Piemonte Archivi - La geografia del mio cammino https://www.lageografiadelmiocammino.com/category/italia/piemonte/ Mila Camnasio, Travel Blogger Tue, 11 Apr 2023 15:09:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Rocche dei Manzoni, dal Barolo al Metodo Classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/11/rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/11/rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico/#respond Tue, 11 Apr 2023 15:09:35 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5910 Rocche dei Manzoni nasce nel lontano 1974 quando Valentino Migliorini e sua moglie Elena decidono di lasciare il loro ristorante stellato “Da Valentino” a Caorso (Piacenza) per trasferirsi nelle Langhe. È qui che acquistano una tenuta a Monforte d’Alba e iniziano la loro produzione vinicola.

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Ad accoglierci nella cantina Rocche dei Manzoni troviamo Chiara, che da quasi 40 anni presta servizio per l’azienda vinicola e ne conosce ogni singolo metro quadrato.

Rocche dei Manzoni nasce nel lontano 1974 quando Valentino Migliorini e sua moglie Elena decidono di lasciare il loro ristorante stellato “Da Valentino” a Caorso (Piacenza) per trasferirsi nelle Langhe. È qui che acquistano una tenuta a Monforte d’Alba e iniziano la loro produzione vinicola. Valentino è un grande innovatore e nel 1976 crea il suo primo blend di nebbiolo e barbera. Due anni dopo, nel 1978, avvia la produzione di bollicine Metodo Classico e, per finire, introduce le barrique per l’affinamento dei rossi. Nel 1982 la barrique fu impiegata per tutte le vinificazioni e nel 1999 fu prodotto il primo Barolo Riserva 10 anni.

Oggi l’azienda è guidata dal figlio di Valentino, Rodolfo Migliorini, che si è formato nelle Langhe e ha compiuto diverse esperienze all’estero. Lui e l’enologo Giuseppe Albertino continuano con orgoglio il cammino intrapreso da Valentino. Rodolfo, forte dell’eredità paterna, nel 2008 introduce in cantina un’altra importante innovazione: le uova di cemento che, grazie alla loro porosità, rendono i vini rossi ancora più eleganti e setosi, facendogli compiere un ultimo scatto evolutivo.

Uova di cemento
Uova di cemento

Rocche dei Manzoni: la cantina

La parola che meno s’addice alla descrizione di questa cantina è sicuramente “sobrietà”. Rocche dei Manzoni ama lo sfarzo e non lo nasconde!

La tenuta, in cui tuttora vive la famiglia Migliorini, è integrata perfettamente con l’ambiente circostante e si sviluppa su tre livelli, dedicati ai diversi affinamenti del vino. All’interno della cantina arte, cultura e musica si fondono per dare vita a un’esperienza originale. Lo spazio più emozionante è sicuramente la cupola affrescata dal pittore Guy Rivoir in cui risuonano le note di una melodia di Ezio Bosso composta appositamente per l’amico Rodolfo Migliorini.

Rocche dei Manzoni: la cantina
Rocche dei Manzoni: la cantina

L’azienda vinicola possiede circa 60/70 ettari, di cui almeno l’80% ubicati nel comune di Monforte, tutti vitati a Nebbiolo da Barolo, Chardonnay e Pinot Nero. L’età media delle piante, allevate a Guyot, è di circa 35 anni. La produzione annua della cantina s’aggira intorno alle 250.000 bottiglie.

Rocche dei Manzoni predilige pratiche di cantina poco invasivedi natura agro-ecologica – e pone moltissima attenzione alle peculiarità di ogni singola vigna, studiandone la composizione e la conformazione, date principalmente dal microclima e dall’esposizione.

Rocche dei Manzoni: la degustazione

Rocche dei Manzoni ha due anime interconnesse ma, allo stesso tempo, ben distinte: quella dei grandi vini rossi piemontesi e quella delle bollicine Metodo Classico.

Degustazione presso Rocche dei Manzoni
Degustazione presso Rocche dei Manzoni

Le bollicine

Rocche dei Manzoni ha 4 referenze legate alla produzione di bollicine Metodo Classico, con prezzi importanti, giustificati però dalla qualità. Noi ne abbiamo degustate due:

Brut Valentino ()

100% Chardonnay. Maturazione sui lieviti per almeno 120 mesi e affinamento in bottiglia di almeno altri 8/12 mesi prima della messa in vendita. Sentori di lieviti e pasticceria, complessità, persistenza e sapore secco.

Brut Rosé Valentino ()

85% Pinot Nero e 15% Chardonnay. Maturazione sui lieviti per almeno 60 mesi e affinamento in bottiglia di almeno altri 6 mesi prima della messa in vendita. Note di pompelmo e arancia rossa con sentori minerali e speziati sullo sfondo.

Brut Rosé Valentino ()
Brut Rosé Valentino ()

I vini rossi piemontesi

Rocche dei Manzoni ha moltissime referenze legate ai vini rossi piemontesi: 3 Langhe DOC, 2 Barbera, 1 Dolcetto d’Alba e – ovviamente – 5 Baroli. Ecco cosa abbiamo scelto d’assaggiare:

Langhe Rosso DOC “Quatr Nas”

Questo vino è chiamato iconicamente “quattro nasi” perché racchiude le uve di 4 varietà differenti: 50% Nebbiolo e 50% Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Merlot. L’invecchiamento avviene sia in legno che in cemento. Questo vino regala profumi complessi e di grande varietà e sa essere delicato, rotondo e morbido.

Langhe Rosso DOC "Quatr Nas"
Langhe Rosso DOC “Quatr Nas”

Barolo DOCG “Vigna Cappella di S. Stefano”

100% Nebbiolo da Barolo. Vigna d’la Roul (vigna della rovere) è uno dei principali cru della cantina, il cui vigneto – esposto a sud – è ubicato in località Manzoni Soprani. Un Barolo di grande struttura, molto longevo, con profumi persistenti e pungenti. Il più “maschio” dei vini prodotti da Rocche dei Manzoni.

Barolo DOCG “Vigna d’la Roul”

100% Nebbiolo da Barolo. Vigna Cappella di Santo Stefano è ubicata a Perno, una frazione di Monforte d’Alba. Dalla vinificazione delle sue uve s’ottengono vini strutturati e dai tannini vellutati. Un Barolo con un bouquet ricco e persistente, caratterizzato da una buona eleganza e armoniosità.

Barolo DOCG "Vigna d'la Roul"
Barolo DOCG “Vigna d’la Roul”

Inoltre…

Se siete appassionati d’enoturismo e amate la regione Piemonte v’invito a leggete i miei approfondimenti su alcune cantine delle Langhe e sulla città di Barolo.

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Bollicine piemontesi: la cantina Marcalberto https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/07/30/alta-langa-la-cantina-marcalberto/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=alta-langa-la-cantina-marcalberto https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/07/30/alta-langa-la-cantina-marcalberto/#respond Sat, 30 Jul 2022 06:15:08 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5327 Marcalberto è una cantina nata nel 1995 a Santo Stefano Belbo dalla passione e dall’esperienza di Pietro Cane, papà di Marco e Alberto, gli attuali proprietari dell’azienda vinicola. Attualmente la cantina conta 9 ettari vitati e produce 70.000 bottiglie.

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Marcalberto è una cantina nata nel 1995 a Santo Stefano Belbo (Alta Langa) dalla passione e dall’esperienza di Pietro Cane, papà di Marco e Alberto, gli attuali proprietari dell’azienda vinicola. Entrambi i figli – seconda generazione – hanno studiato enologia e si definiscono grandi amanti delle bollicine francesi e del Metodo Classico.

Attualmente la cantina Marcalberto conta 9 ettari vitati e produce 70.000 bottiglie, suddivise in 7 diverse referenze (6 bollicine e 1 rosso). Le vigne si trovano in cinque Comuni dell’Alta Langa: Loazzolo, Cossano Belbo, Cassinasco, Colazzo e Santo Stefano. Tra questi, Loazzolo è il loro miglior “cru” perché i vigneti sono ubicati a 600 mt d’altitudine.

Marcalberto, Metodo Classico Nature
Marcalberto, Metodo Classico Nature

Marcalberto è l’unica cantina italiana ad aver acquistato e a utilizzare, per tutta la sua produzione, la pressa “marmonnier” Coquard. Questa scelta permette una spremitura più soffice delle uve, che rende le bollicine molto più fini. Il metodo di vinificazione della cantina si basa sull’utilizzo – per il 50%di botti in acciaio e – per l’altro 50%di botti in legno di rovere francese, al terzo o quarto passaggio.

Il mercato principale dell’azienda è quello italiano, che pesa circa l’80%. La vendita in cantina e, quindi, l’enoturismo rappresentano un ottimo business per l’azienda vinicola, che sta costruendo un’area dedicata all’hospitality. I due fratelli si sono impegnati nella ristrutturazione di un vecchio podere adiacente alla proprietà, alle spalle del quale hanno già impiantato un nuovo vigneto.

