Italia Archivi - La geografia del mio cammino https://www.lageografiadelmiocammino.com/category/italia/ Mila Camnasio, Travel Blogger Fri, 29 Sep 2023 05:30:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Cosa vedere a Venezia gratis: 16 luoghi insoliti e nascosti https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/09/29/cosa-vedere-a-venezia-gratis-16-luoghi-insoliti-e-nascosti/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cosa-vedere-a-venezia-gratis-16-luoghi-insoliti-e-nascosti https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/09/29/cosa-vedere-a-venezia-gratis-16-luoghi-insoliti-e-nascosti/#respond Fri, 29 Sep 2023 05:30:12 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6243 In quest’articolo voglio concentrare la vostra attenzione sui luoghi più insoliti e nascosti della città. Ecco quindi una guida che vi racconterà cosa vedere a Venezia gratis. Un itinerario fuori dagli schemi, suddiviso per sestieri (quartieri), che vi porterà alla scoperta di una Venezia atipica.

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State visitando Venezia per la prima volta? Quest’articolo non fa al caso vostro!

La Serenissima offre decine di luoghi turistici, più o meno famosi. Ogni prima visita della città che si rispetti dovrebbe includere la Basilica e il Campanile di Piazza San Marco, il Teatro della Fenice, la collezione Peggy Guggenheim e tante altre attrazioni a pagamento.

In quest’articolo, invece, voglio concentrare la vostra attenzione sui luoghi più insoliti e nascosti della città. Ecco quindi una guida che vi racconterà cosa vedere a Venezia gratis. Un itinerario fuori dagli schemi, suddiviso per sestieri (quartieri), che vi porterà alla scoperta di una Venezia atipica.

Cosa vedere a Venezia gratis: Libreria Acqua Alta
Cosa vedere a Venezia gratis: Libreria Acqua Alta

Cosa vedere a Venezia gratis

Quando pensiamo alla città di Venezia la nostra mente divaga tra gondole, canali, maschere di carnevale e opere d’arte. Questa città ospita alcuni degli eventi più famosi d’Italia: la Biennale d’Arte e d’Architettura, la Mostra del Cinema e il famosissimo Carnevale. Tuttavia, esiste una Venezia nascosta e intima che spesso viene ignorata dai turisti “mordi e fuggi”. Ed è proprio di lei che voglio parlarvi.

In un altro capitolo del blog ho concentrato la mia attenzione sui migliori bacari non turistici. Oggi voglio elencarvi cosa vedere a Venezia gratis, per concludere questo viaggio insolito in una delle città più suggestive del mondo.

Cannareggio

Ghetto Ebraico

Il Ghetto Ebraico è uno dei quartieri più caratteristici di tutta Venezia. La sua fondazione risale al 1500, anno in cui tutti gli ebrei furono “obbligati” a risiedervi. Oggi l’area si divide in tre zone: Ghetto Vecchio, Ghetto Nuovo e Ghetto Nuovissimo. Tuttavia, la zona più antica e caratteristica è quella del Ghetto Nuovo contraddistinto da abitazioni sviluppate in verticale e diverse sinagoghe, luoghi di culto della religione ebraica. Il quartiere è tutt’oggi ancora abitato principalmente da ebrei.

Ghetto Ebraico
Ghetto Ebraico

Teatro Italia

Un teatro trasformato in cinema e, successivamente, convertito in supermercato. Sto parlando del market più bello d’Europa: la Despar di Teatro Italia. L’edificio fu costruito nel 1915 dall’architetto Giovanni Sardi e fu affrescato da Umberto Bellotto e Alessandro Pomi. Per visitarlo dovrete acquistare qualcosa, anche solo una bottiglietta d’acqua.

Despar di Teatro Italia
Despar di Teatro Italia

Ponte Chiodo

I ponti a Venezia sono 436 e sono fatti di legno, ferro o pietra. Solo uno, tuttavia, è rimasto senza protezioni laterali, proprio com’era stato costruito originariamente. Ponte Chiodo è l’unico ponte di Venezia senza bande, o spallette, proprio come dimostrano i dipinti veneziani del 700.

Ponte Chiodo
Ponte Chiodo

San Marco

Testa dorata

Vicino al Ponte di Rialto, nascosta dalle bancherelle di souvenirs, alzando lo sguardo noterete una testa dorata, simbolo dell’antica farmacia “Alla testa d’oro”.  Qui veniva venduto un farmaco miracoloso chiamato “Teriaca” in grado di guarire tutte le malattie. Il medicinale fu bandito nel 1940 perché conteneva degli oppiacei.

Scala del Bovolo

Nascosto tra le calli del sestiere di San Marco troviamo questo piccolo gioiello veneziano: la Scala del Bovolo, adiacente all’omonimo palazzo, è una struttura alta 27 metri decorata con archi e colonne. Si può ammirare senza pagare il prezzo del biglietto d’ingresso o si possono investire 8 euro per arrivare in cima e godere di qualche scorcio insolito sui tetti della Serenissima. Intendiamoci, nulla a che vedere con il Campanile di San Marco! La Scala del Bovolo si chiama in questo modo perché in veneziano la parola “Bovolo” significa chiocciola.

Scala del Bovolo
Scala del Bovolo

Castello

Calle Varisco

Calle Varisco è molto semplicemente la via più stretta di Venezia. Misura solo 53 cm e si trova nei pressi di Rio dei Santi Apostoli.

Libreria Acqua Alta

Cosa vedere a Venezia gratis, portandosi a casa una delle fotografie più instagrammabili di sempre? La risposta è semplice: una libreria! Ci troviamo nei pressi di Campo Santa Maria Formosa, a 8 min da Piazza San Marco, in una calle che affaccia su un canale particolarmente colpito dal fenomeno dell’acqua alta. Qui sorge la Libreria Acqua Alta che ha saputo sfruttare questa sua posizione per trasformarsi in un’attrazione turistica: libri raccolti all’interno di vasche da bagno e gondole, arredi galleggianti e tanti angoli amati dagli influencer di tutto il mondo. Vi è una sala in cui i libri diventano scale, un’altra in cui potrete salire su una gondola e, per finire, una moltitudine di gatti pronti ad essere immortalati.

Libreria Acqua Alta
Libreria Acqua Alta

Cuore di mattoni

Venezia è sinonimo di romanticismo e tutti gli innamorati dovrebbero passare almeno una volta dal Sottoportego dei Preti. Qui giace un cuore di mattoni rosso che, si narra, faccia avverare i sogni d’amore delle coppie che lo toccano.

Palazzo Tetta

Uno degli scorci più belli di Venezia è senza dubbio quello di Palazzo Tetta, circondato su 3 lati dall’acqua. Questa casa, che viene immortalata ogni giorno da centinaia di turisti, si trova alla biforcazione tra Rio Santa Marina, Rio Tetta e Rio di San Giovanni Laterano.

Palazzo Tetta
Palazzo Tetta

Porta Blu

Se amate i portoni colorati non potrete fare a meno di cercare questa particolarissima Porta Blu, nascosta in Calle de Mezo, nel sestiere di Castello. Il suo colore e la sua forma stretta e lunga la rendono meritevole di qualche scatto fotografico.

San Polo

Porta della botte

Se non fosse per qualche vandalo, che ha coperto parte della porta con orribili scritte, questo luogo storico sarebbe ancora più bello. In Campo di Rialto troverete una porta che, nella parte inferiore, è notevolmente più larga del solito. Quest’insenatura era stata creata appositamente per far passare le botti di vino attraverso la porta.

Porta della Botte
Porta della Botte

Tomba di Antonio Canova

Nella città di Venezia, all’interno della Basilica dei Frari, troverete una tomba insolita che custodisce solo il cuore dello scultore Antonio Canova. La struttura è ricca di simboli “massoni”: una piramide, un leone addormentato con un libro chiuso tra le zampe, un giovane con una torcia e altre figure arcane.

Mercato del pesce

Il mercato del pesce di Rialtochiamato anche Pescaria – si sviluppa sotto un grande loggiato affacciato sul Canal Grande. È qui che Angelina Jolie e Johnny Depp hanno girato alcune scene del film “The Tourist”. Il mercato ittico è attivo soltanto la mattina ed è una tappa imprescindibile per tutti gli abitanti di Venezia.

Mercato del pesce di Rialto
Mercato del pesce di Rialto

Gondola “low cost”

Quella che erroneamente viene definita gondola “low cost”altro non è che un’imbarcazione chiamata sandalo che collega – per soli 2 euro – le sponde di Palazzo Ca’ d’Oro (Canareggio) con il Mercato di Rialto (San Polo). Le gondole traghetto sono più larghe di quelle tradizionali e sono guidate da due gondolieri. Questo curioso mezzo di trasporto serve principalmente per favorire gli abitanti della città negli spostamenti quotidiani.

Gondola “low cost”
Gondola “low cost”

Dorsoduro

Squero San Trovaso

Cosa vedere a Venezia gratis? Attraversando Ponte San Trovaso arriverete allo Squero, un angolo nascosto dove vengono costruite e riparate le imbarcazioni tipiche della Serenissima come gondole e sandoli. L’esercizio è in attività dal 1600 e non si è mai fermato.

