Veneto Archivi - La geografia del mio cammino https://www.lageografiadelmiocammino.com/category/italia/veneto/ Mila Camnasio, Travel Blogger Fri, 29 Sep 2023 05:30:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Cosa vedere a Venezia gratis: 16 luoghi insoliti e nascosti https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/09/29/cosa-vedere-a-venezia-gratis-16-luoghi-insoliti-e-nascosti/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cosa-vedere-a-venezia-gratis-16-luoghi-insoliti-e-nascosti https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/09/29/cosa-vedere-a-venezia-gratis-16-luoghi-insoliti-e-nascosti/#respond Fri, 29 Sep 2023 05:30:12 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6243 In quest’articolo voglio concentrare la vostra attenzione sui luoghi più insoliti e nascosti della città. Ecco quindi una guida che vi racconterà cosa vedere a Venezia gratis. Un itinerario fuori dagli schemi, suddiviso per sestieri (quartieri), che vi porterà alla scoperta di una Venezia atipica.

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State visitando Venezia per la prima volta? Quest’articolo non fa al caso vostro!

La Serenissima offre decine di luoghi turistici, più o meno famosi. Ogni prima visita della città che si rispetti dovrebbe includere la Basilica e il Campanile di Piazza San Marco, il Teatro della Fenice, la collezione Peggy Guggenheim e tante altre attrazioni a pagamento.

In quest’articolo, invece, voglio concentrare la vostra attenzione sui luoghi più insoliti e nascosti della città. Ecco quindi una guida che vi racconterà cosa vedere a Venezia gratis. Un itinerario fuori dagli schemi, suddiviso per sestieri (quartieri), che vi porterà alla scoperta di una Venezia atipica.

Cosa vedere a Venezia gratis: Libreria Acqua Alta
Cosa vedere a Venezia gratis: Libreria Acqua Alta

Cosa vedere a Venezia gratis

Quando pensiamo alla città di Venezia la nostra mente divaga tra gondole, canali, maschere di carnevale e opere d’arte. Questa città ospita alcuni degli eventi più famosi d’Italia: la Biennale d’Arte e d’Architettura, la Mostra del Cinema e il famosissimo Carnevale. Tuttavia, esiste una Venezia nascosta e intima che spesso viene ignorata dai turisti “mordi e fuggi”. Ed è proprio di lei che voglio parlarvi.

In un altro capitolo del blog ho concentrato la mia attenzione sui migliori bacari non turistici. Oggi voglio elencarvi cosa vedere a Venezia gratis, per concludere questo viaggio insolito in una delle città più suggestive del mondo.

Cannareggio

Ghetto Ebraico

Il Ghetto Ebraico è uno dei quartieri più caratteristici di tutta Venezia. La sua fondazione risale al 1500, anno in cui tutti gli ebrei furono “obbligati” a risiedervi. Oggi l’area si divide in tre zone: Ghetto Vecchio, Ghetto Nuovo e Ghetto Nuovissimo. Tuttavia, la zona più antica e caratteristica è quella del Ghetto Nuovo contraddistinto da abitazioni sviluppate in verticale e diverse sinagoghe, luoghi di culto della religione ebraica. Il quartiere è tutt’oggi ancora abitato principalmente da ebrei.

Ghetto Ebraico
Ghetto Ebraico

Teatro Italia

Un teatro trasformato in cinema e, successivamente, convertito in supermercato. Sto parlando del market più bello d’Europa: la Despar di Teatro Italia. L’edificio fu costruito nel 1915 dall’architetto Giovanni Sardi e fu affrescato da Umberto Bellotto e Alessandro Pomi. Per visitarlo dovrete acquistare qualcosa, anche solo una bottiglietta d’acqua.

Despar di Teatro Italia
Despar di Teatro Italia

Ponte Chiodo

I ponti a Venezia sono 436 e sono fatti di legno, ferro o pietra. Solo uno, tuttavia, è rimasto senza protezioni laterali, proprio com’era stato costruito originariamente. Ponte Chiodo è l’unico ponte di Venezia senza bande, o spallette, proprio come dimostrano i dipinti veneziani del 700.

Ponte Chiodo
Ponte Chiodo

San Marco

Testa dorata

Vicino al Ponte di Rialto, nascosta dalle bancherelle di souvenirs, alzando lo sguardo noterete una testa dorata, simbolo dell’antica farmacia “Alla testa d’oro”.  Qui veniva venduto un farmaco miracoloso chiamato “Teriaca” in grado di guarire tutte le malattie. Il medicinale fu bandito nel 1940 perché conteneva degli oppiacei.

Scala del Bovolo

Nascosto tra le calli del sestiere di San Marco troviamo questo piccolo gioiello veneziano: la Scala del Bovolo, adiacente all’omonimo palazzo, è una struttura alta 27 metri decorata con archi e colonne. Si può ammirare senza pagare il prezzo del biglietto d’ingresso o si possono investire 8 euro per arrivare in cima e godere di qualche scorcio insolito sui tetti della Serenissima. Intendiamoci, nulla a che vedere con il Campanile di San Marco! La Scala del Bovolo si chiama in questo modo perché in veneziano la parola “Bovolo” significa chiocciola.

Scala del Bovolo
Scala del Bovolo

Castello

Calle Varisco

Calle Varisco è molto semplicemente la via più stretta di Venezia. Misura solo 53 cm e si trova nei pressi di Rio dei Santi Apostoli.

Libreria Acqua Alta

Cosa vedere a Venezia gratis, portandosi a casa una delle fotografie più instagrammabili di sempre? La risposta è semplice: una libreria! Ci troviamo nei pressi di Campo Santa Maria Formosa, a 8 min da Piazza San Marco, in una calle che affaccia su un canale particolarmente colpito dal fenomeno dell’acqua alta. Qui sorge la Libreria Acqua Alta che ha saputo sfruttare questa sua posizione per trasformarsi in un’attrazione turistica: libri raccolti all’interno di vasche da bagno e gondole, arredi galleggianti e tanti angoli amati dagli influencer di tutto il mondo. Vi è una sala in cui i libri diventano scale, un’altra in cui potrete salire su una gondola e, per finire, una moltitudine di gatti pronti ad essere immortalati.

Libreria Acqua Alta
Libreria Acqua Alta

Cuore di mattoni

Venezia è sinonimo di romanticismo e tutti gli innamorati dovrebbero passare almeno una volta dal Sottoportego dei Preti. Qui giace un cuore di mattoni rosso che, si narra, faccia avverare i sogni d’amore delle coppie che lo toccano.

Palazzo Tetta

Uno degli scorci più belli di Venezia è senza dubbio quello di Palazzo Tetta, circondato su 3 lati dall’acqua. Questa casa, che viene immortalata ogni giorno da centinaia di turisti, si trova alla biforcazione tra Rio Santa Marina, Rio Tetta e Rio di San Giovanni Laterano.

Palazzo Tetta
Palazzo Tetta

Porta Blu

Se amate i portoni colorati non potrete fare a meno di cercare questa particolarissima Porta Blu, nascosta in Calle de Mezo, nel sestiere di Castello. Il suo colore e la sua forma stretta e lunga la rendono meritevole di qualche scatto fotografico.

San Polo

Porta della botte

Se non fosse per qualche vandalo, che ha coperto parte della porta con orribili scritte, questo luogo storico sarebbe ancora più bello. In Campo di Rialto troverete una porta che, nella parte inferiore, è notevolmente più larga del solito. Quest’insenatura era stata creata appositamente per far passare le botti di vino attraverso la porta.

Porta della Botte
Porta della Botte

Tomba di Antonio Canova

Nella città di Venezia, all’interno della Basilica dei Frari, troverete una tomba insolita che custodisce solo il cuore dello scultore Antonio Canova. La struttura è ricca di simboli “massoni”: una piramide, un leone addormentato con un libro chiuso tra le zampe, un giovane con una torcia e altre figure arcane.

Mercato del pesce

Il mercato del pesce di Rialtochiamato anche Pescaria – si sviluppa sotto un grande loggiato affacciato sul Canal Grande. È qui che Angelina Jolie e Johnny Depp hanno girato alcune scene del film “The Tourist”. Il mercato ittico è attivo soltanto la mattina ed è una tappa imprescindibile per tutti gli abitanti di Venezia.