Marcalberto, Metodo Classico Rosé
Marcalberto, Metodo Classico Rosé

La degustazione

L’attuale sala degustazioni della cantina Marcalberto era una stalla. Al suo interno troverete una barricaia e un tavolo composto da pupitres e bottiglie. La visita con tre Medoto Classico in degustazione costa 15 euro mentre se si vuole provare tutta la gamma il prezzo sale a 20 euro.

Le referenze della cantina sono:

  • Sansannée: 60% Pinot Nero e 40% Chardonnay. Solo acciaio. 6 g/l di zucchero. Rappresenta il 50% della produzione.
  • Rosé: 80% Pinot Nero (vinificato principalmente in bianco) e 20% Chardonnay. Solo acciaio. 6 g/l di zucchero.
  • Blancdeblancs: 100% Chardonnay. Pas dosè. 30/36 mesi sui lieviti. Affinamento in botti di rovere grandi.
  • Millesimo2Mila17: 70% Pinot Nero e 30% Chardonnay. 3 g/l di zucchero. Affinamento in barrique. 36/38 mesi sui lieviti.
  • Nature: 100% Pinot Nero. Senza solfini aggiunti. 36 mesi sui lieviti.
  • Asti Metodo Classico: 100% Moscato Bianco. Un vino dolce ma non troppo.
  • LavorareStanca 17: 100% Pinot Nero. Il primo esperimento “in rosso” della cantina.
Marcalberto, Millesimo2Mila17
Marcalberto, Millesimo2Mila17

Inoltre…

Le bollicine piemontesi dell’Alta Langa appartengono ad una fascia di mercato in espansione. Nel 2027 la produzione annua stimata arriverà a circa 8 milioni di bottiglie contro l’attuale milione.

La cantina Marcalberto
La cantina Marcalberto

Se siete appassionati di enoturismo e amate la regione Piemonte leggete i miei approfondimenti sulle cantine delle Langhe e sulla città di Barolo.

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Le migliori cantine piemontesi: La Spinetta https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/07/28/le-migliori-cantine-piemontesi-la-spinetta/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-migliori-cantine-piemontesi-la-spinetta https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/07/28/le-migliori-cantine-piemontesi-la-spinetta/#respond Thu, 28 Jul 2022 10:21:08 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5313 Oggi vi porto a Castagnola delle Lanze, tra le Langhe e il Monferrato. Qui troviamo la sede della cantina La Spinetta, fondata nel 1977 dalla famiglia Rivetti. A partire dalla metà degli anni 80’, con l’inserimento in azienda dei tre figli, la struttura della cantina è stata rinnovata e ampliata. Oggi i Rivetti sono alla loro terza generazione.

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Oggi vi porto a Castagnola delle Lanze, tra le Langhe e il Monferrato. Qui troviamo la sede della cantina La Spinetta, fondata nel 1977 dalla famiglia Rivetti. A partire dalla metà degli anni 80’,  con l’inserimento in azienda dei tre figli, la struttura della cantina è stata rinnovata e ampliata. Oggi i Rivetti sono alla loro terza generazione e la “qualità” dei loro vini è affidata all’enologo Andrea Rivetti.

Cantina La Spinetta, Piemonte
Cantina La Spinetta, Piemonte

L’azienda piemontese produce circa 500.000 bottiglie annue con vitigni di Moscato – che rappresentano il 40% della produzione totale – Barbera e Nebbiolo. La sua produzione è rivolta per l’85% al mercato estero, prevalentemente statunitense e tedesco. Anche l’enoturismo, negli ultimi anni, è un’ottima fonte di business. La cantina è aperta per visite e degustazioni dal lunedì alla domenica, solo su appuntamento. Il costo della visita dipenderà dai vini che assaggerete.

La Spinetta predilige vini ricavati da “singoli cru” e possiede vigne che hanno ormai più di 60 anni.  Oltre a produrre degli eccellenti vini rossi, La Spinetta ha recentemente lanciato sul mercato un nuovo vino a bacca bianca: il Timorasso. Questa referenza è stata accolta positivamente dalla critica e quest’anno ne sono state prodotte 35.000 bottiglie.

I vigneti della cantina La Spinetta
I vigneti della cantina La Spinetta

La degustazione

Per la nostra degustazione abbiamo scelto di concentrarci sui vini rossi. Ecco le referenze che abbiamo assaggiato:

  • Barbera d’Asti Bionzo
  • Barbera d’Alba Gallina
  • Barbaresco Gallina: gusto morbido e femminile
  • Barbaresco Starderi: gusto mascolino e speziato.
  • Barbaresco Valeirano: minerale e molto strutturato, ma non prepotente.
  • Barolo Campè
  • Barolo Garretti

Il simbolo del rinoceronte, fortemente legato all’azienda vinicola, è opera di un illustratore amico della famiglia Rivetti. Quest’immagine simboleggia la potenza dell’animale, accostata alla potenza del vitigno “nebbiolo” e dei vini della cantina.

I diversi Barbareschi in degustazione
I diversi Barbareschi in degustazione
Barolo Campè
Barolo Campè

Inoltre…

Oltre alla Cantina di Castagnola delle Langhe e a quella di Grinzane Cavour, la famiglia Rivetti possiede anche la Cantina Contrattodi cui parlo nel mio articolo dedicato all’enoturismo nelle Langhe – e la Cantina Casanova della Spinetta, nella provincia di Pisa. Con questi altri due business l’azienda vinicola arriva a produrre circa 1 milione di bottiglie, con 100 ettari vitati in Piemonte e 70 ettari in Toscana.

I vigneti della cantina La Spinetta
I vigneti della cantina La Spinetta

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I migliori ristoranti e hotel ad Alagna Valsesia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/01/24/i-migliori-ristoranti-e-hotel-alagna-valsesia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-migliori-ristoranti-e-hotel-alagna-valsesia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/01/24/i-migliori-ristoranti-e-hotel-alagna-valsesia/#respond Mon, 24 Jan 2022 14:33:08 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4783 Una domanda che mi sono spesso sentita porre, poiché amante e appassionata della Valsesia e del Monte Rosa, riguarda i migliori ristoranti e hotel di Alagna. Una doverosa premessa è che in questa località l’offerta ristorativa e alberghiera fatica a soddisfare la domanda. Ma andiamo per ordine…

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Una domanda che mi sono spesso sentita porre, poiché amante e appassionata della Valsesia e del Monte Rosa, riguarda i migliori ristoranti e hotel di Alagna.

Una doverosa premessa è che in questa località l’offerta ristorativa e alberghiera fatica a soddisfare la domanda. Ma andiamo per ordine…

Dove dormire ad Alagna Valsesia

In quest’articolo vi voglio segnalare tre strutture che rispondono a tre esigenze diverse: location di lusso, albergo comodo ma economico e struttura fuoriporta.

Hotel di lusso

L’hotel più bello di Alagna si chiama MIRA Alagna Mountain Resort. Al suo interno troverete anche il ristorante e la spa più famosi della zona, che vi descriverò nei prossimi paragrafi. I prezzi sono elevati ma giustificati dal comfort delle camere e dai servizi offerti. La colazione è abbondante e varia. Al rientro dalla vostra giornata troverete ad attendervi una merenda. Il sabato l’hotel propone lezioni di yoga gratuite.

MIRA Alagna Mountain Resort
MIRA Alagna Mountain Resort

Alloggio economico

L’alloggio migliore, se si considera il rapporto qualità/prezzo, è quello offerto dal residence Kalipè. Aperta da poco più di tre anni, questa struttura, ubicata nella via pedonale del paese, è composta da appartamenti appena ristrutturati e dotati di ogni comodità. Bagni di ultima generazione, tv con canali satellitari, piano cottura, macchina del caffè e parcheggio.

Albergo fuoriporta

Se non trovate un posto in cui dormire ad Alagna, dovrete per forza valutare i paesi limitrofi. A me è accaduto spesso e la mia scelta è sempre ricaduta sull’albergo Passepartout di Scopello, una piccola struttura gestita da una coppia di ragazzi giovani e volenterosi. Le camere sono curate, i letti comodissimi e i bagni degni di un hotel di lusso. Il paese è molto carino ma ha poco da offrire quindi vi consiglio di cenare comunque ad Alagna.

Hotel Passepartout, Scopello
Hotel Passepartout, Scopello

Dove mangiare ad Alagna Valsesia

L’offerta gastronomica di Alagna è abbastanza limitata e molti ristoranti raggiungono a fatica la sufficienza. Se volete mangiare divinamente seguite i miei consigli.

Fascia di prezzo alta

Per una cena gourmet ad Alagna Valsesia vi propongo due ristoranti, entrambi all’interno di una struttura alberghiera.

