Toscana da scoprire: le cantine del Chianti Classico
L’area vinicola del Chianti Classico è una delle più conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Oltre a borghi medievali, castelli, chiese, badie e monasteri – descritti nel mio articolo dedicato al territorio del Chianti – questa meravigliosa zona collinare offre moltissime attività legate all’enoturismo.
In quest’articolo troverete una serie di consigli e suggerimenti sulle cantine del Chianti Classico e sulle diverse possibilità di visita e degustazione. Ho scelto di raccontarvi tre ambienti molto diversi tra loro: un grande marchio conosciuto in tutto il mondo per i suoi vini e per la sua cantina avveniristica, un produttore cinematografico che ha unito la passione del cinema a quella del vino e una realtà familiare in cui territorio e originalità si fondono creando una cantina-paese.
Chianti Classico: le caratteristiche
La produzione di questo vino è regolamentata dal Consorzio del Chianti Classico, il cui ultimissimo disciplinare risale al 1996. L’elemento distintivo del Chianti Classico DOCG è la presenza del vitigno Sangiovese in una percentuale compresa tra l’80 e il 100%, che può essere però combinato con altre uve a “bacca rossa” – come il Canaiolo o il Colorino – fino ad un massimo del 20%.
Il Chianti Classico deve invecchiare per almeno 11 mesi, avere una gradazione alcolica uguale o superiore al 12% e una quantità di zuccheri inferiore ai 4 grammi al litro. Il Chianti Riserva deve invecchiare per almeno 24 mesi – di cui 3 d’affinamento in bottiglia – e deve avere una gradazione alcolica uguale o superiore al 12,5%.
Tutte le bottiglie che rispettano il disciplinare sono riconoscibili grazie all’immagine del Gallo Nero presente sul collo o nell’etichetta. Nel prossimo paragrafo ne approfondiremo la storia.
L’area del Chianti Classico conta circa 70.000 ettari di terreno compresi tra le province di Siena e Firenze. I Comuni che ne fanno parte sono 9: Greve in Chianti, Barberino Val d’Elsa, Tavarnelle Val di Pesa e San Casciano Val di Pesa – nella provincia di Firenze – e Castellina in Chianti, Gaiole, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi – nella provincia di Siena.
La storia del Gallo Nero
Il simbolo del Gallo Nero viene tramandato dall’epoca medievale e si riferisce ad una leggenda. Nel medioevo le Repubbliche di Siena e Firenze erano in continua lotta per il controllo dei territori del Chianti. Decisero così d’organizzare una competizione: due cavalieri sarebbero dovuti partire a cavallo dalle loro rispettive città non appena il gallo avesse cantato. Il punto d’incontro avrebbe segnato i confini dei due territori.
I senesi scelsero un gallo bianco e lo trattarono come un principe mentre i fiorentini scelsero un gallo nero e lo lasciarono a digiuno per molti giorni. Il gallo nero, preso dai morsi della fame, cantò molto prima dell’alba e i fiorentini guadagnarono tantissimo terreno, tant’è che i cavalieri s’incontrarono nei pressi della città di Siena. Tuttavia, a distanza di molti anni, ora il territorio del Chianti è quasi diviso perfettamente a metà.
Degustazioni e tour nelle cantine del Chianti Classico
La maggior parte delle aziende vinicole richiedono una prenotazione anticipata per prendere parte ai tour. Se doveste essere interessati solo alle degustazioni o all’acquisto potreste “tentare” di presentarvi in cantina anche senza preavviso negli orari indicati sui loro siti internet.
Rocca delle Macìe, Castellina in Chianti
Nel 1973 Italo Zingaretti, produttore cinematografico romano, acquistò Tenuta delle Macìe per coronare il suo sogno di vivere e produrre vino nella zona del Chianti Classico. Oggi, dopo quasi 50 anni e ormai alla terza generazione, Rocca delle Macìe conta 220 ettari di vigneti e oliveti, il Relais Riserva di Fizzano con 22 appartamenti, il ristorante Passo Dopo Passo e un Wine Bar chiamato Altrochè a Castellina in Chianti. I vigneti sono suddivisi in più tenute: Rocca delle Macìe, Sant’Alfonso, Riserva di Fizzano e Tavolette nella zona del Chianti; Campomaccione e Casamaria in Maremma Toscana.