Mercato del pesce di Rialto
Mercato del pesce di Rialto

Gondola “low cost”

Quella che erroneamente viene definita gondola “low cost”altro non è che un’imbarcazione chiamata sandalo che collega – per soli 2 euro – le sponde di Palazzo Ca’ d’Oro (Canareggio) con il Mercato di Rialto (San Polo). Le gondole traghetto sono più larghe di quelle tradizionali e sono guidate da due gondolieri. Questo curioso mezzo di trasporto serve principalmente per favorire gli abitanti della città negli spostamenti quotidiani.

Gondola “low cost”
Gondola “low cost”

Dorsoduro

Squero San Trovaso

Cosa vedere a Venezia gratis? Attraversando Ponte San Trovaso arriverete allo Squero, un angolo nascosto dove vengono costruite e riparate le imbarcazioni tipiche della Serenissima come gondole e sandoli. L’esercizio è in attività dal 1600 e non si è mai fermato.

Graffito di Banksy

Nel mese di ottobre 2023, mentre sto scrivendo quest’articolo, il dipinto di Banksy sta pian piano sparendo e l’assessore alla cultura del Comune di Venezia vorrebbe “proteggerlo”. Per vederlo dovrete raggiungere Campo San Pantalon e salire su un ponte che affaccia su Rio Ca Foscari. L’opera dello street artist di fama mondiale raffigura un bambino con un giubbotto di salvataggio e un fumogeno fucsia che simboleggia una richiesta d’aiuto.

Graffito di Banksy
Graffito di Banksy

Dopo aver scoperto cosa vedere a Venezia gratis non vi resta che leggere il mio articolo dedicato ai migliori bacari non turistici della città.

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Vivere Venezia da veri local: i migliori bacari non turistici https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/09/24/vivere-venezia-da-veri-local-i-migliori-bacari-non-turistici/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=vivere-venezia-da-veri-local-i-migliori-bacari-non-turistici https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/09/24/vivere-venezia-da-veri-local-i-migliori-bacari-non-turistici/#comments Sun, 24 Sep 2023 08:02:33 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6227 Vivere Venezia da veri local è possibile! Lasciate perdere i bar di Piazza San Marco o i ristoranti blasonati affacciati su Canal Grande. Se volete davvero conoscere le abitudini dei veneziani, dovete concentrare la vostra attenzione sui migliori bacari non turistici di Venezia.

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Vivere Venezia da veri local è possibile! Lasciate perdere i bar di Piazza San Marco o i ristoranti blasonati affacciati su Canal Grande. Se volete davvero conoscere le abitudini dei veneziani, dovete concentrare la vostra attenzione sui migliori bacari non turistici di Venezia.

Ma partiamo dalle basi. Che cos’è un bacaro? I bacari sono delle osterie tradizionali, molto lontane dal turismo di massa, dove i veneziani amano trascorrere il tempo libero assaggiando cicchetti e sorseggiando calici di vino o spritz. E cosa sono i cicchetti? Un cicchetto è quello che in Spagna chiamereste “tapas” ovvero una monoporzione di specialità locali. I prezzi vanno da 1 euro per i fritti a 3 euro per i cicchetti di pesce.

Venezia: i migliori bacari non turistici
Venezia: i migliori bacari non turistici

A Venezia i bacari non turistici hanno un clima molto informale e sono l’elemento cardine della convivialità cittadina. I più storici si concentrano principalmente su ricette tradizionali, realizzate con ingredienti a km zero, mentre i più moderni azzardano abbinamenti “gourmet”.

Ma ora voglio presentarvi la mia classifica dei 15 migliori bacari di Venezia non turistici, suddivisi per sestieri (quartieri).

Cannareggio

Cannareggio è il quartiere veneziano che meglio incarna lo spirito della città. Se dovete scegliere una zona di Venezia in cui concentrare il vostro tour di bacari non turistici questo è certamente il posto che fa al caso vostro.

Cantina Aziende Agricole

L’enoteca Aziende Agricole, grazie alla sua sala d’epoca e alla vetrinetta piena di cicchetti, incarna l’immagine del bacaro autentico. Ottime le polpette cotte al forno e buona la selezione di vini, com’è giusto aspettarsi da un locale che si autodefinisce “cantina”. Posti in piedi e a sedere.

Cantina Aziende Agricole, Cannareggio
Cantina Aziende Agricole, Cannareggio

Al Timon

Famoso per il barcone ormeggiato davanti al locale, a due passi dal Ghetto Ebraico, Al Timon è un’istituzione per tutti i veneziani. Il locale, che volendo offre anche la possibilità di cenare, apre alle 17.00 ed è conosciuto per i cicchetti di pane fresco con patè di fegato d’anatra, la polenta grigliata con pesce al sugo e gli spritz.

Osteria Ca’ d’Oro alla Vedova

Nessun amante dei cicchetti potrà mai lasciare Venezia senza aver assaggiato le polpette dell’Osteria alla Vedova, da gustare rigorosamente in piedi al bancone. Questo locale è tra i più storici della città e le sue polpette fritte a puntino sono una vera e propria istituzione. È possibile anche pranzare o cenare ma il mio consiglio è di concentrarvi sui ciccheti e poi continuare il vostro tour. Cosa ordinare da bere? Spritz o birra. Lasciate perdere la proposta di vini al calice.

Osteria Ca' d'Oro alla Vedova, Cannareggio
Osteria Ca’ d’Oro alla Vedova, Cannareggio

Vino Vero

Posso serenamente affermare che questo è il mio bacaro preferito. Vino Vero è un’enoteca moderna che si differenzia molto dalle classiche “cicchetterie” di Venezia per via del suo focus su vini naturali e biodinamici e della sua proposta costituita da tapas gourmet. Noi abbiamo assaggiato dei favolosi cicchetti di tonno scottato, ricciola cruda e hummus.  Lo staff è giovane e competente. Posti a sedere esterni e bancone all’interno. Consigliatissimo.

Vino Vero, Cannareggio
Vino Vero, Cannareggio

San Polo

Il quartiere San Polo, ubicato nei pressi del Mercato di Rialto, è frequentato sia da turisti che da veneziani. Qui, passeggiando tra le calli, si respira un’atmosfera di pace e autenticità e, anche se viaggiate da soli, trovare compagnia sarà davvero facile.

Cantina Do Spade

Un bacaro che, all’occorrenza, si trasforma anche in osteria e resta aperto fino a tardi. Tra i grandi classici della Cantina Do Spade troverete le sarde in saor, il baccalà e il fegato alla veneziana. All’interno del locale si sta gomito a gomito. Che cosa bere? Lasciate perdere i vini e concentratevi sugli spritz.

Cantina Do Mori

È il bacaro più antico di Venezia e ne conserva l’atmosfera di un tempo grazie a damigiane, paioli di rame e cimeli appesi alle pareti. La specialità di Cantina Do Mori sono i “francobolli”, mini tramezzini farciti in molteplici varianti (gamberi, prosciutto, granchi, etc.).

Bar all’Arco

Bar all’Arco è un bacaro molto piccolo, a pochi passi dal Mercato di Rialto. Siamo alla terza generazione e, al suo interno, sono sempre presenti clienti abituali. Fantastici i crostini di baccalà mantecato e quelli di tonno marinato appena scottato. Buona proposta di vini e ottimi spritz.

Bar all'Arco, San Polo
Bar all’Arco, San Polo

San Marco

Individuare dei bacari non turistici nel cuore di Venezia è un’impresa tutt’altro che facile. Tuttavia, ecco qualche suggerimento per spizzicare qualcosa nei pressi della piazza più famosa d’Italia senza spendere una follia.

Enoteca al Volto

Un bacaro storico, fondato nel 1936, a due passi dal Ponte di Rialto. Pochi tavolini all’esterno e una sala interna in cui è concesso lo struscio tra clienti. Enoteca al Volto ha un soffitto caratterizzato dalla presenza di numerosissime etichette storiche, incollate come carta da parati ma, ciò nonostante, la proposta di vini non convince. Ottimi invece i cicchetti che spaziano dal pesce alle verdure, alle polpette.

