Asia Archivi - La geografia del mio cammino https://www.lageografiadelmiocammino.com/category/asia/ Mila Camnasio, Travel Blogger Tue, 30 Jan 2024 08:55:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Giordania: cosa vedere a Petra, itinerario di 1 giorno https://www.lageografiadelmiocammino.com/2024/01/30/giordania-cosa-vedere-a-petra-itinerario-di-1-giorno/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=giordania-cosa-vedere-a-petra-itinerario-di-1-giorno https://www.lageografiadelmiocammino.com/2024/01/30/giordania-cosa-vedere-a-petra-itinerario-di-1-giorno/#respond Tue, 30 Jan 2024 08:55:18 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6387 Petra è il motivo principale per cui il 90% dei turisti decide di visitare la Giordania. Oltre a essere un sito Patrimonio dell’UNESCO dal 1985, questo luogo magico è anche una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno. Ma, per organizzare un viaggio perfetto a Petra dovrete assolutamente sapere cosa vedere.

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Petra è il motivo principale per cui il 90% dei turisti decide di visitare la Giordania. Oltre a essere un sito Patrimonio dell’UNESCO dal 1985, questo luogo magico è anche una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno. Ma, per organizzare un viaggio perfetto a Petra dovrete assolutamente sapere cosa vedere.

Petra fu costruita più di 2000 anni fa dal popolo nabateo e, per centinaia d’anni, divenne uno snodo importantissimo per i commerci tra l’Egitto e l’Antica Mesopotamia. Successivamente, Petra entrò a far parte dell’Impero Romano e continuò ad essere al centro dei commerci fino al terremoto del IV secolo d.C. A partire da quella data – e fino al 1812 d.C. – questo luogo storico venne dimenticato da tutti. Fu solo grazie allo svizzero Johann Ludwig Burckhardt che questa “città perduta” venne finalmente ritrovata.

Petra, una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno
Petra, una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno

Informazioni utili per visitare Petra

Costi

Se avete intenzione di restare in Giordania per almeno 4 giorni il mio consiglio è quello di acquistare online il Jordan Pass al costo di 70 JD (circa 93 euro). Con questo pass avrete inclusa la visita di un giorno a Petra, il visto turistico e numerosi altri siti storici e musei, come ad esempio il deserto del Wadi Rum di cui vi parlerò nel prossimo articolo. Il solo ingresso a Petra per una giornata costerebbe invece 50 JD (circa 70 euro). In nessuno di questi pass è inclusa Petra by Night che ha un costo di 17 JD ma che, a mio avviso, non vale la pena prendere in considerazione.

Quando visitare Petra

Prima di scoprire cosa vedere a Petra capiamo insieme qual è il momento migliore per visitarla. L’unica stagione da evitare è l’estate perché le temperature diventano veramente estreme e possono raggiungere anche i 40/45 gradi. Dovendo camminare moltissimo capite che non è proprio l’ideale. I mesi migliori sono Aprile/Maggio e Ottobre/Novembre. Tuttavia, io l’ho visitata nel mese di Dicembre e devo dire che il clima è stato più che piacevole, con giornate “temperate”. Ovviamente in inverno c’è sempre il rischio d’andare incontro a piogge improvvise.

Petra e la sicurezza

Nonostante i conflitti – anche recenti – che avvengono spesso nei territori confinanti con la Giordania, Petra e tutta la nazione rimangono posti sicuri. Il rischio di terrorismo è bassissimo e il popolo giordano è pacifista, anche per via del fatto che la sua economia si basa moltissimo sul turismo.

Petra, una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno
Petra, una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno

Come raggiungere Petra

Il modo migliore per raggiungere Petra è prendere un volo verso Amman o Aqaba. La prima dista circa 3 ore dal sito Patrimonio UNESCO mentre dalla seconda mettete in conto 2 ore di macchina. L’opzione preferita da quasi tutti i turisti è il noleggio di un’auto che vi permetterà di vedere altri luoghi meravigliosi di questa nazione, come ad esempio il deserto del Wadi Rum. Il costo di noleggio è tutt’altro che proibitivo. Con 50 euro al giorno potete affittare una station wagon. Se vi piace guidare vi consiglio di percorrere la Strada dei Re che, da Amman, in circa 4 ore ½ vi condurrà a Petra attraversando diversi siti storici. Per coloro che non vogliono o non possono guidare un’auto a noleggio vi è la possibilità di muoversi con bus turistici o bus pubblici.

All’interno di Petra, invece, potrete spostarvi solo a piedi o farvi aiutare da animali quali dromedari, asini o cavalli che vengono “proposti” – spesso a caro prezzo – dai numerosi beduini presenti all’interno del sito.

Cosa vedere a Petra in 1 giorno

Petra è un sito archeologico molto esteso e, per vederlo tutto, non basterebbero 5 giorni. Tuttavia, almeno che voi non amiate particolarmente i trekking, per tornare a casa con una panoramica più che esaustiva di una delle Sette Meraviglie del Mondo può bastare una sola giornata.

Attenzione: quando parlo di un’intera giornata intendo “letteralmente” dalle 7.30 della mattina fino alle 17.30 della sera. Se non siete allenati o propensi a sgambettare per tutta la giornata mettete in conto almeno 2 giorni.

Ecco l’itinerario più intelligente che potete seguire all’interno del sito:

Il Siq

Una volta pagato il biglietto d’ingresso lascerete alle vostre spalle il Visitor Center per incamminarvi in direzione del Siq, un canyon di arenaria lungo circa 1,2 km. Questo percorso è molto suggestivo quindi godetevelo sia all’andata che al ritorno, senza avere fretta di arrivare al Tesoro. È proprio in quest’occasione che osserverete per la prima volta i meravigliosi colori rosso fuoco delle rocce e le tubazioni in terracotta che venivano utilizzate per trasportare l’acqua.

Cosa vedere a Petra: il Siq
Cosa vedere a Petra: il Siq

Il Tesoro

Alla fine del Siq troverete il monumento che il 90% dei turisti brama di vedere non appena mette piede a Petra: il Tesoro. Questo tempio, apparso in moltissimi film – tra cui Indiana Jones e l’ultima crociata, si pensa sia stato realizzato per ospitare la tomba del Re nabateo Areta III. La sua facciata alta 40 mt e larga 28 mt è la più fotografata di tutto il sito, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Tuttavia, l’ora migliore per immortalarla va dalle 8.30 alle 10.30, poco dopo l’alba.

Cosa vedere a Petra: il Tesoro

La Strada delle Facciate

Questo breve tratto di strada collega il Tesoro al Teatro e ospita circa 50 tombe e case nabatee. Tra queste solo un paio sono degne di nota. Per scoprire quali vi rimando alla vostra guida o a una lettura più approfondita.

Il Teatro

Il Teatro, in buone condizioni, conta 45 file e può ospitare fino a 3000 persone. L’orchestra è scavata nella roccia mentre la scena è andata quasi completamente distrutta.

Le Tombe Reali

Un altro luogo molto visitato e apprezzato da tutti i turisti sono le Tombe Reali, che si raggiungono attraverso una scalinata che parte nei pressi del teatro. Le più famose e meglio conservate sono la Tomba dell’Urnariconoscibile dall’enorme urna che sovrasta il timpano, la Tomba di Setacaratterizzata da straordinarie venature rosa, bianche e gialle e la Tomba del Palazzola più grande di Petra. Una volta sorpassate queste tombe il sentiero proseguiva verso la cima del Jabal al-Khubtha, punto panoramico famoso per le numerose foto del Tesoro scattate dall’alto. Purtroppo, a causa di numerosi incidenti, questo percorso è oggi chiuso al pubblico. Eh sì cari instagrammers, niente più foto panoramiche!

Cosa vedere a Petra: le Tombe Reali
Cosa vedere a Petra: le Tombe Reali

La Strada Colonnata

Ritornando nei pressi del Teatro, dopo la deviazione presso le Tombe Reali, potrete iniziare il vostro percorso lungo la Strada Colonnata, la via centrale di Petra costruita dai romani nel 106 d.C. Un tempo questa via era delimitata da colonne, arcate e torri laterali. Oggi ciò che ne resta è solo qualche rudere.

Il Grande Tempio

Sempre lungo la Strada Colonnata incontrerete il Grande Tempio, costruito nel I secolo a.C. e danneggiato gravemente dal terremoto. Al tempio si accede tramite una rampa che conduce a monumentali propilei e, dopo una seconda rampa, si arriva al cortile sacro delimitato da un triplo colonnato. Il tempio, in origine, era alto 18 mt e il recinto sacro misurava 40 per 28 mt. Ora per individuarlo serve molta immaginazione.

Il Tempio dei Leoni Alati e la Chiesa di Petra

Dal lato opposto rispetto al Grande Tempio, su una piccola collina, troviamo invece il Tempio dei Leoni Alati, dedicato alla Dea della fertilità Atargatis, e la Chiesa di Petra con spettacolari mosaici bizantini ben conservati.

Qasr al-Bint

Il sentiero principale termina con il Qasr al-Bint, un castello che rappresentava il maggior luogo di culto di tutta la città nabatea. Qui finisce il sentiero “classico” di 4 km che percorrono praticamente tutti e che dura circa un’ora ½ (solo andata). Lo step successivo, decisamente più faticoso, sarà quello di raggiungere il Monastero.

Il Monastero

Il Monastero è il secondo edificio più fotografato di tutto il sito storico ma, a mio avviso, è molto più bello del Tesoro che, ovviamente, si classifica al primo posto. Il primo motivo è la difficoltà nel raggiungerlo, che rende la sua visione ancora più “miracolosa”. Infatti, il sentiero che da Qasr al-Bint porta al Monastero è lungo circa 2,5 km ma prevede una faticosa salita con oltre 800 gradini. I più tonici dovrebbero impiegare circa 1h nella salita e 30/40 min nella discesa. In alternativa, potrete sempre salire sul dorso di un mulo. Io ho preferito percorrere la strada a piedi perché ero terrorizzata da questi animali che si arrampicavano sulle rocce: mi sembravano davvero in bilico!

Cosa vedere a Petra: il Monastero
Cosa vedere a Petra: il Monastero

Una volta in cima troverete un piccolo bar dove rifocillarvi e diversi punti panoramici con splendide vedute sul deserto del Wadi Araba. Il Monastero, così chiamato per il ritrovamento di numerose croci bizantine, fu costruito per ospitare le spoglie del Re Obodas.

Il ritorno

Per tornare al centro visitatori dovrete per forza ripercorrere tutto il Main Trail. Alla fine della giornata avrete percorso all’incirca 14 km.

Dove dormire a Petra

Adesso che abbiamo scoperto cosa vedere a Petra non ci resta che decidere dove dormire. La cittadina sorta nelle immediate vicinanze del sito storico si chiama Wadi Musa e, ovviamente, è completamente vocata al turismo.

Tra i numerosi alberghi presenti, se avete un buon budget, vi consiglio di sceglierne uno nei pressi del centro visitatori, in modo da raggiungere il sito a piedi. Io ho alloggiato al Petra Moon Luxury Hotel e mi sono trovata molto bene. La struttura è nuova, l’ambiente raffinato e le camere sono arredate con elementi di design. Ottima anche la colazione con una vastissima scelta sia dolce che salata e piatti preparati al momento. Per finire, la vista dalla mia camera o, in alternativa, dalla piscina sul tetto è qualcosa di sorprendente: potrete godervi un tramonto meraviglioso sul deserto del Wadi Araba.

Tramonto dalla camera del Petra Moon Luxury Hotel
Tramonto dalla camera del Petra Moon Luxury Hotel

Due alternative, la prima più costosa mentre la seconda meno impegnativa, sono il Mövenpick Resort Petra e il Petra Guest House.

Dove mangiare a Petra

Per concludere questo articolo su “cosa vedere a Petra” nel migliore dei modi voglio consigliarvi anche due ristoranti testati dalla sottoscritta nei quali ho mangiato divinamente spendendo al massimo 18 euroin due. Entrambi si trovano su Tourism Street e non servono alcolici. Falafel Time propone ottimi falafel, hummus e un piatto tipico chiamato Kibbeh, che consiglio vivamente. Il servizio è ottimo e alla fine della cena vi verrà servito un dolce di riso in omaggio davvero strepitoso. Sana’a El Yemen, consigliato da Trip Advisor, è un ristorante che serve ottimo pane arabo cotto al momento con tabbouleh, hummus e un altro piatto tipico chiamato fukharat. Personale gentilissimo e, anche qui, dolcetti offerti a fine pasto.