La prima location si chiama Corno Bianco e la trovate all’interno del Mira Alagna Mountain Resort. I piatti sono fantasiosi e molto curati. Potrete scegliere tra portate di carne, pesce e piatti della tradizione. Io ho assaggiato l’arrosto di maiale con canederli e ne sono rimasta soddisfatta. Il prezzo, considerata l’offerta del ristorante, non è per niente elevato. L’unica “pecca” è la carta dei vini troppo commerciale.

I ristoranti di Alagna: Hotel MH Cristallo
I ristoranti di Alagna: Hotel MH Cristallo

La seconda struttura si trova all’interno del MH Cristallo di Alagna. Il ristorante propone un menù degustazione di 4 portate al costo di 50 euro o una classica cena “à la carte”. I piatti sono pochi ma la qualità del cibo è eccellente: una cucina per niente scontata, accompagnata da una buona selezione di vini. Io ho scelto una tartare di manzo, abbinata a ottime salse, e un petto d’anatra cotto alla perfezione. Fantasmagorico il dolce: una bonèt rivisitata con gelato al limone.

Fascia di prezzo media

Sulla via principale del paese, ad Alagna, sarà facile imbattervi nel ristorante Cà Nostra. Partiamo dai difetti: la location lascia un po’ a desiderare. Tuttavia, passata l’empasse iniziale, la cucina saprà conquistarvi con piatti della tradizione. Io ho mangiato un’ottima tartare di fassona affumicata al momento ma ho assaggiato anche della pasta al ragù di cervo e ne sono rimasta piacevolmente colpita. La carta dei vini è interessante, il servizio curato mentre il rapporto qualità/prezzo leggermente elevato.

I ristoranti di Alagna: Dir Und Don
I ristoranti di Alagna: Cà Nostra

Se cercate una location in tipico stile Walser, molto curata nei dettagli, il ristorante Zam Tachji farà sicuramente al caso vostro. Ubicata ad Alagna, dietro all’hotel Cristallo, questa struttura immersa nella natura propone un menù composto da polenta, cervo, hamburger, taglieri, risotti e ottimi dolci fatti in casa. L’ambiente è familiare ed è possibile prenotare sia all’esterno (pranzo) che all’interno (cena).

I ristoranti di Alagna: Zam Tachji
I ristoranti di Alagna: Zam Tachji

Ristoranti ad alta quota

Per un pranzo sulle piste – tra Alagna e Gressoney – vi consiglio il ristorante Stolemberg, ubicato all’arrivo della funivia Salati.  Il suo punto forte è la vista meravigliosa su tutto l’arco alpino. La cucina, come ogni altro rifugio della zona, offre specialità della tradizione valdostana. Se, invece, preferite qualcosa di easy e veloce vi consiglio una sosta al “chiringuito sulla neve” di Manfro, titolare di una spiaggia di Rimini. Il gatto delle nevi – trasformato in bar – serve piadine e sardoncini accompagnati da birre, spritz e patatine fritte.

Fascia di prezzo bassa

Per una colazione o uno spuntino leggero andate al bar Chaisscheri, di fronte alla partenza degli impianti di risalita del paese. Per un aperitivo o una cena informale scegliete l’enoteca An Bacher Wi che in dialetto tedesco locale significa “un bicchiere di vino”. Questo ritrovo molto frequentato è situato lungo la via principale del paese, nell’area pedonale. L’ambiente è senza pretese, il personale è amichevole e l’aperitivo è molto sostanzioso.

Enoteca An Bacher Wi
Enoteca An Bacher Wi

Centri benessere ad Alagna Valsesia

Nella località di Alagna avrete a disposizione due strutture. La prima è la SPA del MIRA Alagna Mountain Resort alla quale potrete accedere solo fino alle ore 17.00 perché in serata il centro benessere è riservato agli ospiti dell’hotel. Al suo interno troverete sauna, bagno turco e una bella piscina riscaldata indoor e outdoor con diversi spazi in cui sono stati ricavati getti d’idromassaggio. La seconda struttura è il centro benessere Flower Wellness che accoglie tutti fino alle ore 20.00 ma che è decisamente più contenuto. Qui troverete una sauna, una piccola vasca idromassaggio e una doccia emozionale. Non ho provato i trattamenti in nessuna delle due strutture.

MIRA Alagna Mountain Resort, SPA
MIRA Alagna Mountain Resort, SPA

Alagna Valsesia è una delle località del comprensorio sciistico Monterosa Ski, al quale ho dedicato un lungo articolo che v’invito a leggere.

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Cosa vedere a Barolo, il paese delle cantine e del buon vino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/11/11/cosa-vedere-a-barolo-il-paese-delle-cantine-e-del-buon-vino/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cosa-vedere-a-barolo-il-paese-delle-cantine-e-del-buon-vino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/11/11/cosa-vedere-a-barolo-il-paese-delle-cantine-e-del-buon-vino/#respond Thu, 11 Nov 2021 14:16:43 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4524 Se vi state chiedendo cosa vedere a Barolo la risposta è meno complessa del previsto. Questo paese ruota completamente intorno al mondo del vino. E che vino! Uno dei più amati e conosciuti in tutto il mondo. Ma partiamo dal principio…

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Se vi state chiedendo cosa vedere a Barolo la risposta è meno complessa del previsto. Questo paese ruota completamente intorno al mondo del vino. E che vino! Uno dei più amati e conosciuti in tutto il mondo. Ma partiamo dal principio…

La storia del paese di Barolo

Molti pensano che Barolo sia una città. Niente di più sbagliato! Barolo è un piccolo paese o meglio un borgo immerso nei vigneti. Si trova nella provincia di Cuneo, a pochi chilometri di distanza da Alba. Tuttavia, è uno dei luoghi turistici più visitati della regione Piemonte, soprattutto nelle stagioni autunnali e primaverili.

Barolo è l’unico paese delle Langhe a essere adagiato in una conca, protetto dalle vallate circostanti, disposte ad anfiteatro. Tutti i borghi limitrofi sono, infatti, posti sulla sommità di un colle. Si narra che il nome Barolo derivi, appunto, dalla parola celtica “bas reul” che significherebbe “luogo basso”.

In realtà, la storia di Barolo è legata indissolubilmente alla famiglia Faletti, l’unica dinastia che possedette questo feudo per oltre 600 anni, dal 1250 al 1864. L’ultima Marchesa che vi abitò, di origini francesi, si chiamava Giulia Colbert e – innamoratasi del marito e del territorio – importò e fece conoscere il metodo di vinificazione del Barolo nelle Langhe.

Cosa vedere nel paese di Barolo
Cosa vedere nel paese di Barolo

Cosa vedere nel paese di Barolo

Il primo motivo per cui vale davvero la pena visitare questo borgo è l’atmosfera conferita dai suoi ristorantini, dalle numerose enoteche, dai palazzi antichi e dai vicoli. Una bellezza che spesso viene data per “scontata” da noi italiani ma che è stata capace di conquistare tutto il mondo.

Cosa vedere nel paese di Barolo
Cosa vedere nel paese di Barolo

1. WiMu

La prima cosa da vedere a Barolo è il Museo del Vino WiMu (WineMuseum), inaugurato nel 2010. Il sito si trova all’interno del Castello Faletti e racconta, attraverso un vero e proprio viaggio interattivo, la storia del vino narrata da diversi punti di vista: storico, artistico, culturale e tecnico. Alla fine del percorso, per i più appassionati, vi sarà anche la possibilità d’assaggiare e acquistare alcune tra le etichette più prestigiose delle Langhe, nell’Enoteca Regionale di Barolo. La superficie complessiva del museo supera i 2000 mq, dislocati su 5 piani, ed è opera del famoso architetto e scenografo svizzero François Confino.

2. Museo dei Cavatappi

Restando sempre connessi al mondo del vino, scopriamo la seconda attrazione di questo borgo piemontese. Stiamo parlando dell’originalissimo Museo dei Cavatappi, nato dalla passione di un collezionista, che racchiude più di 500 versioni di questo prezioso oggetto, fondamentale per aprire le nostre bottiglie di vino.

Cosa vedere nei dintorni di Barolo

Barolo è un piccolo borgo ma, nei dintorni, potrete trovare numerosissime attrattive turistiche. Se lo scopo principale della vostra visita è l’enoturismo, vi suggerisco di leggere il mio articolo dedicato esclusivamente alle cantine delle Langhe.

1. La Cappella del Barolo

Volete sapere qual è il luogo turistico più “instagrammato” di tutte le Langhe? La Cappella del Barolo. Il motivo principale è dato sicuramente dai suoi colori sgargianti, opera di Sol Lewitt e David Tremlett. Il suo “vero” nome sarebbe Cappella delle Brunate e la proprietà è da attribuire alla famiglia Ceretto, di cui parlo nel mio articolo dedicato alle cantine delle Langhe. É possibile raggiungerla a piedi percorrendo un piacevole sentiero in salita, immerso nei vigneti, che resta chiuso al traffico durante i weekend.