Bacaro Risorto

La dimensione di questo bacaro – 5 mq circa – permette solamente una sosta in piedi. Bacaro Risorto propone ottimi vini biologici accompagnati da cicchetti di carne e pesce. La cucina non convince ma la simpatia dello staff e la lista dei vini compensano ogni pecca.

Bacaro Risorto, San Marco
Bacaro Risorto, San Marco

Santa Croce

Il quartiere di Santa Croce viene attraversato frettolosamente dai turisti diretti al Ponte di Rialto. Tuttavia, questa zona cela splendidi palazzi e angoli nascosti ma, soprattutto, un paio di bacari molto frequentati dai veneziani.

Da Lele

Il locale, frequentato prevalentemente da giovani, non ha posti a sedere ma solo un paio di botti all’esterno dove appoggiare i bicchieri vuoti. La maggior parte della clientela ordina panini mignon e spritz. Il Bacareto Da Lele è una tappa imperdibile, se non altro per i prezzi bassissimi e la sua ubicazione a due passi da Piazzale Roma.

Da Luca e Fred

Nonostante non mi abbia convinto, Da Luca e Fred è un bacaro frequentatissimo. Ubicato a pochi metri dalla stazione ferroviaria questo locale propone ottimi gamberi in saor su polenda calda. Pessimi i vini al calice ma potrete sempre ripiegare su uno spritz o una birra.

Da Luca e Fred, Santa Croce
Da Luca e Fred, Santa Croce

Dorsoduro e Castello

Gli ultimi sestieri veneziani di cui vi voglio parlare sono quelli che ho frequentato meno: Dorsoduro e Castello. Tuttavia, nascondo due dei migliori bacari non turistici di tutta Venezia.

Cantine del Vino già Schiavi

In attività dal 1944, Cantine del Vino – detta anche Enoteca Schiavi – è ormai alla terza generazione di gestori. Il locale offre un’interessante e lunga selezione di vini accompagnata da ottimi crostini creativi. Un bacaro che vale da solo il “viaggio” fino a ponte San Trovaso, a Dorsoduro.

Osteria al Portego

Osteria al Portego è uno dei migliori bacari di Venezia in cui ho avuto l’onore di sostare. Pochissimi tavoli sia all’interno che all’esterno. I cicchetti sono soprattutto di pesce (baccalà, sarde, seppie, granchio) mentre le proposte di vini al calice convincono e soddisfano.

Osteria al Portego, Castello
Osteria al Portego, Castello

Adesso che avete scoperto i migliori bacari non turistici della città di Venezia, non vi resta che leggere il mio articolo dedicato ai suoi luoghi più insoliti e nascosti. Se, invece, volete proseguire il vostro tour dei bacari nella regione Veneto vi consiglio di spostarvi nella città di Padova.

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Cosa mangiare a Padova: 7 ristoranti imperdibili https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/10/26/cosa-mangiare-a-padova-7-ristoranti-imperdibili/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cosa-mangiare-a-padova-7-ristoranti-imperdibili https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/10/26/cosa-mangiare-a-padova-7-ristoranti-imperdibili/#respond Wed, 26 Oct 2022 08:28:46 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5573 Sono stata a Padova almeno una decina di volte, quasi sempre per lavoro. Ho quindi sperimentato ogni tipo di cucina e ristorante. Spesso la scelta migliore è quella di perdersi nelle numerose enoteche del centro storico e spizzicare qualcosa al bancone. Se, invece, non volete rinunciare alla tradizionale tavola imbandita ecco qualche ristorante che farà al caso vostro.

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Cosa mangiare a Padova? Quali ristoranti scegliere? Per queste domande ci sono diverse risposte. Spesso la scelta migliore è quella di perdersi nelle numerose enoteche del centro storico e spizzicare qualcosa al bancone.

Aperitivo in Piazza della Frutta
Aperitivo in Piazza della Frutta

Nel mio articolo dedicato ai luoghi imperdibili della città di Padova troverete dei suggerimenti su una serie di enoteche e bar che servono prosecchi, spritz e cicchetti. Le tapas più famose sono le polpette di carne, baccalà o spinaci; i mini-toast farciti con prosciutto di petto d’oca, pollo o carciofi; ma anche assaggini di salami, soppressa e salsiccia luganera.

Se, invece, non volete rinunciare alla tradizionale tavola imbandita ecco qualche ristorante che farà al caso vostro.

La mia personale classifica dei 7 ristoranti più buoni di Padova

1. Enotavola Pino

In quella che potrebbe sembrare una banalissima enoteca è nascosto uno dei ristoranti più buoni della città di Padova. L’ambiente è familiare e all’interno del locale troverete due salette intime e appartare in cui provare le specialità della casa. La cucina è prevalentemente di pesce e propone poche portate realizzate con materie prime freschissime. Il piatto che vale il viaggio è la tartare di gambero rosso di Mazara del Vallo con julienne di cappuccio bianco e viola all’aceto di lamponi. Completa l’offerta una carta dei vini davvero eccezionale e la presenza di ben 4 sommelier.

Enotavola Pino
Enotavola Pino

2. Fuel Ristorante in Prato

Se parliamo di ristoranti a Padova, la guida Michelin è sempre una garanzia! Del Fuel ho apprezzato due cose: il dehors meraviglioso su Prato della Valle e la creatività dei suoi giovani chef che cambiano saltuariamente nel segno della continuità stilistica. Fuel significa Forza, Umiltà, Energià e Libertà. Tutti questi valori li ritroviamo nei loro piatti, che propongono accostamenti inediti e presentazioni ricercate. Ottima anche la carte dei vini.

Ristorante Fuel
Ristorante Fuel

3. Zafferano

Se vi trovate in zona fiera per lavoro non potrete fare a meno di provare questo ristorante storico. Il menù è impostato solo sul pesce, senza nessuna divagazione, anche se alcuni accostamenti sono piuttosto azzardati. Da provare assolutamente l’insolita cacio e pepe con scampi e il tradizionale baccalà mantecato su polentina morbida fumante. L’ambiente è classico ed elegante.

4. Ai Navigli

Il ristorante Ai Navigli è un’icona di charme tra le proposte gastronomiche della città di Padova. Il suo arredamento è molto elegante, l’atmosfera intima e il menù ricercato. Perfetto per una serata romantica, Ai Navigli propone solo piatti di pesce. Le portate che ho preferito sono state i ravioli all’astice e l’antipasto di granceola e quinoa. Il ristorante non è economico ma il servizio e la location meritano un piccolo “overprice”.

Ristorante Ai Navigli
Ristorante Ai Navigli

5. Gourmetteria

La Gourmetteria è un luogo accogliente ma allo stesso tempo semplice. Il focus della sua cucina sono i piatti della tradizione, basati sulla stagionalità e sulla scelta di prodotti a km zero. Ottima anche la carta dei vini che propone etichette italiane particolari e difficilmente replicabili in altri ristoranti. Piatti consigliati: arancini veneti, baccalà mantecato, gallina padovana e bigoli in salsa.

6. Antonio Ferrari

Dal 2004 Antonio Ferrari è la bottega bistrot più conosciuta della città di Padova. Qui troverete una salumeria, un ristorante e un’enoteca con diverse proposte adattabili ai diversi momenti della giornata. Ottima la schiuma di burro con il pane tostato che viene servita come entrata. Tra le portate consiglio la tartar di tonno e le mazzancolle in saor. Nonostante non mi abbiano trattata come avrei voluto, non posso esimermi dal menzionarlo.

Antonio Ferrari
Antonio Ferrari

7. Imasa

Se avete in programma di rimanere a lungo a Padova e non potete fare a meno del sushi, il ristorante Imasa saprà come soddisfarvi. Qui troverete i migliori uramaki e nigiri della città; oltre a fantastici ravioli colorati (dimsum) ripieni di seppia, gambero, branzino e calamari. L’ambiente è elegante e il servizio rapido e cortese.

Ma…se è vero che il cibo è il ricordo più vivido di una città, la cultura può essere altrettanto fondamentale! Per questo motivo vi consiglio di leggere il mio articolo dedicato ai 12 luoghi imperdibili di Padova.

