Toscana Archivi - La geografia del mio cammino https://www.lageografiadelmiocammino.com/category/italia/toscana/ Mila Camnasio, Travel Blogger Thu, 29 Jun 2023 16:49:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Visitare l’Isola d’Elba in camper: dove, come e perché https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/29/visitare-lisola-delba-in-camper-dove-come-e-perche/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=visitare-lisola-delba-in-camper-dove-come-e-perche https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/29/visitare-lisola-delba-in-camper-dove-come-e-perche/#respond Thu, 29 Jun 2023 16:49:50 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6150 Nei miei precedenti articoli ho parlato a lungo dell’Isola d’Elba descrivendone le spiagge, i luoghi più turistici, i migliori ristoranti e i locali più in voga. Oggi voglio dedicare quest’articolo a chi deciderà di visitare l’Elba in camper.

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Nei miei precedenti articoli ho parlato a lungo dell’Isola d’Elba descrivendone le spiagge, i luoghi più turistici, i migliori ristoranti e i locali più in voga. Oggi voglio dedicare quest’articolo a chi deciderà di visitare l’Elba in camper.

Quest’isola si presta particolarmente ai viaggi on the road, all’insegna della natura e del relax più assoluto. Un viaggio che, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato tutti: dormire cullati dalle onde del mare, cenare senza orari o prenotazioni, svegliarsi al mattino ammirando splendide albe e avere la flessibilità di spostarsi in qualunque momento.

Visitare l’Isola d’Elba in camper
Visitare l’Isola d’Elba in camper

Elba in camper: come fare se non ne possedete uno

Se, come me, non avete mai affrontato una vacanza in camper ma vi piacerebbe provare quest’esperienza sappiate che esiste un portaleche funziona esattamente come Airbnb – dedicato esclusivamente a questo mezzo.

La piattaforma di noleggio di cui voglio parlarvi si chiama Goboony: la proprietà è olandese ma il suo raggio d’azione copre tutta l’Europa e, tra le varie funzioni, troverete anche la lingua italiana. Questo portale è perfetto sia per chi vuole affittare il suo camper, sia per chi – come me – è alla sua prima esperienza con questo mezzo di trasporto e non può permettersi di comprarlo. A proposito, sapete quanto costa un camper? Ve lo lascio solo immaginare!

Il fatto che Goboony dia la possibilità di noleggiare un camper direttamente dal proprietario è un plus non indifferente perché sicuramente il privato avrà trattato il mezzo con cura e dedizione, l’avrà personalizzato e potrà trasferirvi tutte le nozioni e i trucchi utili per il vostro viaggio. Vi ho convinti?! Allora partiamo alla scoperta dell’Isola d’Elba in camper.

Visitare l’Isola d’Elba in camper, Lacona
Visitare l’Isola d’Elba in camper, Lacona

Elba in camper: 6 tappe imperdibili

L’Isola d’Elba possiede diversi campeggi, ben dislocati su buona parte della sua superficie ma anche tante opportunità di sosta indipendente. Ecco un itinerario che combina la voglia di condivisione e quella di solitudine. Ma ricordatevi che con un camper anche lo spostamento diventa parte attiva del viaggio.

Prima tappa: Lacona e Laconella

Lacona e Laconella sono due tra le spiagge di sabbia più famose dell’isola. La prima è molto grande perché si estende su una superficie di 1,2 km e pullula di stabilimenti balneari e ristoranti. La seconda è decisamente più piccola (250 mt) e non vi è traccia di nessun intervento umano.

Voglio partire da Lacona perché è qui che si trova il mio campeggio preferito di tutta l’isola. Il suo nome è Orti di Mare e viene definito dai proprietari un “agricampeggio”. I suoi plus sono la quiete e l’immersione totale nella natura. Pensate che le piazzole sono ubicate accanto a magnifici uliveti. Il suo punto debole è la distanza dal mare (500 mt). Tuttavia, sono certa che v’innamorerete del suo ristoro rurale che serve piatti davvero a km zero sotto ampi pergolati.

Il camping Orti di Mare
Il camping Orti di Mare

Ma se la vista mare per voi è fondamentale potrete spostarvi al Camping Laconella o al Camping Stella Mare, entrambi posizionati su un promontorio che domina le spiagge. L’accesso diretto al mare e ai sentieri dell’entroterra è il plus principale di questi due campeggi: il primo dedicato più a chi ricerca privacy e tranquillità; il secondo perfetto per chi viaggia con una famiglia “numerosa”.

Seconda tappa: Lido di Capoliveri e Calanchiole

La spiaggia del Lido di Capoliveri è lunga circa 500 mt ed è delimitata da due speroni rocciosi. La sabbia fine e dorata e le numerose strutture ricettive la rendono perfetta per le famiglie. Qui troverete lo storico Camping Lido che s’affaccia direttamente sul mare. Il camping, nonostante le piccole dimensioni, offre numerosi servizi: minimarket, ristorante, sala giochi e diversi bar.

La spiaggia del Lido di Capoliveri
La spiaggia del Lido di Capoliveri

Al di là di uno degli speroni rocciosi che segnano la fine del Lido di Capoliveri troviamo la caletta e il Camping Le Calanchiole, ideali per chi ama il contatto con la natura. La spiaggia è praticamente frequentata solo dagli ospiti del campeggio e, a mio avviso, questa privacy ed esclusività è un plus non indifferente. Le piazzole a picco sulla scogliera regalano scorci davvero suggestivi.

Terza tappa: Sansone

La spiaggia di Sansone è immortalata in quasi tutte le riviste che parlano dell’Isola d’Elba: sassi bianchi, mare cristallino ricco di pesci e una relativa pace, compromessa solo nelle settimane centrali d’Agosto. La Sorgente è un piccolo campeggio immerso nel verde, ubicato nei pressi di questa spiaggia meravigliosa. Inoltre, è il campeggio più vicino al “capoluogo” dell’isola, Portoferraio. La mancanza d’animazione lo rende un luogo perfetto per chi è alla ricerca del relax più assoluto.

Portoferraio e le spiagge bianche
Portoferraio e le spiagge bianche

Quarta tappa: Scaglieri e La Biodola

Il Camping Scaglieri Village domina dall’alto la famosissima spiaggia di sabbia della Biodola e la vicina caletta di Scaglieri, incorniciata sulla destra dal piccolo borgo con le case color pastello arroccate sugli scogli. Le piazzole vista mare godono di uno splendido panorama e sono immerse nella vegetazione tipicamente mediterranea dell’isola composta da lecci e pinete. La zona vanta numerosi bar e ristoranti.

La spiaggia di Scaglieri e il suo campeggio
La spiaggia di Scaglieri e il suo campeggio

Quinta tappa: Marina di Campo

Marina di Campo è la spiaggia più lunga di tutta l’Isola d’Elba (1,3 km) ed è ubicata di fronte all’omonimo paese. Qui vicino, nel lontano 1954, è nato un piccolo campeggio a gestione famigliare chiamato La Foce. Questa zona è molto amata dalle famiglie con bambini, per via dell’acqua di mare che scende molto dolcemente. Inoltre, Marina di Campo è apprezzata dai giovani per via dei suoi numerosi bar e attività ricreative.

Sesta e ultima tappa: wild and free

In teoria all’Isola d’Elba camper e roulotte non potrebbero sostare fuori dalle zone adibite a campeggio; è infatti vietata, sia dalle ordinanze comunali che dal regolamento del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, qualsiasi forma di campeggio libero. Tuttavia, mi è capitato spessissimo di vedere i camperisti più temerari sostare o dormire a Chiessi, Pomonte, Patresi o Sant’Andrea. Luoghi poco frequentati e controllati, che offrono panoramici unici e indimenticabili.

La spiaggia di Lacona vista dal Camping Laconella
La spiaggia di Lacona vista dal Camping Laconella

Se il mio itinerario vi ha convinto non vi resta che andare su Goboony e organizzare il vostro viaggio all’Elba in camper!

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Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/09/le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/09/le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni/#respond Fri, 09 Jun 2023 14:38:29 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6081 Se vi state chiedendo quali cantine di Montepulciano visitare partirei da una doverosa premessa: circa il 70% dell’economia di questo comune ruota intorno al mondo del vino. Nel 2022 sono state immesse nel mercato un totale di 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano e 2,8 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano. Gli ettari vitati sono circa 2000, i viticoltori 250 mentre gli imbottigliatori si attestano intorno alle 90 unità, dei quali 80 iscritti al Consorzio.

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Se vi state chiedendo quali cantine di Montepulciano visitare partirei da una doverosa premessa: circa il 70% dell’economia di questo comune ruota intorno al mondo del vino. Nel 2022 sono state immesse nel mercato un totale di 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano e 2,8 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano. Gli ettari vitati sono circa 2000, i viticoltori 250 mentre gli imbottigliatori si attestano intorno alle 90 unità, dei quali 80 iscritti al Consorzio. Il mercato è tenuto in piedi soprattutto dalle esportazioni che arrivano a pesare circa il 70% della produzione totale. In Italia viene commercializzato il restante 30%.

Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni
Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni

Questo per farvi capire che la scelta delle “migliori cantine di Montepulciano” sarà tutt’altro che facile. Ma partiamo dalle basi!

Una giusta premessa

Il comune di Montepulciano, in Toscana, è il detentore della DOCG Vino Nobile di Montepulciano, prodotto principalmente con il vitigno Sangiovese. Questo comune e questa varietà di uva a bacca nera non hanno nulla a che vedere con il vitigno di Montepulciano che viene ampiamente coltivato in Abruzzo, Marche e Molise e di cui vi parlerò sicuramente in un’altra occasione.

La denominazione Vino Nobile di Montepulciano

Come vi ho già anticipato, la denominazione Vino Nobile di Montepulciano rientra interamente nelle colline di Montepulciano, in provincia di Siena. Questa DOCG si suddivide in vini rossi “base” e vini rossi “riserva”. I primi sono sottoposti a un affinamento di almeno 2 anni, di cui minimo 1 anno in legno; i secondi sono sottoposti a un affinamento di almeno 3 anni, di cui minimo 1 anno in legno e 6 mesi in bottiglia.

La DOCG Vino Nobile di Montepulciano dev’essere composta da almeno un 70% di uve Sangiovese, solitamente appartenenti al biotipo Prugnolo Gentile. Il restante 30% può arrivare da vitigni a bacca nera autoctoni – come il Canaiolo Nero e il Mammolo – o da vitigni a bacca nera internazionali. È concessa anche una piccola presenza di uve a bacca bianca ma non deve superare il 5% e, soprattutto, non devono essere vitigni aromatici. Il colore tipico del Vino Nobile di Montepulciano è un rosso rubino intenso, i sentori principali sono amarena e spezie mentre la tannicità è marcata.

Montepulciano e i suoi vigneti
Montepulciano e i suoi vigneti

Le cantine di Montepulciano

Avignonesi

La prima cantina che abbiamo deciso di visitare è quella appartenuta alla storica famiglia Avignonesi, tuttora detentrice di alcuni palazzi antichi all’interno della cittadina di Montepulciano. Ci troviamo nella Fattoria le Capezzine, a pochi km dal Lago Trasimeno, un’antica residenza costruita nel 1882 per volere di Angelo Vegni e poi venduta – negli anni 70’ – alla famiglia Avignonesi. Nel 2009, infine, quest’importante azienda vinicola è stata rilevata dalla belga Virginie Saverys.