Cappella del Barolo
Cappella del Barolo

2. Castello di La Volta

A un paio di km di distanza dal paese di Barolo noterete la presenza di un altro castello completamente abbandonato. Si tratta del Castello di La Volta, costruito e voluto dalla famiglia Faletti. La fortezza è disabitata e avvolta da misteriose leggende. Una tra tutte narra che durante una festa “fuori controllo” i partecipanti siano morti a causa del crollo di un muro e che, da allora, il castello sia abitato da fantasmi. Molti giungono fino a qui anche solo per ammirare il meraviglioso panorama che lo circonda.

Castello di La Volta
Castello di La Volta

3. L’Astemia Pentita

Molto più o molto meno di una cantina, l’Astemia Pentita è una tappa “obbligata” per chiunque decida di visitare Barolo. Una cantina molto giovane, nata nel 2016, progettata dall’architetto Gianni Arnaudo. Due enormi casse di vino sovrapposte, immerse tra le vigne, che hanno cambiato profondamente la modalità di fare enoturismo nelle Langhe. Se comparata a tutte le altre aziende di Barolo, questa cantina si caratterizza per una rottura dal punto di vista estetico e culturale. La sua struttura pop e i suoi arredi moderni rispecchiano appieno il gusto dei suoi fondatori: la famiglia Vezza, proprietaria della Gufram.

Cantina l'Astemia Pentita
Cantina l’Astemia Pentita

L’azienda vinicola possiede 30 ettaridi cui solo 17 produttivi – e conta già 65.000 bottiglie annue, destinate ovviamente a crescere. I suoi mercati principali sono quelli esteri e, nello specifico, Russia, Usa ed estremo Oriente. Tuttavia, il mercato italiano legato all’enoturismo inizia ad apprezzarne l’originalità e, perché no, anche alcune referenze. Nello specifico io suggerisco di provare:

  • Bianco Nascetta: una produzione insolita per una cantina di Barolo. Un vino sapido, minerale, che riposa 6 mesi in acciaio.
  • Barolo Cannubi 2015: uno dei Cru più rinomati di tutta la zona di Barolo. 36 mesi in botte. Sentori di frutta matura e spezie.
  • Barolo Terlo 2012: vigne tra Barolo e La Morra. Sentori di frutti rossi ed erbe. 30 mesi in tonneaux da 500 litri e 30 mesi in bottiglia. Il mio preferito.
Cantina l'Astemia Pentita
Cantina l’Astemia Pentita

Un’altra stranezza di quest’azienda vinicola è rappresentata dalle referenze Armonico (rosso), Adorabile (rosé) e Dinamico (bianco) nelle quali il vino viene imbottigliato all’interno di forme antropomorfe. Questo le rende automaticamente “fuori” da ogni disciplinare ma piace molto ai non puristi del vino.

4. Belvedere di La Morra

Barolo non è l’unico borgo storico delle Langhe. La zona ne possiede moltissimi, tutti interessanti, sui quali spero di scrivere al più presto un articolo “dedicato”.

Qui mi limiterò a segnalarvi un punto panoramico davvero emozionante. Siamo a La Morra, a soli 5 km di distanza da Barolo, e più precisamente sul suo belvedere. Da questa terrazza naturale potrete ammirare moltissimi punti d’interesse ma, soprattutto, godere di una splendida visuale sui vigneti circostanti.  Se vorrete rimanere davvero senza parole il mio consiglio è di svegliarvi all’alba e aspettare il sorgere del sole. Nelle giornate d’autunno e primavera, se il tempo lo permette, potreste ammirare la nebbia che piano piano lascia spazio ai colori della natura.

Belvedere di La Morra
Belvedere di La Morra

Termina qui il nostro viaggio a Barolo ma, qualora siate interessati al vino, vi rinnovo l’invito a leggere il mio articolo completamente dedicato all’enoturismo e alle cantine delle Langhe.

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Cantine nelle Langhe: dal Barolo al Metodo Classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/07/20/cantine-nelle-langhe-dal-barolo-al-metodo-classico/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cantine-nelle-langhe-dal-barolo-al-metodo-classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/07/20/cantine-nelle-langhe-dal-barolo-al-metodo-classico/#comments Tue, 20 Jul 2021 16:18:40 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4321 Le Langhe sono un’area geografica ubicata nel basso Piemonte, tra le provincie di Cuneo ed Asti. Nel 2014, insieme a Roero e Monferrato, questo territorio è diventato il cinquantesimo sito italiano Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Le Langhe vantano anche alcuni prodotti che testimoniano l’eccellenza italiana in ambito enogastronomico; tra questi citiamo tartufi, vini pregiati, nocciole, formaggi e pasta fresca.

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Avete in programma una visita alle cantine delle Langhe? Leggete il mio articolo e scegliete quella che fa al caso vostro.

Le Langhe sono un’area geografica ubicata nel basso Piemonte, tra le provincie di Cuneo ed Asti. Nel 2014, insieme a Roero e Monferrato, questo territorio è diventato il cinquantesimo sito italiano Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Le Langhe vantano anche alcuni prodotti che testimoniano l’eccellenza italiana in ambito enogastronomico; tra questi citiamo tartufi, vini pregiati, nocciole, formaggi e pasta fresca.

Quando andare

I momenti migliori per visitare le cantine delle Langhe sono i mesi di ottobre e novembre, durante la Fiera del tartufo di Alba, e il mese di aprile, durante le festività pasquali. Tuttavia, ogni stagione ha i suoi colori e i suoi profumi sempre diversi, che spesso dialogano armoniosamente tra loro.

I vigneti e le cantine delle Langhe
I vigneti delle Langhe

La produzione vinicola

Le Langhe vengono spesso paragonate alla Borgogna. In quest’articolo vogliamo parlarvi di quella che è considerata la vocazione principale di questa zona d’Italia: la produzione vinicola. Per farlo abbiamo scelto cinque cantine molto diverse tra loro che si distinguono per dimensioni, contesti paesaggistici e strutture architettoniche. Nelle Langhe i suoli, prevalentemente calcarei, hanno tessiture diverse anche a distanza di poche decine di metri: a volte sono molto sciolti e sabbiosi; altre volte più tenaci e argillosi. Inoltre, l’area geografica ha diverse lingue di terra con diversi microclimi. La bravura delle molteplici aziende vinicole sta nel conoscere la natura dei terreni e sfruttarne le peculiarità e le criticità.

Cantine nelle Langhe
I vigneti delle Langhe

L’enoturismo

Nelle Langhe il turismo legato al vino si divide principalmente in due grandi gruppi: gli esperti, ovvero i grandi appassionati di vini e amanti dei “cru”, e coloro che vogliono principalmente conoscere il territorio e abbinare giusto una o due visite alle cantine più famose, degustando principalmente i vini base.

Le Langhe e le cantine internazionali

Ceretto

La Tenuta Monsordo Bernardina della famiglia Ceretto è forse una delle cantine più famose di tutte le Langhe. L’azienda vinicola ne possiede quattro ma questo progetto architettonico, terminato nel 2009, rispecchia perfettamente la loro anima, in bilico tra tradizione e rinnovamento. Tutte le proprietà della famiglia Ceretto presentano strutture architettoniche particolari e vengono arredate con opere d’arte moderna. Un esempio su tutti è la famosissima Cappella del Barolo di Sol Lewitt e David Tremlett a La Morra.

Uno dei punti di forza della Tenuta Monsordo Bernardina è l’estensione dei suoi terreni e il fatto di vantare una posizione strategica, accentuata da una struttura unica nel suo genere: una grande bolla ovale in legno e vetro – chiamata acino – nella quale è possibile accogliere gli ospiti, restituendogli una sensazione d’immersione nelle vigne a 360 gradi. La proprietà si presta inoltre ad attività outdoor: la più famosa è un wine trekking di 3 km composto da 10 piazzole di sosta con illustrazioni che raccontano la storia dell’azienda.

Cantina Ceretto
Cantina Ceretto

La stirpe dei Ceretto è alla sua terza generazione ma – nonostante i 170 ettari di terreno, le 17 etichette e le centinaia di migliaia di bottiglie prodotte – durante le visite non sarà difficile imbattervi in qualche membro della famiglia. I Ceretto hanno contribuito a creare il “mito” dei vini delle Langhe e sono stati tra i primi a voler investire nella produzione di “cru” e di vini bianchi. Oggi applicano il biodinamico a tutta la coltivazione, con rilevanti cambi nelle lavorazioni e una minore resa per ettaro.

Ceretto cerca di limitare le visite a gruppi relativamente ridotti. Oggi ospita un massimo di 6 ospiti in contemporanea. Le varie esperienze si differenziano solo per la fase conclusiva di degustazione dei vini. La più completa, dedicata agli appassionati, prevede l’assaggio di qualche “cru” e ha un costo di 80 euro. Le visite vengono gestite da sommelier professionisti.