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Casa Cecchin, passione Durello https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/10/12/casa-cecchin-passione-durello/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=casa-cecchin-passione-durello https://www.lageografiadelmiocammino.com/2022/10/12/casa-cecchin-passione-durello/#respond Wed, 12 Oct 2022 13:42:17 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5528 La storia di questa cantina ha inizio nel 1973 quando Renato Cecchin, il padre di Roberta, decise d’intraprendere quest’avventura concentrandosi sulle eccellenze del territorio: la Garganega e, soprattutto, la Durella. Nel 1978 nasce la prima bottiglia di Durello che, fin da subito, per via della sua spiccata acidità, si dimostra perfetto per la rifermentazione in bottiglia.

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Casa Cecchin è soprattutto “Casa Roberta”, la donna che da anni tiene le redini di una delle cantine più storiche della zona dei Monti Lessini.

I Monti Lessini

I Monti Lessini hanno suoli vulcanici, molto vocati alla produzione del Durello, e s’estendono fra le provincie di Verona e Vicenza, inglobando una ventina di paesi. Casa Cecchin si trova sul versante vicentino dei Monti Lessini, nel comune di Montebello, sulla sommità di una collina alta circa 250 mt.

Casa Cecchin
Casa Cecchin

La storia di Casa Cecchin

La storia di questa cantina ha inizio nel 1973 quando Renato Cecchin, il padre di Roberta, decise d’intraprendere quest’avventura concentrandosi sulle eccellenze del territorio: la Garganega e, soprattutto, la Durella. Nel 1978 nasce la prima bottiglia di Durello che, fin da subito, per via della sua spiccata acidità, si dimostra perfetto per la rifermentazione in bottiglia. A Renato si deve anche l’invenzione di un cesto esagonale capace d’eseguire un remuàge “non manuale” di circa 273 bottiglie contemporaneamente e senza l’utilizzo dell’energia elettrica.

Il cesto esagonale di Renato Cecchin
Il cesto esagonale di Renato Cecchin

Tuttavia, colei che ha cambiato il corso degli eventi e ha posizionato Casa Cecchin in una “nicchia” di mercato è Roberta che, pur non avendo studiato enologia, ha dedicato tutte le sue energie a questo progetto. Negli ultimi anni Roberta ha convertito gli ettari di Garganega in Durella, forte della richiesta da parte del mercato di spumanti Metodo Classico. Roberta è una promotrice della coltivazione “cosciente” che rispetta il territorio ma che, qualora ce ne fosse bisogno, non si sottrae a piccoli trattamenti. Oggi inizia ad affacciarsi in cantina anche la terza generazione rappresentata da Sara, la giovane figlia di Roberta che, a mio avviso, promette bene.

I vigneti di Casa Cecchin
I vigneti di Casa Cecchin

Gli ettari totali della cantina sono sette ma, se l’annata è scarsa, Roberta acquista qualche kg d’uva anche da altri conferitori. Il vigneto più storico della cantina si trova proprio sotto l’abitazione e ha più di 40 anni. In questa collina il paesaggio agricolo tradizionale s’integra perfettamente con quello naturale, in un felice equilibrio. La produzione di Casa Cecchin s’aggira intorno alle 35.000 bottiglie annue, quasi tutte vendute nei comuni di Verona e Vicenza.

La degustazione

Pietralava 2020, vino bianco fermo: 100% Durello

6000 bottiglie annue. Uve provenienti da un solo vigneto, il cui terreno è pieno di sassolini neri. Il vitigno è un clone della durella, non molto acido. I grappoli vengono raccolti tardivamente e, dopo essere stati diraspati, subiscono un pochino di macerazione in pressa (12/24 ore). Fa solo acciaio.

Pietralava
Pietralava

Mandegolo 2020, vino leggermente frizzante sur lie: 100% Durello

4000 bottiglie annue. La produzione di questa referenza inizia 10 anni fa quando ancora il mercato non lo richiedeva, come invece accade oggi. Un vino dalla leggera percezione carbonica che può apparire opaco per via dei lieviti in sospensione. Strutturato e sapido.

Nostrum 2017, Metodo Classico 36 mesi: 100% Durello

15.000 bottiglie annue. Questo vino mette in evidenza la grande vocazione della Durella alla spumantizzazione con il Metodo Classico. Un vino elegante con sentori di brioche, nocciola tostata e note sulfuree. Sapido e fresco.

Nostrum
Nostrum

Riserva 2016, Metodo Classico 60 mesi: 100% Durello

8.000 bottiglie annue. Questa referenza ha vinto i 3 bicchieri nel 2014. Un grande impatto olfattivo, complessità e ricchezza minerale. Anch’esso molto sapido.

Montebello 2016, Passito: 100% Durello

Un vino dolce fuori dal comune, in cui la freschezza tipica della Durella si sposa alla dolcezza del passito. Se, come me, non amate i vini dolci questo saprà conquistarvi.

Enoturismo

Nei suoi 40 anni d’attività Casa Cecchin non ha mai rinunciato alla sua dimensione artigianale, scandita dai ritmi del vino e delle stagioni. La parola casa sottolinea i valori che quest’azienda vinicola vuole trasmettere: ospitalità e convivialità sono i punti saldi di ogni degustazione in cantina.

Roberta accoglie appassionati e “wine lovers” offrendo degustazioni che prevedono una visita della cantina e l’assaggio dell’intera gamma di vini (5 in totale). L’esperienza costa 25 euro a persona. Qualora non possiate visitare la cantina sappiate che Casa Cecchin fa parte anche della FIVI e che, quindi, partecipa spesso alle loro manifestazioni.

Infine, nella zona dei Monti Lessini una volta all’anno – in Novembre – viene organizzata una manifestazione dedicata alla Durella. Tuttavia, quello che “lamenta” Roberta è l’incapacità delle cantine di fare squadra per alzare tutti insieme l’asticella.

La degustazione
La degustazione

Qualora siate degli appassionati di enoturismo e bollicine non perdetevi i miei articoli dedicati alla Franciacorta e al Trentino. Se, invece, siete alla ricerca di qualcosa di più attinente alla zona di Verona e Vicenza vi consiglio di leggere un approfondimento sulle cantine della Valpolicella.

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Un weekend nelle cantine della Valpolicella https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/12/26/un-weekend-nelle-cantine-della-valpolicella/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-weekend-nelle-cantine-della-valpolicella https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/12/26/un-weekend-nelle-cantine-della-valpolicella/#comments Sun, 26 Dec 2021 10:15:15 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4727 Se state organizzando un weekend in Valpolicella e volete bere del buon vino rosso vi suggerisco cinque cantine da visitare e…degustare! La Valpolicella si trova a nord-ovest rispetto alla città di Verona dalla quale dista, al massimo, una trentina di minuti di macchina. La Valpolicella - con le sue numerose cantine - si sviluppa su una superficie di circa 240 km quadrati e confina a ovest con il Lago di Garda e a nord-est con i Monti Lessini.

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Se state organizzando un weekend in Valpolicella e volete bere del buon vino rosso vi suggerisco cinque cantine da visitare e…degustare!

Paesaggi collinari incastonati tra il Lago di Garda, la città di Verona e i monti della Lessina: questa è la Valpolicella. Perfetta per un weekend fuoriporta, la Valpolicella regala relax, bellezza, buon vino e un’ottima cucina.

Dove si trova la Valpolicella

La Valpolicella si trova a nord-ovest rispetto alla città di Verona dalla quale dista, al massimo, una trentina di minuti di macchina. La Valpolicella – con le sue numerose cantine – si sviluppa su una superficie di circa 240 km quadrati e confina a ovest con il Lago di Garda e a nord-est con i Monti Lessini.

Come arrivare in Valpolicella

Per arrivare in Valpolicella e visitare le sue numerose cantine dovrete raggiungere, in treno o in aereo, la città di Verona e noleggiare un’auto. Sconsiglio, infatti, l’utilizzo dei mezzi pubblici perché non sono funzionali agli spostamenti tra le varie aziende vinicole. In alternativa, potrete lasciare la vostra auto in hotel e muovervi con una bicicletta, percorrendo le numerose “strade del vino” della Valpolicella.