L’azienda vinicola conta 140 ettari vitati divisi in 9 appezzamenti: 1 a Cortona, dove vengono coltivata principalmente varietà internazionali, e 8 a Montepulciano, dove troviamo quasi unicamente vitigni di Sangiovese. L’altitudine massima dei vigneti è di 600 mt sopra il livello del mare. Qualche curiosità: nel 2015 la cantina Avignonesi si è convertita all’agricoltura biologica e dal 2019 è certificata Biodyvin. L’azienda produce una media di 700.000 bottiglie annue, oltre a miele, olio e Vin Santo.

Avignonesi, vigneto La Tonda
Avignonesi, vigneto La Tonda

La visita della cantina

Un progetto per il quale questa cantina è diventata famosa è il vigneto La Tondadove inizia la nostra visita – nel quale sono state piantate 90 file di Sangiovese, di diversa densità, per comprendere e studiare quale fosse la migliore.

Proseguiamo poi con un tour delle cantine. Sotto la guida dell’enologo Matteo Giustiniani l’uso del rovere è sempre più parsimonioso e si prediligono barili già usati per non coprire troppo i sentori primari del vino. Inoltre, in cantina sono presenti numerose barriques di singoli vigneti utilizzate per studiare le caratteristiche di ogni parcella e delle differenti annate.

Le cantine di Montepulciano: Avignonesi
Le cantine di Montepulciano: Avignonesi

La visita della cantina termina nella Vinsantaia, dove vengono raccolte e messe ad asciugare le uve che serviranno per produrre il Vin Santo. Una volta posti su dei graticci, gli acini iniziano a disidratarsi, aumentando il contenuto zuccherino del mosto che ne verrà estratto. Il mosto viene quindi messo nei “caratelli”piccole botti in legno da circa 50 litri – e fatto invecchiare. I due Vin Santi prodotti da Avignonesi – uno con vitigni di Malvasia e Trebbiano, l’altro con vitigno Sangiovese (Occhio di Pernice) – invecchiano per 10 anni nei caratelli e per altri 2 anni in bottiglia. Entrambi questi prodotti sono molto rari e costosi.

Avignonesi, la vinsantaia
Avignonesi, la vinsantaia

L’azienda Avignonesi possiede anche un ristorante, un frantoio e 18 arnie.

La degustazione

Avignonesi predilige Vini Nobili di Montepulciano che siano prodotti con il 100% di uve Sangiovese. Ecco le referenze che abbiamo assaggiato:

Chardonnay Toscana il Marzocco 2019

Un vino bianco vinificato in uova di cemento, anfore di terracotta e botti di rovere. Le uve provengono dal vigneto di Tortona. Un vino elegante e profondo con sentori di ananas matura e fiori bianchi.

Avignonesi Oceano 2017

Oceano è uno dei vigneti più famosi della cantina. Regala vini intensi ed espressivi, con sentori di amarena e spezie dolci.

Grandi Annate Sangiovese 2016

Un blend delle migliori annate e dei migliori vitigni, il vero ambasciatore della cantina. Affinamento di 18 mesi per l’85% in botti di rovere e per il 15% in tonneau. Un vino fresco e avvolgente con sentori di fragola selvatica e liquirizia.

50 & 50

Un blend molto particolare formato per il 50% da uve Merlot di Avignonesi e per il restante 50% da uve Sangiovese di Capannelle (Chianti). La leggenda narra che in una degustazione alla cieca siano stati mischiati per sbaglio. I due vitigni subiscono processi di vinificazione e affinamento distinti e vengono poi assemblati 18 mesi prima della messa in commercio.

Avignonesi, la degustazione
Avignonesi, la degustazione

Salcheto

Salcheto nasce esattamente 30 anni fa, con la costituzione di una piccolissima azienda familiare. Dal 1997, sotto la guida di Michele Manellienologo e proprietario della cantina – Salcheto è cresciuta moltissimo e oggi possiede 28 ettari vitati nel comune di Montepulciano, 11 ettari a Chiusi e 11 ettari in Val d’Orcia. La produzione è di circa 480.000 bottiglie annue.

Il nome Salcheto deriva dalla parola “salco” che, in antico toscano, significa Salice, con i cui rami si legavano le viti. Salcheto è anche il nome di un ruscello ubicato vicino all’azienda vinicola. Insomma, una parola che evoca territorialità, storia e che ritroviamo anche nel logo.

Salcheto, la cantina ecosostenibile
Salcheto, la cantina ecosostenibile

La visita della cantina

Nel 2008 Michele ricostruisce la cantina rendendola completamente ecosostenibile ed energeticamente autonoma. Nel corso della visita noterete infatti i collettori per l’illuminazione naturale che, durante la vendemmia, vengono utilizzati anche per convogliare l’uva nelle botti. 54 % d’energia elettrica risparmiata e 46% derivante dai pannelli solari.

Salcheto, azienda vinicola 100% Bio, possiede la certificazione Equalitas: autoproduce i suoi concimi, utilizza preparati biodinamici e lieviti indigeni, ricicla il 100% delle sue acque e utilizza materiali legnosi provenienti da foreste gestite in maniera responsabile. Dal 2016, inoltre, Salcheto riutilizza il rovere delle sue botti per produrre occhiali da sole.

Le cantine di Montepulciano: Salcheto
Le cantine di Montepulciano: Salcheto

L’azienda agricola che, tra le altre cose, vanta una meravigliosa vista sulla cittadina medievale di Montepulciano produce anche olio e miele. Inoltre, Salcheto ha aperto un ristorante chiamato “L’indigeno” che serve prodotti km zero come verdure dell’orto, cacciagione, oche del cortile e pesci di lago. Per completare l’offerta enoturistica la cantina ha aperto anche un piccolo agriturismo composto da sei stanze e un salone con cucina.

La degustazione

La linea Obvius

Una linea basata sulla bevibilità e la precisione aromatica, con vinificazioni interamente senza solfiti. Quattro referenze – rosso, rosato, bianco e vendemmia tardiva – di sola uva fino alla bottiglia. Il mio preferito? Obvius Rosato: 90% Sangiovese e 10% Canaiolo Nero, Mammolo e Merlot. 4 mesi d’invecchiamento di cui il 70% in acciaio e il 30% in legno.

I sangiovesi “classici”

Qui troviamo il Nobile di Montepulciano 2019il vino più venduto – e il Nobile di Montepulciano Salco 2017. Salco è un vino con uve 100% Sangiovese che invecchia 2 anni in legno (30% botte e 70% tonneaux) e affina 3 anni in bottiglia. Un vino speziato con sentori di frutta rossa mescolati a cuoio e tabacco. Tannini vellutati e rotondi.

Salcheto, la degustazione
Salcheto, la degustazione

Se apprezzate il Sangiovese e volete proseguire il vostro tour nelle campagne senesi v’invito a leggere i miei articoli sulle cantine di Montalcino e sulle cantine del Chianti Classico.

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Visita alla cantina San Polo, Montalcino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/21/visita-alla-cantina-san-polo-montalcino/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=visita-alla-cantina-san-polo-montalcino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/21/visita-alla-cantina-san-polo-montalcino/#respond Sun, 21 May 2023 08:01:29 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6043 Oggi vi porto a conoscere una delle oltre 200 cantine presenti nel Comune di Montalcino: il suo nome è San Polo e si trova nel versante Sud/Est della collina, ai piedi del Monte Amiata. È qui che - dal 2007 - la proprietaria Marilisa Allegrini, con l’aiuto delle figlie Carlotta e Caterina, porta avanti la lunga tradizione vitivinicola della sua famiglia, già proprietaria di numerose tenute in Valpolicella.

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Oggi vi porto a conoscere una delle oltre 200 cantine presenti nel Comune di Montalcino: il suo nome è San Polo e si trova nel versante Sud/Est della collina, ai piedi del Monte Amiata. È qui che – dal 2007 – la proprietaria Marilisa Allegrini, con l’aiuto delle figlie Carlotta e Caterina, porta avanti la lunga tradizione vitivinicola della sua famiglia, già proprietaria di numerose tenute in Valpolicella.

L’azienda vinicola conta 22 ettari di proprietà, di cui 16 vitati a Sangiovese. Tutti i terreni sono ubicati nei pressi della cantina, a circa 450 mt sopra il livello del mare, ma ognuno presenta caratteristiche molto diverse tra loro. La filosofia di San Polo vuole esaltare il concetto di “terroir”: il ciclo biologico della vigna e il contesto pedoclimatico devono essere in perfetta sintonia. Questo è uno dei motivi principali che ha spinto Marilisa Allegrini e l’enologo Riccardo Fratton a parcellizzare i vigneti secondo la loro posizione, sfruttando al meglio ogni singola caratteristica. L’esempio più calzante di questa filosofia è dato dai Cru Podernovi e Vignavecchia che, pur trovandosi praticamente l’uno accanto all’altro, sono profondamente diversi per esposizione, pendenza e caratteristiche del suolo.

Nel 2017 la cantina San Polo, a Montalcino, riceve la certificazione biologica che rende ancora più concreto il suo impegno nei confronti dell’ambiente e del futuro sostenibile.

I vigneti della cantina San Polo, Montalcino
I vigneti della cantina San Polo, Montalcino

La cantina San Polo, Montalcino

La struttura della cantina San Polo è un esempio di bio-architettura, concepita per ridurre al minimo l’impatto ambientale e il dispendio energetico. Le caratteristiche che la rendono così “green” sono:

  1. il totale interramento della cantina che permette di mantenere una temperatura costante;
  2. la forma “a tunnel” che favorisce un percorso spontaneo per tutte le fasi della vinificazione;
  3. il raffreddamento dell’edificio che avviene in maniera completamente naturale, grazie all’esistenza di un termolabirinto;
  4. la presenza di camini solari posti all’esterno della struttura che estraggono l’aria calda prodotta durante la fermentazione;
  5. il rivestimento in tufo delle pareti all’interno della barricaia che assorbono o rilasciano umidità.
La cantina San Polo
La cantina San Polo

In cantina troviamo vasche in cemento, vasche in acciaio, botti piccole, botti grandi e anfore in terracotta. Scopriremo insieme, durante la degustazione, in quali recipienti affinano i diversi vini di San Polo.

Un’ultima curiosità: la proprietà sta portando avanti un ambizioso progetto di ristrutturazione che le permetterà di aggiungere altre aree dedicate all’hospitality.

La degustazione

San Polo propone agli appassionati un’esperienza gustativa completa: 5 vini con la possibilità d’aggiungere anche un ultimo calice “bonus”. Tutte le referenze – per un totale di circa 145.000 bottiglie annue – sono prodotte con solo uve 100% Sangiovese.

La degustazione
La degustazione

Rubio 2020

Chiamato Rubio per via del suo colore rosso intenso, questo vino è affinato esclusivamente in tini d’acciaio. Un vino fresco e versatile, molto fruttato.