Graffito di Banksy

Nel mese di ottobre 2023, mentre sto scrivendo quest’articolo, il dipinto di Banksy sta pian piano sparendo e l’assessore alla cultura del Comune di Venezia vorrebbe “proteggerlo”. Per vederlo dovrete raggiungere Campo San Pantalon e salire su un ponte che affaccia su Rio Ca Foscari. L’opera dello street artist di fama mondiale raffigura un bambino con un giubbotto di salvataggio e un fumogeno fucsia che simboleggia una richiesta d’aiuto.

Graffito di Banksy
Graffito di Banksy

Dopo aver scoperto cosa vedere a Venezia gratis non vi resta che leggere il mio articolo dedicato ai migliori bacari non turistici della città.

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Vivere Venezia da veri local: i migliori bacari non turistici https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/09/24/vivere-venezia-da-veri-local-i-migliori-bacari-non-turistici/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=vivere-venezia-da-veri-local-i-migliori-bacari-non-turistici https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/09/24/vivere-venezia-da-veri-local-i-migliori-bacari-non-turistici/#comments Sun, 24 Sep 2023 08:02:33 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6227 Vivere Venezia da veri local è possibile! Lasciate perdere i bar di Piazza San Marco o i ristoranti blasonati affacciati su Canal Grande. Se volete davvero conoscere le abitudini dei veneziani, dovete concentrare la vostra attenzione sui migliori bacari non turistici di Venezia.

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Vivere Venezia da veri local è possibile! Lasciate perdere i bar di Piazza San Marco o i ristoranti blasonati affacciati su Canal Grande. Se volete davvero conoscere le abitudini dei veneziani, dovete concentrare la vostra attenzione sui migliori bacari non turistici di Venezia.

Ma partiamo dalle basi. Che cos’è un bacaro? I bacari sono delle osterie tradizionali, molto lontane dal turismo di massa, dove i veneziani amano trascorrere il tempo libero assaggiando cicchetti e sorseggiando calici di vino o spritz. E cosa sono i cicchetti? Un cicchetto è quello che in Spagna chiamereste “tapas” ovvero una monoporzione di specialità locali. I prezzi vanno da 1 euro per i fritti a 3 euro per i cicchetti di pesce.

Venezia: i migliori bacari non turistici
Venezia: i migliori bacari non turistici

A Venezia i bacari non turistici hanno un clima molto informale e sono l’elemento cardine della convivialità cittadina. I più storici si concentrano principalmente su ricette tradizionali, realizzate con ingredienti a km zero, mentre i più moderni azzardano abbinamenti “gourmet”.

Ma ora voglio presentarvi la mia classifica dei 15 migliori bacari di Venezia non turistici, suddivisi per sestieri (quartieri).

Cannareggio

Cannareggio è il quartiere veneziano che meglio incarna lo spirito della città. Se dovete scegliere una zona di Venezia in cui concentrare il vostro tour di bacari non turistici questo è certamente il posto che fa al caso vostro.

Cantina Aziende Agricole

L’enoteca Aziende Agricole, grazie alla sua sala d’epoca e alla vetrinetta piena di cicchetti, incarna l’immagine del bacaro autentico. Ottime le polpette cotte al forno e buona la selezione di vini, com’è giusto aspettarsi da un locale che si autodefinisce “cantina”. Posti in piedi e a sedere.

Cantina Aziende Agricole, Cannareggio
Cantina Aziende Agricole, Cannareggio

Al Timon

Famoso per il barcone ormeggiato davanti al locale, a due passi dal Ghetto Ebraico, Al Timon è un’istituzione per tutti i veneziani. Il locale, che volendo offre anche la possibilità di cenare, apre alle 17.00 ed è conosciuto per i cicchetti di pane fresco con patè di fegato d’anatra, la polenta grigliata con pesce al sugo e gli spritz.

Osteria Ca’ d’Oro alla Vedova

Nessun amante dei cicchetti potrà mai lasciare Venezia senza aver assaggiato le polpette dell’Osteria alla Vedova, da gustare rigorosamente in piedi al bancone. Questo locale è tra i più storici della città e le sue polpette fritte a puntino sono una vera e propria istituzione. È possibile anche pranzare o cenare ma il mio consiglio è di concentrarvi sui ciccheti e poi continuare il vostro tour. Cosa ordinare da bere? Spritz o birra. Lasciate perdere la proposta di vini al calice.

Osteria Ca' d'Oro alla Vedova, Cannareggio
Osteria Ca’ d’Oro alla Vedova, Cannareggio

Vino Vero

Posso serenamente affermare che questo è il mio bacaro preferito. Vino Vero è un’enoteca moderna che si differenzia molto dalle classiche “cicchetterie” di Venezia per via del suo focus su vini naturali e biodinamici e della sua proposta costituita da tapas gourmet. Noi abbiamo assaggiato dei favolosi cicchetti di tonno scottato, ricciola cruda e hummus.  Lo staff è giovane e competente. Posti a sedere esterni e bancone all’interno. Consigliatissimo.

Vino Vero, Cannareggio
Vino Vero, Cannareggio

San Polo

Il quartiere San Polo, ubicato nei pressi del Mercato di Rialto, è frequentato sia da turisti che da veneziani. Qui, passeggiando tra le calli, si respira un’atmosfera di pace e autenticità e, anche se viaggiate da soli, trovare compagnia sarà davvero facile.

Cantina Do Spade

Un bacaro che, all’occorrenza, si trasforma anche in osteria e resta aperto fino a tardi. Tra i grandi classici della Cantina Do Spade troverete le sarde in saor, il baccalà e il fegato alla veneziana. All’interno del locale si sta gomito a gomito. Che cosa bere? Lasciate perdere i vini e concentratevi sugli spritz.

Cantina Do Mori

È il bacaro più antico di Venezia e ne conserva l’atmosfera di un tempo grazie a damigiane, paioli di rame e cimeli appesi alle pareti. La specialità di Cantina Do Mori sono i “francobolli”, mini tramezzini farciti in molteplici varianti (gamberi, prosciutto, granchi, etc.).

Bar all’Arco

Bar all’Arco è un bacaro molto piccolo, a pochi passi dal Mercato di Rialto. Siamo alla terza generazione e, al suo interno, sono sempre presenti clienti abituali. Fantastici i crostini di baccalà mantecato e quelli di tonno marinato appena scottato. Buona proposta di vini e ottimi spritz.

Bar all'Arco, San Polo
Bar all’Arco, San Polo

San Marco

Individuare dei bacari non turistici nel cuore di Venezia è un’impresa tutt’altro che facile. Tuttavia, ecco qualche suggerimento per spizzicare qualcosa nei pressi della piazza più famosa d’Italia senza spendere una follia.

Enoteca al Volto

Un bacaro storico, fondato nel 1936, a due passi dal Ponte di Rialto. Pochi tavolini all’esterno e una sala interna in cui è concesso lo struscio tra clienti. Enoteca al Volto ha un soffitto caratterizzato dalla presenza di numerosissime etichette storiche, incollate come carta da parati ma, ciò nonostante, la proposta di vini non convince. Ottimi invece i cicchetti che spaziano dal pesce alle verdure, alle polpette.

Bacaro Risorto

La dimensione di questo bacaro – 5 mq circa – permette solamente una sosta in piedi. Bacaro Risorto propone ottimi vini biologici accompagnati da cicchetti di carne e pesce. La cucina non convince ma la simpatia dello staff e la lista dei vini compensano ogni pecca.

Bacaro Risorto, San Marco
Bacaro Risorto, San Marco

Santa Croce

Il quartiere di Santa Croce viene attraversato frettolosamente dai turisti diretti al Ponte di Rialto. Tuttavia, questa zona cela splendidi palazzi e angoli nascosti ma, soprattutto, un paio di bacari molto frequentati dai veneziani.

Da Lele

Il locale, frequentato prevalentemente da giovani, non ha posti a sedere ma solo un paio di botti all’esterno dove appoggiare i bicchieri vuoti. La maggior parte della clientela ordina panini mignon e spritz. Il Bacareto Da Lele è una tappa imperdibile, se non altro per i prezzi bassissimi e la sua ubicazione a due passi da Piazzale Roma.

Da Luca e Fred

Nonostante non mi abbia convinto, Da Luca e Fred è un bacaro frequentatissimo. Ubicato a pochi metri dalla stazione ferroviaria questo locale propone ottimi gamberi in saor su polenda calda. Pessimi i vini al calice ma potrete sempre ripiegare su uno spritz o una birra.

Da Luca e Fred, Santa Croce
Da Luca e Fred, Santa Croce

Dorsoduro e Castello

Gli ultimi sestieri veneziani di cui vi voglio parlare sono quelli che ho frequentato meno: Dorsoduro e Castello. Tuttavia, nascondo due dei migliori bacari non turistici di tutta Venezia.

Cantine del Vino già Schiavi

In attività dal 1944, Cantine del Vino – detta anche Enoteca Schiavi – è ormai alla terza generazione di gestori. Il locale offre un’interessante e lunga selezione di vini accompagnata da ottimi crostini creativi. Un bacaro che vale da solo il “viaggio” fino a ponte San Trovaso, a Dorsoduro.