Se decidete di trascorrere un po’ più di tempo in Veneto vi consiglio di leggere i miei articoli sulla città di Padova e sulla zona di Conegliano e Valdobbiadene. Potreste trovare degli spunti utili per i vostri itinerari.

Il vino e la Valpolicella

L’area di denominazione della Valpolicella interessa 19 comuni: 5 nella zona classicaMarano, Fumane, Negrar, Sant’Ambrogio e San Pietro in Cariano – e 14 nella zona DOC. Infine, oltre a queste due zone, il disciplinare comprende anche l’area della Valpantena. Complessivamente l’area vinicola conta oltre 400 cantine e 30.000 ettari vitati.

La storia vinicola della Valpolicella è legata alla presenza, quasi esclusiva, di vitigni autoctoni, che negli anni sono stati valorizzati e apprezzati dalla critica italiana e internazionale: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara più altre varietà minori.

Le tipologie di vino previste dal disciplinare sono:

  1. Valpolicella DOC: un vino giovane che – se invecchiato per almeno un anno – viene definito “Superiore” e – se appartenente ai comuni della zona classica – viene definito “Classico”.
  2. Valpolicella Ripasso DOC: ottenuto dalla rifermentazione del Valpolicella base sulle vinacce residue dell’Amarone e del Recioto.
  3. Amarone della Valpolicella DOCG: ottenuto facendo appassire l’uva per 100/120 giorni e soggetto a un lungo invecchiamento in legno.
  4. Recioto della Valpolicella DOCG: l’unico vino dolce prodotto in Valpolicella.
Gli Amaroni della cantina Brigaldara
Gli Amaroni della cantina Brigaldara

Le migliori cantine della Valpolicella

La parola d’ordine – lo dico sempre – è PRENOTARE! Molte cantine sono chiuse nel weekend, altre aprono solo se hanno qualche visita prenotata. Per questo motivo vi consiglio di visitare i siti web delle aziende vinicole, vedere i loro orari e scegliere la visita e la degustazione che più si avvicina ai vostri gusti e alle vostre tasche. Inoltre, tenete sempre monitorato il portale turistico della Valpolicella per scoprire iniziative ed eventi in programma. Spesso, infatti, l’associazione organizza weekend con “cantine aperte” o itinerari enoturistici dedicati al vino e alla tavola.

Ma adesso concentriamoci su quelle che, a mio avviso, sono le migliori cantine della Valpolicella.

1. Zýmē

La cantina Zýmē, a San Pietro in Cariano, sorge su una cava di arenaria risalente al XV secolo. Èlì che riposano i loro vini, in totale assenza di luce solare e con una stabilità termica perfetta per le fasi d’invecchiamento e stoccaggio. Il basamento della struttura esterna della cantina è costruito utilizzando la pietra estratta in fase di scavo. Questa continuità tra passato/tradizione e futuro/innovazione rappresenta il leitmotiv dell’azienda.

Un altro segno di riconoscimento importante di Zýmē è il suo logo: una foglia di vite in cui è inserito un pentagono, simbolo dei 5 elementi principali per la produzione del vino (uomo-vite-terra-sole-acqua). Infine, sempre restando in tema di simboli e significati, scopriamo che la parola Zýmē proviene dal greco e vuol dire “lievito”: un elemento fondamentale nel mondo dell’enologia.

L’azienda vinicola nasce nel 1999 con Celestino Gaspari, attuale enologo e proprietario della cantina, che – grazie alla formazione e all’affiancamento con il suocero Giuseppe Quintarelli – sviluppa la passione e le competenze per affrontare questa nuova sfida.

La visita da Zýmē si svolge su tre livelli, collegati da un particolarissimo ascensore a forma di cavatappi che ho amato fin dal primo istante:

  • Piano interrato: si parte con la barricaia – dove i vini vengono affinati e invecchiati; si passa poi alla zona dei semi-lavorati e dello stoccaggio e si finisce con la bottaia – dove scopriamo le numerosi botti in rovere europeo.
  • Piano terra: qui troviamo la hall e un piccolo wine shop.
  • Primo piano: è il luogo di rappresentanza dove si svolgono le degustazioni e dove sono ubicati gli uffici.
Le cantine della Valpolicella: Zýmē
Le cantine della Valpolicella: Zýmē

La degustazione

Durante il vostro tour potrete assaggiare quasi tutti i prodotti della cantina, che non si limitano ai “classici” della regione ma che osano e si discostano dalla tradizione. Noi abbiamo degustato:

  • From Black to White: un bianco secco. Rondinella Bianca 60%, Traminer 15%, Kerner 15%, Incrocio Manzoni 10%.
  • Valpolicella Reverie: Corvina 40%, Corvinone 30%, Rondinella 25%, Oseleta 5%.
  • 60.20.20 Cabernet: Cabernet Sauvignon 60%, Cabernet Franc 20%, Merlot 20%.
  • Valpolicella Classico Superiore: Corvina 40%, Corvinone 30%, Rondinella 25%, Oseleta 5%.
  • Oseleta: Oseleta100%.
  • Kairos: 16 vitigni diversi in percentuali diverse. Il mio preferito.
  • Amarone Classico: Corvina 40%, Corvinone 30%, Rondinella 15%, Oseleta 10%, Croatina 5%.
  • Amarone Riserva La Mattonara: Corvina 40%, Corvinone 30%, Rondinella 15%, Oseleta 10%, Croatina 5%.
  • Harlequim: 16 vitigni diversi in percentuali diverse.

Costo della visita: 20 euro.

Degustazione presso la cantina Zýmē
Degustazione presso la cantina Zýmē

2. Brigaldara

L’azienda agricola Brigaldara, a San Floriano, è stata fondata nel 1928 da Renzo Cesari. Tuttavia, è solo nel 1986 che suo nipote, Stefano Cesari, la trasforma – con l’aiuto dell’amico ed enologo Roberto Ferrarini – in una delle aziende vinicole più importanti di tutta la Valpolicella. Oggi, a distanza di circa 35 anni, Stefano e i suoi figli Lamberto e Antonio possiedono una delle cantine più premiate e apprezzate della regione.

Brigaldara fa parte delle 13 Famiglie Storiche della Valpolicella. Un’associazione voluta fortemente da Masi e Allegrini che porta indubbi vantaggi commerciali. Ma non è tutto. Stefano è anche uno dei soci fondatori della FIVI e la sua cantina ha ottenuto, negli anni, la certificazione di sostenibilità.

La cantina conta 47 ettari vitati distribuiti in tre zone diverse della provincia di Verona: Valpolicella Classica, Valpantena e Valpolicella Orientale. La produzione annua è di 350.000 bottiglie. Le referenze della cantina sono molto classiche e la produzione è focalizzata su vitigni autoctoni. Dopo la morte dell’enologo Ferrarini, il processo di vinificazione è nelle mani di un team di giovani enologi provenienti dalla scuola di Roberto.

La visita all’azienda vinicola Brigaldara è molto informale: sarete accolti da un membro della famiglia e guidati, prima, in una degustazione completa della loro gamma e, successivamente, nelle cantine. La sala degustazioni domina un meraviglioso belvedere sulla Valle di Marano, cuore della Valpolicella Classica.