Rosso di Montalcino 2020

Un Rosso di Montalcino con grande personalità. Fermentazione in vasche di cemento e affinamento di 12 mesi in botti grandi. Un vino fresco e ben bilanciato.

Amphora Vignamasso 2020

Questo vino è senza dubbio il mio preferito. È prodotto con uve del vigneto “Vigna del Masso” che vengono vinificate e affinate in anfore di terracotta per circa 14 mesi. Un vino giovane ma molto elegante.

Amphora Vignamasso 2020
Amphora Vignamasso 2020

Brunello di Montalcino 2018

È il vino più rappresentativo dell’azienda e del territorio. Fermentazione in vasche di cemento e affinamento di 24 mesi in botti grandi e di 6 mesi in bottiglia. Un vino corposo, dai tannini ben definiti e con sentori di frutti rossi, sottobosco e caffè.

Brunello di Montalcino Podernovi 2017

Il Cru Podernovi rispecchia prepotentemente le caratteristiche del suo terroir: argilloso, calcareo e con una forte attitudine a trattenere l’acqua. Il vino che ne risulta è intenso, erbaceo, fresco e con sfumature di liquirizia. Affinamento di 30 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia, seguiti da 6 mesi in bottiglia.

Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015

Più che un vino “bonus” si tratta di un vero e proprio regalo! Vignavecchia è il Cru più pregiato della tenuta, prodotto solo in annate selezionate da un vigneto di 2 ettari estremamente pendente e ad alta concentrazione. Un vino complesso, intenso, muscolare, con sentori di frutta nera e spezie. Affinamento di 30 mesi in tonneaux di rovere francese seguiti da 6 mesi in bottiglia.

Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015
Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015

Inutile nasconderlo: Montalcino è una delle mie zone vitivinicole preferite. Se volete approfondire l’argomento sappiate che ho scritto un articolo che racconta altre sei cantine di Montalcino, con una descrizione dettagliata dei tour e delle degustazioni. Infine, dato che probabilmente vi troverete in zona, non perdete i miei consigli su cosa vedere in Val d’Orcia.

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I migliori ristoranti della Val d’Orcia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/07/i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/07/i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia/#respond Sun, 07 May 2023 09:34:18 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5983 La Val d’Orcia possiede ristoranti per ogni tasca all'interno di un panorama eno-gastronomico superlativo. Tra i prodotti più rinomati troviamo il pecorino di Pienza, l’olio extra vergine d’oliva, i funghi porcini, le castagne, i tartufi, il cinghiale e la pasta all’uovo. Il tutto viene accompagnato da ottimi vini come il Brunello di Montalcino o il Rosso d’Orcia. Il mio consiglio è di cimentarvi in diverse esperienze culinarie che vanno dalla gastronomia all’osteria, fino al locale gourmet o all’enoteca.

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La Val d’Orcia possiede ristoranti per ogni tasca all’interno di un panorama eno-gastronomico superlativo. Tra i prodotti più rinomati troviamo il pecorino di Pienza, l’olio extra vergine d’oliva, i funghi porcini, le castagne, i tartufi, il cinghiale e la pasta all’uovo. Il tutto viene accompagnato da ottimi vini come il Brunello di Montalcino o il Rosso d’Orcia. Il mio consiglio è di cimentarvi in diverse esperienze culinarie che vanno dalla gastronomia all’osteria, fino al locale gourmet o all’enoteca.

San Quirico d’Orcia

Se parliamo di gastronomie, a San Quirico d’Orcia consiglio La Bottega di Portanuova che propone ottimi panini con salumi nostrani e pecorino, accompagnati da un buon calice di Sangiovese o birre locali.

La Bottega di Portanuova, San Quirico d’Orcia
La Bottega di Portanuova, San Quirico d’Orcia

Tra le osterie, invece, segnalo l’Osteria San Quirico ubicata nella via principale dell’affascinante centro storico. La particolarità è che non serve pasta ma potrete comunque assaggiare un’ottima pappa al pomodoro con burrata e squisiti fegatini di pollo. La carta dei vini, purtroppo, lascia un po’ a desiderare.

Per compensare, voglio consigliarvi un’enoteca chiamata Intralci Wine Bar che fa del vino la sua colonna portante. È un piccolissimo locale gestito da un signore che vanta esperienze in tutto il mondo. Serve pochi piatti, scritti su una lavagna, accompagnati da ottimo vino. Io ho mangiato la ribollita e una rivisitazione del classico hummus.

Bagno Vignoni

Tra i ristoranti della Val d’Orcia, quelli di Bagno Vignoni sono certamente i più turistici, se non altro per le ridotte dimensioni del borgo. Se volete mangiare qualcosa al volo scegliete la Bottega di Cacio, situata in Piazza del Moretto. Grazie al “contributo” familiare la proposta gastronomica – inizialmente composta da formaggi, salumi e vino – nel corso degli anni è stata ampliata includendo marmellate, biscotti, sughi, olio e miele.

Bottega di Cacio, Bagno Vignoni
Bottega di Cacio, Bagno Vignoni

Tra i ristoranti veri e propri segnalo l’Osteria del Leone con tanti posti a sedere sia all’interno che all’esterno. La cucina è quella del territorio, con la pretesa di fare quel passo in più che non sempre riesce. Buona la tartare di chianina, la trippa alla montalcinese e il piccione scottato. Carta dei vini da migliorare.

Pienza

A Pienza, in Val d’Orcia, ho apprezzato molto un ristorante specializzato in crostoni, taglieri e piatti di carne. Il suo nome è Baccano il Panino Toscano e l’atmosfera che si respira al suo interno è familiare. Diciamo che, dato il rapporto qualità-prezzo, svolge egregiamente il suo lavoro.

Tra le sorprese gastronomiche segnalo la locanda Dopolavoro La Foce che risulta ubicata a Pienza ma, in realtà, si trova a 20 min di macchina dal centro del paese. Si tratta di un bar-ristorante in stile vintage, dove si possono assaggiare piatti del territorio realmente a km zero. I proprietari, infatti, hanno un orto nelle immediate vicinanze del locale. Provate il tagliolino 40 tuorli o l’hamburger di Chianina, non ve ne pentirete!

Ristorante Dopolavoro La Foce, Pienza
Ristorante Dopolavoro La Foce, Pienza

Se, invece, state cercando un’enoteca storica in cui assaggiare qualche bicchiere di vino e/o comprare etichette “introvabili” dirigetevi verso l’Enoteca di Ghino, in pieno centro storico. Ghino accoglie da 20 anni una clientela internazionale offrendo loro oltre 2000 etichette dei migliori vini italiani ed esteri, con prezzi che vanno dalle cinque a qualche migliaia di euro. Un posto assolutamente imperdibile per tutti i wine lovers.

Enoteca di Ghino, Pienza
Enoteca di Ghino, Pienza

Montalcino

Montalcino è molto più di un paese. Io lo considero il cuore della Val d’Orcia e, per questo motivo, ho deciso di dedicargli un articolo a parte: ecco dove scoprire i ristoranti più blasonati di Montalcino.

Castelnuovo dell’Abate

A soli 10 km da Montalcino troviamo l’antico borgo medievale di Castelnuovo dell’Abate. È qui che sei ragazzi hanno aperto, da poco più di un mese, un locale chiamato Vineria Aperta in cui raccontano la loro passione per il Sangiovese e per tutto il mondo del vino (o il vino nel mondo), attraverso un assortimento di più di 1500 etichette. Noi siamo rimasti a bocca aperta dalla selezione accurata di “vigneron” francesi. Il locale possiede anche una piccola cucina – grande, però, nel gusto – e un dehor meraviglioso affacciato sui vigneti e sulle colline della Val d’Orcia. I ragazzi avranno successo!

Vineria Aperta, Castelnuovo dell’Abate
Vineria Aperta, Castelnuovo dell’Abate

Termina qui il nostro viaggio culinario nei migliori ristoranti della Val d’Orcia. Ora non vi resta che scoprire cosa vedere in questi borghi meravigliosi e quali sono le migliori cantine da visitare durante il vostro soggiorno a Montalcino. Tenetemi aggiornata!

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Morellino di Scansano: i vini della Cantina Terenzi https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/03/29/morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/03/29/morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi/#respond Wed, 29 Mar 2023 06:03:01 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5886 L’azienda vinicola nata nel 2004 possiede 150 ettari di terreno - di cui 60 vitati e 14 occupati da ulivi secolari – e una cantina di circa 3.000 mq che include anche aree dedicate all’hospitality.

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Oggi vorrei parlarvi del Morellino di Scansano e, nello specifico, dei vini della Cantina Terenzi.

La denominazione

Il Morellino di Scansano ottiene la DOCDenominazione d’origine controllata – nel 1978 e circa 40 anni dopo, nel 2006, lo stesso vino riceve anche la DOCG Denominazione d’origine controllata e garantita.

Il Morellino di Scansano DOCG è prodotto per almeno l’85% con uve del vitigno Sangiovese che, localmente, viene anche chiamato Morellino. Il restante 15% può essere coperto da alti vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione nella regione Toscana. Il Morellino di Scansano è qualificato con la menzione “riserva” quando viene sottoposto ad almeno due anni d’invecchiamento, di cui uno in botti di legno.

Questa tipologia di vino può essere prodotta nella provincia di Grosseto e, più precisamente, nei comuni di Scansano, Manciano, Magliano in Toscana, Grosseto, Campagnatico, Semproniano e Roccalbegna. Il Morellino di Scansano è un vino con un buon tenore d’acidità, di colore rosso rubino, con tendenza al granato se parliamo della classificazione “riserva”. Il profumo è intenso, con note di frutti rossi, più maturi e speziati nelle bottiglie che vengono lasciate invecchiare.

Morellino di Scansano, imbottigliatrice
Morellino di Scansano, imbottigliatrice

La Cantina Terenzi e i suoi vini

Tra le cantine che producono i vini Morellino di Scansano, quella di Terenzi è sicuramente la mia preferita. L’azienda vinicola nata nel 2004 possiede 150 ettari di terrenodi cui 60 vitati e 14 occupati da ulivi secolari – e una cantina di circa 3.000 mq che include anche aree dedicate all’hospitality. Oggi questo patrimonio è nelle mani di tre giovani fratelli d’origine nobile: Federico, Balbino e Francesca.