Osteria al Portego

Osteria al Portego è uno dei migliori bacari di Venezia in cui ho avuto l’onore di sostare. Pochissimi tavoli sia all’interno che all’esterno. I cicchetti sono soprattutto di pesce (baccalà, sarde, seppie, granchio) mentre le proposte di vini al calice convincono e soddisfano.

Osteria al Portego, Castello
Osteria al Portego, Castello

Adesso che avete scoperto i migliori bacari non turistici della città di Venezia, non vi resta che leggere il mio articolo dedicato ai suoi luoghi più insoliti e nascosti. Se, invece, volete proseguire il vostro tour dei bacari nella regione Veneto vi consiglio di spostarvi nella città di Padova.

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Visitare l’Isola d’Elba in camper: dove, come e perché https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/29/visitare-lisola-delba-in-camper-dove-come-e-perche/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=visitare-lisola-delba-in-camper-dove-come-e-perche https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/29/visitare-lisola-delba-in-camper-dove-come-e-perche/#respond Thu, 29 Jun 2023 16:49:50 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6150 Nei miei precedenti articoli ho parlato a lungo dell’Isola d’Elba descrivendone le spiagge, i luoghi più turistici, i migliori ristoranti e i locali più in voga. Oggi voglio dedicare quest’articolo a chi deciderà di visitare l’Elba in camper.

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Nei miei precedenti articoli ho parlato a lungo dell’Isola d’Elba descrivendone le spiagge, i luoghi più turistici, i migliori ristoranti e i locali più in voga. Oggi voglio dedicare quest’articolo a chi deciderà di visitare l’Elba in camper.

Quest’isola si presta particolarmente ai viaggi on the road, all’insegna della natura e del relax più assoluto. Un viaggio che, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato tutti: dormire cullati dalle onde del mare, cenare senza orari o prenotazioni, svegliarsi al mattino ammirando splendide albe e avere la flessibilità di spostarsi in qualunque momento.

Visitare l’Isola d’Elba in camper
Visitare l’Isola d’Elba in camper

Elba in camper: come fare se non ne possedete uno

Se, come me, non avete mai affrontato una vacanza in camper ma vi piacerebbe provare quest’esperienza sappiate che esiste un portaleche funziona esattamente come Airbnb – dedicato esclusivamente a questo mezzo.

La piattaforma di noleggio di cui voglio parlarvi si chiama Goboony: la proprietà è olandese ma il suo raggio d’azione copre tutta l’Europa e, tra le varie funzioni, troverete anche la lingua italiana. Questo portale è perfetto sia per chi vuole affittare il suo camper, sia per chi – come me – è alla sua prima esperienza con questo mezzo di trasporto e non può permettersi di comprarlo. A proposito, sapete quanto costa un camper? Ve lo lascio solo immaginare!

Il fatto che Goboony dia la possibilità di noleggiare un camper direttamente dal proprietario è un plus non indifferente perché sicuramente il privato avrà trattato il mezzo con cura e dedizione, l’avrà personalizzato e potrà trasferirvi tutte le nozioni e i trucchi utili per il vostro viaggio. Vi ho convinti?! Allora partiamo alla scoperta dell’Isola d’Elba in camper.

Visitare l’Isola d’Elba in camper, Lacona
Visitare l’Isola d’Elba in camper, Lacona

Elba in camper: 6 tappe imperdibili

L’Isola d’Elba possiede diversi campeggi, ben dislocati su buona parte della sua superficie ma anche tante opportunità di sosta indipendente. Ecco un itinerario che combina la voglia di condivisione e quella di solitudine. Ma ricordatevi che con un camper anche lo spostamento diventa parte attiva del viaggio.

Prima tappa: Lacona e Laconella

Lacona e Laconella sono due tra le spiagge di sabbia più famose dell’isola. La prima è molto grande perché si estende su una superficie di 1,2 km e pullula di stabilimenti balneari e ristoranti. La seconda è decisamente più piccola (250 mt) e non vi è traccia di nessun intervento umano.

Voglio partire da Lacona perché è qui che si trova il mio campeggio preferito di tutta l’isola. Il suo nome è Orti di Mare e viene definito dai proprietari un “agricampeggio”. I suoi plus sono la quiete e l’immersione totale nella natura. Pensate che le piazzole sono ubicate accanto a magnifici uliveti. Il suo punto debole è la distanza dal mare (500 mt). Tuttavia, sono certa che v’innamorerete del suo ristoro rurale che serve piatti davvero a km zero sotto ampi pergolati.

Il camping Orti di Mare
Il camping Orti di Mare

Ma se la vista mare per voi è fondamentale potrete spostarvi al Camping Laconella o al Camping Stella Mare, entrambi posizionati su un promontorio che domina le spiagge. L’accesso diretto al mare e ai sentieri dell’entroterra è il plus principale di questi due campeggi: il primo dedicato più a chi ricerca privacy e tranquillità; il secondo perfetto per chi viaggia con una famiglia “numerosa”.

Seconda tappa: Lido di Capoliveri e Calanchiole

La spiaggia del Lido di Capoliveri è lunga circa 500 mt ed è delimitata da due speroni rocciosi. La sabbia fine e dorata e le numerose strutture ricettive la rendono perfetta per le famiglie. Qui troverete lo storico Camping Lido che s’affaccia direttamente sul mare. Il camping, nonostante le piccole dimensioni, offre numerosi servizi: minimarket, ristorante, sala giochi e diversi bar.

La spiaggia del Lido di Capoliveri
La spiaggia del Lido di Capoliveri

Al di là di uno degli speroni rocciosi che segnano la fine del Lido di Capoliveri troviamo la caletta e il Camping Le Calanchiole, ideali per chi ama il contatto con la natura. La spiaggia è praticamente frequentata solo dagli ospiti del campeggio e, a mio avviso, questa privacy ed esclusività è un plus non indifferente. Le piazzole a picco sulla scogliera regalano scorci davvero suggestivi.

Terza tappa: Sansone

La spiaggia di Sansone è immortalata in quasi tutte le riviste che parlano dell’Isola d’Elba: sassi bianchi, mare cristallino ricco di pesci e una relativa pace, compromessa solo nelle settimane centrali d’Agosto. La Sorgente è un piccolo campeggio immerso nel verde, ubicato nei pressi di questa spiaggia meravigliosa. Inoltre, è il campeggio più vicino al “capoluogo” dell’isola, Portoferraio. La mancanza d’animazione lo rende un luogo perfetto per chi è alla ricerca del relax più assoluto.

Portoferraio e le spiagge bianche
Portoferraio e le spiagge bianche

Quarta tappa: Scaglieri e La Biodola

Il Camping Scaglieri Village domina dall’alto la famosissima spiaggia di sabbia della Biodola e la vicina caletta di Scaglieri, incorniciata sulla destra dal piccolo borgo con le case color pastello arroccate sugli scogli. Le piazzole vista mare godono di uno splendido panorama e sono immerse nella vegetazione tipicamente mediterranea dell’isola composta da lecci e pinete. La zona vanta numerosi bar e ristoranti.

La spiaggia di Scaglieri e il suo campeggio
La spiaggia di Scaglieri e il suo campeggio

Quinta tappa: Marina di Campo

Marina di Campo è la spiaggia più lunga di tutta l’Isola d’Elba (1,3 km) ed è ubicata di fronte all’omonimo paese. Qui vicino, nel lontano 1954, è nato un piccolo campeggio a gestione famigliare chiamato La Foce. Questa zona è molto amata dalle famiglie con bambini, per via dell’acqua di mare che scende molto dolcemente. Inoltre, Marina di Campo è apprezzata dai giovani per via dei suoi numerosi bar e attività ricreative.

Sesta e ultima tappa: wild and free

In teoria all’Isola d’Elba camper e roulotte non potrebbero sostare fuori dalle zone adibite a campeggio; è infatti vietata, sia dalle ordinanze comunali che dal regolamento del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, qualsiasi forma di campeggio libero. Tuttavia, mi è capitato spessissimo di vedere i camperisti più temerari sostare o dormire a Chiessi, Pomonte, Patresi o Sant’Andrea. Luoghi poco frequentati e controllati, che offrono panoramici unici e indimenticabili.

La spiaggia di Lacona vista dal Camping Laconella
La spiaggia di Lacona vista dal Camping Laconella

Se il mio itinerario vi ha convinto non vi resta che andare su Goboony e organizzare il vostro viaggio all’Elba in camper!

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Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/09/le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/09/le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni/#respond Fri, 09 Jun 2023 14:38:29 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6081 Se vi state chiedendo quali cantine di Montepulciano visitare partirei da una doverosa premessa: circa il 70% dell’economia di questo comune ruota intorno al mondo del vino. Nel 2022 sono state immesse nel mercato un totale di 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano e 2,8 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano. Gli ettari vitati sono circa 2000, i viticoltori 250 mentre gli imbottigliatori si attestano intorno alle 90 unità, dei quali 80 iscritti al Consorzio.