Referenza preferita: Barbaresco Asili DOCG

Cantina Ceretto
Cantina Ceretto
Inoltre…

La famiglia Ceretto ha investito molto anche nel mercato delle nocciole e in quello della ristorazione. Possiede infatti il ristorante stellato Piazza Duomo, gestito dallo chef Enrico Crippa, e il ristorante Piola, entrambi ad Alba.

Fontanafredda

Fontanafredda nasce da una storia d’amore: quella tra il Re Vittorio Emanuele II e la bella Rosin, sua amante. Questi e altri avvenimenti vi verranno raccontati durante una visita guidata che terminerà con una degustazione di tre vini presso il loro anfiteatro.

Fontanafredda – da 10 anni nelle sapienti mani di Oscar Farinetti – è un altro dei colossi vinicoli delle Langhe. A partire dalla vendemmia 2019 è anche la più grande azienda “certificata biologica” del Piemonte. La conversione all’agricoltura organica ha riguardato tutti i 120 ettari di vigneti, di cui 78 in un unico appezzamento ubicato intorno al borgo e alla cantina.

Cantina Fontanafredda
Cantina Fontanafredda

La visita della tenuta è sicuramente molto interessante, anche se spesso vi sembrerà che le guide recitino un copione, mancando un po’ di personalità. Vi verranno illustrati i punti chiave dell’azienda vinicola ovvero l’utilizzo di lieviti autoctoni, la fermentazione in cemento e acciaio, l’affinamento in botti di rovere, la quasi totale assenza di solfiti e l’imbottigliamento in vetro riciclato. La loro produzione è così suddivisa: 43% di vini rossi, 26% di vini bianchi, 28% di bollicine dolci e 3% di bollicine classiche.

Referenza preferita: Barolo Paiagallo

Cantina Fontanafredda
Cantina Fontanafredda
Inoltre…

L’azienda crede molto nell’enoturismo e per dimostrarlo ha trasformato il suo borgo – un’ex tenuta di caccia – in un villaggio dedicato al vino. Al suo interno, oltre alla cantina, troverete un centro congressi, un padiglione destinato agli eventi, l’hotel Vigna Magica, l’hotel Case dei Conti, il ristorante stellato Guido e l’adiacente gbistrot. È possibile, inoltre, fare delle lunghe passeggiate nel Bosco dei Pensieri: un percorso di meditazione nella natura articolato in 12 tappe.

Le Langhe e le cantine a conduzione famigliare

Ettore Germano

L’azienda Ettore Germano, nata nel 1856, è ubicata su uno dei Cru più estesi di Serralunga d’Alba. Qui, dove ha sede la cantina, l’azienda possiede 10 ettari di Nebbiolo – per la produzione di vini rossi – mentre in Alta Langa è proprietaria di altri 10 ettari coltivati a Chardonnay e Pinot Nero – per la produzione dell’Alta Langa Metodo Classico e di vini bianchi – per un totale di 20 ettari e 170.000 bottiglie all’anno. Da molti anni le vigne sono coltivate seguendo il protocollo dell’agricoltura biologica ma la famiglia non è ancora convinta di voler proseguire su questa strada.

“Dico quello che faccio e faccio quello che dico” è la frase con cui Sergio, alla guida della quarta generazione della famiglia Germano, ha dato inizio alla sua chiacchierata. Le visite in quest’azienda vinicola sono molto tecniche: qui non amano lo storytelling e il romanticismo. La famiglia è orgogliosa di parlare e tramandare ancora il dialetto locale. Il momento più interessante dell’esperienza in cantina è riconducibile a un’installazione formata da quattro teche con all’interno un campione dei terreni appartenenti al territorio delle “Langhe”. La guida ve ne illustrerà i pregi e le relative differenze.

Cantina Ettore Germano
Cantina Ettore Germano

Alla famiglia Germano piace “ribaltare” il concetto di visita facendo prima assaggiare il vino e, successivamente, visitare la cantina con tanto di spiegazione sulla vinificazione. Le proposte di degustazione sono quattro ma noi vi consigliamo la “top experience” che prevede l’assaggio di un metodo classico, un nebbiolo e due baroli.

Referenza preferita: Barolo Prapò

G.D. Vajra

Questa è senza dubbio la visita più stimolante che possiate fare e lo è soprattutto perché per quest’azienda le degustazioni in cantina sono secondarie. Nonostante possiedano una moderna terrazza panoramica in cui ospitare i visitatori, i proprietari di G.D. Vajra preferiscono limitare gli incontri ai “soli interessati”. Il nostro consiglio è quindi quello di scrivergli con un po’ d’anticipo.

Abbiamo avuto la fortuna di essere accompagnati nella visita da Milenamoglie di Aldo Vajra – che, insieme a lui, gestisce la produzione di circa 500.000 bottiglie l’anno. Se dovessimo avvalerci di due parole per descrivere l’esperienza in cantina utilizzeremmo sicuramente gli aggettivi “poetica” e “coinvolgente”.

Cantina G.D. Vajra
Cantina G.D. Vajra

Una particolarità della loro azienda vinicola è data dalle vetrate, realizzate da Padre Costantino Ruggeri, un frate-artista che può vantare alcune opere anche all’interno del Duomo di Milano. I giochi di riflessi di queste vetrate mutano con la luce e il passare dei giorni, proprio come il vino. La passione per l’arte è presente anche nei disegni che adornano le etichette delle bottiglie, realizzati da un artista di nome Gianni Gallo.

Le visite vengono tenute dai familiari o da personale molto qualificato e costano 25 euro. L’obiettivo di queste esperienze, un po’ in controtendenza, non è tanto la vendita quanto la “formazione” del pubblico. I proprietari cercano di trasmettere al visitatore i tre principi chiave della loro produzione vinicola: rispetto del territorio, dell’uomo e delle diverse annate. Qui l’artigianalità è un’attitudine che ritroviamo in tutte le fasi della vinificazione: dalla cura meticolosa dei vigneti, alla triplice cernita manuale di tutte le uve, fino al controllo acino per acino.

Referenza preferita: Bricco delle Viole

Cantina G.D. Vajra
Cantina G.D. Vajra

Le Langhe e le cantine storiche

Contratto

Contratto è stata la prima azienda in Italia a produrre uno spumante millesimato metodo classico e vanta una storia prestigiosa che dura da più di 150 anni. È una delle strutture più storiche di tutte le Langhe ed è stata dichiarata patrimonio UNESCO perché può annoverare oltre 5000 metri quadrati di cantine sotterranee scavate nel tufo calcareo fino ad una profondità di 32 metri. Le cantine mantengono una temperatura costante e naturale di 13 gradi e un tasso d’umidità ideale per la fermentazione in bottiglia e la maturazione lenta dei vini, ottenuti seguendo il metodo classico.

L’azienda vinicola, ubicata nella piccola città di Canelli, è stata nelle mani della famiglia Contratto fino al 1993, passando poi a Carlo Bocchino e, successivamente, a Carlo Rivetti, già proprietario della famosissima cantina La Spinetta. Oggi Contratto produce 170.000 bottiglie l’anno di Alta Langa DOCG millesimati – stessa vendemmia – e pas dosé – senza aggiunta di zuccheri. L’azienda possiede 35 ettari di vigneti di cui 30 di pinot nero e 5 di chardonnay. Per disciplinare i vitigni devono essere ad almeno a 350 mt di altezza.

Cantina Contratto
Cantina Contratto

Abbiamo svolto la nostra visita con Fabio, una guida bravissima e molto appassionata del suo lavoro. Il costo è di 25 euro e include la degustazione di 3 vini. La cantina organizza spesso anche eventi e cene che hanno come ospiti chef stellati italiani e internazionali. Oltre a fare vino producono anche un discreto vermouth.

Referenza preferita: Cuvée Pas Dosé 2010

Passione enoturismo

La mia idea è di arricchire al più presto quest’articolo con nuove cantine. Nel frattempo, se siete appassionati di vino ed enoturismo non perdetevi i miei articoli sul Chianti Classico, sul Brunello di Montalcino, sulla Franciacorta e – perchè no – su Conegliano e Valdobbiadene.

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Cosa fare la sera nelle 5 principali città italiane https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/06/cosa-fare-la-sera-nelle-citta-italiane/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cosa-fare-la-sera-nelle-citta-italiane https://www.lageografiadelmiocammino.com/2020/04/06/cosa-fare-la-sera-nelle-citta-italiane/#respond Mon, 06 Apr 2020 08:27:39 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=3059 Siete in trasferta di lavoro a Milano, Roma, Bologna, Firenze o Torino? Non sapete cosa fare la sera? In quest’articolo vi darò qualche consiglio su come trascorrere al meglio il vostro tempo libero nelle 5 principali città d’affari italiane. Smettetela di cenare da soli in hotel, di guardare serie tv o di allenarvi nella palestra della vostra azienda. Uscite dalla vostra “comfort zone” e cercate di socializzare frequentando locali con tavoli condivisi, festival o luoghi turistici che offrono visite guidate.