La bottaia
La bottaia

La produzione si assesta intorno alle 400.000 bottiglie annue e comprende 3 referenze di vino bianco, 5 referenze di vino rosso e 1 vino dolce. Le tenute della famiglia Terenzi si strutturano su 5 territori differenti:

  1. Vigneto Cerreto Piano: terreni argillo-limosi ricchi di minerali e potassio. 19 ettari destinati a differenti varietà: Sangiovese, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Vermentino e Viogner.
  2. Vigneto Crognoleta: vicino al mare, con terreni sabbiosi e molto esposti al sole, con una piovosità ridottissima. 10 ettari destinati a differenti varietà: Alicante, Merlot, Moltepulciano, Sangiovese, Syrah, Vermentino.
  3. Vigneto Madre Chiesa: l’unico Cru dell’azienda, con terreni simili a quelli del vigneto Cerreto Piano. 4 ettati destinati solo al Sangiovese.
  4. Vigneto Montedonico: terreni argillosi e sabbiosi con una grande presenza di calcare. 16 ettari destinati a differenti varietà: Cabernet Sauvignon, Malbec, Petit Verdot, Sangiovese, Syrah, Vermentino e Viogner.
  5. Vigneto Salaioli: terreni simili a quelli del vigneto Montedonico. 4 ettari destinati a Sangiovese e Malvasia.
La Cantina Terenzi
La Cantina Terenzi

I vini della cantina Terenzi: la degustazione

Tutte le visite in azienda iniziano con una descrizione della mappa dei vigneti e proseguono poi nelle cantine, cuore pulsante della proprietà. È qui che, grazie alle più moderne tecnologie, nascono i vini di Terenzi. Le degustazioni si svolgono all’interno di una meravigliosa saletta panoramica e vengono accompagnate da bruschette e piccoli assaggi. Io non ho resistito dal provare tutta la gamma…

Balbino, Maremma Toscana DOC Vermentino

Un Vermentino elegante, fresco e sapido con aromi floreali e fruttati tipici del vitigno. Affinato in acciaio.

Montedonico, Toscana IGT Viognier

Un Viognier fresco e minerale con sentori di pera e albicocca. Affinato in acciaio.

Balbinvs, Maremma Toscana DOC Vermentino

Un tributo al Vermentino, vitigno capace d’evolvere nel tempo. Un vino floreale e fruttato, con una buona persistenza, affinato sia in ovetti di ceramica che in acciaio.

I vini bianchi della Cantina Terenzi
I vini bianchi della Cantina Terenzi

Bramaluce, Maremma Toscana Rosso DOC

Un blend di Sangiovese e Syrah, unico nel suo genere. Sapore intenso ed elegante con una bella rotondità. Affinato in acciaio.

Morellino di Scansano

Un Morellino classico che colpisce per freschezza, eleganza e bevibilità. Un vino con tannini ben bilanciati, morbidi e persistenti.

Purosangue, Morellino di Scansano Riserva

Un Morellino Riserva da uve Sangiovese in purezza. Succoso ed elegante, affinato in botti grandi e con profumi complessi e avvolgenti.

Madrechiesa 2018

Madrechiesa è il vino più rappresentativo della Cantina Terenzi ed è anche il mio preferito. Rappresenta la selezione di un singolo vigneto, massima espressione del Sangiovese. L’affinamento è identico a quello del Morellino Riserva ma i sentori sono più speziati e il corpo pieno e bilanciato, con tannini maturi e ben evoluti.

Francesca Romana, Toscana IGT

Un blend di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, caratterizzato da una rara freschezza ed eleganza. Affinato 18 mesi in barrique di rovere francese.

La degustazione
La degustazione

Il costo dell’esperienza varia dalle 35 alle 70 euro, a seconda di cosa desiderate assaggiare e degustare. Troverete, infatti, dei pacchetti che comprendono pranzi, pic-nic tra le vigne e cene sotto le stelle.

La degustazione
La degustazione

Non solo vino…

Se avete del tempo a disposizione vi consiglio di leggere i miei articoli dedicati alla Maremma e alla Val d’Orcia, con piccoli approfondimenti sulle Cantine di Montalcino e sulla zona del Chianti Classico.

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Bolgheri: cosa vedere nel borgo medievale più “Super Tuscan” d’Italia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/06/27/bolgheri-cosa-vedere-nel-borgo-medievale-piu-super-tuscan-ditalia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=bolgheri-cosa-vedere-nel-borgo-medievale-piu-super-tuscan-ditalia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/06/27/bolgheri-cosa-vedere-nel-borgo-medievale-piu-super-tuscan-ditalia/#respond Mon, 27 Jun 2022 10:43:19 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5214 In quest’articolo vi parlerò di cosa vedere a Bolgheri, il borgo medievale della provincia di Livorno, conosciuto in tutto il mondo per i suoi vini Super Tuscan. Questa lussuosa meta turistica, nella quale ha vissuto il poeta Giosuè Carducci, è un piccolo gioiello ubicato nella Costa degli Etruschi, a dieci chilometri dal mare.  All’interno di questo minuscolo borgo troverete enoteche, negozi di souvenir, botteghe che vendono profumatori d’ambiente e ristorantini tipici.

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In quest’articolo vi parlerò di cosa vedere a Bolgheri, il borgo medievale della provincia di Livorno conosciuto in tutto il mondo per i suoi vini Super Tuscan.

Questa lussuosa meta turistica, nella quale ha vissuto il poeta Giosuè Carducci, è un piccolo gioiello ubicato nella Costa degli Etruschi, a dieci chilometri dal mare.  All’interno di questo minuscolo borgo troverete enoteche, negozi di souvenir, botteghe che vendono profumatori d’ambiente e ristorantini tipici.

La Costa degli Etruschi
La Costa degli Etruschi

Bolgheri: cosa vedere

1. Viale dei Cipressi

L’attrazione più fotografata di Bolgheri è senza dubbio il Viale dei Cipressi, nominato più volte da Giosuè Carducci nella poesia “Davanti a San Guido”. Come ogni turista che si rispetti non potrete fare a meno d’accostare la macchina e fotografare quest’immensa distesa di cipressi, incorniciati da filari di viti e olivi, che, grazie a un gioco ottico, sembreranno tuffarsi nel Mar Tirreno. La lunghezza totale della strada è di 4,7 chilometri: inizia a San Guido e termina alla Torre del Castello, con la porta d’ingresso al borgo.

Viale dei Cipressi
Viale dei Cipressi

2. Castello di Bolgheri

La prima cosa che salta all’occhio, entrando nel meraviglioso borgo di Bolgheri, è il suo imponente castello medievale, appartenuto ai Conti della Gherardesca e, attualmente, di proprietà del discendente della famiglia Federico Zileri Dal Verme. Oggi questa struttura ospita la cantina più antica del territorio, nonché l’unica presente all’interno del paese.

Il castello di Bolgheri
Il castello di Bolgheri

3. Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo

Nei pressi della porta d’ingresso al borgo troverete l’edificio più antico di tutta Bolgheri ovvero la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, restaurata nel corso del ‘900 ma tuttora custode di splendidi affreschi.

4. I luoghi simbolo di Giosuè Carducci

Tra la lista dei luoghi da vedere a Bolgheri non possono mancare l’abitazione di Giosuè Carducciin Piazza Alberto, la statua della nonna del poeta – nel cimitero del paese e la casa in cui visse il suo primo amorein Piazza Teresa.

Le strade di Bolgheri
Le strade di Bolgheri

Bolgheri: dove mangiare

I ristoranti ubicati all’interno del borgo storico sono tutti molto turistici e decisamente cari rispetto a quello che offrono. Il mio consiglio è di spostarvi quindi lungo la “Strada dei Vini” e fermarvi all’Osteria Magona. Questo ristorante propone la migliore carne alla brace di tutta la zona, selezionata con cura dal famoso macellaio Dario Cecchini. Il servizio è eccellente, la carta dei vini rispecchia l’importanza del luogo in cui ci troviamo e il rapporto qualità prezzo è il migliore nel raggio di chilometri. Io ho mangiato un ottimo antipasto di carne cruda, una fiorentina con puntarelle e – per finire – una selezioni di gelati fatti in casa. Davvero consigliato!

Osteria Magona
Osteria Magona

Bolgheri: le sue cantine

Se vi state ancora chiedendo “cosa vedere a Bolgheri” la risposta è semplice: una cantina che produce i famosi vini appartenenti alla DOC Bolgheri, che fanno parte anche della “denominazione” Super Tuscan.

I Super Tuscan

Sommelier e amanti del buon bere giungono in questo luogo da ogni parte del mondo solo per degustare un calice di Sassicaia o Ornellaia. Se questi nomi non vi dicono nulla, dobbiamo partire dalle basi!

I Super Tuscan sono tutti quei vini Toscani prodotti da vitigni non autoctoni (come il Sangiovese), bensì da uve tradizionalmente coltivate in Francia, soprattutto nella zona di Bordeaux, tra cui Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot. Io li considero dei vini decisamente “snob” e, non vi nascondo, preferisco di gran lunga la zona del Chianti Classico o del Brunello di Montalcino. Tuttavia, non si può lasciare Bolgheri senza aver visitato almeno una o due cantine della Costa degli Etruschi.

Perché preferisco altre zone? Perché i vini di Bolgheri sono cari e, spesso, i produttori cercano di “fregare” il turista arrivando a fargli pagare una bottiglia in cantina più di quanto la pagherebbero in enoteca. Questa cosa, sinceramente, mi è successa solo qui e non mi è per niente piaciuta. Senza contare, inoltre, che le risposte di molte aziende vinicole sono spesso scortesi e altezzose, quasi a porre l’accento sul fatto che “non abbiano bisogno di te”.

I vigneti di Bolgheri
I vigneti di Bolgheri

I Bolgheri Doc

La denominazione Bolgheri DOC nasce nel 1994 e prevede una combinazione di uve del territorio Toscano – Sangiovese, Vermentino e Trebbiano – e vitigni internazionali – come, ad esempio, Cabernet, Merlot, Syrah, Sauvignon e Petit Verdot. I Bolgheri DOC possono essere rossi, rossi superiori, bianchi, vermentino, sauvignon o rosati. Questo disciplinare “poco rigido” offre una grande libertà di movimento e di sperimentazione, consentendo di produrre vini che, pur appartenendo alla stessa denominazione, sono molto variegati.

Guado al Melo

La cantina che ho scelto di visitare, anche e soprattutto perché lontana da quanto scritto in precedenza sull’altezzosità dei produttori, è Guado al Melo.

Guado al Melo è un’azienda familiare nata nel 2000, condotta da Annalisa e Michele Scienzaprofessore di viticultura all’Università di Milano – con l’intento di produrre grandi vini di territorio, in modo artigianale e sostenibile.

Questa cantina, completamente interrata ed ecologica, ha anche una biblioteca che ospita diverse migliaia di volumi sul vino. Per questo motivo i proprietari hanno deciso d’inglobarvi un museo che racconta la storia e la cultura del territorio di Bolgheri.

La cantina Guado al Melo
La cantina Guado al Melo

Le vigne, circondate da boschi della macchia mediterranea e uliveti, testimoniano l’importanza data alla viticultura integrata, alla biodiversità e all’equilibrio del suolo. La cantina è estremamente sostenibile perché dotata di lucernari, canali per la raccolta piovana e sprovvista di alcuna refrigerazione automatica.

La cantina Guado al Melo prende il suo nome dal fatto d’essere posizionata vicino ad un torrente con un guado mentre il logo richiama la prima storica rappresentazione della vite disegnata su un vaso etrusco. L’azienda vinicola possiede 16 ettari e produce principalmente vini Bolgheri DOC.

La degustazione

1. AIRONE: Vermentino

2. ANTILLO Bolgheri: a base Sangiovese, rappresenta l’anima più antica del territorio

3. RUTE Bolgheri: classico blend bolgherese, rappresenta l’anima più contemporanea

4. ATIS Bolgheri Superiore: Cabernet sauvignon (80%), Rebo (15%) e Cabernet Franc (5%)

5. JASSARTE: un uvaggio di campo della singola vigna Campo Giardino con 30 varietà a bacca rossa

La degustazione presso Guado al Melo
La degustazione presso Guado al Melo

La Toscana è una delle regioni italiane di cui vi ho più parlato all’interno del mio blog. Oltre ad approfondire le zone vinicole, non perdetevi i miei articoli sulla Val d’Orcia e l’Isola d’Elba, il cui imbarco dei traghetti si trova a pochi chilometri di distanza dalla Costa degli Etruschi.