Ristorante Sana'a El Yemen
Ristorante Sana’a El Yemen

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La Giordania e il deserto del Wadi Rum https://www.lageografiadelmiocammino.com/2024/01/19/la-giordania-e-il-deserto-del-wadi-rum/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-giordania-e-il-deserto-del-wadi-rum https://www.lageografiadelmiocammino.com/2024/01/19/la-giordania-e-il-deserto-del-wadi-rum/#comments Fri, 19 Jan 2024 15:35:49 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6373 Non potrete assolutamente lasciare la Giordania senza prima aver passato almeno una notte nel deserto del Wadi Rum, uno dei parchi nazionali più spettacolari di tutto il Medio Oriente, diventato patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2011.

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Non potrete assolutamente lasciare la Giordania senza prima aver passato almeno una notte nel deserto del Wadi Rum, uno dei parchi nazionali più spettacolari di tutto il Medio Oriente, diventato patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2011.

Come organizzare la propria visita

Il deserto del Wadi Rum si trova in Giordania a circa 1h30min di macchina da Petra e 3h30min dalla capitale Amman. Per raggiungerlo è necessario avere un mezzo proprio, a noleggio o condiviso con altri turisti. I trasporti pubblici, infatti, sono pressoché inesistenti.

L’accesso al parco nazionale avviene attraverso il Tourist Center dove dovrete pagare una tassa di 5 JD (circa 6 euro) oppure mostrare il vostro Jordan Pass. Una volta lasciata l’auto potrete proseguire con una guida fornita dal vostro lodge (in caso di pernottamento nel deserto) o una delle guide autorizzate presenti all’interno del parco nazionale.

La Giordania e il deserto del Wadi Rum
La Giordania e il deserto del Wadi Rum

Il costo di ogni singola escursione è scritto chiaramente su un tabellone all’interno del centro visitatori. Il prezzo varia a seconda del giro che vorrete fare – distanza – e del mezzo che vorrete utilizzare – jeep o cammello. Non è consigliabile addentrarsi nel deserto senza una guida autorizzata perché finireste per perdervi.

Quando andare nel deserto del Wadi Rum

I periodi migliori per visitare il deserto del Wadi Rum e, in generale, tutta la Giordania sono l’autunno e la primavera. In queste stagioni il cielo è terso e azzurro. Meno adatta è la stagione estiva, quando le temperature raggiungono cifre record, sopportabile solo dopo il calare del sole. Io ci sono stata nel mese di dicembre, all’inizio della stagione invernale, e ho trovato un clima più che accettabile. Ovviamente la notte fa molto freddo quindi è fondamentale dormire in un campo tendato riscaldato.

La Giordania e il deserto del Wadi Rum
La Giordania e il deserto del Wadi Rum

Cosa vedere all’interno del parco nazionale

Il deserto rosso è una delle attrazioni più gettonate della Giordania. Scopriamo insieme quali sono le tappe imperdibili di un’escursione nel Wadi Rum:

Le dune rosse del Wadi Umm Ishrin

La prima sosta “obbligata” all’interno del parco nazionale è la zona delle dune di sabbia rossa. Qui verrete invitati a scalare l’avvallamento e ammirare il panorama a 360 gradi sul deserto del Wadi Rum.

Il Canyon di Khazali

La montagna di Khazali nasconde un piccolo canyon, percorribile per circa 200 mt, all’interno del quale sono presenti delle sorgenti e diverse pitture nabatee raffiguranti persone e animali che, in passato, hanno abitato queste montagne rocciose.

Il Canyon di Khazali
Il Canyon di Khazali

La casa di Lawrence d’Arabia

Lawrence d’Arabia fu colui che raccontò il deserto del Wadi Rum al mondo intero, utilizzandolo come una piccola fortezza durante la Rivolta Araba del 1900. Quello che rimane della sua abitazione e soltanto un cumulo di rocce. Tuttavia, vale la pena arrivare fin qui per ammirare lo spettacolare panorama che si apre su tutto il deserto.

Gli archi di pietra

Il deserto del Wadi Rum – in Giordania – nasconde diversi archi di pietra molto famosi, ubicati a diverse altezze. Il più fotografato, anche se difficile da raggiungere, è quello di Burdah (35 mt d’altezza): per addentrarsi fino in cima servono corde, attrezzature specifiche e, ovviamente, una guida. In alternativa potrete sempre ripiegare sull’arco di Fruth (15 mt d’altezza) raggiungibile con una breve ma ripida scalata. Quest’arrampicata non è adatta a chi soffre di vertigini.

L'arco di Fruth
L’arco di Fruth

Il tramonto

Il momento più spettacolare della vostra escursione nel Wadi Rum sarà sicuramente il sole che tramonta dietro le rocce rosse del deserto. A seconda delle stagioni, vedrete uno spettacolo diverso. I punti da cui ammirare il calar del sole sono molteplici ma l’esperienza più autentica, perlomeno in inverno, è quella che contempla l’accensione di un fuoco da parte dei beduini e un aperitivo a base di tea caldo e dolcetti.

Il tramonto nel deserto del Wadi Rum
Il tramonto nel deserto del Wadi Rum

Bonus

Per i turisti più esigenti e alla moda ogni mattina vengono organizzate anche escursioni in mongolfiera, per ammirare dall’alto il meraviglioso panorama naturale del Wadi Rum.

Dove abbiamo dormito

Quasi tutti gli alloggi presenti all’interno del parco nazionale cercano di promuovere un turismo sostenibile, senza intaccare il fascino di questo luogo. Nel deserto del Wadi Rum troverete moltissimi campi tendati di tutte le dimensioni e per tutte le tasche.

Io ho scelto, forse, il più lussuoso perché era da tanto tempo che desideravo alloggiare in quella che viene definita una “cupola marziana”. Queste strutture meravigliose si avvicinano molto al concetto di glamping ma aggiungono il plus di essere trasparenti. Al loro interno sono presenti tutti i confort: riscaldamento, aria condizionata, bagno privato con prodotti beauty e molti altri accessori tipici degli hotel a 5 stelle.

Memories Aicha Luxury Camp
Memories Aicha Luxury Camp

Il nome di questo posto meraviglioso è Memories Aicha Luxury Camp, anche soprannominato Bubble Luxury Hotel. Tutte le sue sfere trasparenti possiedono una vista stupenda sul deserto e garantiscono la massima privacy per via della loro posizione tattica vicino alle rocce. La sera potrete addormentarvi ammirando il cielo stellato, comodamente abbracciati a letto senza che nessuno venga a disturbarvi o possa vedervi. L’unica pecca, se proprio dobbiamo trovare qualcosa che non va, è il cibo: sia il buffet serale che la colazione non hanno atteso le nostre aspettative. Molto carino, invece, il bar posizionato letteralmente sotto una roccia, ottimo per finire la serata fumando una shisha o bevendo un tea (non vengono serviti alcolici). Il costo per una notte in alta stagione è di circa 400 euro, cena e colazione inclusi.

Memories Aicha Luxury Camp
Memories Aicha Luxury Camp

Giordania, non solo deserto…

Il deserto del Wadi Rum è sicuramente uno dei panorami più sorprendenti di tutta la Giordania. Tuttavia, questa nazione meravigliosa è pervasa da bellezze naturali. Non perdete, quindi, i miei articoli sul sito archeologico di Petra e sulla capitale Amman.

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La modaiola Tel Aviv: come muoversi e cosa vedere https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/03/23/la-modaiola-tel-aviv-come-muoversi-e-cosa-vedere/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-modaiola-tel-aviv-come-muoversi-e-cosa-vedere https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/03/23/la-modaiola-tel-aviv-come-muoversi-e-cosa-vedere/#respond Wed, 23 Mar 2022 15:35:21 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5073 Una città che ha tanto da offrire, soprattutto a un pubblico giovane con molta voglia di divertirsi. Chi arriva a Tel Aviv lo fa principalmente per l’indole festosa e modaiola dei suoi abitanti, per l’eterogeneità e la tolleranza razziale e culturale e perché questa città ospita il maggior numero di start-up e cervelli in fuga di tutto il continente asiatico, facendo concorrenza alla famosa “Silicon Valley” americana.

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Se vi state chiedendo cosa vedere nella città di Tel Aviv v’invito a leggere quest’articolo tutto d’un fiato.

Israele, scorcio di Giaffa
Tel Aviv, la capitale israeliana

L’indole modaiola della capitale israeliana è stata una scoperta graduale.

“Atterrata all’aeroporto e giunta nel centro di questa metropoli sono stata negativamente colpita dall’atmosfera spettrale che mi circondava. In breve tempo ho capito però di essere capitata in città nel giorno e nell’orario più sbagliati della settimana. Il Sabato in Israele è il corrispettivo della nostra Domenica e al mattino le vie del centro sono deserte. Su suggerimento del personale dell’hotel in cui alloggiavo, ho preso un telo mare e mi sono spostata sulla spiaggia.”

In poco meno di un’ora credevo di essere a Miami.

Una delle spiagge di Tel Aviv
Le spiagge di Tel Aviv

Con questo breve aneddoto inizio la descrizione di questa città che ha tanto da offrire, soprattutto a un pubblico giovane con molta voglia di divertirsi. Le attrazioni culturali e turistiche non sono numerose perché la città ha poco più di un centinaio d’anni. Chi viene a Tel Aviv lo fa principalmente per l’indole festosa e modaiola dei suoi abitanti, per l’eterogeneità e la tolleranza razziale e culturale e perché questa città ospita il maggior numero di start-up e cervelli in fuga di tutto il continente asiatico, facendo concorrenza alla famosa “Silicon Valley” americana.

Graffiti, Tel Aviv
Cosa vedere a Tel Aviv: la Street Art

Camminando nelle strade di Tel Aviv vi accorgerete subito che gli edifici in stile Bauhaus fanno da padroni sul panorama architettonico globale. Non è un caso, infatti, che la metropoli venga chiamata anche città bianca. Ultimamente, oltre all’architettura, hanno iniziato a comparire i primi graffiti d’autore che stanno spopolando in tutta la città.

Tel Aviv: come muoversi

Tel Aviv è la città dei monopattini elettrici, che vedrete sfrecciare ovunque. Se siete in grado di guidarli vi consiglio di scaricare l’app e muovervi con questo mezzo a due ruote, da veri local. La sera potrete spostarvi tranquillamente in taxi o con Uber, che qui funziona perfettamente. Ricordatevi che dal venerdì pomeriggio al sabato sera tutti i mezzi pubblici si fermano per lo shabbat.

Monopattini cittadini
I monopattini elettrici di Tel Aviv

Tel Aviv: cosa vedere

Il centro città

La zona del centro, culturalmente parlando, ha poco da offrire rispetto alle grandi metropoli internazionali. Tuttavia consiglio una passeggiata tra Rothschild Blvd e HaBima Square,con una visita al Museum of Art di Tel Aviv. Da lì, camminando per altri 15 minuti, sarà facile raggiungere la famosa Dizengoff Square dominata da una bellissima fontana. Nei pressi di questa piazza, le vie King George St e Dizengoff St ospitano i centri commerciali e i negozi più famosi della città. Da non perdere infine il Carmel Market, un suk coloratissimo all’interno del quale troverete ogni tipo di alimento. L’ingresso principale è riconoscibile per via dell’installazione di ombrelli colorati che formano un’originale tettoia.

Dizengoff Square, Tel Aviv
Dizengoff Square, Tel Aviv

I quartieri di Neve Tzedek e Florentin

Neve Tzedek è la zona più antica e caratteristica di Tel Aviv. Ricorda vagamente i quartieri bohemien francesi ed è ricca di ristoranti, caffè e botteghe artigianali. Florentin, invece, potrebbe essere definita come la zona shabby chic della città, in quanto è frequentata soprattutto da artisti, designer e writer.  Entrambe sono molto vive nelle ore serali, quando gli abitanti di Tel Aviv saltellano da un locale all’altro.

Neve Tzedek, Tel Aviv
Neve Tzedek, Tel Aviv

La spiaggia e il porto

Salvo per i brevi mesi invernali, gli abitanti di Tel Aviv sfruttano molto la zona costiera, il lungomare e le spiagge. I più sportivi sono soliti praticare qualsiasi tipo di attività all’aperto, sfruttando le numerose aree attrezzate messe a disposizione dalla città. Gli amanti della tintarella, invece, si riversano nei servitissimi lidi che occupano la spiaggia. State attenti perché ogni zona costiera corrisponde a un utilizzo dei lidi differente. Ci sono spiagge per cani, per famiglie, per giovani che giocano a racchettoni, per amanti del surf e del windsurf, etc.. Inoltre non poteva mancare la zona del porto, ricca di bar, discoteche e negozi.

