Le cantine del Trentino: visite guidate e degustazioni
State programmando una visita nelle cantine del Trentino? In quest’articolo vi parlerò soprattutto del Trento DOC – o Trentodoc – e della sua lunga e consolidata storia.
Passione e peculiarità del territorio sono le parole d’ordine che sentirete nominare durante le vostre visite alle cantine del Trentino. Una passione accostata a tradizione, consapevolezza ed esperienza. Un territorio, situato a un’altitudine compresa tra i 200 e i 900 mt, che può vantare un ottimo drenaggio del suolo e un clima con forti escursioni termiche, date dal contrasto tra venti freddi provenienti dalle Alpi e venti caldi provenienti dal Lago di Garda.
Denominazione Trento DOC
Il Trento DOC è lo spumante Metodo Classico prodotto da sole uve trentine. Chiamata anche “bollicina di montagna”, questa denominazione è stata la prima in Italia – e la seconda al mondo dopo la Champagne – a essere riservata esclusivamente al metodo “champenoise”, tradotto poi in italiano con la dicitura Metodo Classico.
La storia del Trento DOC ha origine nel 1902 quando un certo Giulio Ferrari, forte dell’esperienza maturata in Francia, iniziò a vinificare le prime “bollicine di montagna”. Nel 1933 nacque la prima DOC dedicata a uno spumante italiano e – a distanza di quasi 90 anni – le case spumantistiche riconosciute come appartenenti a questa denominazione sono 57.
Il disciplinare del Trento DOC stabilisce che questo vino può essere prodotto, sia bianco che rosato, nelle seguenti versioni:
1. Brut: minimo 15 mesi di permanenza sui lieviti
2. Millesimato: minimo 24 mesi di permanenza sui lieviti
3. Riserva: minimo 36 mesi di permanenza sui lieviti
I vitigni utilizzati per produrre Trento DOC sono i classici francesi – Pinot Noir, Chardonnay e Pinot Meunier – a cui s’aggiunge il Pinot Bianco. La produzione media annua di questa denominazione è di circa 9 milioni di bottiglie, ricavate da una superficie totale di 1000 ettari vitati.
Trentino: le cantine di Trento DOC
L’enoturismo è ormai una realtà consolidata su tutto il territorio italiano. In quest’articolo vorrei consigliarvi quattro cantine del Trentino specializzate nella produzione di “bollicine di montagna”. Partirei dalla più grande casa spumantistica italiana, fino ad arrivare ad aziende medio-piccole a conduzione familiare. Prima di cominciare ci terrei a dirvi che il marchio Trento DOC è sempre più consolidato, in Europa e nel Mondo, e – a mio avviso – è l’unica bollicina italiana che può competere con lo Champagne per qualità, raffinatezza ed eleganza.
Cantina Ferrari
Il mito della cantina Ferrari nasce nel 1902 quando Giulio Ferrari concretizza il suo sogno di diffondere lo Chardonnay in Trentino. L’azienda di Giulio comincia a produrre le prime “bollicine di montagna” dando moltissima importanza alla qualità. Nel 1952, non avendo figli, Giulio Ferrari va in cerca di un successore e lo trova nella figura di Bruno Lunelli, proprietario di un’enoteca a Trento. Da qui inizia la lunga storia della famiglia Lunelli che tuttora, alla terza generazione, dirige una delle aziende vinicole italiane più conosciute e stimate al mondo.
Quella della cantina Ferrari è una produzione che ha quasi raggiunto i 6 milioni di bottiglie annue e gli oltre 120 ettari vitati di proprietà, a cui s’aggiungono quelli dei conferitori. Da anni le più importanti guide del settore consacrano il Trento DOC della famiglia Lunelli ai vertici della produzione italiana.
Le visite in cantina sono possibili dal lunedì al sabato e prevedono varie opzioni di degustazione. Tutte iniziano con una discesa nelle silenziosissime cantine, dove scoprirete i segreti di Giulio Ferrari e dove sono custodite oltre 20 milioni di bottiglie che attendono solo di essere stappate. Ecco i tour a vostra disposizione:
1. #tothemaximum con degustazione di due vini della linea Maximum. Costo 20 euro.
2. Tour Zero Rosé con degustazione delle Riserve Perlé Zero e Rosé. Costo 25 euro.
3. Tour Black&White con degustazione delle Riserve Perlé Bianco e Nero. Costo 30 euro.
4. Trilogia Perlé con degustazione delle Riserve Perlé Bianco, Nero e Rosé. Costo 42 euro.
5. Le Grandi Riserve con degustazione delle Riserve Perlé Nero, Lunelli e Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. Costo 55 euro.
Cantina Moser
La Cantina Moser nasce nel 1979 in Val di Cembra. Nel 1988 l’azienda si trasferisce nell’attuale sede. I vitigni, tuttavia, sono dislocati in più aree. Siamo alla terza generazione perché il vero avvio dell’attività può essere riconducibile al nonno agricoltore di Diego e Carlo. Diego – enologo e responsabile del settore agronomico – e Carlo – responsabile commerciale – formano un’accoppiata vincente che, insieme al loro team, saprà coinvolgervi e accompagnarvi in un professionalissimo tour.
L’investimento maggiore in quest’attività è da attribuire a Francesco Moser, il terzo ciclista più famoso al mondo con ben 350 vittorie. Non a caso all’interno della cantina è stato ricavato un museo che ne racconta la storia. Una curiosità: la prima bollicina della cantina è stata chiamata 51,151 per celebrare il “record orario” più importante di Francesco. Inoltre, la scritta è stata colorata di rosa per enfatizzare la correlazione con il Giro d’Italia.