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Le cantine di Montalcino: visite guidate e degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/11/12/le-cantine-di-montalcino-visite-guidate-e-degustazioni/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-cantine-di-montalcino-visite-guidate-e-degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/11/12/le-cantine-di-montalcino-visite-guidate-e-degustazioni/#comments Fri, 12 Nov 2021 16:03:54 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4541 Scegliere quali cantine di Montalcino visitare è un’impresa assai ardua: c’è chi predilige le storiche Banfi e Col d’Orcia; chi preferisce le pluripremiate Casisano e Altesino; chi ama le moderne Podere delle Ripi e Sanoner. Non serve essere dei sommelier per valutare le diverse annate; spesso basta solo avere un buon palato e saper leggere il prezzo delle bottiglie…

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Se vi state chiedendo quali cantine di Montalcino visitare partirei dalla doverosa premessa che Montalcino e le sue tre frazioni – Sant’Angelo in Colle, Torrenieri e Castelnuovo dell’Abate – contano circa 6.000 abitanti e buona parte di loro è impiegata nella coltivazione, produzione o distribuzione del vino.

I produttori di Brunello di Montalcino sono 250 mentre gli imbottigliatori scendono a 200 unità. La produzione annua è di circa 6 milioni di bottiglie, dalla quale sono escluse il Rosso di Montalcino DOC e il Sant’Antimo DOC.

Questo per farvi capire che la scelta sarà tutt’altro che facile. Ma partiamo dalle basi…

Le vigne di Montalcino
Le vigne di Montalcino

La storia del Brunello di Montalcino

Nel 1320 il nome Brunello indicava un torrente presente del comune di Montalcino. In seguito, agli inizi del 1800, questo stesso nome fu dato a un’uva rossa diffusa nello stesso territorio. In quegli anni i vini di Montalcino erano prodotti con più uvaggi. Intorno al 1850 Clemente Santi realizzò un vino attraverso la vinificazione di un solo vitigno, il “Brunello”. Nacque così uno dei vini più riconosciuti a livello nazionale e internazionale.

Il comune di Montalcino ha 24.000 ettari di terreno ma solo il 15% è destinato alla coltivazione delle uve. Questo è dovuto principalmente a due fattori:

1) parte del suolo è formato da rocce e detriti che rendono difficile la lavorazione degli appezzamenti

2) i vigneti si contendono molti terreni con le coltivazioni di olivo.

Le cantine di Montalcino
Le cantine di Montalcino

Le caratteristiche del Brunello di Montalcino

Il Brunello di Montalcino è un vino rosso ottenuto da uve 100% Sangiovese. Questo è ciò che lo differenzia da altri vini toscani come, ad esempio, il Chianti che prevede una percentuale di uve Sangiovese dell’85%.

Il Brunello di Montalcino ha ottenuto il riconoscimento DOCG solo nel 1980. I requisiti principali, oltre alla composizione in purezza delle uve, sono l’affinamento per almeno due anni in botti di rovere e il riposo di almeno 4 mesi in bottiglia. Tengo tuttavia a specificare che il Brunello è un vino da invecchiamento, specialmente perché richiede tanto tempo per abbassare il livello di tannicità e rendere il sapore più gradevole al palato.

Le cantine di Montalcino
Le cantine di Montalcino

Le cantine di Montalcino

Scegliere quali cantine di Montalcino visitare è un’impresa assai ardua: c’è chi predilige le storiche Banfi e Col d’Orcia; chi preferisce le pluripremiate Casisano e Altesino; chi ama le moderne Podere delle Ripi e Sanoner. Non serve essere dei sommelier per valutare le diverse annate; spesso basta solo avere un buon palato e saper leggere il prezzo delle bottiglie…

Cantine storiche

Castello Banfi

La location merita sicuramente una sosta. Castello Banfi è una meravigliosa tenuta che, oltre alla cantina, ospita un hotel appartenente alla catena Relais & Château e due ristoranti: La Taverna e La Sala dei Grappoli. La visita presso le cantine dura circa un’ora e mezzo e comprende un tour dei vigneti e una degustazione presso l’Enoteca Banfi. Qui potrete assaggiare 3 vini accompagnati da un aperitivo dello chef. Il prezzo è di 40 euro a persona.

Cantina Castello Banfi
Cantina Castello Banfi

Se non avrete voglia di partecipare a tutto il percorso guidato potrete comunque scegliere tra diverse degustazioni all’interno dell’enoteca. Oltre ai famosissimi vini toscani – il mio preferito è l’ExcelsuS2015 – Banfi vanta anche dei vitigni nell’Alta Langa, dai quali ricava degli ottimi Metodo Classico. Una buona alternativa per le vostre degustazioni.

Col d’Orcia

La cantina Col d’Orcia si trova nella frazione di Sant’Angelo in Colle. Con i suoi 140 ettari, di cui 108 destinati alla produzione di Brunello di Montalcino, quest’azienda vinicola è la terza produttrice di questa tipologia di vino. Dal 2010 la cantina ha iniziato il processo di conversione per ottenere la certificazione biologica.

Cantina Col d'Orcia
Cantina Col d’Orcia

Le visite guidate comprendono una passeggiata nel parco naturale della tenuta, un tour della cantina e una degustazione guidata di 3 annate “correnti”, incluso il Brunello. Il costo è di 35 euro. I più appassionati potranno scegliere di degustare 3 “grandi cru” – costo 45 euro – oppure una verticale di 3 annate “vintage” – costo 65 euro.

Cantine premiate

Tenuta Casisano

La Tenuta Casisano fa parte di uno dei più grandi gruppi vinicoli d’Italia: la Tommasi Family Estate. Nonostante l’imponenza e la forza commerciale del gruppo, questa cantina conserva un’anima autentica e tradizionalista. La famiglia Tommasi, grande amante delle colline di Montalcino, ha cercato dei vigneti da poter acquistare per oltre 20 anni, fino a quando – nel 2015 – non si è imbattuta in questa tenuta.

Casisano è una terrazza naturale ricca di biodiversità, a 480 mt d’altitudine, che domina il quadrante sud-orientale delle colline di Montalcino. La cantina possiede 22 ettari, tutti coltivati a Sangiovese, di cui 9 iscritti all’albo del Brunello di Montalcino. I vigneti sono divisi in dieci parcelle distinte. Il “cru” più prestigioso è quello del vigneto Colombaiolo.

Tenuta Casisano, la visita
Tenuta Casisano, la visita

La produzione annua della cantina si aggira intorno alle 110.000 bottiglie che comprendono 3 referenze: Rosso di Montalcino, Brunello di Montalcino e Brunello Riserva Colombaiolo. Durante la vostra visita in cantina potrete degustarle tutte e, per i veri eno-appassionati, sarà possibile aggiungere al “tasting” anche una vecchia annata di Brunello. Le visite sono guidate da una signora molto preparata, che lavorava in cantina già nella gestione precedente, e prevedono un tour dei vigneti e della bottaia. Il costo varia dalle 30 alle 45 euro a seconda di cosa si vuole assaggiare.

Tenuta Casisano, la degustazione
Tenuta Casisano, la degustazione

Altesino

Siamo nelle colline orientali a nord-est di Montalcino, nel bel mezzo della Via Francigena. Qui si ergono le mura di Palazzo Altesi, guidato dalla famiglia Tricerchi fino al 2002, anno in cui la tenuta fu acquistata dalla famiglia Gnudi Angelini, già proprietaria di altri vigneti nella regione Toscana.

Altesino è una cantina che, negli anni, si è fatta “portavoce” di grandi innovazioni, affermandosi come una delle realtà di spicco nella produzione del Brunello. Fu proprio l’azienda Altesino, con il suo Brunello Montosoli, ad introdurre, nel 1975, il concetto di “cru”. In continuità con questo spirito d’innovazione, Elisabetta Gnudi Angelini ha ammodernato le strutture per le operazioni di vinificazione, affinamento e imbottigliamento.

Tenuta Altesino possiede circa 45 ettari vitati con una produzione annua di 250.000/300.000 bottiglie. I Brunelli di Altesino vengono affinati esclusivamente in grandi botti, come prevede la tradizione, e questa sarà una delle prime cose che noterete durante la visita guidata. La seconda particolarità è il colore giallo delle botti, un tocco di femminilità fortemente voluto da Elisabetta. Infine, se amate “il bello”, potrete imbattervi in vere e proprie opere d’arte. A me ha colpito moltissimo una scultura gigante di Mitoraj esposta nel giardino antistante alla villa, dove oggi risiede la figlia di Elisabetta.

Tenuta Altesino, la visita
Tenuta Altesino, la visita

La cantina possiede diverse sale di degustazione ma la più bella è sicuramente quella ricavata da una botte scolma, sistemata vicino ai vigneti, con una splendida vista sulla città di Montalcino. L’enoturismo della cantina Altesino si rivolge principalmente a un pubblico americano, anche se la volontà della famiglia è di coinvolgere maggiormente il mercato italiano. Noi abbiamo assaggiato queste referenze:

  • Rosso di Montalcino 2018
  • Brunello di Montalcino 2016
  • Brunello di Montalcino Monsosoli 2016, un vigneto di 5 ettari le cui uve vengono vinificate separatamente dal 1975.
  • Palazzo Altesi 2016, il mio preferito
  • Alte d’Altesi 2017, un assemblaggio di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot in parti uguali.
Tenuta Altesino, la degustazione
Tenuta Altesino, la degustazione

Cantine moderne

Podere le Ripi

Podere Le Ripi è la cantina più innovativa di Montalcino ed è situata nel versante est, a Castelnuovo dell’Abate. Il punto cardine dell’azienda vinicola è l’applicazione dei principi dell’agricoltura biodinamica. Qui Francesco Illy – con i suoi giovani soci Sebastian Nasello e Alessandro Riccò – ha voluto creare il vigneto più denso al mondo e l’ha chiamato Bonsai. Quest’esasperazione della percentuale di piante per ettaro è una delle caratteristiche che rendono unica questa cantina.

Cantina Podere le Ripi
Cantina Podere le Ripi

Un’altra peculiarità è data dall’architettura della “winery” che è ispirata a un teatro greco. La sua forma circolare viene ripresa anche sottoterra, nella bottaia; camminerete infatti all’interno di una vera e propria spirale. L’ultima particolarità è la scelta dei nomi dei vini tra i quali cito Amore e Follia, Lupi e Sirene – il mio preferito – e Cielo d’Ulisse. I tour e le degustazioni comprendono spiegazioni sull’agricoltura biodinamica e sui processi di lavorazione del terreno. Il costo è di 40 euro per la degustazione basa e di 70 euro per quella “premium”.

Podere le Ripi, la degustazione
Podere le Ripi, la degustazione

I proprietari di Podere le Ripi hanno aperto anche una vineria con cucina non distante dalla cantina. Per conoscere questo e altri ristoranti della Val d’Orcia leggete l’articolo che gli ho dedicato.