Surfisti sulla spiaggia di Tel Aviv
Surfisti sulla spiaggia di Tel Aviv

Giaffa

Giaffa è la “città vecchia” e la parte culturalmente più affascinante di tutta Tel Aviv. Il suo stile arabo, i vicoli in pietra, le gallerie d’arte e i negozietti la rendono il luogo perfetto dove trascorrere un’intera giornata.

Torre dell'orologio, Giaffa
Torre dell’orologio, Giaffa

L’ingresso è delimitato dalla torre dell’orologio e dalle mura antiche che costeggiano il mare. Salendo le scalinate della città fortificata, consiglio di non perdervi i panorami che potrete ammirare dal Monastero di San Pietro e dalla galleria d’arte di Ilana Goor, all’interno della quale sarete positivamente colpiti da una serie di sculture e quadri che raccontano la vita di questa collezionista.  Se amate i luoghi all’aperto non potrete fare a meno di passeggiare in uno dei porti più antichi del mondo mentre – se amate lo shopping – dovrete per forza fare un salto al mercato delle pulci Jaffa Flea Market. Qui troverete oggetti kitsch, abbigliamento usato e cianfrusaglie di qualsiasi tipo.

Panorama su Giaffa
Cosa vedere a Tel Aviv: Giaffa

Ora che avete letto cosa vedere nella città di Tel Aviv, non vi resta che scoprirne la vita notturna, gli hotel e i ristoranti alla moda. Se, invece, avete in programma di “allungare” la vostra vacanza v’invito a leggere il mio articolo sulla città di Gerusalemme e il mio itinerario su Israele e Palestina.

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Thailandia: l’isola di Koh Samui nel Golfo del Siam https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/30/thailandia-isola-di-koh-samui/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=thailandia-isola-di-koh-samui https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/30/thailandia-isola-di-koh-samui/#respond Thu, 30 Apr 2020 21:08:51 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=3430 Koh Samui, in Thailandia, è l'isola più famosa del Golfo di Siam ma sinceramente ne sono rimasta delusa per vari motivi. Le coste sono molto sfruttate e il mare è decisamente distante dall'immaginario paradisiaco della spiaggia con sabbia bianca e palme. Il turismo è intensivo e sull'isola sono rimasti davvero pochi luoghi selvaggi e incontaminati.

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Un itinerario di 9 giorni alla scoperta delle isole del Golfo del Siam, in Thailandia: oggi parliamo della popolare Koh Samui.

Per scoprire quando andare e come raggiungere il Golfo del Siam vi invito a leggere il mio articolo che descrive le isole Koh Tao e Koh Phangan.

Thailandia: l’isola di Koh Samui

Koh Samui, in Thailandia, è l’isola più famosa del Golfo di Siam ma sinceramente ne sono rimasta delusa per vari motivi. Le coste sono molto sfruttate e il mare è decisamente distante dall’immaginario paradisiaco della spiaggia con sabbia bianca e palme. Il turismo è intensivo e sull’isola sono rimasti davvero pochi luoghi selvaggi e incontaminati.

Thailandia: Koh Samui
Thailandia: Koh Samui

Come muoversi

L’isola è molto più grande rispetto a Koh Tao e Koh Phangan ma potete ugualmente girarla in motorino. In alternativa potreste noleggiare un quod o una macchina ma il parcheggio non sarà sempre agevole.

Dove dormire

Koh Samui è l’isola dei grandi resort quindi, se non avete problemi di budget, la scelta sarà incredibilmente ampia. Il mio consiglio, se cercate tranquillità, è quello di evitare la zona di Chaweng. Se invece amate la vita notturna dovrete fare esattamente l’opposto. Nel mio caso, avendo visitato l’isola durante il Capodanno, ho deciso di alloggiare al Mercure Samui Tana Hotel, in pieno centro. Devo ammettere che le stanze, la cortesia del personale e l’ottima colazione non mi hanno fatto rimpiangere le strutture più blasonate. Valutatelo se volete spendere il giusto.

Vita notturna

La vita notturna si sviluppa soprattutto nei pressi di Chaweng. Qui non faticherete nel trovare locali, spettacoli pirotecnici, ballerini, giocolieri e DJ set. Il bar più famoso è sicuramente l’Ark Club, situato sulla spiaggia, alla cui console si alternano moltissimi DJ di musica techno e house. Lo stesso discorso vale per il Green Mango Club, ubicato all’interno del paese, che a volte propone anche musica Hip Hop. Se cercate qualcosa di diverso andate al Raggae Pub, nei pressi del lago di Chaweng, e sedetevi a bere qualcosa e scambiare quattro chiacchiere. Degni di nota anche il Bar Solo e l’Hush Bar, entrambi sulla via principale di Chaweng.

Il mio personale parere è che questa tipologia di locali sia più adatta a un target giovane che ama ubriacarsi e sballarsi fino alle prime ore del mattino. Se avete più di 30 anni potreste trovare questa zona decisamente fuori luogo rispetto alla vostra idea di divertimento. Tuttavia vi suggerisco di viverla almeno per una notte.

Chaweng Beach, Ark Bar
Chaweng Beach, Ark Bar

Primo giorno

Sono arrivata a Koh Samui da Koh Tao nel primo pomeriggio e ho trascorso il resto della giornata a Chaweng Beach, la spiaggia più affollata dell’isola. I suoi 5 km di sabbia permettono a chiunque di trovare zone tranquille dove rilassarsi.

Secondo giorno

Il secondo giorno ho esplorato la costa orientale. La prima tappa è stata la spiaggia di Lamai, molto simile a quella di Chaweng. Non era quello che cercavo e quindi ho optato per una baia decisamente più tranquilla chiamata Thong Takhian Beach (Silver Beach) formata da scogliere di granito affacciate su un mare turchese. Lo stesso discorso vale per Laem Nan Beach, una spiaggia con grandi sassi, alberi tropicali e molta tranquillità.

Thailandia: Koh Samui, Laem Nan Beach
Thailandia: Koh Samui, Laem Nan Beach

All’ora di pranzo vi consiglio di visitare il mercato di Hua Tanon, situato a circa 10 min dalla spiaggia di Lamai. Qui potrete entrare in contatto con la gastronomia locale, fotografare le bancarelle e assaggiare qualche specialità cucinata al momento.

Dopo pranzo rimettetevi in viaggio e raggiungete la spiaggia di Lipa Noi. Questo tratto di costa non è paragonabile alla sfruttatissima Chaweng Beach e, data la sua tranquillità, ospita alcuni tra i resort più esclusivi dell’isola.

Noi ci siamo fermati nella famosissima Nikki Beach, la location thailandese del brand internazionale che spopola in Europa e nel mondo. Sinceramente ho trovato questo resort un po’ sottotono rispetto ai suoi omonimi europei. Tuttavia la piscina, i piatti di sushi abbinati a cocktail tropicali e i comodi lettini bianchi rispecchiano il posizionamento di questa lussuosissima catena di stabilimenti balneari e hotel. Durante il vostro soggiorno vi consiglio di trascorrere al Nikki Beach almeno una mezza giornata.

Nikki Beach
Nikki Beach

Terzo giorno

Con molta calma siamo partiti alla volta della costa settentrionale, decisamente più popolare ed economica rispetto a quella meridionale.

La prima tappa è stato il Big Buddha Temple ovvero un tempio costruito in riva al mare che culmina con una statua dal Buddha alta 12 metri. A seguire abbiamo fatto un breve tour delle spiagge della zona. Prime fra tutte Bangrak Beach, non memorabile ma degna di una sosta, e Bophut Beach, una striscia di sabbia finissima in cui è possibile praticare qualsiasi tipo di sport acquatico. Qui il mare è basso e troverete moltissimi locali in cui pranzare. Il villaggio invece è bruttino e non merita particolare attenzioni.

Thailandia: Koh Samui, Big Buddha
Thailandia: Koh Samui, Big Buddha

Nel pomeriggio ci siamo fermati a Mae Nam Beach, una spiaggia frequentata soprattutto da famiglie. Anche qui l’acqua è limpida e la sabbia bianca. Sulla via del ritorno verso Chaweng consiglio un aperitivo al Jungle Club, un resort che vanta una vista mozzafiato sul mare. La strada non è percorribile in motorino. Ad un certo punto dovrete fermarvi e farvi venire a prendere dalla navetta dell’hotel. Giunti in cima verrete accolti in una terrazza immersa nel verde che vi lascerà senza fiato.

Thailandia: Koh Samui, spiaggia di Mae Nam
Thailandia: Koh Samui, spiaggia di Mae Nam

Koh Samui chiude il capitolo riguardante le tre isole nel Golfo del Siem. Se siete interessati a scoprire tutte le tappe del mio viaggio in Thailandia cercate invece l’articolo che descrive questa destinazione nella sezione itinerari

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Una settimana in Cambogia: quando andare e cosa visitare https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/15/cambogia-quando-andare-e-cosa-visitare/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cambogia-quando-andare-e-cosa-visitare https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/15/cambogia-quando-andare-e-cosa-visitare/#respond Wed, 15 Apr 2020 09:45:36 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=3207 In quest’articolo vorrei raccontarvi la mia esperienza di viaggio in Cambogia. Sono stata in questo paese nel 2015 e ne sono rimasta molto affascinata. Rispetto alle vicine Thailandia e Vietnam in questa nazione il tempo sembra essersi fermato. Nei prossimi capitoli vi spiegherò quando andare e cosa visitare nello Stato della Cambogia. Iniziamo quindi con un po’ di geografia. La Cambogia è uno Stato dell’Asia sud-orientale non molto esteso. La sua superficie è di circa 180.000 km quadrati, che corrispondono a metà dell’ampiezza territoriale della Germania e un terzo di quella Francese. Il lasso di tempo minimo per farsi un’idea di questo paese è stimabile in una settimana.

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In quest’articolo vorrei raccontarvi la mia esperienza di viaggio in Cambogia. Sono stata in questo paese nel 2015 e ne sono rimasta molto affascinata. Rispetto alle vicine Thailandia e Vietnam in questa nazione il tempo sembra essersi fermato. Nei prossimi capitoli vi spiegherò quando andare e cosa visitare nello Stato della Cambogia.

Iniziamo quindi con un po’ di geografia. La Cambogia è uno Stato dell’Asia sud-orientale non molto esteso. La sua superficie è di circa 180.000 km quadrati, che corrispondono a metà dell’ampiezza territoriale della Germania e un terzo di quella Francese. Il lasso di tempo minimo per farsi un’idea di questo paese è stimabile in una settimana.

Cosa visitare in Cambogia: Angkor
Cosa visitare in Cambogia: Angkor

La Cambogia è anche uno degli Stati più poveri di tutta l’Asia. Questo fa si che il costo della vita e gli spostamenti siano estremamente economici. Se lo vorrete potrete quindi viaggiare low budget.

Cambogia: cosa aspettarsi

La Cambogia offre attrattive per qualsiasi tipo di viaggiatore. Il mio consiglio è di studiare un itinerario che abbia il giusto mix di templi antichi, monasteri, villaggi, risaie, spiagge e centri urbani. Quello che rende unica questa nazione è il fatto di preservare un’autenticità che purtroppo molti dei paesi con cui confina hanno perso, Thailandia in primis.

La popolazione di Phnom Penh
Il popolo cambogiano

Il popolo cambogiano è ospitale. Vi è un grande rispetto del turista che non viene paragonato, come spesso accade in altre città asiatiche, ad un “bancomat con le gambe”. Gli abitanti hanno voglia di condividere la loro cultura con gli stranieri, si lasciano fotografare volentieri e cercano continuamente di entrare in contatto con loro. Il drammatico capitolo storico, che li ha visti protagonisti, li ha resi anche molto aperti e disponibili al dialogo. Per approfondimenti vi rimando al mio articolo che parla della capitale Phnom Penh e inizia proprio con un paragrafo dedicato alla storia di questa nazione. I cambogiani si fanno promotori di una missione nei confronti di tutte le vittime del genocidio – opera di Pol Pot e dei Khmer Rossi – ed è quella di raccontare cos’hanno vissuto e riportare in vita le antiche tradizioni.