Le cantine della Valpolicella: Brigaldara
Le cantine della Valpolicella: Brigaldara

La degustazione

Durante la degustazione non potrete fare a meno di notare lo stile pulito e rigoroso della cantina, attenta alla bevibilità e alla preservazione dei profili aromatici delle uve, con concentrazioni alcoliche e zuccherine molto più basse della media. Noi abbiamo degustato:

  • Soave: Garganega 100%
  • Picol de Legno: Garganega 100% con passaggio in botte.
  • Valpolicella DOC: Corvina 55%, Corvinone 25%, Rondinella 20%. Vigneto Brigaldara, Marcellise.
  • Valpolicella Superiore Case Vecie: Corvina 39%, Corvinone 30,%, Rondinella 31%. Vigneto Case Vecie, Grezzana.
  • Valpolicella Superiore Ripasso Il Vegro: Corvina 55% Corvinone 25% Rondinella 20%. Vigneto Brigaldara, Marcellise.
  • Amarone Classico: Corvina 47%, Corvinone 39%, Rondinella 6%, altre 8%. Vigneto Brigaldara, Marcellise. Un anno in legno piccolo e due anni in legno grande.
  • Amarone Cavolo: Corvinone 21%, Corvina 59%, Rondinella 17%, altre 3%. Vigneto Cavolo, Grezzana. Due anni in legno piccolo e due anni in legno grande.
  • Amarone Case Vecie: Corvina 39%, Corvinone 30%, Rondinella 31%. Vigneto Case Vecie, Grezzana. Due anni in legno piccolo e due anni in legno grande. Il mio preferito.
  • Amarone Riserva: Corvina 55%, Corvinone 25%, Rondinella 20%. Selezione dei migliori vigneti aziendali. Tre anni in legno piccolo e due anni in legno grande.
  • Recioto: Corvina 55%, Corvinone 25%, Rondinella 20%

La visita è gratuita.

Degustazione presso la cantina Brigaldara
Degustazione presso la cantina Brigaldara

3. Ca’ la Bionda

L’azienda agricola Ca’ la Bionda, situata nel comune di Marano di Valpolicella, nasce nel 1902 quando la famiglia Castellaniora alla quarta generazione – acquista l’attuale tenuta. Oggi papà Pietro continua a lavorare nei campi e i figli Alessandro e Nicola lo aiutano, grazie ai loro studi di enologia e agronomia.

La tenuta conta 29 ettaridi cui 25 in produzione – distribuiti tutti intorno all’azienda, in posizione collinare e su suoli calcarei. L’altitudine dei vitigni va dai 150 ai 300 mt e prevede l’utilizzo di terrazzamenti che ne garantiscono un’esposizione ottimale. Ca’ la Bionda vinifica solo uve autoctone e ha una produzione annua di circa 120.000 bottiglie, per l’80% destinate al mercato estero.

L’azienda vinicola fa parte della FIVI e la sua produzione è interamente certificata biologica. I vini di Ca’ la Bionda si discostano dai classici Valpolicella: sono fini ed eleganti; beverini e con un’identità ben precisa; non stancano e sono poco concentrati.

Le cantine della Valpolicella: Ca la Bionda
Le cantine della Valpolicella: Ca la Bionda

La degustazione

La visita in cantina è molto tecnica e accurata. Inoltre, se sarete fortunati, potreste avere l’occasione di fare un giro nelle vigne con papà Pietro. La degustazione avviene in una saletta scavata nella roccia e prevede l’assaggio delle seguenti referenze:

  • Valpolicella Classico
  • Valpolicella Superiore “Casalvegri”
  • Amarone Classico
  • Amarone Classico “Ravazzol”
  • Valpolicella Ripasso “Malavoglia”
  • Recioto “Le Tordare”

In aggiunta, noi abbiamo avuto la fortuna di degustare anche:

  • Valpolicella Classico Superiore “Casalvegri” Decennale
  • Amarone Riserva “Ravazzol”

Le percentuali di uve presenti nelle diverse referenze sono sempre uguali: 70% Corvina, 20% Corvinone e 30% Rondinella e Molinara.

Unico punto a sfavore: l’utilizzo di un dispenser per la mescita del vino. Comprendo che a volte sia una soluzione pratica ma si perde un po’ la “poesia” della visita.

Costo della visita: 15 euro.

Amarone di Ca’ la Bionda
Amarone di Ca’ la Bionda

4. Allegrini

L’azienda vinicola Allegrini è l’indiscussa protagonista della storia di Fumane e della Valpolicella, fin dal XVI secolo. Giunta ormai alla sesta generazione, la Famiglia Allegrini è tra i soci fondatori dell’associazione che riunisce le 13 Famiglie Storiche della Valpolicella, nonché ambasciatrice nella promozione e valorizzazione di questi vini nel mondo.

L’azienda vive una profonda trasformazione a partire dagli anni 60, quando Giovanni Allegrini apporta importanti innovazioni in ambito viticolo ed enologico. L’eredità passa poi nelle mani dei tre figli: Walter, scomparso prematuramente; Franco, l’attuale enologo e Marilisa, responsabile marketing. Nell’ultimo ventennio l’azienda acquista altre proprietà in Toscana, nelle zone di Bolgheri e Montalcino.

Le innovazioni apportate da Giovanni e Franco Allegrini possono riassumersi in tre punti fondamentali:

1. graduale introduzione dell’uso della barrique in abbinamento alle tradizionali botti in rovere di Slavonia.

2. riduzione del periodo d’invecchiamento dei vini.

3. revisione della tecnica del Ripasso, sostituendo l’utilizzo delle vinacce con una percentuale di uve messe ad appassire.

Le cantine della Valpolicella: Allegrini
Le cantine della Valpolicella: Allegrini

La degustazione

Le visite guidate si svolgono presso Villa della Torre, a Fumane, costruita in pieno Rinascimento secondo il modello dell’antica Domus Romana. La location ospita eventi culturali prestigiosi. Durante il tour verrete guidati da un team di professionisti alla scoperta dei vigneti, della cantina e, ovviamente, dei vini più rappresentativi dell’azienda. Le degustazioni si svolgono all’esterno, in meravigliose botti di legno circondate da vigneti, o all’interno, in sale di grande importanza storica. Noi abbiamo degustato:

  • Soave: Garganega 80%, Chardonnay 20%
  • Valpolicella Classico: Corvina 70%, Rondinella 30%
  • Valpolicella Superiore: Corvina 70%, Rondinella 25%, Oseleta 5%. Affinamento di 6 mesi in botti di Slavonia e 6 mesi in barrique.
  • Palazzo della Torre: Corvina 40%, Corvinone 30%, Rondinella 25%, Sangiovese 5%
  • La Grola: Corvina 90%, Oseleta 10%. Affinamento di 16 mesi in botti di rovere francese.
  • La Poja: Corvina 100%. Affinamento di 20 mesi in barrique e 8 mesi in botti di Slavonia. Il mio preferito.
  • Amarone Classico: Corvina 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, Oseleta 5%
  • Recioto Giovanni Allegrini: Corvina 40%, Corvinone 40%, Rondinella 15%, Oseleta 5%

Costo della visita: dai 20 ai 40 euro con la degustazione di 4 vini. Fino a 60 euro per la degustazione di tutta la gamma.

Degustazione presso la cantina Allegrini
Degustazione presso la cantina Allegrini

5. La Dama

Un’azienda vinicola familiare, nella Valpolicella Classica, nata circa 15 anni fa dalla passione di Gabriele e della moglie Miriam. La Dama possiede 16 ettari di terreno di cui 10 destinati alla produzione vinicola, divisi un due zone distanti tra loro, da Negrar a Sant’Ambrogio. La produzione annua si aggira intorno alle 50.000 bottiglie.

La Dama è entrata a far parte della FIVI ed è certificata Bio dal 2015. Tutti i suoi vigneti producono uve autoctone, espressione del territorio. Le visite in cantina – a mio avviso troppo care per quello che offrono – prevedono una passeggiata nei vigneti, una visita ai locali di appassimento e affinamento e la degustazione di 5 referenze accompagnate da prodotti tipici della zona:

  • Valpolicella Classico: Corvina e Corvinone 60%, Rondinella 35%, Molinara 5%
  • Valpolicella Classico Superiore Ca Besi: Corvina 80%, Rondinella 20%
  • Amarone Classico: Corvina 70%, Corvinone 10%, Rondinella 15%, Molinara 5%
  • Valpolicella Ripasso: Corvina50% e Corvinone 20%, Rondinella 25%, Molinara 5%
  • Recioto Classico: Corvina 85%, Corvinone 10%, Rondinella 5%

Costo della visita: 25 euro.

Le cantine della Valpolicella: La Dama
Le cantine della Valpolicella: La Dama

Passione enoturismo

Se siete appassionati di vino ed enoturismo non perdete i miei articoli su Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Franciacorta.