Tenuta Sanoner

Tenuta Sanoner è un’azienda vinicola molto giovane di proprietà della famiglia Sanoner, conosciuta in tutto il mondo per la catena alberghiera cinque stelle Adler Resort. La struttura è un piccolo gioiello architettonico inserito nella splendida valle del fiume Orcia, ai piedi di Bagno Vignoni.

Nella cantina Sanoner si adottano metodi di vinificazione all’avanguardia, nel totale rispetto dei ritmi della natura. La tenuta possiede 37 ettari di terreno di cui 13 vitati. Purtroppo solamente 6/7 ettari sono attualmente attivi e la produzione annua non supera le 30.000 bottiglie. L’obiettivo della cantina, quando tutte le vigne saranno produttive, è di assestarsi intorno alle 60/70.000 bottiglie annue.

Tenuta Sanoner, la visita
Tenuta Sanoner, la visita

L’attuale produzione della cantina è destinata principalmente alle strutture Adler Resorts e a poche altre realtà italiane. Tuttavia, è possibile visitare la tenuta e acquistare i loro vini direttamente in loco. Sanoner, essendo un brand giovane, non può proporre Brunelli di Montalcino o “riserve” e presenta quindi una gamma poco convenzionale:

  • Aetos Orcia Sangiovese 2018
  • Aetos Orcia Sangiovese Riserva 2016

Le uve di questi due vini fermentano spontaneamente grazie alla sola azione dei lieviti indigeni in tini speciali di cemento provenienti dalla Francia. Successivamente vengono affinati in barrique e/o piccole botti di rovere.

  • Aetos Rosé: solo uve Sangiovese. Fermentazione in tini d’acciaio.
  • Aetos Rosé Brut: solo uve Sangiovese. Fermentazione in autoclave.
  • Aetos Exra Brut: uve Sangiovese e Chardonnay. Fermentazione in tini d’acciaio.

Aetos in greco antico significa aquila. La maestosa regina dei cieli – Adler nella lingua sudtirolese – è da sempre il simbolo delle aziende Sanoner.

Tenuta Sanoner, la degustazione
Tenuta Sanoner, la degustazione

Non solo Montalcino, non solo cantine…

Se, oltre alle cantine, volete scoprire altri luoghi turistici v’invito a leggere il mio articolo dedicato a Montalcino e alla Val d’Orcia. Se, invece, amate follemente l’enoturismo non perdetevi il mio approfondimento sulle cantine del Chianti Classico.

L'articolo Le cantine di Montalcino: visite guidate e degustazioni proviene da La geografia del mio cammino.

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Toscana da scoprire: le cantine del Chianti Classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/05/21/toscana-da-scoprire-le-cantine-del-chianti-classico/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=toscana-da-scoprire-le-cantine-del-chianti-classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/05/21/toscana-da-scoprire-le-cantine-del-chianti-classico/#comments Fri, 21 May 2021 07:56:42 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4221 L’area vinicola del Chianti Classico è una delle più conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Oltre a borghi medievali, castelli, chiese, badie e monasteri - descritti nel mio articolo dedicato al territorio del Chianti - questa meravigliosa zona collinare offre moltissime attività legate all’enoturismo. In quest’articolo troverete una serie di consigli e suggerimenti sulle cantine del Chianti Classico e sulle diverse possibilità di visita e degustazione.

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L’area vinicola del Chianti Classico è una delle più conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Oltre a borghi medievali, castelli, chiese, badie e monasteri – descritti nel mio articolo dedicato al territorio del Chianti – questa meravigliosa zona collinare offre moltissime attività legate all’enoturismo.

In quest’articolo troverete una serie di consigli e suggerimenti sulle cantine del Chianti Classico e sulle diverse possibilità di visita e degustazione. Ho scelto di raccontarvi tre ambienti molto diversi tra loro: un grande marchio conosciuto in tutto il mondo per i suoi vini e per la sua cantina avveniristica, un produttore cinematografico che ha unito la passione del cinema a quella del vino e una realtà familiare in cui territorio e originalità si fondono creando una cantina-paese.

Le colline del Chianti Classico
Le colline del Chianti Classico

Chianti Classico: le caratteristiche

La produzione di questo vino è regolamentata dal Consorzio del Chianti Classico, il cui ultimissimo disciplinare risale al 1996. L’elemento distintivo del Chianti Classico DOCG è la presenza del vitigno Sangiovese in una percentuale compresa tra l’80 e il 100%, che può essere però combinato con altre uve a “bacca rossa”come il Canaiolo o il Colorino – fino ad un massimo del 20%.

Il Chianti Classico deve invecchiare per almeno 11 mesi, avere una gradazione alcolica uguale o superiore al 12% e una quantità di zuccheri inferiore ai 4 grammi al litro. Il Chianti Riserva deve invecchiare per almeno 24 mesi – di cui 3 d’affinamento in bottiglia – e deve avere una gradazione alcolica uguale o superiore al 12,5%.

Tutte le bottiglie che rispettano il disciplinare sono riconoscibili grazie all’immagine del Gallo Nero presente sul collo o nell’etichetta. Nel prossimo paragrafo ne approfondiremo la storia.

L’area del Chianti Classico conta circa 70.000 ettari di terreno compresi tra le province di Siena e Firenze. I Comuni che ne fanno parte sono 9: Greve in Chianti, Barberino Val d’Elsa, Tavarnelle Val di Pesa e San Casciano Val di Pesa – nella provincia di Firenze – e Castellina in Chianti, Gaiole, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi – nella provincia di Siena.

I vigneti di Rocca delle Macìe
I vigneti di Rocca delle Macìe

La storia del Gallo Nero

Il simbolo del Gallo Nero viene tramandato dall’epoca medievale e si riferisce ad una leggenda. Nel medioevo le Repubbliche di Siena e Firenze erano in continua lotta per il controllo dei territori del Chianti. Decisero così d’organizzare una competizione: due cavalieri sarebbero dovuti partire a cavallo dalle loro rispettive città non appena il gallo avesse cantato. Il punto d’incontro avrebbe segnato i confini dei due territori.

I senesi scelsero un gallo bianco e lo trattarono come un principe mentre i fiorentini scelsero un gallo nero e lo lasciarono a digiuno per molti giorni. Il gallo nero, preso dai morsi della fame, cantò molto prima dell’alba e i fiorentini guadagnarono tantissimo terreno, tant’è che i cavalieri s’incontrarono nei pressi della città di Siena. Tuttavia, a distanza di molti anni, ora il territorio del Chianti è quasi diviso perfettamente a metà.

Degustazioni e tour nelle cantine del Chianti Classico

La maggior parte delle aziende vinicole richiedono una prenotazione anticipata per prendere parte ai tour. Se doveste essere interessati solo alle degustazioni o all’acquisto potreste “tentare” di presentarvi in cantina anche senza preavviso negli orari indicati sui loro siti internet.

Rocca delle Macìe, Castellina in Chianti

Nel 1973 Italo Zingaretti, produttore cinematografico romano, acquistò Tenuta delle Macìe per coronare il suo sogno di vivere e produrre vino nella zona del Chianti Classico. Oggi, dopo quasi 50 anni e ormai alla terza generazione, Rocca delle Macìe conta 220 ettari di vigneti e oliveti, il Relais Riserva di Fizzano con 22 appartamenti, il ristorante Passo Dopo Passo e un Wine Bar chiamato Altrochè a Castellina in Chianti. I vigneti sono suddivisi in più tenute: Rocca delle Macìe, Sant’Alfonso, Riserva di Fizzano e Tavolette nella zona del Chianti; Campomaccione e Casamaria in Maremma Toscana.

L’azienda Rocca delle Macìe vanta una produzione di circa 3 milioni di bottiglie l’anno. Se state leggendo quest’articolo è perché siete interessati principalmente al Chianti Classico. Rocca delle Macìe ne propone ben 6 tipologie:

  1. Chianti Classico Famiglia Zingaretti
  2. Chianti Riserva Famiglia Zingaretti
  3. Tenuta Sant’Alfonso Chianti Classico
  4. Riserva Sergioveto
  5. Gran Selezione Zingaretti
  6. Gran Selezione Fizzano

Oltre ai Chianti vi suggerisco di dedicare qualche minuto al supertuscan Roccato e al rosato Campo Maccione.

Alcuni vini in degustazione presso la cantina Rocca delle Macìe nel Chianti Classico
Alcuni vini in degustazione presso la cantina Rocca delle Macìe nel Chianti Classico

Non solo vino…

Tuttavia, una delle motivazioni principali per cui vi consiglio di visitare questa cantina è la sua vicinanza al mondo del cinema italiano. Italo Zingaretti è stato l’autore di bellissimi film, tra cui cito “Lo Chiamavano Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill e “C’eravamo tanto amati” con Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli. Durante la vostra visita, nella Bottaia, potrete ammirare le locandine di tutte le sue produzioni. Questo è un modo divertente di coniugare due passioni, entrambe italianissime.

Oltre al cinema, a Rocca delle Macìe troverete una bellissima scultura gigante in ferro battuto, raffigurante un gallo, e diversi ambienti dedicati alla degustazione. Inoltre, vengono organizzati picnic nelle vigne ed eventi a tema. Per questa cantina l’enoturismo è importante: in epoca pre-covid, nel corso di un anno solare, contava circa 10.000 visitatori provenienti da tutto il mondo. I produttori del Chianti Classico, infatti, esportano sul mercato esteroprevalentemente quello Americano – circa il 70% della loro produzione totale.

Rocca delle Macìe, Castellina in Chianti
Rocca delle Macìe, Castellina in Chianti

Antinori nel Chianti Classico, San Casciano Val di Pesa

Quella di Antinori è sicuramente la cantina più visitata e fotografata d’Italia. Il concetto sul quale è basato il suo progetto architettonico è l’invisibilità. La struttura non vuole impattare in alcun modo sul territorio e punta ad integrarsi perfettamente con la natura. Per questo motivo è stata completamente interrata in un versante della collina e ha raggiunto una profondità di oltre 20mt. Il materiale scelto per l’esterno è il corten mentre gli interni sono prevalentemente in legno di rovere, vetro e cotto d’Impruneta. La scelta dei materiali punta a coniugare tradizione, innovazione e sostenibilità.

La cantina Antinori nel Chianti Classico può essere considerata un vero e proprio museo. Al suo interno troverete infatti sculture, ceramiche e dipinti restaurati appartenenti alla collezione privata della famiglia. Inoltre, parteciperete alla visione di un breve video introduttivo di 10 min – in auditorium – che racconterà il percorso e i progressi degli Antinori, giunti ormai alla loro ventiseiesima generazione.