Cambogia: quando andare

La stagione migliore per visitare la Cambogia è il nostro inverno ovvero i mesi che vanno dalla fine di novembre all’inizio di Aprile. In questo periodo le temperature sono alte e l’umidità è accettabile. Nei mesi che vanno da Maggio a Ottobre le piogge sono frequenti e l’umidità raggiunge livelli poco tollerabili.

Cambogia: qundo andare
Cambogia: qundo andare

Cambogia: come arrivare

Adesso che abbiamo capito quando conviene andare in Cambogia scopriamo insieme come arrivarci. Io sono entrata in questa nazione passando la frontiera con il Vietnam. Devo ammettere che questo è stato uno degli “attraversamenti” di confini più simbolico della mia vita. Sono arrivata a Bavet/Moc Bai dopo qualche ora di pullman e ho oltrepassato le dogane a piedi. In questo passaggio ho percepito, forse per la prima volta nella mia vita, il peso di un cambio radicale di cultura e condizione sociale, nonostante le due nazioni siano molto simili geograficamente e territorialmente. Il costo del visto cambogiano ammonta a circa 30 dollari e vi verrà richiesta anche una fototessera.

Il confine tra la Cambogia e il Vietnam
Il confine tra la Cambogia e il Vietnam

La Cambogia conta due aeroporti internazionali, uno nella capitale Phnom Pehn e l’altro a Siem Reap. Nessuna compagnia aerea offre voli diretti dall’Italia. Dovrete per forza fare scalo in Thailandia e prendere un altro volo low cost. Io sono rientrata a Bangkok da Siem Reap con la compagnia aerea Bangkok Airways.

Valuta

In Cambogia vengono accettati pagamenti sia con la valuta locale – il Riel – che con dollari americani. 1 dollaro corrisponde più o meno a 4000 Riel. Considerate comunque che nelle zone più turistiche quasi tutti i prezzi sono espressi in dollari. I Riel vi serviranno principalmente per fare acquisti nei mercatini o spostarvi eventualmente con i mezzi pubblici.

Cambogia: cosa visitare

Troppi turisti associano la Cambogia al complesso archeologico di Angkor visitandola con un tour di 2 o 3 giorni, spesso in partenza dalla Thailandia, e tralasciando tutto il resto. Sappiate però che la Cambogia offre molto di più. Il mio itinerario di una settimana non comprende la zona delle risaie e del fiume Mekong. La motivazione è che ho visitato quelle zone nel versante vietnamita. Mi rendo conto che non siano esattamente la stessa cosa ma dovevo fare delle scelte. Confido però nel fatto di tornarci presto per aggiungere un nuovo capitolo a questo articolo.

Cambogia on the road
Cambogia on the road

Una settimana in Cambogia: il mio itinerario

Giorno 1

Passaggio del confine con il Vietnam e arrivo a Sihanoukville.

Pomeriggio in spiaggia a Otres

Giorno 2
  • Mattinata in spiaggia a Sihanoukville e partenza per Koh Rong
  • Pomeriggio in spiaggia a Koh Rong
Giorno 3
  • Relax sulle spiagge dell’isola di Koh Rong
Giorno 4
  • Partenza per Phnom Pehn
  • Nel pomeriggio visita ai luoghi turistici della città
Giorno 5
  • Intera giornata dedicata alla scoperta della città di Phnom Pehn
Giorno 6
  • Partenza per Siem Reap in tarda mattinata
  • Pomeriggio a Siem Reap
Giorno 7
  • Visita del compresso archeologico di Angkor
Giorno 8
  • Partenza da Siem Reap verso la Thailandia

Per approfondimenti

Se volete maggiori informazioni in merito alla capitale della Cambogia vi rimando al mio articolo dedicato esclusivamente alla città di Phnom Penh

Se volete maggiori informazioni in merito al complesso archeologico più famoso del mondo vi rimando al mio articolo dedicato esclusivamente ad Angkor e alla città di Siem Reap.

Cosa visitare in Cambogia: Angkor
Cosa visitare in Cambogia: Angkor

Sihanoukville e Otres

Sihanoukville non ha un capitolo dedicato e la motivazione è molto semplice: non mi è affatto piaciuta. L’ho trovata una meta piuttosto decadente, complice forse un turismo di massa di livello medio/basso. Molti imprenditori cinesi stanno investendo in questa zona costruendo casinò e grandi alberghi. Questo ha contribuito a farle perdere del tutto il suo fascino di “autentica” cittadina balneare cambogiana. Sihanoukville possiede un’unica lunghissima spiaggia chiamata Serendipity, che posso descrivere come la brutta copia del litorale riminese. Campi da beach volley, ragazzini ubriachi e un mare davvero poco pulito.

Sihanoukville, Cambogia
Sihanoukville, Cambogia

Se volete trascorrere del tempo in una località marittima cambogiana vi consiglio di recarvi immediatamente su una delle isole al largo di Sihanoukville o di scegliere altre città di mare nelle vicine Vietnam e Thailandia. Un’altra valida alternativa, se sentite il desiderio di esplorare questa zona, è rappresentata dal villaggio di Otres. Ubicato a circa 10 km da Sihanoukville, qui potrete trovare una spiaggia più tranquilla e un mare più pulito.

Spiaggia di Otres
Spiaggia di Otres

Koh Rong

Koh Rong è la seconda isola cambogiana in ordine di grandezza ed è situata nel Golfo di Siam, a circa un’ora di traghetto veloce da Sihanoukville. Si tratta di un luogo abbastanza particolare: da un lato il tempo sembra essersi fermato; dall’altro è diventata meta di un turismo giovane alla ricerca di divertimento. Io ho trascorso sull’isola quasi due giorni e non mi è affatto dispiaciuta. Le spiagge sono selvagge, i fondali sono ottimi per praticare snorkeling e i tramonti sono magnifici. La giungla fa da sfondo e il villaggio di Koh Tuch è il centro della movimentata vita notturna dell’isola.

L'Isola di Koh Rong
L’Isola di Koh Rong

Quest’articolo su quando andare e cosa visitare in Cambogia conclude la mia testimonianza relativa a questo Stato. Mi piacerebbe conoscere il vostro punto di vista su questa nazione così insolita. Cosa vi ha spinto o cosa vi spinge a vederla? Cosa vi aspettavate e cosa avete trovato? Se vi va lasciate un commento qui sotto e ne parleremo insieme.

L'articolo Una settimana in Cambogia: quando andare e cosa visitare proviene da La geografia del mio cammino.

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Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/13/siem-reap-e-i-templi-di-angkor-cambogia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=siem-reap-e-i-templi-di-angkor-cambogia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/13/siem-reap-e-i-templi-di-angkor-cambogia/#comments Mon, 13 Apr 2020 20:55:53 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=3175 In questo capitolo parlerò del più grande motivo d’orgoglio della nazione cambogiana: i templi di Angkor. L'attuale sito archeologico è uno dei più estesi al mondo perché occupa una superficie di circa 400 km quadrati. È ovviamente patrimonio dell’UNESCO e si è quasi aggiudicato un posto tra le 7 meraviglie del mondo. Dico quasi perché purtroppo è rimasto escluso dalla classifica per una manciata di voti. Il mio personale giudizio è che questo complesso sia paragonabile a Machu Picchu (Perù) o Chichén Itzá (Messico). Anzi, se posso essere sincera, vi dirò che a me ha emozionato molto di più di questi due luoghi, indiscutibilmente bellissimi ma forse troppo inflazionati.

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Un viaggio in Cambogia può essere definito tale solo se si sono visitati Siem Reap e i templi di Angkor. L’importanza di questo luogo è evidenziata dal fatto che il complesso archeologico è raffigurato anche nella bandiera del paese. Il nostro viaggio in Cambogia è iniziato con un itinerario di due giorni nella capitale Phnom Penh. Se non lo avete ancora fatto vi consiglio di leggere quell’articolo per avere un’idea della storia cruenta che ha visto protagonista il popolo khmer.

In questo capitolo parlerò invece del più grande motivo d’orgoglio della nazione cambogiana: i templi di Angkor. L’attuale sito archeologico è uno dei più estesi al mondo perché occupa una superficie di circa 400 km quadrati. È ovviamente patrimonio dell’UNESCO e si è quasi aggiudicato un posto tra le 7 meraviglie del mondo. Dico quasi perché purtroppo è rimasto escluso dalla classifica per una manciata di voti. Il mio personale giudizio è che questo complesso sia paragonabile a Machu Picchu (Perù) o Chichén Itzá (Messico). Anzi, se posso essere sincera, vi dirò che a me ha emozionato molto di più di questi due luoghi, indiscutibilmente bellissimi ma forse troppo inflazionati.

Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia
Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia

Intendiamoci, non che ad Angkor non ci sia un turismo di massa ma il sito è talmente tanto esteso che non sarà difficile riuscire a ritagliarsi dei momenti di spiritualità individuali all’interno del parco o delle rovine. In quest’articolo cercherò di darvi qualche consiglio su cosa vedere e come muoversi per capire l’essenza di questo vastissimo complesso che comprende decine di edifici sacri induisti e buddisti.

Siem Reap, Cambogia

Il giorno in cui sono arrivata a Siem Reap – da Phnom Pehn – ho dedicato un intero pomeriggio alla scoperta di questa cittadina ricca di contraddizioni. Se visiterete questo luogo come ultima tappa del vostro viaggio in Cambogia vi renderete conto di come sia diverso dal resto della nazione. Il primo impatto che ho avuto è quello di essere arrivata in un parco tematico. Campi di risaie e strade polverose lasciavano spazio a fast food e vie piene di luminarie. Questa è la facciata estremamente turistica di uno dei luoghi più visitati di tutta l’Asia.

Tuttavia, andando in profondità, vi accorgerete che Siem Reap non è solo il punto d’accesso a uno dei siti archeologici più famosi del mondo ma anche un spazio dove poter entrare in contatto con alcune eccellenze dal paese. Qui troverete mercatini artigianali dove dedicarvi allo shopping, ristoranti di medio e alto livello e una vita notturna molto movimentata. Alla fine del vostro soggiorno anche Siem Reap riuscirà a lasciarvi qualcosa.

Dove dormire

A Siem Reap, contrariamente al resto della Cambogia, le sistemazioni lussuose abbondano. I costi delle stanze in un hotel di media/alta categoria sono inferiori rispetto ad altre destinazioni turistiche asiatiche. Questo perché la Cambogia è un paese estremamente povero. Non aspettatevi però che ve le regalino. Se avete un budget limitato optate per un b&b in città.

Shinta Mani Hotel, Siem Reap
Shinta Mani Hotel, Siem Reap

Io ho alloggiato allo Shinta Mani Angkor che, rispetto alle classiche catene internazionali, ha puntato su uno stile ispirato alla cultura khmer e ha donato dei fondi alla popolazione locale. La Shinta Mani Foundation supporta infatti le comunità rurali della Cambogia. Il lato “no profit” del progetto è solo uno dei plus di questo hotel. Completano l’offerta l’ottima posizione, il design della struttura e le numerose aree comuni in cui rilassarsi a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Dove mangiare

A Siem Reap i ristoranti non mancano: avrete davvero l’imbarazzo della scelta. Potrete cenare in un classico fast food internazionale, in piccole locande e mercati o in lussuose location immerse nel verde. Per la mia prima sera in città ho scelto il ristorante Marum, che fa parte della stessa catena locale in cui avevo cenato anche a Phnom Pehn. La cucina è basata sulla rivisitazione di cibi cambogiani tradizionali e per questo motivo ho mangiato un piatto di manzo e formiche rosse. Volevo farlo già da qualche giorno ma ho trovato il coraggio di ordinarlo solo qui. Non me ne sono pentita anche se devo ammettere che è parecchio strano sentire le formiche scricchiolare sotto i denti. Un altro grande plus del ristorante è che tutto il personale di sala proviene da una scuola di formazione e aiuto alle comunità locali, tema che come avrete capito mi sta molto a cuore. Preferisco lasciare i miei soldi ad attività cambogiane piuttosto che a grandi gruppi internazionali.

Ristorante Marum, Siem Reap
Ristorante Marum, Siem Reap

Nella mia seconda serata in città non sono riuscita a muovermi perché la sveglia all’alba mi aveva distrutta. Ho quindi deciso di cenare nel ristorante dell’hotel. Mai scelta fu più azzeccata. Il Kroya ti permette di mangiare su dondoli appesi alle pareti, in un ambiente simile al palazzo della favola di Alladin. I piatti sono buoni, la presentazione ottima e il servizio impeccabile. Davvero consigliato.

