulla gamma degli champagne “Princes”, creata nel 1864 da Joseph de Venoge per omaggiare i principi di Orange. Noterete, infatti, che sull’etichetta è presente il simbolo di una corona: questo è possibile solo se gli champagne vengono acquistati da una famiglia reale. La degustazione:
- Blanc de Noirs Princes : 100% Pinot Nero
- Blanc de Blancs Princes : 100% Chardonnay
- Rosé Princes : 100% Pinot Nero
Le bottiglie della gamma “Princes” e delle due riserve più blasonate – Louis XV Rosé e Louis XV Brut – hanno la forma di un decanter. Questa scelta ci riporta all’antica usanza di decantare lo champagne per evitare la presenza delle fecce. Oggi questa stessa bottiglia è un simbolo della maison De Venoge.
Epernay: non solo champagne…
Se lo champagne non è l’unico motivo che vi ha spinto fin qui, non perdetevi il mio articolo su cosa vedere a Epernay e Reims. Scoprirete altri luoghi turistici interessanti e approfondirete la vostra passione.
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