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Cosa vedere a Padova: 12 luoghi imperdibili https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/04/09/un-weekend-a-padova-cosa-vedere-12-luoghi-imperdibili/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-weekend-a-padova-cosa-vedere-12-luoghi-imperdibili https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/04/09/un-weekend-a-padova-cosa-vedere-12-luoghi-imperdibili/#comments Fri, 09 Apr 2021 10:34:58 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4040 Cosa vedere a Padova in un weekend? In quest’articolo vi svelerò tutti i luoghi turistici più importanti della “Città dell’Affresco” e i ristoranti in cui rifocillarvi durante le vostre passeggiate tra i vicoli del centro storico. Un vecchio detto popolare recita “Venezia la bella, e Padova sua sorella”. Quest’affermazione non si discosta molto dalla realtà. Padova - spesso sottovalutata - ha tanti punti in comune con Venezia: arte, storia, cultura, gastronomia, canali, ponti e scorci romantici.

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Cosa vedere a Padova in un weekend? In quest’articolo vi svelerò tutti i luoghi turistici più importanti della “Città dell’Affresco” e i ristoranti in cui rifocillarvi durante le vostre passeggiate tra i vicoli del centro storico.

Un vecchio detto popolare recita “Venezia la bella, e Padova sua sorella”. Quest’affermazione non si discosta molto dalla realtà. Padova – spesso sottovalutata – ha tanti punti in comune con Venezia: arte, storia, cultura, gastronomia, canali, ponti e scorci romantici.

Padova è inoltre famosa per essere la “città dei tre senza”: santo senza nome, caffè senza porte e prato senza erba. Nelle prossime righe spiegherò il significato di ognuno di questi legami.

Informazioni generali

Padova può essere comodamente raggiunta in treno e con la macchina. La rete ferroviaria vanta numerosi convogli regionali e ad alta velocità. In automobile Padova è raggiungibile grazie all’autostrada A4. La città dista 50 km da Venezia e 70 km da Verona, entrambe provviste di uno scalo aeroportuale.

Padova può essere visitata in qualsiasi stagione e con qualsiasi condizione metereologica. Considerate, infatti, che la città conta 12 km di portici disseminati ovunque nel centro storico.

L’ultima indicazione che vorrei darvi – prima di passare al capitolo su cosa vedere in città – è quella di acquistare la Padova Card che vi permetterà di accedere a quasi tutti i luoghi turistici più importanti e di salire su qualsiasi mezzo pubblico.

Cosa vedere a Padova: 12 luoghi imperdibili

1. Cappella degli Scrovegni

La Cappella degli Scrovegni è l’attrazione turistica più visitata della città perché custodisce il più importante ciclo d’affreschi del maestro Giotto, realizzato nei primi anni del Trecento. I dipinti raffigurano le storie di Cristo e Maria tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento. L’ingresso è limitato ad un numero ristretto di persone e per questo motivo la prenotazione è obbligatoria.

Gli affreschi della Cappella degli Scrovegni
Gli affreschi della Cappella degli Scrovegni

2. Basilica del Santo

Il primo “senza” della lista è quello del Santo. La chiesa più importante della città è chiamata Basilica del Santo perché gli abitanti danno per scontato che tutti capiscano che la parola Santo si riferisca a Sant’Antonio. Quest’aneddoto attesta la devozione dei padovani e spiega come mai questo luogo di culto sia uno dei più frequentati d’Italia. La Basilica di Sant’Antonio è imponente e al suo interno sono conservati gelosamente affreschi, sculture e reliquie. La struttura è una combinazione di tre stili architettonici: romanico, gotico e bizantino. Sul lato sinistro della chiesa troverete la Cappella dov’è custodita la tomba del Santo.

Cosa vedere a Padova: Basilica del Santo
Cosa vedere a Padova: Basilica del Santo

3. Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta

Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta sono i due luoghi in cui si concentra la vita profana degli abitanti di Padova. Qui hanno sede i mercati cittadini e qui ci si ritrova all’ora dell’aperitivo per bere uno spritz e scambiare quattro chiacchiere. La mia preferita è Piazza della Frutta: vi consiglio di visitarla al tramonto fermandovi al Bar dei Osei, all’enoteca Tira Bouchon o All’Ombra della Piazza. Tutti i bar propongono spritz, prosecco e cicchetti.

Cosa vedere a Padova: Piazza della Frutta
Cosa vedere a Padova: Piazza della Frutta

4. Palazzo della Ragione

Tra Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta troviamo il Palazzo della Ragione, un capolavoro architettonico chiamato anche “il salone” per via dell’ampia metratura che l’ha reso, per anni, la hall più grande del mondo. Questo spazio accoglie eventi, mostre e incontri culturali. Al piano terra troviamo invece il “sotto salone” ovvero un antico mercato coperto che ospita botteghe alimentari.

5. Piazza dei Signori

Piazza dei Signori è famosa per la sua Torre dell’Orologio, una meravigliosa opera che segnala mesi, giorni, fasi lunari e segni zodiacali. I colori azzurro e oro dell’orologio astronomico spiccano sul bianco della torre. Una particolarità che pochi notano è la mancanza di un segno zodiacale: cercate di scoprire quale e perché. Essendo questa Piazza molto turistica, il mio consiglio è di evitare i bar e i ristoranti che la popolano, prediligendo le vie limitrofe.

Piazza dei Signori e la Torre dell'Orologio
Piazza dei Signori e la Torre dell’Orologio

6. Prato della Valle

Il secondo “senza” della lista riguarda Prato della Valle, una delle piazze più famose di Padova e più grandi d’Europa. Questo spazio di 90.000 mq è stato infatti, per anni, un prato senz’erba perché occupato da paludi. Oggi questo ex acquitrino è stato bonificato e trasformato in un’isola verde collegata alla strada da 4 ponti, 8 obelischi, 16 vasi ornamentali e 78 statue che rappresentano personaggi illustri legati alla città. Ogni sabato la piazza ospita un mercato cittadino. Vi segnalo, infine, la vicina Basilica di Santa Giustina, una chiesa che non passerà inosservata per via delle sue dimensioni e delle otto cupole che dominano Prato della Valle.

Cosa vedere a Padova: Prato della Valle
Cosa vedere a Padova: Prato della Valle

7. Orto Botanico

L’Orto Botanico di Padova, fondato nel 1545, è stato insignito nel 1997 del titolo di Patrimonio Mondiale UNESCO. Per questo e per altri motivi è uno dei luoghi più visitati di Padova. Nel 2014 l’Orto Botanico è stato ampliato con la costruzione del Giardino della Biodiversità, formato da serre che simulano le diverse condizioni climatiche e ospitano le molteplici specie vegetali presenti sul nostro pianeta.

8. Piazza Duomo

A Padova perfino il Duomo passa in secondo piano. In città ci sono infatti monumenti e attrazioni molto più importanti. Tuttavia, una camminata nel centro storico non può prescindere da una sosta nell’omonima piazza. Il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, fu progettato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1520 ma venne completato oltre 200 anni dopo da Girolamo Frigimelica. La facciata rimase tuttavia incompiuta. Suggerisco di concentrarvi sul Battistero adiacente alla chiesa, impreziosito da affreschi meravigliosi, primo fra tutti quello sulla cupola. A pochi passi dal Duomo troverete l’Enoteca La Boccia dove bere un calice di vino e assaggiare qualche cicchetto.

Cosa vedere a Padova: Piazza Duomo
Cosa vedere a Padova: Piazza Duomo

9. Palazzo del Bo

Nel pieno centro della città troviamo Palazzo del Bo, sede dell’Università degli Studi di Padova dal 1493. Quest’ateneo, che ha ospitato importanti personalità del mondo scientifico, merita una visita per via della sua meravigliosa Aula Magna, della Cattedra di Galileo Galilei e del Teatro Anatomico.

10. Street art

Non solo storia. A Padova potrete trovare anche diversi esempi di street art. L’artista più famoso è sicuramente Kenny Random, una sorta di “Banksy” italiano. Le sue opere, in cui viene comunemente raffigurata la sagoma di un uomo con cilindro e spolverino, popolano diversi quartieri della città. Oltre a Kenny, a Padova sono presenti anche le opere di altri due artisti: Tony Gallospecializzato in figure colorate e fantasiose – il cui graffito più famoso si trova in Piazza Bussolin, e Alessio-B, che tutta la città ammira per via di un’opera raffigurante una donna di spalle sovrastata da un cuore rosso in via Pietro d’Abano. Una Padova inaspettata che riscopre la sua modernità sui muri della città.