Vita notturna

Siem Reap è una città movimentata e ha addirittura una strada, chiamata Pub Street, piena zeppa di locali in cui poter fare le ore piccole. Questa zona è ovviamente molto turistica ed è quanto di più lontano possa esserci dalla misticità di questo luogo. Tuttavia non me la sento di criticarla. E’ un bel punto in cui trascorrere qualche ora di svago. Tra tutti i locali il mio preferito è stato senz’altro il The Angkor What? Se dobbiamo trascorrere qualche momento “ignorante” facciamolo bene!

Pub Street, Siem Reap
Pub Street, Siem Reap

Angkor, Cambogia

Ma arriviamo al tema principale di quest’articolo ovvero il complesso archeologico di Angkor. La premessa doverosa che vorrei farvi è che i templi non sono assolutamente tutti uguali e il tempo è tiranno. Quindi seguite i miei consigli e vi assicuro che riuscirete a farvi un’idea più che completa di questo luogo magico.

Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia
Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia

Biglietteria, ingresso e spostamenti

La biglietteria si trova a circa 4 km di distanza dal centro del paese. Per raggiungere i templi dovrete poi percorrere altri 4 km. Il mio consiglio è di muovervi con un tuk tuk. Una delle possibilità che avrete sarà quella di cercare un’autista che vi accompagni in tutto l’arco della giornata. Il costo di questo servizio si aggira intorno ai 30 dollari. Un’alternativa più economica per muovervi ad Angkor è quella di noleggiare una bicicletta – circa 2 dollari – o uno scooter – circa 15 dollari. Io ho optato per il tuk tuk e non me ne sono pentita perché l’autista si è rivelato anche un’ottima guida e compagno di viaggio. Nella vostra scelta considerate anche il caldo torrido. Pedalare sotto il solo cocente non è da tutti.

Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia
Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia

Il costo del biglietto giornaliero è di 37 dollari mentre un pass per tre giornate costa 62 dollari. La scelta dipende da quanti giorni vorrete dedicare alla scoperta del sito archeologico. Nel 2015 non era possibile pagare l’accesso con carte di credito ma adesso è accettato anche questo metodo di pagamento. Io ho acquistato l’ingresso singolo perché non potevo dedicare ai templi più di una giornata. Tuttavia l’ho sfruttata al meglio rimanendo al suo interno dall’alba al tramonto, i momenti in cui – tra l’altro – potrete godere della luce migliore per scattare le vostre fotografie.

I templi di Angkor: Bayon
I templi di Angkor: Bayon

Percorso consigliato

Come vi stavo raccontando nel capitolo precedente io ho concentrato la visita del complesso in una sola giornata, avendo però ben chiaro cosa volevo vedere. I circuiti consigliati sono due: uno cortocirca 17 km – e uno lungo circa 30 km. Solitamente chi si ferma ad Angkor una sola giornata sceglie il percorso breve ma muovendovi in tuk tuk potrete anche fare un mix tra questi due circuiti.

L'interno del tempio di Angkor Wat
L’interno del tempio di Angkor Wat

Prima tappa, Angkor Wat

Voglio essere onesta. Per visitare Angkor Wat dovrete svegliarvi almeno un’ora prima dell’alba e arrivare davanti al tempio entro le 5.30 del mattino. Considerate che la biglietteria apre alle 5 ma si possono acquistare gli ingressi anche il giorno prima per risparmiare tempo. Il momento più ambito da tutti i visitatori è quello in cui il sole sorge dietro al tempio di Angkor Wat, permettendo all’edificio sacro di specchiarsi nel lago artificiale che lo precede. Prima che la palla infuocata sia visibile sopra al tempio il cielo assumerà moltissimi colori. Al termine di questo spettacolo considerate di dedicare almeno un’ora alla visita della struttura più famosa di tutto il complesso.

L'alba sul tempio di Angkor Wat
L’alba sul tempio di Angkor Wat

Seconda tappa, Ta Prohm

Una volta visitato il tempio di Angkor Wat il mio consiglio è quello di procedere in senso antiorario, evitando gran parte della folla. Ho infatti notato che almeno 2/3 dei visitatori procede in senso orario. La vostra seconda tappa sarà quindi il Ta Prohm, a cui giungerete dopo aver saltato il tempio di Prasat Kravannon si può fare tutto – e aver scattato qualche foto al Banteay Kdei.

Ta Prohm, Cambogia
Ta Prohm, Cambogia

Il Ta Prohm è conosciuto in tutto il mondo come tempio di Tom Rider, il film e videogioco dove la protagonista Lara Croft scopriva antichi tesori nascosti nella giungla. Questo è anche uno degli edifici sacri in cui la natura fa da padrona. Le pietre antiche si uniscono a radici di alberi secolari, dimostrando come l’ambiente abbia spesso la meglio sull’uomo.

I templi di Angkor: Ta Prohm
I templi di Angkor: Ta Prohm

Terza tappa, Angkor Thom e il Bayon

Quando arriverete ad Angkor Thom probabilmente avrete già pranzato o sarete in procinto di farlo. A tal proposito vi consiglio un pranzo al sacco per evitare i costosi e orribili ristoranti che troverete all’interno del complesso.

Una statua del ponte che conduce ad Angkor Thom
Una statua del ponte che conduce ad Angkor Thom

L’entrata più scenografica al sito di Angkor Thom è sicuramente l’ingresso sud. Qui troverete un ponte ricoperto da teste in pietra. Queste statue non sono che un preludio di quello che vedrete una volta varcata la porta. Nell’ordine andrete a visitare la terrazza degli elefanti, la terrazza dei re e infine il meraviglioso tempio Bayon. La sua particolarità sono i volti scolpiti nella pietra, che vi daranno l’impressione di essere osservarti continuamente.

Uno dei volti del tempio Bayon
Uno dei volti del tempio Bayon

Prima di lasciare Angkor Thom date un occhiata anche al Baphuon, un tempio montagna che raffigura la sagoma di un grande Buddha sdraiato.

Quarta tappa, Preah Khan

Vi suggerisco di non terminare il percorso breve con la visita dell’ultimo tempio – chiamato Phnom Bakheng – ma di fare una deviazione sul percorso lungo e recarsi al Preah Khan. Questo luogo è simile al Ta Prohm ma propone delle decorazioni più interessanti e un contatto con la natura più intimo, dovuto anche alla minore concentrazione di turisti. Considerate che l’area è davvero molto estesa quindi non riuscirete a vederla tutta.

I templi di Angkor: Preah Khan
I templi di Angkor: Preah Khan

Quinta tappa, tramonto in mongolfiera

Per sfruttare al massimo l’orario del tramonto vi consiglio un’esperienza insolita. A pochi chilometri da Angkor Wat è possibile prenotare un volo in mongolfiera. Il pallone è ancorato a terra e permette di salire a circa 200 metri d’altezza per ammirare il complesso archeologico dall’alto. La struttura contiene un massimo di 30 persone e l’esperienza dura circa 15 minuti. Prenotate il vostro volo verso l’ora del tramonto. Il costo è di 15 dollari, a mio avviso ben spesi.

Un giro in mongolfiera sopra i templi di Angkor
Un giro in mongolfiera sopra i templi di Angkor

Il nostro viaggio tra i templi di Angkor e Siem Reap in Cambogia si conclude qui. Se volete propormi altri edifici che secondo voi andrebbero aggiunti alle tappe del mio percorso vi chiedo di segnalarmeli qui sotto nei commenti.

Se invece volete conoscere altri luoghi di questa nazione e ipotizzare un itinerario di viaggio vi consiglio di leggere il mio articolo che parla di cosa visitare in una settimana in Cambogia. Buon viaggio.

L'articolo Siem Reap e i templi di Angkor: un viaggio in Cambogia proviene da La geografia del mio cammino.

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Cosa vedere a Phnom Penh, la capitale della Cambogia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/10/cosa-vedere-phnom-penh-capitale-cambogia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cosa-vedere-phnom-penh-capitale-cambogia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/10/cosa-vedere-phnom-penh-capitale-cambogia/#comments Fri, 10 Apr 2020 09:29:07 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=3108 In quest’articolo vi parlerò di cosa vedere a Phnom Penh, la capitale della Cambogia. Lo farò iniziando con qualche imprescindibile cenno storico e continuerò col descrivere i luoghi turistici principali. Phnom Penh è quanto di più distante possiate immaginare dalla parola “capitale”. La totale assenza di edifici sviluppati in altezza la rendono quasi surreale. Questa città è totalmente priva di uno skyline e vive ancorata alle antiche tradizioni e alla sua storia cruenta.

L'articolo Cosa vedere a Phnom Penh, la capitale della Cambogia proviene da La geografia del mio cammino.

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In quest’articolo vi parlerò di cosa vedere a Phnom Penh, la capitale della Cambogia. Lo farò iniziando con qualche imprescindibile cenno storico e continuerò col descrivere i luoghi turistici principali.

Monaci nella capitale della Cambogia
Monaci nella capitale della Cambogia

Phnom Penh è quanto di più distante possiate immaginare dalla parola “capitale”. La totale assenza di edifici sviluppati in altezza la rendono quasi surreale. Questa città è totalmente priva di uno skyline e vive ancorata alle antiche tradizioni e alla sua storia cruenta. Nonostante il recente capitolo storico l’abbia resa “famosa” nel mondo per le crudeltà e il dolore inflitti al suo popolo, gli abitanti della Cambogia sono estremamente gentili ed accoglienti. La loro priorità è guardare avanti e la trasmettono a chiunque arrivi in città.

Gli abitanti di Phnom Penh
Gli abitanti di Phnom Penh

Un po’ di storia

Sui libri di storia avevo studiato alcuni dei più grandi genocidi del passato – lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, il massacro di tutti gli Indiani d’America, la tratta degli schiavi africani – ma non avevo mai letto nulla in merito al Pol Pot in Cambogia. Un orrore, dettato da ideologie politiche, che ha portato alla morte di quasi 3 milioni di persone in un paese che ne conteneva solo 20 milioni.

Mi sembra doveroso iniziare quest’articolo con un capitolo dedicato alla storia della nazione cambogiana. Nel 1975 Phnom Penh cadde nelle mani del leader Pol Pot e del suo esercito di Khmer Rossi che imprigionò gran parte della popolazione e iniziò uno dei più grandi massacri della storia. Chiunque si ribellasse a questo regime dittatoriale comunista veniva ucciso. I sopravvissuti erano costretti a lavorare nei campi in condizioni disumane. La dittatura durò 4 anni e oggi, a distanza di oltre 40 anni, la ricostruzione è ancora in corso. Quello che le nuove generazioni stanno cercando di fare è recuperare la storia e la cultura del paese che imperversava prima di quei fatti tragici.

Clima e sicurezza

A Phnom Penh il clima è comunemente caldo e umido, tanto che dovrete prevedere di fare almeno 3 o 4 docce al giorno per sentirvi asciutti. L’afa toglie quasi il respiro. La questione “sicurezza” è abbastanza sotto controllo. Applicando le normali regole del buon senso non avrete alcun tipo di problema a muovervi in città.

Il fiume Mekong nella capitale della Cambogia
Il fiume Mekong nella capitale della Cambogia

Cosa vedere a Phnom Penh

Due giorni saranno più che sufficienti per visitare i luoghi turistici della città. Per muovervi fuori dal centro urbano vi consiglio di utilizzare i famosi tuk tuk, economici e folkloristici. Passeggiando nelle vie del centro storico imparerete invece a conoscere il popolo khmer e le sue abitudini. Vedrete numerosi venditori ambulanti, bancarelle in cui giovani donne prepareranno dolci di riso e cocco e respirerete i forti odori provenienti dalla strada. L’impatto sarà certamente violento. Ecco a voi un approfondimento su cosa vedere a Phnom Penh, la capitale della Cambogia.

Il traffico di Phnom Penh e i suoi tuk tuk
Il traffico di Phnom Penh e i suoi tuk tuk

Prigione S-21

Visitare questa ex scuola che nel 1975 era diventata una prigione di tortura è qualcosa di straziante. Questo museo rappresenta il luogo simbolo dello sterminio messo in atto dai Khmer Rossi. Un’auricolare accompagna i turisti all’interno delle varie stanze e racconta loro la storia di centinaia di cambogiani costretti a subire le torture più aberranti. Sarà impossibile non mettersi nei panni di quegli uomini e uscire da questo luogo senza trascorrere le successive due ore in un silenzio profondo e assordante.