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Se vi state chiedendo quali cantine di Montepulciano visitare partirei da una doverosa premessa: circa il 70% dell’economia di questo comune ruota intorno al mondo del vino. Nel 2022 sono state immesse nel mercato un totale di 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano e 2,8 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano. Gli ettari vitati sono circa 2000, i viticoltori 250 mentre gli imbottigliatori si attestano intorno alle 90 unità, dei quali 80 iscritti al Consorzio. Il mercato è tenuto in piedi soprattutto dalle esportazioni che arrivano a pesare circa il 70% della produzione totale. In Italia viene commercializzato il restante 30%.

Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni
Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni

Questo per farvi capire che la scelta delle “migliori cantine di Montepulciano” sarà tutt’altro che facile. Ma partiamo dalle basi!

Una giusta premessa

Il comune di Montepulciano, in Toscana, è il detentore della DOCG Vino Nobile di Montepulciano, prodotto principalmente con il vitigno Sangiovese. Questo comune e questa varietà di uva a bacca nera non hanno nulla a che vedere con il vitigno di Montepulciano che viene ampiamente coltivato in Abruzzo, Marche e Molise e di cui vi parlerò sicuramente in un’altra occasione.

La denominazione Vino Nobile di Montepulciano

Come vi ho già anticipato, la denominazione Vino Nobile di Montepulciano rientra interamente nelle colline di Montepulciano, in provincia di Siena. Questa DOCG si suddivide in vini rossi “base” e vini rossi “riserva”. I primi sono sottoposti a un affinamento di almeno 2 anni, di cui minimo 1 anno in legno; i secondi sono sottoposti a un affinamento di almeno 3 anni, di cui minimo 1 anno in legno e 6 mesi in bottiglia.

La DOCG Vino Nobile di Montepulciano dev’essere composta da almeno un 70% di uve Sangiovese, solitamente appartenenti al biotipo Prugnolo Gentile. Il restante 30% può arrivare da vitigni a bacca nera autoctoni – come il Canaiolo Nero e il Mammolo – o da vitigni a bacca nera internazionali. È concessa anche una piccola presenza di uve a bacca bianca ma non deve superare il 5% e, soprattutto, non devono essere vitigni aromatici. Il colore tipico del Vino Nobile di Montepulciano è un rosso rubino intenso, i sentori principali sono amarena e spezie mentre la tannicità è marcata.

Montepulciano e i suoi vigneti
Montepulciano e i suoi vigneti

Le cantine di Montepulciano

Avignonesi

La prima cantina che abbiamo deciso di visitare è quella appartenuta alla storica famiglia Avignonesi, tuttora detentrice di alcuni palazzi antichi all’interno della cittadina di Montepulciano. Ci troviamo nella Fattoria le Capezzine, a pochi km dal Lago Trasimeno, un’antica residenza costruita nel 1882 per volere di Angelo Vegni e poi venduta – negli anni 70’ – alla famiglia Avignonesi. Nel 2009, infine, quest’importante azienda vinicola è stata rilevata dalla belga Virginie Saverys.

L’azienda vinicola conta 140 ettari vitati divisi in 9 appezzamenti: 1 a Cortona, dove vengono coltivata principalmente varietà internazionali, e 8 a Montepulciano, dove troviamo quasi unicamente vitigni di Sangiovese. L’altitudine massima dei vigneti è di 600 mt sopra il livello del mare. Qualche curiosità: nel 2015 la cantina Avignonesi si è convertita all’agricoltura biologica e dal 2019 è certificata Biodyvin. L’azienda produce una media di 700.000 bottiglie annue, oltre a miele, olio e Vin Santo.

Avignonesi, vigneto La Tonda
Avignonesi, vigneto La Tonda

La visita della cantina

Un progetto per il quale questa cantina è diventata famosa è il vigneto La Tondadove inizia la nostra visita – nel quale sono state piantate 90 file di Sangiovese, di diversa densità, per comprendere e studiare quale fosse la migliore.

Proseguiamo poi con un tour delle cantine. Sotto la guida dell’enologo Matteo Giustiniani l’uso del rovere è sempre più parsimonioso e si prediligono barili già usati per non coprire troppo i sentori primari del vino. Inoltre, in cantina sono presenti numerose barriques di singoli vigneti utilizzate per studiare le caratteristiche di ogni parcella e delle differenti annate.

Le cantine di Montepulciano: Avignonesi
Le cantine di Montepulciano: Avignonesi

La visita della cantina termina nella Vinsantaia, dove vengono raccolte e messe ad asciugare le uve che serviranno per produrre il Vin Santo. Una volta posti su dei graticci, gli acini iniziano a disidratarsi, aumentando il contenuto zuccherino del mosto che ne verrà estratto. Il mosto viene quindi messo nei “caratelli”piccole botti in legno da circa 50 litri – e fatto invecchiare. I due Vin Santi prodotti da Avignonesi – uno con vitigni di Malvasia e Trebbiano, l’altro con vitigno Sangiovese (Occhio di Pernice) – invecchiano per 10 anni nei caratelli e per altri 2 anni in bottiglia. Entrambi questi prodotti sono molto rari e costosi.

Avignonesi, la vinsantaia
Avignonesi, la vinsantaia

L’azienda Avignonesi possiede anche un ristorante, un frantoio e 18 arnie.

La degustazione

Avignonesi predilige Vini Nobili di Montepulciano che siano prodotti con il 100% di uve Sangiovese. Ecco le referenze che abbiamo assaggiato:

Chardonnay Toscana il Marzocco 2019

Un vino bianco vinificato in uova di cemento, anfore di terracotta e botti di rovere. Le uve provengono dal vigneto di Tortona. Un vino elegante e profondo con sentori di ananas matura e fiori bianchi.

Avignonesi Oceano 2017

Oceano è uno dei vigneti più famosi della cantina. Regala vini intensi ed espressivi, con sentori di amarena e spezie dolci.

Grandi Annate Sangiovese 2016

Un blend delle migliori annate e dei migliori vitigni, il vero ambasciatore della cantina. Affinamento di 18 mesi per l’85% in botti di rovere e per il 15% in tonneau. Un vino fresco e avvolgente con sentori di fragola selvatica e liquirizia.

50 & 50

Un blend molto particolare formato per il 50% da uve Merlot di Avignonesi e per il restante 50% da uve Sangiovese di Capannelle (Chianti). La leggenda narra che in una degustazione alla cieca siano stati mischiati per sbaglio. I due vitigni subiscono processi di vinificazione e affinamento distinti e vengono poi assemblati 18 mesi prima della messa in commercio.

Avignonesi, la degustazione
Avignonesi, la degustazione

Salcheto

Salcheto nasce esattamente 30 anni fa, con la costituzione di una piccolissima azienda familiare. Dal 1997, sotto la guida di Michele Manellienologo e proprietario della cantina – Salcheto è cresciuta moltissimo e oggi possiede 28 ettari vitati nel comune di Montepulciano, 11 ettari a Chiusi e 11 ettari in Val d’Orcia. La produzione è di circa 480.000 bottiglie annue.

Il nome Salcheto deriva dalla parola “salco” che, in antico toscano, significa Salice, con i cui rami si legavano le viti. Salcheto è anche il nome di un ruscello ubicato vicino all’azienda vinicola. Insomma, una parola che evoca territorialità, storia e che ritroviamo anche nel logo.

Salcheto, la cantina ecosostenibile
Salcheto, la cantina ecosostenibile

La visita della cantina

Nel 2008 Michele ricostruisce la cantina rendendola completamente ecosostenibile ed energeticamente autonoma. Nel corso della visita noterete infatti i collettori per l’illuminazione naturale che, durante la vendemmia, vengono utilizzati anche per convogliare l’uva nelle botti. 54 % d’energia elettrica risparmiata e 46% derivante dai pannelli solari.

Salcheto, azienda vinicola 100% Bio, possiede la certificazione Equalitas: autoproduce i suoi concimi, utilizza preparati biodinamici e lieviti indigeni, ricicla il 100% delle sue acque e utilizza materiali legnosi provenienti da foreste gestite in maniera responsabile. Dal 2016, inoltre, Salcheto riutilizza il rovere delle sue botti per produrre occhiali da sole.

Le cantine di Montepulciano: Salcheto
Le cantine di Montepulciano: Salcheto

L’azienda agricola che, tra le altre cose, vanta una meravigliosa vista sulla cittadina medievale di Montepulciano produce anche olio e miele. Inoltre, Salcheto ha aperto un ristorante chiamato “L’indigeno” che serve prodotti km zero come verdure dell’orto, cacciagione, oche del cortile e pesci di lago. Per completare l’offerta enoturistica la cantina ha aperto anche un piccolo agriturismo composto da sei stanze e un salone con cucina.

La degustazione

La linea Obvius

Una linea basata sulla bevibilità e la precisione aromatica, con vinificazioni interamente senza solfiti. Quattro referenze – rosso, rosato, bianco e vendemmia tardiva – di sola uva fino alla bottiglia. Il mio preferito? Obvius Rosato: 90% Sangiovese e 10% Canaiolo Nero, Mammolo e Merlot. 4 mesi d’invecchiamento di cui il 70% in acciaio e il 30% in legno.