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Siete in trasferta di lavoro a Milano, Roma, Bologna, Firenze o Torino? Non sapete cosa fare la sera? In quest’articolo vi darò qualche consiglio su come trascorrere al meglio il vostro tempo libero nelle 5 principali città d’affari italiane.

Il turismo bleisure in Italia

Prima di iniziare, se non sai cos’è il turismo bleisure, ti invito a leggere il mio articolo che parla di questo nuovo trend.

Il giro d’affari legato al turismo business è direttamente proporzionale alla presenza delle aziende sul territorio. Per questo motivo le 6 regioni d’Italia che beneficiano maggiormente di questo trend sono la Lombardia, il Piemonte, la Toscana, il Lazio, il Veneto e l’Emilia Romagna. Ovviamente l’indotto principale è concentrato nelle città capoluogo di provincia e riguarda acquisti, cene fuori, alloggi e intrattenimento. In quest’articolo, nello specifico, vi voglio parlare di 5 città d’affari italiane che hanno fatto del turismo bleisure un cavallo di battaglia.

Cosa fare la sera nelle 5 principali città italiane
Cosa fare la sera nelle 5 principali città italiane

Cosa fare la sera quando si è in trasferta di lavoro

Quest’articolo è dedicato a chi, come me, ha trasformato le sue noiosissime trasferte di lavoro nelle città italiane in un’opportunità per guardarsi intorno e lasciarsi coinvolgere dalle bellezze del nostro paese.

Smettetela di cenare da soli in hotel, di guardare serie tv o di allenarvi nella palestra della vostra azienda. Uscite dalla vostra “comfort zone e cercate di socializzare frequentando locali con tavoli condivisi, festival o luoghi turistici che offrono visite guidate. Le occasioni in cui farlo sono molteplici:

  1. Uscire a cena e dedicarsi alla scoperta di ristoranti tipici della regione in cui ci troviamo
  2. Concedersi un aperitivo con vista in una zona particolarmente alla moda della città
  3. Passeggiare per il centro storico o visitare una mostra aperta fino a tardi
  4. Fare shopping o dedicarsi alla cura del proprio corpo
Cosa fare la sera nelle 5 principali città italiane, Milano
Cosa fare la sera nelle 5 principali città italiane, Milano

Un aperitivo nelle 5 principali città italiane

1. Torino

Torino è la città dell’aperitivo sotto i portici, con un occhio puntato verso la Gran Madre e l’altro verso la Mole Antonelliana. Il locale più famoso è sicuramente La Drogheria, in Piazza Vittorio Veneto. Un piccolo bar arredato in stile vintage, con tavoli al coperto e all’aperto, che serve ottimi cocktail.

2. Milano

Milano, come tutte le grandi metropoli, è la città dell’aperitivo rooftop. I migliori affari si concludono davanti a un negroni sbagliato in una delle tante terrazze con vista della città. In estate un indirizzo da segnare in agenda è sicuramente Ceresio 7 con il suo aperitivo a bordo piscina e lo skyline di Porta Nuova a fare da cornice. In inverno non potrete fare a meno di scegliere Radio Rooftop ovvero la terrazza dell’hotel Me Il Duca in Piazza della Repubblica. Gli amanti del Duomo dovranno invece tenere monitorato il sito di Terrazza Martini che spesso organizza aperitivi esclusivi nel suo palazzo di Piazza Diaz.

Un aperitivo a Milano, Ceresio 7
Un aperitivo a Milano, Ceresio 7

3. Roma

La mia personale opinione è che l’aperitivo più bello di Roma sia a due passi da Montecitorio, nella bellissima Piazza di Pietra. Qui troverete i cocktail e l’ingresso floreale di Salotto 42, ideale per un drink all’aperto di fronte al Tempio di Adriano.

Un aperitivo a Roma, Salotto 42
Un aperitivo a Roma, Salotto 42

4. Bologna

A Bologna sono le enoteche a fare da padrone. A meno di 100 mt da Piazza Maggiore, in quello che è chiamato quadrilatero medioevale, trovate una delle osterie più storiche della città. Il suo nome è Osteria del Sole e serve esclusivamente vino. Se volete accompagnarlo con del cibo potrete tranquillamente comprarlo nelle botteghe che servono formaggi e salumi e consumarlo al tavolo.

Un aperitivo a Bologna, Osteria del Sole
Un aperitivo a Bologna, Osteria del Sole

5. Firenze

A Firenze è difficile trovare un luogo che non venga preso d’assalto dai turisti. Tra i tanti in cui mi è capitato di fermarmi ce n’è uno che merita più degli altri. Si chiama Rivalta e offre degli splendidi tramonti sul fiume Arno. Un locale in cui rilassarsi bevendo un ottimo Chianti o un cocktail d’autore.

Una passeggiata nelle 5 principali città italiane

1. Torino

Il “salotto di Torino” è la meravigliosa Piazza San Carlo. Se avete un paio d’ore a disposizione vi consiglio una passeggiata che, partendo dal monumento equestre a Manuele Filiberto, arriva fino a Piazza Castello. Percorrendo tutta Via Roma non mancherà l’occasione per un po’ di shopping e, giunti di fronte a Palazzo Reale, rimarrete senza fiato. Se avrete ancora il tempo di un caffè entrate nella caffetteria di Palazzo Reale gestita dalla storica famiglia Gerla, di cui vi invito a leggere la storia sul loro sito internet.

2. Milano

Non vi parlerò del Duomo perché sarebbe troppo scontato. La mia passeggiata alternativa inizia in Corso Como e termina nel quartiere di Brera, percorrendo tutto Corso Garibaldi. Fermatevi qualche minuto ad ammirare le chiese Gemelle, conosciute ai più con il nome di Santa Maria Incoronata. La parola “Gemelle” deriva dal fatto che gli edifici inizialmente erano due e, solo in seguito, vennero unificati all’interno in una sola pianta quadrata. In questo percorso i negozi si sprecano ma il mio preferito è senza dubbio 10 Corso Como. La location consiste in un meraviglioso giardino ubicato all’interno di un cortile, circondato da fiori e arredato con molto gusto. Considerate inoltre che 10 Corso Como non è solo un negozio di alta moda ma anche un punto di ristorazione e una galleria d’arte.

Una passeggiata nelle città italiane, Corso Garibaldi
Una passeggiata nelle città italiane, Corso Garibaldi

3. Roma

Il quartiere di Roma che preferisco si chiama Rione Monti. Non sono l’unica ad esserne rimasta affascinata perché qui sono state girate anche molte scene del film Mission Impossible. In questo quartiere, caratterizzato da numerosi vicoli stretti, c’è una forte alternanza di bar, negozietti vintage, gallerie d’arte e piccole boutique di moda. La mia strada preferita è Via Panisperna che incornicia in lontananza, tra stupendi rampicanti sempreverdi, la Basilica di Santa Maria Maggiore. Se volete dei nomi di negozi d’abiti usati firmati o, come mi piace definirli, chic&glam segnatevi Flamingo, Pulp e Humana Vintage.

Una passeggiata nelle città italiane, il Rione Monti
Una passeggiata nelle città italiane, il Rione Monti

4. Bologna

Il mio suggerimento è quello di partire dalla Torre degli Asinelli. Se ne avete la forza e la voglia salite i 498 scalini per ammirare Bologna dall’alto in tutta la sua bellezza. Da qui spostatevi in Piazza Maggiore dove potrete ammirare la Basilica di San Petronio e il Palazzo d’Accursio. Tuttavia, per immergervi in quella che era la “Bologna d’altri tempi” entrate in Via Pescherie Vecchie o in Via Drapperie e ammirate quello che è rimasto delle vecchie salumerie, dei mercatini ortofrutticoli e delle botteghe artigianali. Qui si possono acquistare anche i famosi tortellini fatti a mano, preparati seguendo l’antico procedimento tramandato dalle nonne emiliane.

Una passeggiata nelle città italiane, Torre degli Asinelli
Una passeggiata nelle città italiane, Torre degli Asinelli

5. Firenze

Firenze è talmente bella che è difficile non essere banali. La passeggiata serale che consiglio a tutti parte dalle gioiellerie di Ponte Vecchio e prosegue fino a Palazzo Pitti, dove potrete anche fermarvi a visitare una delle numerose mostre in programma ogni mese. Da qui vi consiglio di spostarvi in Santo Spirito, una piazza molto frequentata dai fiorentini per la presenza di numerosi bar. Terminate il vostro piccolo tour tornando sul lungarno e attraversando il Ponte Santa Trinità che vi permetterà di scattare un’indimenticabile fotografia di Ponte Vecchio al tramonto.