Cosa vedere a Phnom Penh: la prigione S21
Cosa vedere a Phnom Penh: la prigione S21

Campi della Morte

Una fossa comune che potrebbe tranquillamente essere comparata ai campi di concentramento nazisti. Tramite la voce di un’audioguida verrete scortati all’interno di un luogo dove centinaia di persone trovarono la morte. In questi campi hanno lavorato duramente uomini, donne e bambini cambogiani e molti di loro sono tuttora sepolti qui. Vedere le loro ossa con i vostri occhi sarà un’esperienza che non vi farà mai più dimenticare questo drammatico pezzo di storia. Se vi verrà voglia di piangere fatelo. Perché buttare fuori il dolore e le emozioni è meglio che lasciarle sedimentare. Non è possibile ne educato scattare fotografie in questi luoghi. Non siamo in un parco giochi e soprattutto molte delle persone che incontrerete nel corso della visita hanno vissuto in prima persona la perdita di qualche caro.

Mercato Russo

Come ormai saprete amo i mercati e Phnom Penh non rappresenta certo un’eccezione. Nel mercato russochiamato così perché negli anni 80’ vedeva la presenza di molti immigrati russi – troverete frutta, verdura, spezie, indumenti e banchetti alimentari, dove poter assaggiare dell’ottimo cibo di strada. Tra le tante cose esposte vi consiglio di soffermarvi sul frutto della Garcinia che da anni riempie le riviste di attualità e benessere per i suoi effetti dimagranti.

Palazzo Reale

Non aspettatevi il fasto che trovereste in altri palazzi asiatici ma dedicate comunque una mezz’ora a questo edificio. I punti d’interesse sono la pagoda d’argentodov’è conservata una statua di Buddha in oro massiccio e 5000 piastrelle in argento – e la sala del trono.

Lo stupa di Palazzo Reale
Lo stupa di Palazzo Reale
Cosa vedere a Phnom Penh: il Palazzo Reale
Cosa vedere a Phnom Penh: il Palazzo Reale

Sisowath Quay

Sisowath Quay è la via principale della capitale cambogiana e può essere paragonata a uno dei nostri lungomari. Bambini che si svagano con il pallone, ragazzi che fanno jogging e anziani che giocano a carte. La sua particolarità è data dal fatto che costeggia ben due fiumi perché è qui che confluiscono il Mekong e il Tonle Sap River. Sull’altro lato della strada troverete invece numerosi bar, locali e piccoli negozietti.

Cosa vedere a Phnom Penh: Sisowath Quay
Cosa vedere a Phnom Penh: Sisowath Quay
Una partita di calcio in Sisowath Quay
Una partita di calcio in Sisowath Quay

Wat Phnom

Questo tempio è chiamato anche “tempio della collina” perché sorge sull’unica altura della città, creata appositamente per lasciare spazio all’edificio. È diventato un simbolo di Phnom Penh proprio perché l’area urbana non possiede altri monumenti sviluppati in altezza. L’elemento che mi ha colpito di più è stata la scalinata con sculture di serpenti e leoni. La popolazione viene qui a pregare e chiedere un po’ di fortuna nella vita.

Cosa vedere a Phnom Penh: Wat Phrom
Cosa vedere a Phnom Penh: Wat Phrom

Museo Nazionale

Il Museo Nazionale è uno splendido edificio dalle pareti rossastre che conserva resti dell’arte angkoriana. Qui potrete raccogliere informazioni sull’origine di questa cultura e prepararvi per una futura visita al sito archeologico di Ankor.

Cosa vedere a Phnom Penh: il Museo Nazionale
Cosa vedere a Phnom Penh: il Museo Nazionale

Dove mangiare a Phnom Penh

Durante il giorno vi consiglio di sperimentare uno dei tanti mercati della città o, se non avete problemi di stomaco, di fermarvi in una delle bancarelle che vendono cibo sulla strada. La sera concedetevi una cena in un lussuoso ristorante cambogiano. Nello specifico ve ne vorrei segnalare due. Il primo si chiama Malis ed è uno dei ristoranti più famosi di tutta la Cambogia. Il locale è molto elegante e i piatti sono decisamente creativi e ben presentati. Potrebbe tranquillamente fare concorrenza a un ristorante etnico milanese. Il secondo ristorante si chiama Romdeng ed è famoso in città per il suo piatto di ragni fritti. La villa coloniale che lo ospita è bellissima e il personale è molto gentile. In entrambi i locali i prezzi sono alti per lo standard cambogiano ma bassi per quello europeo.

Ristorante Malis, Phnom Penh
Ristorante Malis, Phnom Penh

Vita notturna

A Phnom Penh non mancano certo i bar in cui sorseggiare una birra Angkor ghiacciata. Scegliete una delle tante terrazze di Sisowath Quay con vista sul fiume. Molti di questi locali si trasformano in discoteche e – in seconda serata – potrete ballare al ritmo delle hit cambogiane o della musica reggae, che qui va tanto di moda.

Tra i locali dedicati all’happy hour consiglio la terrazza del Foreign Corrispondents Club (FCC), un palazzo coloniale passato alla storia per avere ospitato la sala stampa estera durante il periodo di guerra. È da qui che i corrispondenti di tutto il mondo aggiornavano il pianeta su quello che succedeva in città.

Dove dormire a Phnom Penh

La prima cosa che vi suggerisco è di scegliere una struttura con la piscina per allentare un po’ il caldo soffocante che respirerete in città. Nelle ore più afose sarà praticamente impossibile girare a piedi per Phnom Penh e potrebbe tornarvi utile fare un tuffo. Io ho dormito al TeaHouse Asian Urban Hotel, una struttura moderna posizionata in una zona residenziale della città. Piscina, colazione e pulizia sono solo alcuni dei punti forti di questo hotel.

TeaHouse Asian Urban Hotel, Phnom Penh
TeaHouse Asian Urban Hotel, Phnom Penh

Spostarsi da Phnom Penh a Siem Reap e Sihanoukville

Il modo più semplice per raggiungere le altre due mete più visitate della Cambogia è quello di utilizzare l’economico servizio di autobus. L’unica cosa a cui dovrete prestare molta attenzione è la scelta della compagnia con cui viaggiare perché alcuni bus sono veramente vecchi e potrebbero allungare di molte ore il vostro spostamento. Meglio investire una decina di dollari in più che ritrovarsi a piedi. Io ho utilizzato la compagnia Mekong Express. Evitate i mini-bus perché sono decisamente scomodi e poco sicuri. Se non avete problemi di soldi optate invece per un taxi privato da condividere magari con altri viaggiatori.

Per saperne di più su Siem Reap, Angkor Wat e Sihanoukville vi rimando al mio articolo di approfondimento sui luoghi da vedere assolutamente durante un viaggio in Cambogia.

Sarei invece molto curiosa di conoscere le opinioni di altri viaggiatori sulla capitale della Cambogia. Se vi va scrivetemele pure qui sotto.

L'articolo Cosa vedere a Phnom Penh, la capitale della Cambogia proviene da La geografia del mio cammino.

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Israele e Palestina: itinerario e costi https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/10/20/israele-palestina-itinerario-costi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=israele-palestina-itinerario-costi https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/10/20/israele-palestina-itinerario-costi/#respond Sun, 20 Oct 2019 10:43:40 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=1897 In questo articolo vi propongo un itinerario di viaggio in Israele e Palestina che vi darà un’infarinatura sulla storia, le religioni e i paesaggi di questa nazione. Se intendete intraprenderlo tenete bene in mente che questa non sarà una meta leggera e che, a un certo punto, andrete in overdose d’informazioni, richiami storici e spunti culturali.

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In questo articolo vi propongo un itinerario di viaggio in Israele e Palestina che vi darà un’infarinatura sulla storia, le religioni e i paesaggi di questa nazione. Se intendete intraprenderlo tenete bene in mente che questa non sarà una meta leggera e che, a un certo punto, andrete in overdose d’informazioni, richiami storici e spunti culturali. Se pensate che questa sia una metà da scoprire in pochi giorni vi sbagliate di grosso. Io ne avevo programmati nove e sono riuscita a vedere solo una piccola parte di quello che questa terra dalle mille contraddizioni ha da offrire.

Dead Sea, Israele
Dead Sea, Israele
"on the road" sul Mar Morto, Israele
on the road” sul Mar Morto, Israele

Quando andare

L’ideale sarebbe visitare la nazione quando non fa troppo caldo. Eviterei quindi Luglio e Agosto e i mesi piovosi di Gennaio e Febbraio. Il periodo pasquale è senza dubbio uno dei migliori per clima e interesse culturale.

Sicurezza

Purtroppo questa meta è spesso associata ai fatti storici che l’hanno vista protagonista negli ultimi decenni e viene scartata a priori per un tema relativo alla sicurezza. Posso tuttavia testimoniare che in nessun momento della mia vacanza mi sono sentita in pericolo. Nelle grandi città la presenza delle forze armate è limitata ai luoghi di culto e non è assolutamente invadente o minacciosa. Un discorso diverso va fatto per i territori palestinesi, dove è meglio muoversi con delle guide locali. Ciò nonostante ho visitato luoghi in Sud America decisamente molto più problematici. Per evitare spiacevoli sorprese vi invito comunque a tenere monitorato il sito della Farnesina che segnala sempre eventuali conflitti in essere sul territorio israeliano e palestinese.

Itinerario di viaggio

DAY 1 – TEL AVIV

Volo Milano – Tel Aviv con Wizzair

costo volo a/r con scalo in Romania – 292 euro

Arrivo a Tel Aviv e sistemazione presso il The Vera

costo per 2 notti – 350 euro

DAY 2 – TEL AVIV

Visita della città

Per saperne di più leggi l’articolo dedicato alla città di Tel Aviv

DAY 3 – DEAD SEA

Noleggio auto presso Europe Car (da evitare, pessimo servizio)

costo di noleggio per 2 gg (inclusa assicurazione) – 109 euro

Circa 3 ore di guida e visita della Fortezza di Masada, un luogo storico inserito in un contesto ambientale unico. Al sito si può accedere con una funicolare o con una scalata di circa due d’ore.

Altri 30 min di guida e arrivo a Ein Bokek. Sistemazione in hotel e qualche ora di relax nella SPA.

Pernottamento presso il Daniel Dead Sea Hotel

costo per 1 notte in mezza pensione – 335 euro

Mar Morto di Ein Bokek, Israele
Mar Morto di Ein Bokek, Israele
Spiaggia di Ein Bokek, Mar Morto
Spiaggia di Ein Bokek, Mar Morto
DAY 4 – GERICO e GERUSALEMME

Mattinata in spiaggia a Ein Bokek, bagno nel Mar Morto e partenza per Gerusalemme.

Dopo due ore di macchina tappa a Gerico e visita al Monte delle Tentazioni e al Palazzo di Hisham.

Arrivo a Gerusalemme, riconsegna dell’auto e sistemazione presso il Bezalel Hotel

costo per 2 notti –539 euro

Monte delle Tentazioni di Gerico visto dalla cabinovia
Monte delle Tentazioni di Gerico visto dalla cabinovia
DAY 5 – GERUSALEMME

Visita della città

Per saperne di più leggi i miei consigli di viaggio dedicati alla città di Gerusalemme

DAY 6 – GERUSALEMME e BETLEMME

Visità della città.

Nel tardo pomeriggio partenza per Betlemme con il pullman e passaggio del check point per l’ingresso in Palestina. Circa un’ora di viaggio dal centro di Gerusalemme.

Arrivo a Betlemme e sistemazione presso il The Walled Off Hotel

costo per 1 notte – 170 euro

Graffito di Banksy sul lato del muro palestinese
Graffito di Banksy sul lato del muro palestinese
The Walled Off Hotel by Banksy, Betlemme
The Walled Off Hotel by Banksy, Betlemme
DAY 7 – BETLEMME e TEL AVIV

Visita alla Basilica della Natività e al campo profughi di Aida. Tour dei graffiti di Banksy e di altri importanti street artist.