Oggi l’azienda vinicola vanta 20 ettari di cui 15 di proprietà. I vitigni a bacca bianca sono Chardonnay, Müller-Thurgau, Gewürztraminer, Riesling e Moscato Giallo; quelli a bacca nera sono Pinot Nero, Lagrein e Teroldego. La produzione annua della cantina Moser è di circa 160.000 bottiglie, la metà delle quali destinate ai Trento DOC.
Durante la visita potrete degustare le loro 3 referenze di Trento DOC – Rosè, Brut Nature e 51,151 – e qualche vino bianco. Noi abbiamo assaggiato Moscato Giallo, Müller-Thurgau e Riesling. Quest’ultimo è uno dei pochi vini della cantina a fare un passaggio in botte di rovere. I Moser, infatti, preferiscono di gran lunga l’acciaio. Non abbiamo avuto l’occasione d’assaggiare i vini rossi ma questo sarà un ottimo motivo per tornare in cantina.
Villa Corniole
Villa Corniole nasce 20 anni fa, in Val di Cembra, grazie alla passione del suo fondatore Onorio Pellegrini e della sua famiglia che – nel 1998 – acquista l’attuale edificio adibito alla vinificazione e – nel 2000 – inizia la produzione delle sue prime bottiglie.
Quest’azienda vinicola possiede 10 ettari, di cui 7 di proprietà e 3 conferiti. Questi appezzamenti sono suddivisi tra la Val di Cembra, vocata ai vini bianchi, e la Piana Rotaliana, vocata ai vini rossi. La Val di Cembra s’inserisce in un paesaggio montano estremo che rende la viticoltura “eroica”. In questo terroir si producono diverse varietà di vini: in primis il Müller-Thurgau e, in seguito, Chardonnay, Gewürztraminer e Pinot Nero (bacca rossa). Piana Rotaliana, diversamente, è una terra adatta alla coltivazione di uve Teroldego, Lagrein e Pinot Grigio.
La visita guidata all’interno di Villa Corniole comprende diversi ambienti: la cantina di vinificazione, moderna ed ecosostenibile; la barricaia, scavata nella roccia porfirica della Val di Cembra; la sala degustazioni, con un panorama fantastico su tutta la vallata. In cantina potrete scegliere tre esperienze di degustazione: Silver, Gold e Platinum. La differenza principale consiste nel numero di calici di vino che assaggerete.
Noi abbiamo iniziato la degustazione assaggiando le due referenze di Trento DOC – Salisa Brut e Salisa Zero – che erano il motivo principale della nostra visita. L’etichetta Salisa è l’acronimo del nome delle tre figlie di Onorio e della moglie Maddalena che, da ormai qualche anno, affiancano i genitori nella gestione della cantina.
A seguire, abbiamo degustato il vino più premiato di Villa Corniole: trattasi ovviamente del Müller Thurgau, protagonista assoluto della Val di Cembra. Tra i bianchi abbiamo poi scelto d’assaggiare il Pinot Grigio Ramato che fermenta sia in acciaio che in barrique, dove poi matura per circa un anno. Infine, ma non in ordine d’importanza, abbiamo voluto provare anche due rossi: il Lagrein, uno dei loro vini classici, e il 7 Pergole, una delle loro cuveè più blasonate.
Revì Spumanti
Revì Spumanti è una delle cantine del Trentino che producono esclusivamente Trento DOC. Nasce nel 1982 dalla passione di Paolo Malfer che, dopo aver studiato enologia, decide di fondare una propria azienda vinicola. Negli anni questa passione ha contagiato anche i familiari e oggi la cantina può vantare una gamma di “bollicine” di tutto rispetto.
La produzione complessiva della cantina è di circa 100.000 bottiglie l’anno. Parliamo quindi di una cantina relativamente piccola. Tutti i loro vini restano in affinamento un minimo di 36 mesi, fino ad arrivare a 70/72 mesi per le riserve. L’azienda possiede 6 ettari di proprietà – tutti compresi tra i 250 e i 700 mt d’altezza – più qualche altro piccolo terreno in affitto. Nel 70% dei vitigni viene coltivato lo Chardonnay e nel restante 30% il Pinot Nero. Un’altra caratteristica distintiva dei Trento DOC di Revì è il fatto che vengono affinati esclusivamente in acciaio.
La visita avviene in una sorta d’abitazione, al di sotto della quale troverete la cantina di vinificazione. I terreni saranno in parte visibili dalla casa ma troppo lontani per essere raggiunti a piedi. La degustazione prevede l’assaggio di tutta la gamma ovvero:
1. Revì Brut: 50.000 bottiglie annue. 75% Chardonnay e 25% Pinot Nero
2. Revì Dosaggio Zero: il biglietto da visita della cantina. 25.000 bottiglie annue. 75% Chardonnay e 25% Pinot Nero
3. Revì Rosé: 20.000 bottiglie annue. 20% Chardonnay e 80% Pinot Nero. 42 mesi sui lieviti.
4. Paladino: Chardonnay in purezza. 58 mesi sui lieviti. Produzione limitata.
6. Cavaliere Nero Rosé: Pinot Nero in purezza. 72 mesi sui lieviti. Produzione limitata.
La cantina è accogliente e la proprietà riesce a trasmettere moltissima passione per il suo lavoro.
L’enoturismo
Parlare di enoturismo mi affascina sempre moltissimo e quello sulle cantine del Trentino è solo uno dei numerosi articoli in cui tratto e tratterò quest’argomento. Se dopo tutto questo vino bianco vi è venuta voglia di un buon rosso toscano non vi resta che spostarvi a Montalcino, nella patria del Brunello. Se invece siete dei sostenitori delle bollicine non perdetevi i miei articoli sulla Franciacorta e sul Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.