Una cena nelle 5 principali città italiane

1. Torino

Se amate i locali piccoli in cui i proprietari vi fanno sentire a casa – e credetemi che a Torino è molto difficile – andate da Banco Vini e Alimenti. Questo ristorante propone vini naturali piemontesi, piccole tapas o piatti più complessi. Io ho mangiato una tartare davvero ottima accompagnata da un bicchiere di Barolo. Se invece preferite i luoghi affollati e gli spazi condivisi dirigetevi al Mercato Centrale, aperto la scorsa primavera. Qui troverete varie botteghe in cui assaggiare specialità piemontesi. Il mio angolo preferito è quello di Davide Scabin che propone uova cotte al carbone accompagnate da diversi condimenti.

Cosa fare la sera a Torino? Una cena da Banco Vini e Alimenti.
Cosa fare la sera a Torino? Una cena da Banco Vini e Alimenti.

2. Milano

Potete scegliere uno dei ristoranti tra quelli menzionati nel mio articolo intitolato “dove mangiare a Milano”. Se invece volete un posto conviviale il mio consiglio ricade sull’enoteca N’Ombra de Vin, in Piazza San Marco. Questo locale da fuori potrebbe sembrare un bar qualsiasi ma scendendo le scale rimarrete a bocca aperta. Il soffitto a volta, le colonne e la pavimentazione di pietra, unite alle centinaia di bottiglie sulle pareti della sala, riescono a stupire chiunque ci metta piede. Considerate che il locale sorge su un vecchio refettorio utilizzato dai frati agostiniani. Qui ci si può sedere nell’enorme tavolo condiviso e ordinare un tagliere accompagnato da un ottimo calice di vino.

3. Roma

Vi voglio parlare di due ristoranti diametralmente opposti. Il primo si chiama Taverna Trilussa ed è posizionato nel cuore di Trastevere. Propone piatti della tradizione romana serviti in splendidi tegami. Imperdibili la cacio e pepe e l’abbacchio allo scottadito. Servizio e cortesia impeccabili, soprattutto se cenate da soli. Il secondo ristorante si trova in pieno centro, nello splendido Palazzo Fendi, e offre un ambiente davvero unico. Trattasi di Zuma, un locale con un concept culinario già testato con successo in altre città del mondo. Dalle sue terrazze si può ammirare Roma dall’alto mentre il ristorante rimane in un’area più appartata. A fare da padrona è la cucina giapponese contemporanea. Un ambiente di estremo lusso in cui corteggiare i vostri clienti.

Cosa fare la sera a Roma? Una cena da Zuma.
Cosa fare la sera a Roma? Una cena da Zuma.

4. Bologna

Anche in questa città vorrei suggerirvi due indirizzi molto diversi tra loro. Se amate la tradizione non potrete fare a meno di prenotare un tavolo al Caminetto d’Oro che propone passatelli, tortellini in brodo e bollito emiliano. L’ambiente è classico ma abbastanza informale. Se invece cercate un luogo in cui socializzare il Mercato delle Erbe fa sicuramente al caso vostro. Una piazza aperta perfetta per un aperitivo lungo o per una cena al volo acquistata in uno dei tanti punti di ristoro chiamati “box”. Se poi il mercato vi sta stretto basterà uscire per trovare decide di vinerie e piccoli ristoranti.

Cosa fare la sera a Bologna? Una cena al Caminetto d'Oro.
Cosa fare la sera a Bologna? Una cena al Caminetto d’Oro.

5. Firenze

A Firenze per me esiste solo la fiorentina accompagnata da un buon Chianti. Chiedo quindi scusa a tutti i vegetariani ma entrambi gli indirizzi che vi fornirò sono specializzati nella cottura di questo taglio di carne. Il primo, e forse il più famoso è il ristorante Perseus. Lo trovate a pochi passi dalla turistica Piazza della Libertà. Il locale però è molto frequentato anche dagli stessi fiorentini, a riprova che sia uno dei migliori della città. Molto più nazional popolare è il ristorante Il Latini. Qui, oltre alla bistecca toscana, troverete anche degli ottimi primi tra cui la ribollita. L’unica pecca è la presenza di molti turisti che ha reso il servizio un po’ sommario.

Cosa fare la sera a Firenze? Una cena da Perseus.
Cosa fare la sera a Firenze? Una cena da Perseus.

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Il comprensorio sciistico del Monterosa Ski https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/11/20/comprensorio-sciistico-monterosa-ski/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=comprensorio-sciistico-monterosa-ski https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/11/20/comprensorio-sciistico-monterosa-ski/#comments Wed, 20 Nov 2019 11:54:31 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=2002 Quello del Monterosa Ski è uno dei comprensori sciistici più famosi ed estesi d’Italia. Le sue montagne abbracciano tre valli: due in Val d’Aosta - Val d’Ayas e Valle di Gressoney - e una in Piemonte - Valsesia. Il nome del comprensorio è dedicato al Monte Rosa, la seconda montagna più alta delle Alpi. La sue vette maestose rendono questa zona perfetta anche per la pratica dell’alpinismo e del freeride.

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Il comprensorio sciistico del Monterosa Ski è uno dei più famosi ed estesi d’Italia. Le sue montagne abbracciano tre valli: due in Val d’AostaVal d’Ayas e Valle di Gressoney – e una in PiemonteValsesia. Il nome del comprensorio è dedicato al Monte Rosa, la seconda montagna più alta delle Alpi. Le sue vette maestose rendono questa zona perfetta per la pratica dell’alpinismo e del freeride.

Comprensorio sciistico Monterosa Ski
Comprensorio sciistico Monterosa Ski

Gli appassionati della zona riescono a riconoscere, in lontananza, anche le vette di Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco.

Monterosa Ski

Il Monterosa Ski offre 180 km di piste innevate e moderni collegamenti che vi permetteranno di trascorrere più giornate nel comprensorio, senza mai annoiarvi. Gli sciatori potranno scegliere come base di partenza Champoluc in Val d’Ayas, Gressoney-La-Trinité in Valle di Gressoney o Alagna in Valsesia. Questi tre paesi sono collegati tra loro grazie agli oltre 30 impianti di risalita. L’unica accortezza da tenere presente è di controllare le previsioni meteo prima della partenza e l’orologio durante la vostra giornata di sci. Questo perché, se dovesse capitare di trovarvi bloccati in una delle valli lontane dal punto di partenza, potrebbe essere molto difficile rientrare senza gli sci ai piedi. Potrebbero volerci ore. In quel caso vi consiglio di trovare un alloggio nella valle in cui siete e muovervi il giorno seguente, previsioni meteo permettendo.

Il costo dello skipass giornaliero adulti varia dai 42 ai 54 euro a seconda del periodo. Trovate tutte le informazioni e i prezzi a questo link.

Il confronto più riuscito, per potervi spiegare queste montagne, è quello con il comprensorio delle Dolomiti. Nel Monterosa scierete sempre in alta quota, immersi in un paesaggio prevalentemente roccioso e molto ventoso. Le piste saranno quindi più ripide e difficili rispetto alle eleganti Dolomiti che accolgono lo sciatore con paesaggi boscosi e discese rilassanti.

Comprensorio sciistico del Monterosa Ski
Comprensorio sciistico del Monterosa Ski

Le piste, le valli e i paesi

Alagna, Valsesia

Il versante di Alagna, sciisticamente parlando, è sicuramente quello più complesso, adatto principalmente a sciatori esperti. La Valsesia è anche l’area con meno impianti e km di piste. Diciamo che conviene prenderla in considerazione solo se intendete fare lo skipass per tutto il comprensorio. Il paese in compenso è in assoluto il più bello della zona. La sua caratteristica principale è quella di essere pervaso ancora dalla cultura dei Walser, di cui l’artigianato, la cucina tipica e l’architettura ne sono una testimonianza. I luoghi che vanno assolutamente visti sono il “Walser Museum” e la Chiesa di S. Giovanni Battista.

Panorama dalla pista Olen, Alagna
Panorama dalla pista Olen, Alagna

Tra le piste degne di nota segnalo la Olen nera con partenza da Passo Salati. Il panorama sulla Valsesia e la possibilità di sconfinare ai lati in stupendi fuoripista la rendono una delle discese più belle del comprensorio. Per un freeride non troppo impegnativo dovrete invece salire a Punta Indren con una cabinovia che richiede una piccola integrazione sul costo dello skipass.

Punta Indren, freeride nel comprensorio del Monterosa Ski
Punta Indren, freeride nel comprensorio del Monterosa Ski

Valle di Gressoney

Gressoney-La-Trinité è un comune di circa 300 abitanti che non regala particolari attrattive turistiche se non la piccola chiesa del centro storico. In compenso il suo versante sciistico è molto interessante. Dal paese parte la vecchia seggiovia a due posti che porta a Punta Jolanda dove vi aspetta una pista nera molto ripida. Una volta tornati a valle potrete salire, con una seggiovia a quattro posti, al Seehorn. Qui potrete cimentarvi con una pista rossa abbastanza sobria e raggiungere il Gabiet, crocevia della Valle di Gressoney.