I sangiovesi “classici”

Qui troviamo il Nobile di Montepulciano 2019il vino più venduto – e il Nobile di Montepulciano Salco 2017. Salco è un vino con uve 100% Sangiovese che invecchia 2 anni in legno (30% botte e 70% tonneaux) e affina 3 anni in bottiglia. Un vino speziato con sentori di frutta rossa mescolati a cuoio e tabacco. Tannini vellutati e rotondi.

Salcheto, la degustazione
Salcheto, la degustazione

Se apprezzate il Sangiovese e volete proseguire il vostro tour nelle campagne senesi v’invito a leggere i miei articoli sulle cantine di Montalcino e sulle cantine del Chianti Classico.

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Visita alla cantina San Polo, Montalcino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/21/visita-alla-cantina-san-polo-montalcino/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=visita-alla-cantina-san-polo-montalcino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/21/visita-alla-cantina-san-polo-montalcino/#respond Sun, 21 May 2023 08:01:29 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6043 Oggi vi porto a conoscere una delle oltre 200 cantine presenti nel Comune di Montalcino: il suo nome è San Polo e si trova nel versante Sud/Est della collina, ai piedi del Monte Amiata. È qui che - dal 2007 - la proprietaria Marilisa Allegrini, con l’aiuto delle figlie Carlotta e Caterina, porta avanti la lunga tradizione vitivinicola della sua famiglia, già proprietaria di numerose tenute in Valpolicella.

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Oggi vi porto a conoscere una delle oltre 200 cantine presenti nel Comune di Montalcino: il suo nome è San Polo e si trova nel versante Sud/Est della collina, ai piedi del Monte Amiata. È qui che – dal 2007 – la proprietaria Marilisa Allegrini, con l’aiuto delle figlie Carlotta e Caterina, porta avanti la lunga tradizione vitivinicola della sua famiglia, già proprietaria di numerose tenute in Valpolicella.

L’azienda vinicola conta 22 ettari di proprietà, di cui 16 vitati a Sangiovese. Tutti i terreni sono ubicati nei pressi della cantina, a circa 450 mt sopra il livello del mare, ma ognuno presenta caratteristiche molto diverse tra loro. La filosofia di San Polo vuole esaltare il concetto di “terroir”: il ciclo biologico della vigna e il contesto pedoclimatico devono essere in perfetta sintonia. Questo è uno dei motivi principali che ha spinto Marilisa Allegrini e l’enologo Riccardo Fratton a parcellizzare i vigneti secondo la loro posizione, sfruttando al meglio ogni singola caratteristica. L’esempio più calzante di questa filosofia è dato dai Cru Podernovi e Vignavecchia che, pur trovandosi praticamente l’uno accanto all’altro, sono profondamente diversi per esposizione, pendenza e caratteristiche del suolo.

Nel 2017 la cantina San Polo, a Montalcino, riceve la certificazione biologica che rende ancora più concreto il suo impegno nei confronti dell’ambiente e del futuro sostenibile.

I vigneti della cantina San Polo, Montalcino
I vigneti della cantina San Polo, Montalcino

La cantina San Polo, Montalcino

La struttura della cantina San Polo è un esempio di bio-architettura, concepita per ridurre al minimo l’impatto ambientale e il dispendio energetico. Le caratteristiche che la rendono così “green” sono:

  1. il totale interramento della cantina che permette di mantenere una temperatura costante;
  2. la forma “a tunnel” che favorisce un percorso spontaneo per tutte le fasi della vinificazione;
  3. il raffreddamento dell’edificio che avviene in maniera completamente naturale, grazie all’esistenza di un termolabirinto;
  4. la presenza di camini solari posti all’esterno della struttura che estraggono l’aria calda prodotta durante la fermentazione;
  5. il rivestimento in tufo delle pareti all’interno della barricaia che assorbono o rilasciano umidità.
La cantina San Polo
La cantina San Polo

In cantina troviamo vasche in cemento, vasche in acciaio, botti piccole, botti grandi e anfore in terracotta. Scopriremo insieme, durante la degustazione, in quali recipienti affinano i diversi vini di San Polo.

Un’ultima curiosità: la proprietà sta portando avanti un ambizioso progetto di ristrutturazione che le permetterà di aggiungere altre aree dedicate all’hospitality.

La degustazione

San Polo propone agli appassionati un’esperienza gustativa completa: 5 vini con la possibilità d’aggiungere anche un ultimo calice “bonus”. Tutte le referenze – per un totale di circa 145.000 bottiglie annue – sono prodotte con solo uve 100% Sangiovese.

La degustazione
La degustazione

Rubio 2020

Chiamato Rubio per via del suo colore rosso intenso, questo vino è affinato esclusivamente in tini d’acciaio. Un vino fresco e versatile, molto fruttato.

Rosso di Montalcino 2020

Un Rosso di Montalcino con grande personalità. Fermentazione in vasche di cemento e affinamento di 12 mesi in botti grandi. Un vino fresco e ben bilanciato.

Amphora Vignamasso 2020

Questo vino è senza dubbio il mio preferito. È prodotto con uve del vigneto “Vigna del Masso” che vengono vinificate e affinate in anfore di terracotta per circa 14 mesi. Un vino giovane ma molto elegante.

Amphora Vignamasso 2020
Amphora Vignamasso 2020

Brunello di Montalcino 2018

È il vino più rappresentativo dell’azienda e del territorio. Fermentazione in vasche di cemento e affinamento di 24 mesi in botti grandi e di 6 mesi in bottiglia. Un vino corposo, dai tannini ben definiti e con sentori di frutti rossi, sottobosco e caffè.

Brunello di Montalcino Podernovi 2017

Il Cru Podernovi rispecchia prepotentemente le caratteristiche del suo terroir: argilloso, calcareo e con una forte attitudine a trattenere l’acqua. Il vino che ne risulta è intenso, erbaceo, fresco e con sfumature di liquirizia. Affinamento di 30 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia, seguiti da 6 mesi in bottiglia.

Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015

Più che un vino “bonus” si tratta di un vero e proprio regalo! Vignavecchia è il Cru più pregiato della tenuta, prodotto solo in annate selezionate da un vigneto di 2 ettari estremamente pendente e ad alta concentrazione. Un vino complesso, intenso, muscolare, con sentori di frutta nera e spezie. Affinamento di 30 mesi in tonneaux di rovere francese seguiti da 6 mesi in bottiglia.

Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015
Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015

Inutile nasconderlo: Montalcino è una delle mie zone vitivinicole preferite. Se volete approfondire l’argomento sappiate che ho scritto un articolo che racconta altre sei cantine di Montalcino, con una descrizione dettagliata dei tour e delle degustazioni. Infine, dato che probabilmente vi troverete in zona, non perdete i miei consigli su cosa vedere in Val d’Orcia.

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I migliori ristoranti della Val d’Orcia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/07/i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/07/i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia/#respond Sun, 07 May 2023 09:34:18 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5983 La Val d’Orcia possiede ristoranti per ogni tasca all'interno di un panorama eno-gastronomico superlativo. Tra i prodotti più rinomati troviamo il pecorino di Pienza, l’olio extra vergine d’oliva, i funghi porcini, le castagne, i tartufi, il cinghiale e la pasta all’uovo. Il tutto viene accompagnato da ottimi vini come il Brunello di Montalcino o il Rosso d’Orcia. Il mio consiglio è di cimentarvi in diverse esperienze culinarie che vanno dalla gastronomia all’osteria, fino al locale gourmet o all’enoteca.

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La Val d’Orcia possiede ristoranti per ogni tasca all’interno di un panorama eno-gastronomico superlativo. Tra i prodotti più rinomati troviamo il pecorino di Pienza, l’olio extra vergine d’oliva, i funghi porcini, le castagne, i tartufi, il cinghiale e la pasta all’uovo. Il tutto viene accompagnato da ottimi vini come il Brunello di Montalcino o il Rosso d’Orcia. Il mio consiglio è di cimentarvi in diverse esperienze culinarie che vanno dalla gastronomia all’osteria, fino al locale gourmet o all’enoteca.

San Quirico d’Orcia

Se parliamo di gastronomie, a San Quirico d’Orcia consiglio La Bottega di Portanuova che propone ottimi panini con salumi nostrani e pecorino, accompagnati da un buon calice di Sangiovese o birre locali.

La Bottega di Portanuova, San Quirico d’Orcia
La Bottega di Portanuova, San Quirico d’Orcia

Tra le osterie, invece, segnalo l’Osteria San Quirico ubicata nella via principale dell’affascinante centro storico. La particolarità è che non serve pasta ma potrete comunque assaggiare un’ottima pappa al pomodoro con burrata e squisiti fegatini di pollo. La carta dei vini, purtroppo, lascia un po’ a desiderare.

Per compensare, voglio consigliarvi un’enoteca chiamata Intralci Wine Bar che fa del vino la sua colonna portante. È un piccolissimo locale gestito da un signore che vanta esperienze in tutto il mondo. Serve pochi piatti, scritti su una lavagna, accompagnati da ottimo vino. Io ho mangiato la ribollita e una rivisitazione del classico hummus.