Ripartenza per Tel Aviv. Pullman + transfer privato.

costo complessivo – 40 euro

Arrivo a Tel Aviv e sistemazione presso lo Yam Hotel

costo per 2 notti – 454 euro

Città di Betlemme, Palestina
Città di Betlemme, Palestina
Basilica della natività, Betlemme
Basilica della natività, Betlemme
DAY 8 – TEL AVIV

Giornata in spiaggia

DAY 9 – TEL AVIV

Mattinata in spiaggia e partenza

COSTO QUOTA SINGOLA per VIAGGIO IN COPPIA – 1250 euro

escluso vitto e ingressi nei musei o nei luoghi di culto

Tengo inoltre a sottolineare che l’Israele è una nazione molto ricca e che il costo della vita è nettamente superiore a quello in qualsiasi altra città europea. Parlo soprattutto di ristoranti, bar e mezzi di trasporto.

L'articolo Israele e Palestina: itinerario e costi proviene da La geografia del mio cammino.

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Tel Aviv: vita notturna, ristoranti e hotel alla moda https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/10/15/la-modaiola-tel-aviv-vita-notturna/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-modaiola-tel-aviv-vita-notturna https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/10/15/la-modaiola-tel-aviv-vita-notturna/#comments Tue, 15 Oct 2019 14:58:40 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=1831 La vita notturna di Tel Aviv è in grado di competere con quella delle più grandi metropoli del divertimento. Nonostante le buone intenzioni non siamo mai riusciti a rientrare in hotel prima delle 3 di notte. Qui di seguito alcuni indirizzi utili per vivere le ore notturne nella capitale israeliana “che non dorme mai”.

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Nel mio primo articolo su Tel Aviv avevo parlato di cosa vedere in città. Oggi vorrei approfondire una tematica che mi sta molto a cuore: la vita notturna, i ristoranti e gli hotel più cool.

Tel Aviv: dove mangiare

A livello gastronomico Tel Aviv è stata la migliore scoperta degli ultimi 5 anni. I locali si caratterizzano per modernità, creatività e un livello di servizio eccellente. Qui di seguito troverete alcuni indirizzi da non perdere.

1. Benedict

In questo locale assaggerete le migliori colazioni della città. Preparatevi ad affrontare una lunga coda ma ne varrà sicuramente la pena. Da Benedict ho mangiato i pancake più buoni della mia vita, escludendo ovviamente quelli statunitensi. Oltre ai dolci, questo ristorante prepara ogni tipologia di piatto salato a base di uova e ottimi caffè americani. Il locale resta aperto 24 ore su 24.

Ristorante Benedict, Tel Aviv
Ristorante Benedict, Tel Aviv

2. Taizu

Inizierò subito parlandovi del suo unico difetto. Questo ristorante è molto caro. A parte la premessa negativa, l’esperienza non potrà che essere eccellente. I menù originalissimi sono ancorati ai 5 elementi dell’antica filosofia cinese: fuoco, acqua, metallo, legno e terra. I sapori e la proposta culinaria si basano su una reinterpretazione degli street foods asiatici, rivisitati in chiave ultra moderna. L’arredamento è in stile “asiatic chic”, con luci soffuse e diversi ambienti arredati secondo il concept primario del locale. La nostra scelta è ricaduta sul bancone ed è stata un’ottima idea, perché abbiamo avuto modo di vedere i barman all’opera e farci suggerire qualche cocktail per accompagnare le nostre pietanze.

Ristorante Taizu, Tel Aviv
Ristorante Taizu, Tel Aviv

3. Popina

Uno dei ristoranti più famosi di Neve Tzedek si chiama Popina. Il suo menù è suddiviso per tipologia di cottura e non per portata. I piatti sono creativi e, tra gli altri, segnalo una “finta” pizza con pesce crudo, una tartare al gin tonik, gli hamburger di gamberetti e un soufflé di cioccolato da togliere il fiato. Il ristorante è piccolo, i tavoli sono molto stretti e la cucina è a vista. Vi consiglio di prenotare un posto al bancone per ammirare gli chef all’opera.

Ristorante Popina, Tel Aviv
Ristorante Popina, Tel Aviv

4. Dallal

Il secondo ristorante che vorrei segnalarvi – sempre nel quartiere di Neve Tzedek – è il Dallal, un locale in stile europeo con uno splendido dehor. L’ambiente romantico e il servizio vi faranno sentire come a casa. La cucina è buona ma i piatti non sono particolarmente creativi e, a volte, non ne giustificano i prezzi elevati. Tuttavia, il Dallal recupera punti con la lista dei cocktail.

5. Dalida

Il Dalida si trova nel quartiere Florentin, in una zona abbastanza defilata, e propone piatti “rivisitati” della tradizione ebraica. Ottime le proposte vegetariane. Consiglio di ordinare più portate e condividerle in quanto le porzioni sono molto abbondanti. Il servizio è poco curato ma il personale, simpatico e cordiale, saprà farvi sentire a casa. Il locale è un po’ buio e decisamente eccentrico, sia nell’arredamento che nella scelta della “mise en place”.

6. Raisa

Raisa è un giovane ristorante aperto da poco più di un anno nel quartiere di Giaffa. Il menù propone piatti tipici della cultura israeliana, presentati in maniera originale. Qui ho mangiato una delle migliori insalate della vacanza, accompagnata da un polpo arrostito a regola d’arte. Il servizio è ottimo e, per coccolare i clienti, sono soliti portare un piatto extra da far assaggiare a tutto il tavolo.

Ristorante Raisa, Tel Aviv
Ristorante Raisa, Tel Aviv

Tel Aviv: dove dormire

La scelta della zona dipende dalle vostre esigenze. Se siete venuti in città per stare in spiaggia scegliete uno dei tanti modernissimi hotel vista mare. Se, invece, amate la vita notturna e volete uscire a piedi la sera optate per delle zone più centrali. In ogni caso, la varietà e la qualità delle strutture di Tel Aviv è decisamene alta.

Se amate gli ambienti di design e volete supportare un marchio israeliano, vi suggerisco di prenotare un hotel della catena Atlas. Questo marchio – presente in tutti i luoghi principali della regione – offre sistemazioni lussuose e curate in ogni minimo dettaglio, nonché strutture dedicate a singole tematiche.

Solo a Tel Aviv questa catena possiede ben 11 alberghi. Tra questi io ho optato per lo Yam Hotel, a due passi dal porto e a soli 200 metri dalla spiaggia. Le camere vista mare richiamano un po’ l’interno di una nave. In ogni stanza troverete racchettoni, ciabatte e altri piccoli gadget che v’invoglieranno a trascorrere una giornata sulla spiaggia. Tra le strutture della catena consiglio anche il Cinema Hotel, nella famosa Dizengoff Square, ricavato dalla ristrutturazione di una vecchia sala di proiezione.

Atlas Yam Hotel
Atlas Yam Hotel

L’altro hotel in cui ho alloggiato è il The Vera, una location imperdibile per chi ama l’architettura e il design. Ubicata a due passi dalla via più animata della città, questa struttura modernissima punta sicuramente sugli spazi condivisi, l’attenzione al cliente e la professionalità del personale. A qualsiasi ora del giorno e della notte gli ospiti hanno a disposizione gratuitamente succhi, vino e piccoli snack. La hall e la terrazza sono ambienti incredibili, dove poter lavorare o scambiare quattro chiacchiere con altri ospiti dell’hotel. Davvero un posto unico!

The Vera Hotel
The Vera Hotel

Tel Aviv: vita notturna

La vita notturna di Tel Aviv è in grado di competere con quella delle più grandi metropoli del divertimento. Nonostante le buone intenzioni non siamo mai riusciti a rientrare in hotel prima delle 3 di notte. Qui di seguito alcuni indirizzi utili per vivere le ore notturne nella capitale israeliana “che non dorme mai”.

1. Hilton Beach

Al tramonto il luogo di ritrovo per tutti i giovani che vogliono ascoltare della buona musica e bere un cocktail è il beach bar dell’hotel Hilton. Non andatevene da Tel Aviv senza aver trascorso almeno una serata in questo locale.

2. Port Sa’id

Frequentato quasi esclusivamente da israeliani, il Port Said è uno dei locali più popolari di Tel Aviv dove bere un cocktail e ascoltare dell’ottima musica Hip Hop.

La vita notturna di Tel Aviv: Port Sa'id
La vita notturna di Tel Aviv: Port Sa’id

3. Sputnik Bar

All’apparenza potrebbe sembrare un classico dehor in cui consumare un cocktail in compagnia. In realtà, al suo interno, è nascosta una saletta in stile hipster nella quale ascoltare dell’ottima musica techno suonata da dj molto alternativi. La selezione all’ingresso non è particolarmente rigida e il divertimento è assicurato.

4. Kuli Alma

Un locale dalle mille anime in cui ballare, chiacchierare, ascoltare musica o semplicemente bere una birra. Al suo interno troverete una galleria d’arte, un negozietto vintage e tanti angoli arredati in maniera davvero originale. Da segnalare una minuscola saletta con musica revival in cui ballare senza sosta. Purtroppo, come in molti altri locali israeliani, è permesso fumare all’interno.

La vita notturna di Tel Aviv: Kuli Alma
La vita notturna di Tel Aviv: Kuli Alma

5. Pasaz

Il Pasaz, nascosto in un sotterraneo di Allenby St, è un club che offre una vasta gamma musicale. L’ambiente è decisamente industrial, non pretenzioso ma allo stesso tempo non banale. E’ una tappa che vi consiglio di fare in chiusura della vostra serata, come ultimo locale prima di andare a dormire.

6. Zoo Zoo Bar

Un locale tamarro ma divertente in cui passare un’oretta ballando sul bancone e facendosi preparare un cocktail dai simpatici baristi che, ogni tanto, lanciano finte banconote e aria compressa sul pubblico in sala. La clientela è molto giovane.

La vita notturna di Tel Aviv: Zoo Zoo Bar
La vita notturna di Tel Aviv: Zoo Zoo Bar

Pur non essendo un’amante delle discoteche, segnalo anche il The Blockil più grande club di Tel Aviv – e il Noho Clubfrequentato da giovani alla moda e belle ragazze.

Infine, se la vita notturna di Tel Aviv vi ha distrutti, suggerisco qualche giorno di meditazione e spiritualità a Gerusalemme.

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3 giorni a Gerusalemme, consigli di viaggio https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/10/11/3-giorni-a-gerusalemme-consigli-di-viaggio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=3-giorni-a-gerusalemme-consigli-di-viaggio https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/10/11/3-giorni-a-gerusalemme-consigli-di-viaggio/#comments Fri, 11 Oct 2019 10:45:10 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=1775 Gerusalemme è una città da vedere almeno una volta nella vita e lo è per svariati motivi. Il primo, e più importante, è dettato dal fatto che sia una delle città più antiche del mondo. Vi consiglio vivamente di documentarvi prima di partire.

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Gerusalemme è una città da vedere almeno una volta nella vita e lo è per svariati motivi. Il primo, e più importante, è dettato dal fatto che sia una delle città più antiche del mondo. Vi consiglio vivamente di documentarvi prima di partire, soprattutto se avete dimenticato tutte le nozioni di storia antica che insegnano a scuola. Qui di seguito troverete i miei consigli di viaggio per passare 3 giorni a Gerusalemme.

Mercato Mahane Yehuda, bancarella
Mercato Mahane Yehuda, bancarella

La particolarità principale della città è data dalla consapevolezza che al suo interno convivano tre religioni molto diverse tra loro: ebraismo, cristianesimo e fede islamica. Alla fine del vostro viaggio vi accorgerete che, in realtà, le loro origini sono intrinsecamente collegate e che i punti in comune sono più di quelli che v’immaginiate. Questa polivalenza è insita anche nel nome della città perché Gerusalemme in ebraico si scrive Yerushalaim e il suffisso –aim indica il plurale. Esistono quindi più anime all’interno di un’unica grande comunità. Sta a noi scoprirle e analizzarle. E posso comunque assicurarvi che nessuno di voi valuterà o commenterà un viaggio in Terra Santa con indifferenza o leggerezza.

Le diverse anime di Gerusalemme
Le diverse anime di Gerusalemme

Quando andare

L’ideale sarebbe visitare la città quando non fa troppo caldo. Eviterei quindi Luglio e Agosto e i mesi piovosi di Gennaio e Febbraio. Prestate attenzione anche ai giorni della settimana perché dal venerdì pomeriggio al sabato sera la città si ferma per lo shabbat e rischiate di trovare chiuse tutte le attività commerciali.