L’azienda Rocca delle Macìe vanta una produzione di circa 3 milioni di bottiglie l’anno. Se state leggendo quest’articolo è perché siete interessati principalmente al Chianti Classico. Rocca delle Macìe ne propone ben 6 tipologie:
- Chianti Classico Famiglia Zingaretti
- Chianti Riserva Famiglia Zingaretti
- Tenuta Sant’Alfonso Chianti Classico
- Riserva Sergioveto
- Gran Selezione Zingaretti
- Gran Selezione Fizzano
Oltre ai Chianti vi suggerisco di dedicare qualche minuto al supertuscan Roccato e al rosato Campo Maccione.
Non solo vino…
Tuttavia, una delle motivazioni principali per cui vi consiglio di visitare questa cantina è la sua vicinanza al mondo del cinema italiano. Italo Zingaretti è stato l’autore di bellissimi film, tra cui cito “Lo Chiamavano Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill e “C’eravamo tanto amati” con Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli. Durante la vostra visita, nella Bottaia, potrete ammirare le locandine di tutte le sue produzioni. Questo è un modo divertente di coniugare due passioni, entrambe italianissime.
Oltre al cinema, a Rocca delle Macìe troverete una bellissima scultura gigante in ferro battuto, raffigurante un gallo, e diversi ambienti dedicati alla degustazione. Inoltre, vengono organizzati picnic nelle vigne ed eventi a tema. Per questa cantina l’enoturismo è importante: in epoca pre-covid, nel corso di un anno solare, contava circa 10.000 visitatori provenienti da tutto il mondo. I produttori del Chianti Classico, infatti, esportano sul mercato estero – prevalentemente quello Americano – circa il 70% della loro produzione totale.
Antinori nel Chianti Classico, San Casciano Val di Pesa
Quella di Antinori è sicuramente la cantina più visitata e fotografata d’Italia. Il concetto sul quale è basato il suo progetto architettonico è l’invisibilità. La struttura non vuole impattare in alcun modo sul territorio e punta ad integrarsi perfettamente con la natura. Per questo motivo è stata completamente interrata in un versante della collina e ha raggiunto una profondità di oltre 20mt. Il materiale scelto per l’esterno è il corten mentre gli interni sono prevalentemente in legno di rovere, vetro e cotto d’Impruneta. La scelta dei materiali punta a coniugare tradizione, innovazione e sostenibilità.
La cantina Antinori nel Chianti Classico può essere considerata un vero e proprio museo. Al suo interno troverete infatti sculture, ceramiche e dipinti restaurati appartenenti alla collezione privata della famiglia. Inoltre, parteciperete alla visione di un breve video introduttivo di 10 min – in auditorium – che racconterà il percorso e i progressi degli Antinori, giunti ormai alla loro ventiseiesima generazione.
Antinori produce 9 milioni di bottiglie tra la Toscana e l’Umbria ma possiede delle tenute anche in Piemonte, Franciacorta, Cile, Napa Valley e Romania. Le referenze di Chianti Classico sono cinque:
- Peppoli, 12 mesi d’affinamento e oltre 700.000 bottiglie all’anno
- Villa Antinori Chianti Riserva, 500.000 bottiglie all’anno
- Vigna sul Tetto, 7000 bottiglie all’anno
- Marchese Antinori Chianti Riserva, il mio preferito
- Badia a Passignano Chianti Gran selezione, 30 mesi d’invecchiamento
Visite e degustazioni
Le visite con degustazione prevedono tutte un tour in cui vengono ripercorse le fasi del processo produttivo. Nell’ordine visiterete: la sala destinata alla produzione, la barricaia, la bottaia e il “tetto” della cantina, dove scoprirete un vero e proprio vigneto. Sempre sulla copertura troverete anche il ristorante Rinuccio 1180.
Le diverse tipologie di tour si distinguono per la parte dedicata alle degustazioni. La visita “base” prevede l’assaggio di 3 vini: Villa Antinori Pinot Bianco, Villa Antinori Chianti Riserva e Vigna sul Tetto Chianti Riserva. La visita “premium” prevede l’assaggio di 4 vini: Villa Antinori Chianti Riserva, Marchese Antinori Chianti Riserva, Badia a Passignano Chianti Gran Selezione e “A” Toscana Rosato IGT. Oltre ai Chianti, qualora vogliate investire ancora qualche soldino nelle degustazioni, vi consiglio di provare il famoso Tignanello, una pietra miliare dell’enologia Toscana, considerato il primissimo vino supertuscan entrato in commercio.