Bagno Vignoni

Tra i ristoranti della Val d’Orcia, quelli di Bagno Vignoni sono certamente i più turistici, se non altro per le ridotte dimensioni del borgo. Se volete mangiare qualcosa al volo scegliete la Bottega di Cacio, situata in Piazza del Moretto. Grazie al “contributo” familiare la proposta gastronomica – inizialmente composta da formaggi, salumi e vino – nel corso degli anni è stata ampliata includendo marmellate, biscotti, sughi, olio e miele.

Bottega di Cacio, Bagno Vignoni
Bottega di Cacio, Bagno Vignoni

Tra i ristoranti veri e propri segnalo l’Osteria del Leone con tanti posti a sedere sia all’interno che all’esterno. La cucina è quella del territorio, con la pretesa di fare quel passo in più che non sempre riesce. Buona la tartare di chianina, la trippa alla montalcinese e il piccione scottato. Carta dei vini da migliorare.

Pienza

A Pienza, in Val d’Orcia, ho apprezzato molto un ristorante specializzato in crostoni, taglieri e piatti di carne. Il suo nome è Baccano il Panino Toscano e l’atmosfera che si respira al suo interno è familiare. Diciamo che, dato il rapporto qualità-prezzo, svolge egregiamente il suo lavoro.

Tra le sorprese gastronomiche segnalo la locanda Dopolavoro La Foce che risulta ubicata a Pienza ma, in realtà, si trova a 20 min di macchina dal centro del paese. Si tratta di un bar-ristorante in stile vintage, dove si possono assaggiare piatti del territorio realmente a km zero. I proprietari, infatti, hanno un orto nelle immediate vicinanze del locale. Provate il tagliolino 40 tuorli o l’hamburger di Chianina, non ve ne pentirete!

Ristorante Dopolavoro La Foce, Pienza
Ristorante Dopolavoro La Foce, Pienza

Se, invece, state cercando un’enoteca storica in cui assaggiare qualche bicchiere di vino e/o comprare etichette “introvabili” dirigetevi verso l’Enoteca di Ghino, in pieno centro storico. Ghino accoglie da 20 anni una clientela internazionale offrendo loro oltre 2000 etichette dei migliori vini italiani ed esteri, con prezzi che vanno dalle cinque a qualche migliaia di euro. Un posto assolutamente imperdibile per tutti i wine lovers.

Enoteca di Ghino, Pienza
Enoteca di Ghino, Pienza

Montalcino

Montalcino è molto più di un paese. Io lo considero il cuore della Val d’Orcia e, per questo motivo, ho deciso di dedicargli un articolo a parte: ecco dove scoprire i ristoranti più blasonati di Montalcino.

Castelnuovo dell’Abate

A soli 10 km da Montalcino troviamo l’antico borgo medievale di Castelnuovo dell’Abate. È qui che sei ragazzi hanno aperto, da poco più di un mese, un locale chiamato Vineria Aperta in cui raccontano la loro passione per il Sangiovese e per tutto il mondo del vino (o il vino nel mondo), attraverso un assortimento di più di 1500 etichette. Noi siamo rimasti a bocca aperta dalla selezione accurata di “vigneron” francesi. Il locale possiede anche una piccola cucina – grande, però, nel gusto – e un dehor meraviglioso affacciato sui vigneti e sulle colline della Val d’Orcia. I ragazzi avranno successo!

Vineria Aperta, Castelnuovo dell’Abate
Vineria Aperta, Castelnuovo dell’Abate

Termina qui il nostro viaggio culinario nei migliori ristoranti della Val d’Orcia. Ora non vi resta che scoprire cosa vedere in questi borghi meravigliosi e quali sono le migliori cantine da visitare durante il vostro soggiorno a Montalcino. Tenetemi aggiornata!

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Sciare a La Thuile: le piste più belle https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/03/sciare-a-la-thuile-le-piste-piu-belle/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sciare-a-la-thuile-le-piste-piu-belle https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/03/sciare-a-la-thuile-le-piste-piu-belle/#respond Wed, 03 May 2023 06:27:01 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5958 La Thuile fa parte, con la località francese di La Rosière (Savoia), del comprensorio sciistico dell’Espace San Bernardo. 82 piste, aperte fino a primavera inoltrata, i cui panorami sulla catena del Monte Bianco e sul ghiacciaio del Rutor lasciano senza fiato. 38 moderni e veloci impianti di risalita e un unico skipass internazionale.

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La località sciistica di La Thuile offre 160 km di piste tecnicamente impegnative e ottime infrastrutture che richiamano sportivi da tutta Europa. Quest’area geografica è inoltre ricca di bellezze naturali e richiami storici, essendo stata un punto di passaggio sia in epoca romana – nel medioevo – che durante la Seconda Guerra Mondiale.

Come raggiungere La Thuile e le sue piste da sci

Quest’angolo di paradiso, nascosto all’estremo ovest della Valle d’Aosta, ospita sciatori provenienti da diversi paesi europei: Italia, Francia e Svizzera in primis.

Per raggiungere La Thuile e le sue piste da sci dall’Italia vi basterà percorrere l’autostrada A5, uscire a Morgex e prendere la SR 39. La località dista 1h40 min da Torino, 2h15min da Milano e 3h da Genova. Segnalo che, purtroppo, il tratto autostradale è molto costoso.

Inoltre, grazie al Tunnel del Monte Bianco, La Thuile dista solo 1h30min da Ginevra (Svizzera). Esiste, infine, una strada internazionale che collega La Thuile alla Francia, attraverso il Colle del Piccolo San Bernardo.

Le piste di La Thuile
Le piste di La Thuile

La ski area dell’Espace San Bernardo

La Thuile fa parte, con la località francese di La Rosière (Savoia), del comprensorio sciistico dell’Espace San Bernardo. 82 piste, aperte fino a primavera inoltrata, i cui panorami sulla catena del Monte Bianco e sul ghiacciaio del Rutor lasciano senza fiato. 38 moderni e veloci impianti di risalita e un unico skipass internazionale dal costo, abbastanza moderato, di circa 53 euro al giorno.

Gli impianti di risalita di La Thuile
Gli impianti di risalita di La Thuile

A La Thuile le mie piste preferite sono:

  • Pista num.3 Franco Berthod (nera): una delle più difficili piste italiane per via del suo 76% di pendenza massima aggravato dalla qualità della neve, generalmente molto dura se non addirittura ghiacciata.
  • Pista num.23 Touriasse (nera): è il classico pistone largo e dritto con una discreta pendenza, molto divertente per lanciarsi in velocità e piegare in conduzione. La pista si trova nel settore sciistico Piccolo San Bernardo.
  • Pista num.7 San Bernardo (rossa): con i suoi 11 km è una delle piste più lunghe d’Italia. Presenta diversi tratti semplici e, a volte, noiosi ma la consiglio spassionatamente per il panorama.
  • Pista num.18 Pointeilles (rossa): un’altra pista lunghissima che aumenta la sua difficoltà, restringendosi, man mano che ci si avvicina al paese.
Pista Franco Berthod
Pista Franco Berthod

La Rosière, nel versante francese, ha piste sempre esposte al sole che spesso nel pomeriggio diventano difficilmente praticabili. Tuttavia, segnalo una divertentissima pista rossa all’arrivo della seggiovia Mont Valaisan, a 2800 mt d’altitudine.  

Per una foto ricordo vi consiglio di raggiungere la passerella “Panoramic Experience” in cima alla seggiovia del Fort, che offre una vista mozzafiato sul Monte Bianco e un panorama a 360° tra Francia e Italia, con tanto di strapiombo sotto i vostri piedi. È inoltre installato un Photo Point con rilascio remoto in modalità “selfie” da scaricare tramite il proprio skipass.

La passerella “Panoramic Experience” dell’Espace San Bernardo
La passerella “Panoramic Experience” dell’Espace San Bernardo

La Thuile: non solo piste da sci

A La Thuile è possibile praticare ogni genere di sport invernale. Da qualche anno va molto di moda la Fat Biketendenza importata dall’Alaska – che permette di pedalare sulla neve e godere di panorami e sentieri creati appositamente per questa disciplina.

A cavallo tra la Francia e l’Italia, alla partenza della seggiovia Piccolo San Bernardo Express, è possibile dedicarsi a uno sport davvero insolito: lo snowkite. Come nel kitesurfing, anche con lo snowkite, per spostarsi è necessario avere una tavola ai piedi, un aquilone e una zona particolarmente ventosa.

Se siete degli amanti del freeride e le piste tradizionali vi stanno strette, a La Thuile è presente anche un servizio di heliski che vi permetterà di raggiungere velocemente la neve incontaminata del Rutor e del Miravidi.

Ovviamente, la Thuile offre anche attività più tranquille come piste dedicate allo sci di fondo e sentieri da percorrere con le ciaspole. I fondisti possono scegliere tra 3 anelli di diverse difficoltà per un totale di 11 km di piste.

Snowkite a La Thuile
Snowkite a La Thuile

Se cercate dei consigli su ristoranti e hotel a La Thuile sappiate che ho scritto un articolo dedicato a quest’argomento. Se, invece, state valutando altre località sciistiche in Valle d’Aosta vi consiglio di leggere i miei approfondimenti su Cervinia o il comprensorio del Monterosa Ski.