Antinori nel Chianti Classico, San Casciano Val di Pesa
Antinori nel Chianti Classico, San Casciano Val di Pesa

Antinori produce 9 milioni di bottiglie tra la Toscana e l’Umbria ma possiede delle tenute anche in Piemonte, Franciacorta, Cile, Napa Valley e Romania. Le referenze di Chianti Classico sono cinque:

  1. Peppoli, 12 mesi d’affinamento e oltre 700.000 bottiglie all’anno
  2. Villa Antinori Chianti Riserva, 500.000 bottiglie all’anno
  3. Vigna sul Tetto, 7000 bottiglie all’anno
  4. Marchese Antinori Chianti Riserva, il mio preferito
  5. Badia a Passignano Chianti Gran selezione, 30 mesi d’invecchiamento

Visite e degustazioni

Le visite con degustazione prevedono tutte un tour in cui vengono ripercorse le fasi del processo produttivo. Nell’ordine visiterete: la sala destinata alla produzione, la barricaia, la bottaia e il “tetto” della cantina, dove scoprirete un vero e proprio vigneto. Sempre sulla copertura troverete anche il ristorante Rinuccio 1180.

Le diverse tipologie di tour si distinguono per la parte dedicata alle degustazioni. La visita “base” prevede l’assaggio di 3 vini: Villa Antinori Pinot Bianco, Villa Antinori Chianti Riserva e Vigna sul Tetto Chianti Riserva. La visita “premium” prevede l’assaggio di 4 vini: Villa Antinori Chianti Riserva, Marchese Antinori Chianti Riserva, Badia a Passignano Chianti Gran Selezione e “A” Toscana Rosato IGT. Oltre ai Chianti, qualora vogliate investire ancora qualche soldino nelle degustazioni, vi consiglio di provare il famoso Tignanello, una pietra miliare dell’enologia Toscana, considerato il primissimo vino supertuscan entrato in commercio.

Rispetto ad altre cantine, più o meno blasonate, Antinori ha impostato dei tour abbastanza impersonali e standardizzati. Questa non vuole essere una critica ma una presa di coscienza della tipologia d’esperienza. La cantina accoglie ogni giorno centinaia di persone da tutte le parti del mondo e gestisce il suo spazio come una vera e propria attrazione turistica. Credo che una visita ad Antinori sia imprescindibile durante un tour nel Chianti Classico ma credo anche che non ci si possa limitare a questa realtà “di larga scala”.

Alcuni vini in degustazione presso la cantina Antinori nel Chianti Classico
Alcuni vini in degustazione presso la cantina Antinori nel Chianti Classico

Volpaia, Radda in Chianti

Paese-cantina o cantina-paese: così definirei la Volpaia. Un antico borgo medievale, ex riserva di caccia, acquistato nel lontano 1966 da Raffaello. Oggi, dopo 55 anni di sudore e passione, Giovannella e i suoi figli Nicolò e Federica mantengono saldamente le redini di questa tradizione, pronti a trasmettere valori e segreti alla loro quarta generazione. Lo stemma della tenuta raffigura una volpe che domina e scavalca la collina ma la stessa collina sembra un grappolo d’uva, come se il destino della Volpaia fosse già scritto.

Tenuta della Volpaia vanta 47 ettari di vigne e una produzione di circa 220.000 bottiglie l’anno. I vigneti si trovano ad un’altitudine compresa tra i 450 e i 550 mt, in quello che viene definito “Alto Chianti”, a pochi chilometri da Radda in Chianti. Oltre alla Volpaia, la famiglia Mascheroni Stianti possiede 12 ettari di vigne in Maremma dalle quali ottiene altre 100.000 bottiglie di vino bianco e rosso. Tutti i terreni dell’azienda hanno iniziato il processo di conversione al biologico nel lontano 1990 e hanno ottenuto la prima certificazione nel 2000, a testimonianza del fatto che per loro la parola “biologico” non è solo una moda ma una vera e propria filosofia.

La barricaia della Cantina Volpaia
La barricaia della Cantina Volpaia

Visite e degustazioni

La particolarità di questa cantina è il fatto d’essere divisa in più ambienti, nascosti all’interno delle mura del borgo e collegati tra loro da un sorprendente “vinodotto” sotterraneo. Nell’ordine visiterete: le tinaie, la bottaia, il frantoio, la stanza dedicata all’imbottigliamento e la barricaia. I giovani enologi dell’azienda vi guideranno nei sotterranei, nei palazzetti, nelle chiese sconsacrate e nei fabbricati del borgo, aprendo le porte della Volpaia con grandi chiavi polverose. Una cantina non convenzionale con un’architettura dettata principalmente dalle esigenze del luogo e dalla volontà di non snaturare alcun ambiente.

Il prezzo della visita dipenderà da cosa vorrete assaggiare. Io consiglio il tour “gallo nero” che prevede la degustazione dei prodotti di punta dell’azienda:

  1. Chianti Classico Volpaia – 90% sangiovese e 10% merlot
  2. Chianti Classico Riserva – un anno in botte grande e un anno in barrique
  3. Coltassara Gran Selezione – 95% sangiovese e 5% mammolo
  4. Gran Selezione Puro – 25 cloni di Sangiovese e 1900 bottiglie prodotte
  5. Volpaia Metodo Classico – 100% sangiovese e 120 mesi di affinamento

Per un’esperienza più completa chiedete di provare anche i vini maremmani. Mi sembra giusto segnalare che il Chianti Classico Riserva ha avuto l’onore di arrivare per ben due volte nelle prime tre posizioni della classifica dei 100 migliori vini al mondo per Wine Spectator.

Alcuni vini in degustazione presso la cantina Volpaia nel Chianti Classico
Alcuni vini in degustazione presso la cantina Volpaia nel Chianti Classico

Non solo vino…

All’interno della tenuta – oltre alla cantina, ai vigneti e agli oliveti – troverete un curatissimo agriturismo con 10 stanze, una piscina, un’osteria e un ristorante pronti ad accogliere turisti italiani e internazionali che vorranno provare l’esperienza unica di vivere per qualche giorno in un piccolissimo borgo arroccato sulle colline del Chianti Classico. La Volpaia ospita anche una ventina di abitazioni private – alcune occupate dai dipendenti – e tre chiese, due sconsacrate e una “attiva”.

Tenuta la Volpaia, Radda in Chianti
Tenuta la Volpaia, Radda in Chianti

Termina qui il nostro viaggio all’interno delle Cantine del Chianti Classico. Se siete appassionati di vino rosso e di Toscana non perdetevi il mio articolo su Montalcino e sulle Cantine del Brunello.

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I ristoranti più buoni dell’Isola d’Elba: la mia classifica https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/05/03/i-ristoranti-piu-buoni-dell-isola-d-elba-classifica/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-ristoranti-piu-buoni-dell-isola-d-elba-classifica https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/05/03/i-ristoranti-piu-buoni-dell-isola-d-elba-classifica/#comments Mon, 03 May 2021 16:01:32 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4142 Dopo avervi parlato di cosa vedere sull’Isola d’Elba è la volta dei ristoranti. In quest’articolo troverete la mia personale classifica dei ristoranti elbani. Inoltre, vi darò qualche suggerimento su cocktail bar e locali notturni. Questa lista è frutto di decine di tentativi e altrettante fregature. Purtroppo il panorama gastronomico dell’isola è vario ma molto anonimo. Trovare ristoranti degni di nota non è semplice. Seguite quindi i miei consigli.

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Dopo avervi parlato di cosa vedere all’Isola d’Elba è la volta dei ristoranti. In quest’articolo troverete la mia personale classifica dei migliori ristoranti elbani. Inoltre, vi darò qualche suggerimento su cocktail bar e locali notturni. Questa lista è frutto di decine di tentativi e altrettante fregature. Purtroppo il panorama gastronomico dell’isola è vario ma molto anonimo. Trovare ristoranti degni di nota non è semplice. Seguite quindi i miei consigli.

I ristoranti di Capoliveri, Isola d’Elba

1. Taverna dei Poeti

La Taverna dei Poeti è un ristorante ricco di contraddizioni: piccolo e familiare ma allo stesso tempo elegante e ricercato. Il proprietario è gentilissimo e saprà conquistarvi con i suoi racconti. Rispetto a molti altri ristoranti presenta un banco del pesce realmente fresco che può essere cucinato al momento come preferite. Fascia di prezzo alta.

Taverna dei Poeti
Taverna dei Poeti

2. Calanova

Il Ristorante Calanova è ubicato sull’omonima spiaggia. A pranzo è frequentato principalmente dalle barche ormeggiate di fronte alla sua caletta o dagli ospiti del piccolo stabilimento balneare. A cena il pubblico è più vario. In questo locale il pesce viene cucinato in modo esemplare. Tra i piatti più particolari troviamo una rivisitazione del classico club sandwich. Fascia di prezzo alta.

Ristorante Calanova
Ristorante Calanova

3. Lo Sgarbo

Un locale piccolo ma ben curato, a gestione familiare. Lo Sgarbo propone pochissimi piatti e ha una scelta di vini limitatissima ma la cucina è ottima. Vi consiglio di provare i primi piatti, tutti preparati con pasta freschissima, e la torta di cioccolato al peperoncino. Fascia di prezzo moderata.

4. Summertime

Un ristorante che offre ottime proposte di pesce e che vanta, tra le altre cose, materie prime di qualità. Si tratta del Summertime che, con il suo spettacolare crudo di pesce, andrebbe di diritto ai primi posti della classifica dei ristoranti elbani. Il servizio è buono. Fascia di prezzo moderata.

I ristoranti di Porto Azzurro, Isola d’Elba

1. Osteria Locanda Cecconi

Alla Locanda Cecconi potrete gustare ottimi primi piatti di pesce e una delle migliori fritture di mare dell’isola. Il menù, scritto sulle classiche lavgnette, cambia ogni sera. Un ristorante informale, con molti tavoli, ubicato in una delle vie più trafficate di Porto Azzurro. Fascia di prezzo moderata

2. Osteria dei Quattro Gatti

All’Osteria dei Quattro Gatti troverete un menù più ricercato, che rivisita la tipica cucina elbana in maniera creativa: panzanella di mare con tonnina, aragosta elbana e fregola ai frutti di mare. L’ambiente è formale ed elegante, con parecchi tavoli al chiuso. Fascia di prezzo alta.

3. Arte Bianca

Arte Bianca è l’unica pizzeria gourmet dell’isola. Se non avete paura di osare provate la carbonara di mare o l’estiva con gamberi, guanciale e burrata. Tutte le pizze sono uniche nel loro genere. La location è curata e il personale gentile. Fascia di prezzo alta, per essere una pizzeria.

Pizzeria l'Arte Bianca
Pizzeria l’Arte Bianca

4. Vita notturna

Vi voglio segnalare un paio di bar che preparano ottimi cocktail, cosa molto rara sull’Isola. Il primo si chiama Curandero e il secondo Barkollo. Entrambi sono frequentati da una clientela eterogenea e si trovano su Via Felice Cavallotti.

I ristoranti di Portoferraio, Isola d’Elba

1. Osteria Pepe Nero

Non me la sento di consigliarvi i ristoranti del porto: sono tutti molto cari e di qualità medio-bassa. Tuttavia, a pochi metri di distanza dalla passeggiata, in una vietta un po’ nascosta, troverete il locale più ricercato di tutta l’Isola d’Elba. Il suo nome è Osteria Pepe Nero e la sua cucina è curata in ogni singolo dettaglio. I proprietari seguono la stagionalità della terra e del mare e il menù è soggetto a continui cambiamenti, secondo la disponibilità del territorio. Il mio consiglio è di ordinare il menù degustazione da sette portate. Fascia di prezzo alta.