Per visitare Gerusalemme servirebbero almeno 4 o 5 giorni. Ne possono bastare 3 per vedere i luoghi più importanti ma sicuramente non mi azzarderei a pretendere di vederla in un solo giorno. Il periodo migliore, se siete cristiani o ebrei, è la Pasqua. Ricordatevi tuttavia che le date di questa ricorrenza, nelle due religioni, non coincidono quasi mai. Quest’anno, ad esempio, la pasqua ebraica cadeva la settimana successiva rispetto a quella cristiana. Inutile dirvi che in quei giorni la città è molto congestionata.

Come muoversi

Tutti raggiungono Gerusalemme dall’aeroporto Ben Gurion o dalla città di Tel Aviv. Nel primo caso potrete scegliere di muovervi in autobus, dalla domenica al giovedì, oppure di optare per un taxi collettivo (sherut) o privato. Da Tel Aviv esiste un treno veloce che in 45 min. vi porterà a destinazione. Anche in questo caso il servizio s’interrompe per lo shabbat. In quei giorni viaggiano solo i taxi.

Sconsiglio vivamente la macchina perché in città non vi servirà. Esiste un sistema di trasporti pubblici davvero all’avanguardia che collega qualsiasi angolo di Gerusalemme.

Sicurezza

Gerusalemme è sicura e controllata. All’interno della Città Santa troverete moltissime guardie armate. Al di fuori vi sembrerà di passeggiare in una qualunque metropoli europea.

Cosa vedere

Inizierò col dirvi che per vedere bene la città dovrete svegliarvi presto. I luoghi religiosi aprono all’alba e, se vorrete evitare file, vi converrà visitarli al mattino.

Città vecchia

Le principali attrattive turistiche sono concentrate nella città vecchia. Per godere un po’ dell’atmosfera autentica che si respira al suo interno, dovrete passeggiare nei vicoli la mattina presto o la sera dopo il tramonto, quando le comitive turistiche ripartono e i negozi di souvenir chiudono. Un altro consiglio che posso darvi è quello di non visitare tutto in un’unica giornata. Spezzate le visite dei vari quartieri in più giorni per godervi al meglio l’esperienza.

Panorama sulla città vecchia di Gerusalemme
Panorama sulla città vecchia di Gerusalemme

Quartiere Cristiano

L’avventura più bella è quella di percorrere la Via Dolorosa, o Via Crucis, che si compone di quattordici fermate. Nove stazioni sono nascoste nei vicoli della città. Trovarle non è sempre semplice ma è quella la parte più divertente. Le ultime quattro fermate sono invece all’interno della Chiesa del Santo Sepolcro, uno dei luoghi più importanti al mondo per ogni Cristiano che si rispetti. L’unica fermata in cui si forma sempre una lunga coda è l’ultima ovvero la Cappella dell’Angelo, luogo in cui venne sepolto Gesù e in cui le donne trovarono la tomba scoperchiata tre giorni dopo la sua morte.

Mila Camnasio a Gerusalemme
Accensione della candela presso il Santo Sepolcro
Viaggio a Gerusalemme: Chiesa del Santo Sepolcro
Viaggio a Gerusalemme: Chiesa del Santo Sepolcro
Via Dolorosa, città vecchia di Gerusalemme
Via Dolorosa, città vecchia di Gerusalemme

Quartiere Islamico

Uno dei luoghi più fotografati del mondo è l’Haram el-Sharif o Monte del Tempio. Al suo interno si erge maestosa la Cupola della Roccia, interamente ricoperta d’oro. E’ il terzo sito sacro per ordine d’importanza del mondo islamico ed è aperto ai turisti solo 4 ore nel corso della giornata. Per avere la certezza di visitarlo dovrete presentarvi ai cancelli di buonora e prestare attenzione all’abbigliamento che dovrà essere molto casto. L’ingresso è accanto al Muro Occidentale. Tenete presente che è vietato l’accesso all’interno dei luoghi di culto a chi non professa la fede musulmana.

Viaggio a Gerusalemme: Cupola della roccia
Viaggio a Gerusalemme: Cupola della roccia

Quartiere Ebraico

Il simbolo più sacro per questa religione è il Muro Occidentale, ribattezzato anche muro del pianto. E’ diviso in due zone: una dedicata agli uomini e l’altra alle donne. L’ingresso è concesso a tutti e presuppone che tu abbia voglia di avvicinarti al muro, recitare un salmo e inserire un bigliettino contenente una preghiera nelle fessure delle pietre che lo compongono. Anche qui è richiesto un abbigliamento decoroso. Terminata la visita sarebbe preferibile allontanarsi dal muro non voltandogli mai le spalle. Oltre al Muro Occidentale questa zona è ricca di sinagoghe in cui professare la fede ebraica. Vi consiglio di visitarne un paio per rendervi conto dell’austerità di questi luoghi di culto se comparati con quelli di altre fedi religiose. Questa è una cosa che personalmente ho molto apprezzato.

Città di Gerusalemme, quartiere ebraico
Città di Gerusalemme, quartiere ebraico
Muro del pianto, quartiere ebraico
Muro del pianto, quartiere ebraico

Quartiere Armeno

Viene solitamente escluso da ogni giro turistico. Tuttavia vi consiglio di passeggiare senza meta tra le sue chiese e i suoi monasteri ammirando tutti gli scorci che può regalare.

Sempre all’interno della Città Vecchia non perdetevi la visita della Torre di David che oggi ospita un importante Museo sulla storia di Gerusalemme. Per molti turisti tuttavia la ragione primaria per cui pagare il biglietto d’ingresso è il panorama che si può ammirare dal punto più alto della città. Da qui riuscirete finalmente ad avere una panoramica a 360 gradi su tutti i luoghi di culto visitati all’interno delle mura.

Viaggio a Gerusalemme: Torre di David
Viaggio a Gerusalemme: Torre di David

Monte degli Ulivi

Un’altra delle cose da non perdere a Gerusalemme è la visita al Monte degli Ulivi, che si trova fuori dalle mura. È un’area importante che compare spesso sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. Il monte degli Ulivi, che prende il nome dagli omonimi alberi che si trovano sulle pendici, ospita le chiese di Pater Noster, Dominus Flevit e la Basilica delle Nazioni, attorno a cui si estende l’orto del Getsemani dove venne arrestato Gesù prima della crocefissione. Questo promontorio è un luogo importante anche per gli ebrei per la presenza del cimitero in cui trovano riposo profeti importanti come Zaccaria e altri rabbini. Vale assolutamente la pena spingersi fin qui per godere della meravigliosa vista sulla Città Santa.

Viaggio a Gerusalemme: Getsemani
Viaggio a Gerusalemme: Getsemani
Monte degli Ulivi, chiesa Pater Noster
Chiesa Pater Noster

Monte Sion

Anche questo monte, a sud della Città Vecchia, rientra tra le attrazioni principali di Gerusalemme. È un’importante meta di pellegrinaggio sia per i cristiani che per gli ebrei. I primi rendono omaggio al luogo in cui presumibilmente si svolse l’Ultima Cena, i secondi al luogo in cui si ritiene sia stato sepolto il re David.

Mercato di Mahane Yehuda

Il mercato di Mahane Yehuda è uno scorcio unico su Gerusalemme in grado di farvene innamorare e comprenderne la complessità. Qui troverete un’esplosione di colori, sapori e profumi capaci di inebriarvi e conquistarvi. Tra le pietanze che non potete assolutamente perdere troviamo falafel, shawrma, sabich e hummus accompagnati da succhi di frutta freschi. Inoltre vi verrà voglia di comprare spezie, frutta secca e dolci di pasta di sesamo.

Viaggio a Gerusalemme: Mercato Mahane Yehuda
Viaggio a Gerusalemme: Mercato Mahane Yehuda
Mercato Mahane Yehuda, spezie
Mercato Mahane Yehuda, spezie

Yad Vashem

La parola “olocausto” fa ormai parte di storie raccontate tra i banchi di scuola o attraverso film e romanzi. Solo all’interno di questo museo ho davvero compreso la portata di quella che è stata una delle più grandi tragedie mai avvenute. Lo Yad Vashem è il memoriale ufficiale di Israele alle vittime ebree dell’olocausto e al suo interno è presente un archivio importantissimo. Vi sono fotografie, filmati, ricostruzioni d’interi ambienti e una stanza chiamata Sala dei Nomi, in cui riecheggiano le voci di tutti i morti. All’esterno troviamo vari ambienti tra cui il Giardino dei Giusti, dedicato a coloro che hanno aiutato gli ebrei, la ricostruzione di un treno che sta per cadere su un precipizio e una sala asettica in cui vengono ripetuti i nomi di tutti i bambini morti nei campi di concentramento.

Viaggio a Gerusalemme: Museo Yad Vashem
Viaggio a Gerusalemme: Museo Yad Vashem
Museo Yad Vashem, sala dei nomi
Museo Yad Vashem, sala dei nomi
Yad Vashem, memoriale di Gerusalemme
Yad Vashem, memoriale di Gerusalemme

La Città di David

E’ una tappa fondamentale del vostro viaggio a Gerusalemme che io ho saltato perché non amo i posti claustrofobici. Per accedervi dovrete indossare scarpe idrorepellenti, portate con voi una torcia ed entrare nel Tunnel di Ezechia scavato nella roccia, nel quale scorre ancora acqua che arriva fino alle ginocchia.

Dove dormire

Gerusalemme è una città molto turistica. Di conseguenza gli alloggi non mancano. Il mio consiglio è di scegliere un hotel non troppo distante dalla città vecchia, in modo da poterla raggiungere a piedi anche più volte nella stessa giornata.

Se amate gli ambienti di design e volete supportare un marchio israeliano, vi suggerisco di optare per un hotel della catena Atlas. Presente in tutti i luoghi principali della regione, questo marchio offre sistemazioni lussuose e curate in ogni singolo dettaglio, nonché strutture dedicate a singole tematiche. A Gerusalemme sono proprietari di tre alberghi tra i quali ho scelto il Bezalel Hotel. La camera era molto piccola ma purtroppo questo è un problema comune a tutte le strutture israeliane. Il resto è stato impeccabile. Colazione abbondante, aperitivo gratuito dalle 17 alle 19, biciclette a disposizione e tanta cortesia.

Atlas Bezalel Hotel, Gerusalemme
Atlas Bezalel Hotel, Gerusalemme

L’hotel più bello della città, a mio avviso, è il Mamilla. Questa elegantissima struttura è situata a pochi minuti da uno degli ingressi principali della Città Vecchia. Qualora non possiate permettervi di alloggiare qui vi consiglio un aperitivo sulla sua terrazza panoramica. Non resterete delusi.

Dove mangiare

Oltre al Mercato Mahane Yehuda, Gerusalemme offre una quantità di ristoranti incredibile. Molti però sono turistici, soprattutto se situati nei pressi o all’interno della Città Vecchia. Per mangiare bene dovrete spostarvi nei quartieri abitati principalmente dagli abitanti della città. Ecco qui sotto qualche indirizzo utile.

1- Adom

All’interno della stazione vecchia, che consiglio di visitare, ci sono una serie di ristorantini degni di nota. Quello che ha attirato la mia attenzione si chiama Adom e propone specialità di pesce e piatti della cucina italiana e internazionale. L’arredamento ricorda quello di un bistrot francese ma se volete un posto meno formale chiedete di farvi accomodare al bancone del bar.

Ristorante Adom, Gerusalemme
Ristorante Adom, Gerusalemme
2- Satya

Serve piatti mediterranei ispirati a diverse cucine del mondo con una predominanza di pesce e pietanze vegetariane. L’ambiente è giovane e informale, il servizio è molto curato e i prezzi assolutamente in linea con quello che mangerete. Vi consiglio di ordinare più piatti e dividerli in modo da apprezzare al meglio tutta la creatività dello chef.

3- Touro

La prima cosa per cui vale la pena di prenotare in questo locale è la vista sulla Torre di Davide e sulle mura della Città Vecchia. La seconda sono senza dubbio le sue portate a base di carne e verdure. Una cucina kasher mediterranea con influenze asiatiche.

Ristorante Touro, Gerusalemme
Ristorante Touro, Gerusalemme

Vita notturna

A Gerusalemme la vita notturna è davvero limitata. Esistono dei quartieri turistici dove consumare alcolici e scambiare quattro chiacchiere ma non sono assolutamente degni di nota. Il mio consiglio è quello di vivere la città di giorno, fin dalle prime luci dell’alba, e conservare la voglia di fare baldoria per altre città, prima fra tutte Tel Aviv.

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