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I migliori hotel e ristoranti di La Thuile https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/28/i-migliori-hotel-e-ristoranti-di-la-thuile/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-migliori-hotel-e-ristoranti-di-la-thuile https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/28/i-migliori-hotel-e-ristoranti-di-la-thuile/#respond Fri, 28 Apr 2023 10:07:33 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5944 La Thuile è una delle località sciistiche più famose della Valle d’Aosta. Oltre alle sue piste da sci, vanta numerosi ristoranti e alberghi. In quest’articolo vi descriverò i miei preferiti.

L'articolo I migliori hotel e ristoranti di La Thuile proviene da La geografia del mio cammino.

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La Thuile è una delle località sciistiche più famose della Valle d’Aosta. Oltre alle sue piste da sci, vanta numerosi ristoranti e alberghi. In quest’articolo vi descriverò i miei preferiti.

Gli hotel di La Thuile

La Thuile non possiede moltissimi hotel. Vi parlerò delle uniche due strutture in cui ho alloggiato nel corso di questi anni. Una valida alternativa è quella d’alloggiare a Pré Saint Didier o Cormayeur.

Le Miramonti Hotel & Wellness

Le Miramonti è ubicato in una posizione spettacolare e romantica, circondato dagli elementi naturali dell’acqua e della montagna. L’hotel sorge nel cuore di La Thuile a 400 mt di distanza dalle piste da sci. Le camere, in stile alpino, sono appena state rinnovate e si sono rivelate comode, spaziose e pulitissime. La colazione è fantastica: prodotti km zero e piatti preparati al momento. Il centro benessere, pur essendo molto piccolo, ha tutto ciò di cui avrete bisogno dopo una giornata sugli sci. Quali sono quindi i “punti deboli” di questo hotel? Il servizio e l’accoglienza lasciano un po’ a desiderare. Infine, per via della sua posizione, i parcheggi e la ski room sono un po’ scomodi da raggiungere.

Le Miramonti Hotel & Wellness
Le Miramonti Hotel & Wellness

Montana Lodge & SPA

Un vero 5 stelle in cui ci si sente coccolati dall’inizio alla fine del soggiorno. Il personale è gentilissimo, pronto a soddisfare ogni richiesta. Le camere di design rispecchiano tutte le caratteristiche che dovrebbe avere un hotel di montagna. La spa è meravigliosa: ampia piscina riscaldata con vista sulle montagne, vasche idromassaggio, sauna e bagno turco. La ristorazione è eccellente: piatti gourmet che potrebbero ambire alla menzione Michelin, cucinati con materie prime d’altissima qualità. Un connubio di sapori antichi della tradizione e di moderna eleganza. L’unica pecca è la distanza dalle piste da sci, prontamente compensata da un ottimo servizio di navetta gratuita, disponibile a tutte le ore.

Montana Lodge & SPA
Montana Lodge & SPA

I ristoranti di La Thuile

La Thuile non può vantare ristoranti gourmet o stelle michelin ma può decisamente giocarsi ottime carte sulla cucina valdostana.

Le Coq Maf

Il miglior ristorante nel centro di La Thuile. Una location accogliente, arredata combinando tradizione e modernità. Le Coq Maf offre un servizio di livello, soprattutto per la presenza di sommelier appassionati di vini locali, sempre pronti a dare il giusto consiglio. La cucina propone piatti della tradizione valdostana e si concentra su proposte di carne. Io ordino spesso la “Zigonia”, tenera carne di manzo arrotolata e cotta su uno spiedone di legno. Prezzo medio a persona (vino incluso): 45 euro

I ristoranti di La Thuile: Le Coq Maf
I ristoranti di La Thuile: Le Coq Maf

Lo Riondet

Lo Riondet è sicuramente il ristorante più glamour di La Thuille, grazie anche alla sua partecipazione al programma Masterchef. Dalle 11.00 alle 16.00 accoglie sciatori ed escursionisti in una terrazza soleggiata, in cui degustare prodotti della tradizione sorseggiando dell’ottimo Champagne Ruinart. Di sera, in inverno, offre la possibilità di prenotare cene con menù degustazione. Il costo della cena include il trasporto dal paese con gatti delle nevi. La specialità della cucina è la selvaggina, cacciata personalmente dai proprietari del rifugio. Il conto, a mio avviso, è sproporzionato rispetto alla qualità delle portate. Prezzo del menù degustazione (bevande escluse): 100 euro

Le Petit Skieur

Le Petit Skieur è l’unico après-ski di tutta La Thuile. È qui che potrete rilassarvi e bere qualche birra o calice di vino alla fine delle vostre giornate sulla neve. Tuttavia, oltre a conquistare gli sciatori con i suoi drink, il locale offre un servizio di cucina all-day che comprende taglieri, pizze e qualche piatto della tradizione locale. Io ho apprezzato moltissimo la pizza.

I ristoranti di La Thuile: Le Petit Skieur
I ristoranti di La Thuile: Le Petit Skieur

La Rosière (non solo Italia)

Se volete bere o mangiare qualcosa oltre il confine italiano, nella stazione sciistica di La Rosière, consiglio una sosta a L’Antigel, uno chalet in pietra e legno che serve ottimi hamburger accompagnati da birra o calici di vino.

L’Antigel
L’Antigel

Se state programmando un week-end di sci a La Thuile, oltre ai suoi ristoranti, non perdete i miei consigli sulla ski area dell’Espace San Bernardo.

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Rocche dei Manzoni, dal Barolo al Metodo Classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/11/rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/11/rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico/#respond Tue, 11 Apr 2023 15:09:35 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5910 Rocche dei Manzoni nasce nel lontano 1974 quando Valentino Migliorini e sua moglie Elena decidono di lasciare il loro ristorante stellato “Da Valentino” a Caorso (Piacenza) per trasferirsi nelle Langhe. È qui che acquistano una tenuta a Monforte d’Alba e iniziano la loro produzione vinicola.

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Ad accoglierci nella cantina Rocche dei Manzoni troviamo Chiara, che da quasi 40 anni presta servizio per l’azienda vinicola e ne conosce ogni singolo metro quadrato.

Rocche dei Manzoni nasce nel lontano 1974 quando Valentino Migliorini e sua moglie Elena decidono di lasciare il loro ristorante stellato “Da Valentino” a Caorso (Piacenza) per trasferirsi nelle Langhe. È qui che acquistano una tenuta a Monforte d’Alba e iniziano la loro produzione vinicola. Valentino è un grande innovatore e nel 1976 crea il suo primo blend di nebbiolo e barbera. Due anni dopo, nel 1978, avvia la produzione di bollicine Metodo Classico e, per finire, introduce le barrique per l’affinamento dei rossi. Nel 1982 la barrique fu impiegata per tutte le vinificazioni e nel 1999 fu prodotto il primo Barolo Riserva 10 anni.

Oggi l’azienda è guidata dal figlio di Valentino, Rodolfo Migliorini, che si è formato nelle Langhe e ha compiuto diverse esperienze all’estero. Lui e l’enologo Giuseppe Albertino continuano con orgoglio il cammino intrapreso da Valentino. Rodolfo, forte dell’eredità paterna, nel 2008 introduce in cantina un’altra importante innovazione: le uova di cemento che, grazie alla loro porosità, rendono i vini rossi ancora più eleganti e setosi, facendogli compiere un ultimo scatto evolutivo.

Uova di cemento
Uova di cemento

Rocche dei Manzoni: la cantina

La parola che meno s’addice alla descrizione di questa cantina è sicuramente “sobrietà”. Rocche dei Manzoni ama lo sfarzo e non lo nasconde!

La tenuta, in cui tuttora vive la famiglia Migliorini, è integrata perfettamente con l’ambiente circostante e si sviluppa su tre livelli, dedicati ai diversi affinamenti del vino. All’interno della cantina arte, cultura e musica si fondono per dare vita a un’esperienza originale. Lo spazio più emozionante è sicuramente la cupola affrescata dal pittore Guy Rivoir in cui risuonano le note di una melodia di Ezio Bosso composta appositamente per l’amico Rodolfo Migliorini.

Rocche dei Manzoni: la cantina
Rocche dei Manzoni: la cantina

L’azienda vinicola possiede circa 60/70 ettari, di cui almeno l’80% ubicati nel comune di Monforte, tutti vitati a Nebbiolo da Barolo, Chardonnay e Pinot Nero. L’età media delle piante, allevate a Guyot, è di circa 35 anni. La produzione annua della cantina s’aggira intorno alle 250.000 bottiglie.

Rocche dei Manzoni predilige pratiche di cantina poco invasivedi natura agro-ecologica – e pone moltissima attenzione alle peculiarità di ogni singola vigna, studiandone la composizione e la conformazione, date principalmente dal microclima e dall’esposizione.

Rocche dei Manzoni: la degustazione

Rocche dei Manzoni ha due anime interconnesse ma, allo stesso tempo, ben distinte: quella dei grandi vini rossi piemontesi e quella delle bollicine Metodo Classico.