Osteria Pepe Nero
Osteria Pepe Nero

2. Teatro Bistrot

Allontanandosi dal porto, all’interno delle mura, vi segnalo un altro posto appartato e decisamente panoramico dove cenare indisturbati: il Teatro Bistrot. Io chiedo sempre un tavolo nella piazzetta. La cucina è tipicamente elbana e i loro piatti forti sono il polpo e la palamita. Fascia di prezzo moderata.

3. Le viste

Adesso è il turno del mio locale preferito per arredamento, atmosfera e posizione. Si tratta del Ristorante Le Viste, una terrazza sul mare dalla quale ammirare un romantico tramonto gustando piatti ricercati e ben presentati. L’unica pecca, che però può essere anche un punto forte, è il fatto di essere difficilmente raggiungibile. Un consiglio: ogni tanto dovrebbero cambiare il menù. Fascia di prezzo alta.

4. Da Giacomino, Viticcio

Il ristorante Da Giacomino si trova sulla spiaggia di Viticcio: diverse terrazze che affacciano su una baia con vista su mare, barche illuminate e splendidi tramonti. Cucina mediterranea e presentazione dei piatti valgono, da soli, il viaggio. Tra i miei piatti preferiti fritture e crudi di mare, tagliolini all’astice e tagliata di tonno. Veniteci per pranzo, non ve ne pentirete. Fascia di prezzo alta.

5. Vita notturna

Il mio locale preferito per un aperitivo o un drink serale è senza dubbio Passione Champagne di Ilenia e Massimo. Uniti nella vita e nel lavoro, questa affiatatissima coppia ha aperto una meravigliosa enoteca sul lungomare di Portoferraio. Qui troverete le migliori etichette di bollicine italiane e francesi. Ma non è tutto. Se vorrete fermarvi per cena vi verranno proposte delle degustazioni abbinate a specialità locali e pesce crudo. Per gli amanti dei cocktail non resta che prenotare un tavolo presso La Tonnina, un piccolo bar simile a un bistrot parigino con un altrettanto minuscolo negozio di vestiti.

Tonnina
Tonnina

I ristoranti di Marciana, Isola d’Elba

1. Capo Nord, Marciana Marina

Prenotate assolutamente un tavolo a Capo Nord che, oltre ad essere spiaggia del paese, è un ristorante di altissimo livello per servizio, menù e posizione. Tutto ricorda l’interno di una barca e la carta dei vini è davvero infinita. Il mio consiglio è di venirci al tramonto, per una serata romantica e di classe, e di ordinare il menù “la tradizione”.  Fascia di prezzo alta.

Ristorante Capo Nord
Ristorante Capo Nord

2. Affrichella, Marciana Marina

Nei pressi di Piazza Vittorio Emanuele, in un angolo nascosto, troverete il ristorante Affrichella, considerato uno dei migliori della zona. Io non ne sono completamente convinta ma ammetto che la qualità del pescato è ottima, al contrario della cortesia della proprietà. Fascia di prezzo alta.

3. Osteria del Noce, Marciana Alta

Non fatevi ingannare dal nome. L’Osteria del Noce è una locanda con una meravigliosa terrazza panoramica. Questo ristorante propone piatti della tradizione ligure. Un’esperienza culinaria da provare almeno una volta, anche per variare un po’ rispetto ai classici menù elbani. Fascia di prezzo moderata.

Osteria del Noce
Osteria del Noce

4. Sciamadda, Marciana Alta

Anche il ristorante Sciamadda, a Poggio, prende ispirazione dalla cucina ligure, rivisitata però in chiave elbana. L’ambiente è informale e poco pretenzioso. Tra i piatti degni di nota troviamo il cinghiale. Fascia di prezzo bassa.

I ristoranti a Marina di Campo, Isola d’Elba

1. Garden Beach

Terminato l’aperitivo sulla spiaggia, la serata a Marina di Campo solitamente prosegue al Garden Beach, un cocktail e sushi bar gestito da un ragazzo veneto. I drink sono buoni, lo staff giovane e l’arredamento è moderno. Fascia di prezzo moderata.

2. Da Piero

Se non volete mangiare sushi, l’unica opzione per una cena a Mariana di Campo è il Ristorante Da Piero. La posizione a due passi dal mare, la raffinatezza dell’arredamento e la cucina dai sapori equilibrati ne fanno un baluardo del luogo.

Ristorante da Piero
Ristorante da Piero

3. Vita notturna

L’epicentro della vita notturna elbana degli over 30 è da anni il mitico Giannino Live Music. Ogni sera sul suo palco si alternano band dai repertori più disparati. Dopo due anni di chiusura forzata, nel 2022, il locale più bello dell’Elba riapre i battenti. Invece, per i più giovani, l’unica discoteca dell’isola rimasta in attività è il Club 64, con una terrazza meravigliosa che guarda il mar Tirreno.

Per una guida alle spiagge dell’Elba vi rimando al mio articolo su cosa vedere sull’isola.

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Montalcino: cosa vedere nel cuore della Val d’Orcia e nella patria del Brunello https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/02/15/montalcino-cosa-vedere-nella-patria-del-brunello/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=montalcino-cosa-vedere-nella-patria-del-brunello https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/02/15/montalcino-cosa-vedere-nella-patria-del-brunello/#comments Mon, 15 Feb 2021 21:50:46 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=3966 Cosa vedere a Montalcino, cuore della Val d’Orcia? La risposta è semplice. Innanzitutto, potrete contemplare alcuni dei vigneti più famosi del mondo e, a seguire, potrete perdervi tra i vicoli del paese, scattando fotografie o sorseggiando un bicchiere di vino nelle numerosissime enoteche del centro storico.

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Cosa vedere a Montalcino, cuore della Val d’Orcia? La risposta è semplice. Innanzitutto, potrete contemplare alcuni dei vigneti più famosi del mondo e, a seguire, potrete perdervi tra i vicoli del paese, scattando fotografie o sorseggiando un bicchiere di vino nelle numerosissime enoteche del centro storico.

Cosa vedere a Montalcino
Cosa vedere a Montalcino

Collocato nella provincia di Siena, Montalcino sorge su una collina che domina le valli dell’Asso e dell’Ombrone e fa parte del parco naturale protetto della Val d’Orcia. Il paese dista 15 km da San Quirico d’Orcia, 20 km da Bagno Vignoni e 40 km da Montepulciano.

Cosa vedere a Montalcino

La fortezza

C’è chi la chiama fortezza e chi la chiama rocca. Tuttavia, il nome è solo un dettaglio. L’edificio si classifica come l’attrazione turistica principale della città di Montalcino. La rocca è stata eretta nel 1361 ed è sopravvissuta al tempo e agli avvenimenti storici. Salendo sui bastioni potrete ammirare un panorama incredibile. L’ingresso costa 4 euro e avviene tramite l’Enoteca la Fortezza che si trova nel cortile principale. Questo luogo è spesso lo scenario di concerti, degustazioni, spettacoli ed eventi privati. Il più importante è il prestigioso Festival Jazz & Wine che da oltre 21 anni ospita musicisti di fama mondiale. L’enoteca interna al castello è una delle più famose della città, ideale per degustare le annate di pregio del Brunello.

Cosa vedere a Montalcino: la fortezza
Cosa vedere a Montalcino: la fortezza

Il Duomo

Ebbene sì, Montalcino ha anche un Duomo. L’edificio in stile neoclassico viene chiamato anche Cattedrale del Santissimo Salvatore. Fu costruito tra il 1818 e il 1832 su progetto di Agostino Fantastici. La struttura è molto modesta ma merita comunque qualche minuto del vostro tempo, anche perché resta il principale luogo di culto della città.

Le mura

A Montalcino il momento della giornata che preferisco è l’ora del tramonto e, per ammirarlo, non esiste un posto migliore delle mura che abbracciano la città. La cinta è stata costruita nel 1100, è lunga circa 4 km e conta 6 porte e 13 torrioni. Durante la camminata fermatevi a visitare la Chiesa della Madonna del Soccorso affacciata sulla vallata senese.

Cosa vedere a Montalcino: le mura
Cosa vedere a Montalcino: le mura

Piazza del Popolo

Piazza del Popolo è il cuore della città. Qui hanno sede il Palazzo dei Priori, il Municipio e la Torre dell’Orologio. Inoltre, a pochi metri di distanza, potrete ammirare le chiese di Sant’Agostino e Sant’Egidio. Nella piazza e nei vicoli limitrofi sono presenti numerose cantine ed enoteche in cui fermarsi a degustare un calice di Brunello. La più famosa è senza dubbio l’Enoteca di Piazza che possiede sei negozi in tutta la Val d’Orcia e che permette d’assaggiare centinaia di etichette grazie ai dispenser con azoto. Anche se non sono un’amante di questa tecnologia, devo ammettere che è l’unico modo per poter conservare a lungo il vino e far provare ai turisti bottiglie molto costose.

Cosa vedere a Montalcino: Piazza del Popolo
Cosa vedere a Montalcino: Piazza del Popolo

Museo Diocesano

Se siete degli appassionati d’arte potrete dedicare una mezz’oretta del vostro tempo alla visita del Museo Diocesano, che ospita opere d’arte senese realizzate tra il XII e il XIX secolo. La più leggendaria è il Crocefisso in bronzo del Giambologna.

I dintorni

Nei dintorni di Montalcino troverete la frazione di Castelnuovo dell’Abate, il piccolo borgo di Sant’Angelo in Colle e la famosa Abbazia di Sant’Antimo. Se volete qualche notizia in più su questi luoghi v’invito a leggere il mio articolo che parla della Val d’Orcia.

Dove mangiare a Montalcino

Il mio ristorante preferito a Montalcino si chiama Drogheria Franci ed è ubicato ai piedi della Fortezza. Il suo menù è decisamente innovativo. Lo chef propone piatti della tradizione rivisitati in chiave molto più raffinata e gourmet. Ottima anche la carta dei vini, il servizio e la mise en place. Per chi volesse alloggiare in centro, il ristorante comprende anche una locanda con tre stanze meravigliose.

Ristorante Drogheria Franci
Ristorante Drogheria Franci

Un altro ristorante degno di nota è il Boccon Divino che vanta una terrazza meravigliosa sulle colline toscane e una menzione nella guida Michelin. Qui ogni piatto viene creato utilizzando prodotti genuini e locali, come il tartufo delle Crete Senesi o il porcino dell’Amiata. La carta dei vini è interessante, anche se si concentra prevalentemente su cantine locali.

Ristorante Boccon Divino
Ristorante Boccon Divino

Se volete scoprire altri luoghi turistici nei pressi di Montalcino v’invito a leggere il mio articolo dedicato alla Val d’Orcia. Se, invece, siete degli amanti dell’enoturismo non perdetevi l’approfondimento sulle cantine di Montalcino e sulle cantine del Chianti Classico. Vi segnalo infine che la Toscana è una delle zone più visitate d’Italia e che, in poche ore di macchina, potrete raggiungere città meravigliose come Siena, Firenze, Lucca e Arezzo o luoghi di mare come l’Isola d’Elba, l’Isola del Giglio e Forte dei Marmi.

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