Punta Jolanda, Gressoney
Punta Jolanda, Gressoney

Dal Gabiet si può decidere di risalire verso i Salati, sconfinando quindi nella Valsesia, o scendere a Stafal, una località a 1800 mt d’altezza con qualche struttura alberghiera ma senza paese. Le due piste rosse che dai Salati portano al Gabiet sono spettacolari mentre la Moos nera che dal Gabiet porta a Stafal è spesso spelata e la presenza di sassi rischia di rovinare gli sci. Purtroppo non ci sono alternative per raggiungere Stafal e arrivarci è fondamentale per poter prendere la funivia Sant’Anna e, a seguire, la seggiovia che porta al Colle Bettaforca. La Betta rossa è la pista più panoramica di questa vallata mente la deviazione sulla pista Nera, a sinistra della Betta, è bella ma molto difficile. Entrambe le discese riportano a Stafal.

Passo Salati, Gressoney
Passo Salati, Gressoney

Champoluc, Val d’Ayas

Colle Bettaforca è l’ultima vetta raggiungibile con lo skipass Gressoney-La-Trinité. Da lì, scendendo dalla rossa Del Colle e – successivamente – dalla rossa Larici, si arriva alla seggiovia Alpe Mandria. La vetta è un crocevia che può farvi tornare alla seggiovia per il Bettaforca, riportarvi all’Alpe Mandria tramite la rossa Pian de la Sal o farvi sconfinare verso l’impianto di risalita del Belvedere, da cui prende il via una pista blu che porta al Crest.

Da Champoluc parte una cabinovia che porta prima al Crest e poi ad Ostafa. Da Ostafa parte una seggiovia che porta a Colle Sarezza e da quest’impianto potrete scendere in paese percorrendo una lunghissima pista rossa Sarezza/Ostafa e – successivamente – Del Bosco. Quest’ultima parte è spesso rovinata e il rischio di imbattervi in zone con poca neve e qualche sasso è molto alto. Infine presso Colle Sarezza, dopo aver scattato una foto al monumento dello stambecco e al panorama, potrete riscendere, tramite una rossa molto impegnativa, alla partenza del Belvedere che dovrete percorrere in senso contrario per tornare all’Alpe Mandria.

Monumento dello stambecco presso il Colle Sarezza, Val d’Ayas
Monumento dello stambecco presso il Colle Sarezza, Val d’Ayas

Il centro storico di Champoluc è poco interessante ma la sua posizione panoramica lo rende il paese più turistico di tutto il comprensorio del Monterosa Ski.

Quando andare

Questo articolo è dedicato al turismo invernale. Gli impianti di risalita aprono intorno alla prima settimana di dicembre e chiudono ad Aprile. Tuttavia, le date precise dipendono ovviamente dal meteo e dalla neve presente sulle piste. L’unica accortezza è quella di controllare le previsioni, ma soprattutto i venti, qualche giorno prima della vostra partenza perché purtroppo, in caso di raffiche forti, alcuni impianti o collegamenti potrebbero essere chiusi. Anche a me è capitato più di una volta di arrivare in paese e scoprire che quel giorno non sarebbe stato possibile sciare.

Come arrivare

Per raggiungere Alagna dovrete avere per forza una macchina. Esistono delle combinazioni di treno e pullman ma ve le sconsiglio. Alagna è comoda da raggiungere se partite da Milano o provincia. Il costo del tratto autostradale ammonta a meno di 13 euro a/r, il tempo stimato è di 2 ore e non si creano mai grandi code.

Se invece partite dal Piemonte o dalla Liguria vi consiglio di scegliere come destinazione Champoluc, facilmente raggiungibile tramite l’autostrada A5 Torino-Aosta. Da Milano il costo della tratta è di 36 euro a/r e la durata del viaggio è la stessa di Alagna mentre Torino dista 1h30min e Genova 1h45min. Champoluc è collegata anche da un buon servizio di pullman ma il mezzo di trasporto più veloce rimane la macchina.

Anche la località di Gressoney si trova sull’autostrada A5 ma il viaggio è decisamente più lungo e la destinazione è la più difficilmente raggiungibile in caso di neve.

Comprensorio sciistico del Monterosa Ski
Comprensorio sciistico del Monterosa Ski

Dove dormire

Alagna Valsesia

In questa località spesso la richiesta di alloggi non riesce a soddisfare la domanda. A tal proposito v’invito a leggere il mio articolo dedicato alle strutture alberghiere di Alagna Valsesia.

Champoluc

Nella località di Champoluc ho alloggiato “solo” in due strutture, una in quota e l’altra in paese. Ho amato entrambe ma per motivi molto diversi tra loro. Il lussuoso resort CampZero ha tutto quello che vi aspettereste da una location montana: una zona wellness dotata di ogni confort con la possibilità di prenotare qualsiasi tipo di trattamento; due ristoranti gourmet e una champagnerie; camere estremamente moderne con enormi vetrate che vi metteranno in diretto contatto con la natura. I prezzi sono proibitivi ma d’altronde questo resort è l’unico di livello di tutta la valle.

Se volete abbassare un pochino le vostre pretese ma rimanere comunque su un livello di ospitalità medio/alto dovrete spostarvi in quota e prenotare una stanza nell’hotel Cré Forne. All’arrivo della funivia verrete accolti da una slitta che porterà i vostri bagagli in stanza. Da quel momento non desidererete più scendere a valle perché la struttura vi offrirà tutto quello di cui avrete bisogno. Le camere sono molto semplici ma la zona wellness e il ristorante vi conquisteranno. Entrambi gli ambienti hanno grandi vetrate che dominano l’intera valle. Alla chiusura degli impianti vi sembrerà di essere in un’altra dimensione.

Colazione presso l'hotel Cré Forné, Champoluc
Colazione presso l’hotel Cré Forné, Champoluc

Gressoney

Come vi ho già anticipato, essendo per me una meta molto scomoda da raggiungere in macchina, non ho mai alloggiato in questa località. Tuttavia, se volete segnalarmi qualche struttura sarò felice di aggiungerla al mio articolo per renderlo più completo.

Dove mangiare

Alagna Valsesia

L’offerta gastronomica di Alagna è abbastanza limitata e molti ristoranti raggiungono a fatica la sufficienza. Se volete mangiare divinamente seguite i miei consigli.

Champoluc

A Champoluc ho solo due indirizzi da segnalarvi ma vi basteranno per passare un week-end all’insegna del buon cibo. Il primo ristorante è quello dell’hotel Cré Forné. La location ha un’ampia sala con grandi vetrate che permettono di cenare osservando il paese, le montagne e il cielo stellato. Il menù cambia ogni giorno ed è a discrezione dello chef. Ovviamente potrete segnalare eventuali intolleranze ma se non vi piace l’idea di “non scegliere” vi conviene cambiare location. Il servizio è un po’ lento. Un’ottima alternativa è rappresentata dal ristorante Le Petit Coq che serve specialità montane complesse come raclette, bourguignonne e bagna caôda. Servizio curato, accoglienza calorosa e arredamento alpino.

Ristorante Le Petit Coq, Champoluc
Ristorante Le Petit Coq, Champoluc

Gressoney

A Gressoney, all’arrivo della funivia Bettaforca, dovete assolutamente concedervi una sosta al ristorante 2727 Colle Betta. Questo ristoro propone colazioni, pizze gourmet e piatti tradizionali rivisitati. Vi consiglio di provare le costine di cinghiale. All’aperitivo la situazione si fa interessante, complice l’alcool e il dj set. Un altro rifugio perfetto per una pausa veloce è il bar Jutz. Qui la cucina propone bombardini, panini e piatti semplici. Se invece cercate dell’ottimo pesce sulla neve dirigetevi al ristorante Il Fienile. La conduzione è famigliare e i piatti hanno molte derivazioni sarde perché i proprietari provengono da lì.

Rifugio Betta Forca, Gressoney
Rifugio Betta Forca, Gressoney

Centri benessere

La “montagna d’inverno” è sinonimo di centri benessere e SPA, soprattutto dopo una lunga giornata di sci. Ad Alagna Valsesia sono presenti due strutture. Per saperne di più v’invito a leggere l’articolo che le ho dedicato.

A Champoluc l’indirizzo di riferimento è uno solo: MonterosaSPA. Questo spazio ha un concept molto simile a quello dei centri QC Terme ma mantiene ancora una numerica d’ingressi accettabile. Al suo interno troverete saune, bagno turco, vasche di reazione, docce sensoriali, diverse piscine riscaldate con idromassaggio e la possibilità di uscire all’aria aperta e ammirare le montagne innevate sotto le stelle. I bambini hanno delle vasche dedicate, anche se purtroppo negli orari di punta la loro presenza si fa sentire. Ho avuto l’occasione di provare anche un massaggio e sono rimasta abbastanza soddisfatta dalle capacità del personale.

Terme Monterosa, Champoluc Val d’Ayas
Terme Monterosa, Champoluc Val d’Ayas

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