Degustazione presso Rocche dei Manzoni
Degustazione presso Rocche dei Manzoni

Le bollicine

Rocche dei Manzoni ha 4 referenze legate alla produzione di bollicine Metodo Classico, con prezzi importanti, giustificati però dalla qualità. Noi ne abbiamo degustate due:

Brut Valentino ()

100% Chardonnay. Maturazione sui lieviti per almeno 120 mesi e affinamento in bottiglia di almeno altri 8/12 mesi prima della messa in vendita. Sentori di lieviti e pasticceria, complessità, persistenza e sapore secco.

Brut Rosé Valentino ()

85% Pinot Nero e 15% Chardonnay. Maturazione sui lieviti per almeno 60 mesi e affinamento in bottiglia di almeno altri 6 mesi prima della messa in vendita. Note di pompelmo e arancia rossa con sentori minerali e speziati sullo sfondo.

Brut Rosé Valentino ()
Brut Rosé Valentino ()

I vini rossi piemontesi

Rocche dei Manzoni ha moltissime referenze legate ai vini rossi piemontesi: 3 Langhe DOC, 2 Barbera, 1 Dolcetto d’Alba e – ovviamente – 5 Baroli. Ecco cosa abbiamo scelto d’assaggiare:

Langhe Rosso DOC “Quatr Nas”

Questo vino è chiamato iconicamente “quattro nasi” perché racchiude le uve di 4 varietà differenti: 50% Nebbiolo e 50% Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Merlot. L’invecchiamento avviene sia in legno che in cemento. Questo vino regala profumi complessi e di grande varietà e sa essere delicato, rotondo e morbido.

Langhe Rosso DOC "Quatr Nas"
Langhe Rosso DOC “Quatr Nas”

Barolo DOCG “Vigna Cappella di S. Stefano”

100% Nebbiolo da Barolo. Vigna d’la Roul (vigna della rovere) è uno dei principali cru della cantina, il cui vigneto – esposto a sud – è ubicato in località Manzoni Soprani. Un Barolo di grande struttura, molto longevo, con profumi persistenti e pungenti. Il più “maschio” dei vini prodotti da Rocche dei Manzoni.

Barolo DOCG “Vigna d’la Roul”

100% Nebbiolo da Barolo. Vigna Cappella di Santo Stefano è ubicata a Perno, una frazione di Monforte d’Alba. Dalla vinificazione delle sue uve s’ottengono vini strutturati e dai tannini vellutati. Un Barolo con un bouquet ricco e persistente, caratterizzato da una buona eleganza e armoniosità.

Barolo DOCG "Vigna d'la Roul"
Barolo DOCG “Vigna d’la Roul”

Inoltre…

Se siete appassionati d’enoturismo e amate la regione Piemonte v’invito a leggete i miei approfondimenti su alcune cantine delle Langhe e sulla città di Barolo.

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Morellino di Scansano: i vini della Cantina Terenzi https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/03/29/morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/03/29/morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi/#respond Wed, 29 Mar 2023 06:03:01 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5886 L’azienda vinicola nata nel 2004 possiede 150 ettari di terreno - di cui 60 vitati e 14 occupati da ulivi secolari – e una cantina di circa 3.000 mq che include anche aree dedicate all’hospitality.

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Oggi vorrei parlarvi del Morellino di Scansano e, nello specifico, dei vini della Cantina Terenzi.

La denominazione

Il Morellino di Scansano ottiene la DOCDenominazione d’origine controllata – nel 1978 e circa 40 anni dopo, nel 2006, lo stesso vino riceve anche la DOCG Denominazione d’origine controllata e garantita.

Il Morellino di Scansano DOCG è prodotto per almeno l’85% con uve del vitigno Sangiovese che, localmente, viene anche chiamato Morellino. Il restante 15% può essere coperto da alti vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione nella regione Toscana. Il Morellino di Scansano è qualificato con la menzione “riserva” quando viene sottoposto ad almeno due anni d’invecchiamento, di cui uno in botti di legno.

Questa tipologia di vino può essere prodotta nella provincia di Grosseto e, più precisamente, nei comuni di Scansano, Manciano, Magliano in Toscana, Grosseto, Campagnatico, Semproniano e Roccalbegna. Il Morellino di Scansano è un vino con un buon tenore d’acidità, di colore rosso rubino, con tendenza al granato se parliamo della classificazione “riserva”. Il profumo è intenso, con note di frutti rossi, più maturi e speziati nelle bottiglie che vengono lasciate invecchiare.

Morellino di Scansano, imbottigliatrice
Morellino di Scansano, imbottigliatrice

La Cantina Terenzi e i suoi vini

Tra le cantine che producono i vini Morellino di Scansano, quella di Terenzi è sicuramente la mia preferita. L’azienda vinicola nata nel 2004 possiede 150 ettari di terrenodi cui 60 vitati e 14 occupati da ulivi secolari – e una cantina di circa 3.000 mq che include anche aree dedicate all’hospitality. Oggi questo patrimonio è nelle mani di tre giovani fratelli d’origine nobile: Federico, Balbino e Francesca.

La bottaia
La bottaia

La produzione si assesta intorno alle 400.000 bottiglie annue e comprende 3 referenze di vino bianco, 5 referenze di vino rosso e 1 vino dolce. Le tenute della famiglia Terenzi si strutturano su 5 territori differenti:

  1. Vigneto Cerreto Piano: terreni argillo-limosi ricchi di minerali e potassio. 19 ettari destinati a differenti varietà: Sangiovese, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Vermentino e Viogner.
  2. Vigneto Crognoleta: vicino al mare, con terreni sabbiosi e molto esposti al sole, con una piovosità ridottissima. 10 ettari destinati a differenti varietà: Alicante, Merlot, Moltepulciano, Sangiovese, Syrah, Vermentino.
  3. Vigneto Madre Chiesa: l’unico Cru dell’azienda, con terreni simili a quelli del vigneto Cerreto Piano. 4 ettati destinati solo al Sangiovese.
  4. Vigneto Montedonico: terreni argillosi e sabbiosi con una grande presenza di calcare. 16 ettari destinati a differenti varietà: Cabernet Sauvignon, Malbec, Petit Verdot, Sangiovese, Syrah, Vermentino e Viogner.
  5. Vigneto Salaioli: terreni simili a quelli del vigneto Montedonico. 4 ettari destinati a Sangiovese e Malvasia.
La Cantina Terenzi
La Cantina Terenzi

I vini della cantina Terenzi: la degustazione

Tutte le visite in azienda iniziano con una descrizione della mappa dei vigneti e proseguono poi nelle cantine, cuore pulsante della proprietà. È qui che, grazie alle più moderne tecnologie, nascono i vini di Terenzi. Le degustazioni si svolgono all’interno di una meravigliosa saletta panoramica e vengono accompagnate da bruschette e piccoli assaggi. Io non ho resistito dal provare tutta la gamma…

Balbino, Maremma Toscana DOC Vermentino

Un Vermentino elegante, fresco e sapido con aromi floreali e fruttati tipici del vitigno. Affinato in acciaio.

Montedonico, Toscana IGT Viognier

Un Viognier fresco e minerale con sentori di pera e albicocca. Affinato in acciaio.

Balbinvs, Maremma Toscana DOC Vermentino

Un tributo al Vermentino, vitigno capace d’evolvere nel tempo. Un vino floreale e fruttato, con una buona persistenza, affinato sia in ovetti di ceramica che in acciaio.

I vini bianchi della Cantina Terenzi
I vini bianchi della Cantina Terenzi

Bramaluce, Maremma Toscana Rosso DOC

Un blend di Sangiovese e Syrah, unico nel suo genere. Sapore intenso ed elegante con una bella rotondità. Affinato in acciaio.

Morellino di Scansano

Un Morellino classico che colpisce per freschezza, eleganza e bevibilità. Un vino con tannini ben bilanciati, morbidi e persistenti.

Purosangue, Morellino di Scansano Riserva

Un Morellino Riserva da uve Sangiovese in purezza. Succoso ed elegante, affinato in botti grandi e con profumi complessi e avvolgenti.

Madrechiesa 2018

Madrechiesa è il vino più rappresentativo della Cantina Terenzi ed è anche il mio preferito. Rappresenta la selezione di un singolo vigneto, massima espressione del Sangiovese. L’affinamento è identico a quello del Morellino Riserva ma i sentori sono più speziati e il corpo pieno e bilanciato, con tannini maturi e ben evoluti.

Francesca Romana, Toscana IGT

Un blend di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, caratterizzato da una rara freschezza ed eleganza. Affinato 18 mesi in barrique di rovere francese.

La degustazione
La degustazione

Il costo dell’esperienza varia dalle 35 alle 70 euro, a seconda di cosa desiderate assaggiare e degustare. Troverete, infatti, dei pacchetti che comprendono pranzi, pic-nic tra le vigne e cene sotto le stelle.

La degustazione
La degustazione

Non solo vino…

Se avete del tempo a disposizione vi consiglio di leggere i miei articoli dedicati alla Maremma e alla Val d’Orcia, con piccoli approfondimenti sulle Cantine di Montalcino e sulla zona del Chianti Classico.

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