Rispetto ad altre cantine, più o meno blasonate, Antinori ha impostato dei tour abbastanza impersonali e standardizzati. Questa non vuole essere una critica ma una presa di coscienza della tipologia d’esperienza. La cantina accoglie ogni giorno centinaia di persone da tutte le parti del mondo e gestisce il suo spazio come una vera e propria attrazione turistica. Credo che una visita ad Antinori sia imprescindibile durante un tour nel Chianti Classico ma credo anche che non ci si possa limitare a questa realtà “di larga scala”.
Volpaia, Radda in Chianti
Paese-cantina o cantina-paese: così definirei la Volpaia. Un antico borgo medievale, ex riserva di caccia, acquistato nel lontano 1966 da Raffaello. Oggi, dopo 55 anni di sudore e passione, Giovannella e i suoi figli Nicolò e Federica mantengono saldamente le redini di questa tradizione, pronti a trasmettere valori e segreti alla loro quarta generazione. Lo stemma della tenuta raffigura una volpe che domina e scavalca la collina ma la stessa collina sembra un grappolo d’uva, come se il destino della Volpaia fosse già scritto.
Tenuta della Volpaia vanta 47 ettari di vigne e una produzione di circa 220.000 bottiglie l’anno. I vigneti si trovano ad un’altitudine compresa tra i 450 e i 550 mt, in quello che viene definito “Alto Chianti”, a pochi chilometri da Radda in Chianti. Oltre alla Volpaia, la famiglia Mascheroni Stianti possiede 12 ettari di vigne in Maremma dalle quali ottiene altre 100.000 bottiglie di vino bianco e rosso. Tutti i terreni dell’azienda hanno iniziato il processo di conversione al biologico nel lontano 1990 e hanno ottenuto la prima certificazione nel 2000, a testimonianza del fatto che per loro la parola “biologico” non è solo una moda ma una vera e propria filosofia.
Visite e degustazioni
La particolarità di questa cantina è il fatto d’essere divisa in più ambienti, nascosti all’interno delle mura del borgo e collegati tra loro da un sorprendente “vinodotto” sotterraneo. Nell’ordine visiterete: le tinaie, la bottaia, il frantoio, la stanza dedicata all’imbottigliamento e la barricaia. I giovani enologi dell’azienda vi guideranno nei sotterranei, nei palazzetti, nelle chiese sconsacrate e nei fabbricati del borgo, aprendo le porte della Volpaia con grandi chiavi polverose. Una cantina non convenzionale con un’architettura dettata principalmente dalle esigenze del luogo e dalla volontà di non snaturare alcun ambiente.
Il prezzo della visita dipenderà da cosa vorrete assaggiare. Io consiglio il tour “gallo nero” che prevede la degustazione dei prodotti di punta dell’azienda:
- Chianti Classico Volpaia – 90% sangiovese e 10% merlot
- Chianti Classico Riserva – un anno in botte grande e un anno in barrique
- Coltassara Gran Selezione – 95% sangiovese e 5% mammolo
- Gran Selezione Puro – 25 cloni di Sangiovese e 1900 bottiglie prodotte
- Volpaia Metodo Classico – 100% sangiovese e 120 mesi di affinamento
Per un’esperienza più completa chiedete di provare anche i vini maremmani. Mi sembra giusto segnalare che il Chianti Classico Riserva ha avuto l’onore di arrivare per ben due volte nelle prime tre posizioni della classifica dei 100 migliori vini al mondo per Wine Spectator.
Non solo vino…
All’interno della tenuta – oltre alla cantina, ai vigneti e agli oliveti – troverete un curatissimo agriturismo con 10 stanze, una piscina, un’osteria e un ristorante pronti ad accogliere turisti italiani e internazionali che vorranno provare l’esperienza unica di vivere per qualche giorno in un piccolissimo borgo arroccato sulle colline del Chianti Classico. La Volpaia ospita anche una ventina di abitazioni private – alcune occupate dai dipendenti – e tre chiese, due sconsacrate e una “attiva”.
Termina qui il nostro viaggio all’interno delle Cantine del Chianti Classico. Se siete appassionati di vino rosso e di Toscana non perdetevi il mio articolo su Montalcino e sulle Cantine del Brunello.
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