Graffito di Alessio-B, Via Pietro d’Abano
Graffito di Alessio-B, Via Pietro d’Abano

11. Caffè Pedrocchi

Il terzo e ultimo “senza” è quello dello storico Caffè Pedrocchi. La leggenda narra che per anni sia stato chiamato caffè senza porte per il fatto che fosse aperto ininterrottamente giorno e notte. Sui suoi tavoli si sono seduti personaggi illustri e grandi rivoluzionari. Non potrete andarvene da Padova senza aver prima provato il suo celebre caffè con panna e menta.

Caffè Pedrocchi, la sua specialità
La specialità del Caffè Pedrocchi

12. Specola

La Specola è la torre più importante della città di Padova. Inizialmente fu utilizzata come prigione e, successivamente, venne tramutata in osservatorio astronomico. Oggi ospita antichi strumenti che vi permetteranno di ripercorrere la storia dell’astronomia.

Se intendete proseguire con un tour della regione Veneto vi consiglio di dedicare qualche minuto alla lettura dei miei articoli su Verona e sulle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Non ve ne pentirete.

L'articolo Cosa vedere a Padova: 12 luoghi imperdibili proviene da La geografia del mio cammino.

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Enotour tra le cantine del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/03/27/enotour-tra-le-cantine-del-prosecco-di-conegliano-valdobbiadene/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=enotour-tra-le-cantine-del-prosecco-di-conegliano-valdobbiadene https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/03/27/enotour-tra-le-cantine-del-prosecco-di-conegliano-valdobbiadene/#respond Sat, 27 Mar 2021 12:25:42 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4022 Da quando, nel 2019, le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono diventate Patrimonio dell’Umanità UNESCO l’enoturismo è cresciuto esponenzialmente e quasi tutte le cantine si sono strutturate per ospitare visitatori e appassionati di vino proveniente da ogni parte del globo. Il Prosecco è probabilmente il vino italiano più conosciuto al mondo, sia per l’ottimo rapporto qualità/prezzo che per la sua poliedricità che ci consente di abbinarlo a qualsiasi cibo e occasione. Il suo vitigno è la Glera che troviamo unicamente in Veneto, Friuli Venezia Giulia e, in misura marginale, Trentino Alto Adige.

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Da quando, nel 2019, le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono diventate Patrimonio dell’Umanità UNESCO l’enoturismo è cresciuto esponenzialmente e quasi tutte le cantine si sono strutturate per ospitare visitatori e appassionati di vino proveniente da ogni parte del globo. Il Prosecco è probabilmente il vino italiano più conosciuto al mondo, sia per l’ottimo rapporto qualità/prezzo che per la sua poliedricità che ci consente di abbinarlo a qualsiasi cibo e occasione. Il suo vitigno è la Glera che troviamo unicamente in Veneto, Friuli Venezia Giulia e, in misura marginale, Trentino Alto Adige.

Enotour tra le cantine del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
Enotour tra le cantine del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

È fondamentale sapere che di Prosecco non ce n’è uno, ma ce ne sono tre: il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene DOCGquello di cui vi parlerò in quest’articolo – il Prosecco Superiore Asolo DOCG e il Prosecco DOC. Il primo è il più famoso perché prodotto con uve originarie delle colline a nord di Treviso che del Prosecco hanno fatto la storia. Il secondo è altrettanto riconosciuto, anche se meno pubblicizzato, mentre il terzo è un vino che può essere fatto in tutta la regione del Prosecco, da Belluno a Trieste, e generalmente interessa soprattutto vigneti pianeggianti. I primi due sono più rinomati mentre il terzo è più popolare.

Le cantine di Valdobbiadene

Silvano Follador

La piccola azienda vinicola di Silvano Follador e di sua sorella Alberta conta 3 ettari vitati, 20 anni d’esperienza e una produzione di circa 20.000 bottiglie l’anno. Nasce per onorare un investimento portato a termine dai loro nonni. Dal 2003 ad oggi la cantina ha attraversato moltissime fasi sperimentando l’agricoltura bio-dinamica, quella biologica e trovando – infine – un equilibrio tra etica e intervento dell’uomo. Nelle loro produzioni sono presenti anche dei vini “metodo classico”. I Follador sono stati tra i primi della zona a tentare la vinificazione della Glera con fermentazione in bottiglia. Nel 2019 hanno vinificato le medesime uve con metodo classico e metodo charmant mentre nel 2020 punteranno solo sulla fermentazione in autoclave. Solitamente “i Follador” non organizzano visite guidate ma è possibile prendere un appuntamento per assaggiare la loro gamma ed, eventualmente, acquistare qualche bottiglia. Il loro è un lavoro silenzioso e discreto: preferiscono arrivare al pubblico con il vino piuttosto che con l’immagine.

La mia referenza preferita è il Valdobbiadene Prosecco Superiore “fermentato in bottiglia”

Le cantine di Valdobbiadene: Silvano Follador
Le cantine di Valdobbiadene: Silvano Follador

Sorella Bronca

L’azienda vinicola Sorelle Bronca è ormai alla quarta generazione e vanta una presenza femminile notevole, messa in risalto anche dal nome della cantina. La famiglia possiede 20 ettari vitati divisi in 4 zone – Colbertaldo, Col San Martino, Farrò e Rua di Feletto – e produce circa 300.000 bottiglie l’anno. Una delle particolarità di Sorelle Bronca è la vinificazione di specifici vigneti – identificati con un numero di mappale – che vanno a creare dei vini chiamati “particelle”, costruiti utilizzando solo uve di quell’appezzamento catastale. Tutte le referenze della linea “particelle” sono chiamate ed etichettate con il numero di mappale a loro corrispondente. La mia preferita è la neonata “181”, proveniente dai vigneti di Rua di Feletto. Oltre alla creazione di ottime bollicine, questa cantina si è spinta anche nella produzione di vini bianchi e rossi con buoni risultati. Tra i rossi sono davvero notevoli le referenze Ser Bele e Ardesco.

La mia referenza preferita è il Difetto Perfetto

Le cantine di Valdobbiadene: Sorelle Bronca
Le cantine di Valdobbiadene: Sorelle Bronca

Merotto

Graziano Merotto mi ha accolto all’interno della sua nuova struttura – inaugurata nell’estate del 2019 – dedicata all’ospitalità e alla degustazione dei suoi spumanti.  L’azienda ha quasi 50 anni ed è ancora nelle mani del suo primo fondatore. Graziano ha dedicato la sua vita al vino, alternando sacrifici e sperimentazioni che l’hanno portato a essere oggi uno dei produttori di Prosecco più eccellenti e premiati. L’azienda vinicola conta 8 ettari di proprietà, 15 ettari in affitto e 10 ettari a conduzione dei soci fondatori e produce circa 600.000 bottiglie l’anno. Durante la degustazione vi verrà mostrata una sorta di sequenza progressiva incentrata sul residuo zuccherino di tutta la loro gamma. Negli assaggi partirete dai vini extra brut – i meno zuccherati – e arriverete ai vini dry – con un residuo zuccherino di 22/24 gr litro. Questa piccola chicca rende la degustazione molto formativa.

La mia referenza preferita è il Cuvée del Fondatore Graziano Merotto

Le cantine di Valdobbiadene: Merotto
Le cantine di Valdobbiadene: Merotto

Non solo vino

La zona di Valdobbiadene e Conegliano è conosciuta in tutto il mondo per la sua produzione vinicola. Tuttavia, le cantine di Prosecco non sono l’unica attrattiva della zona; nascoste tra le colline troverete anche castelli, chiese, borghi e mulini. Se volete approfondire questa tematica vi rimando al mio articolo che parla di cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano.

Se invece siete alla ricerca di qualche altra meta nel nord Italia legata all’enoturismo vi consiglio di leggere il mio articolo dedicato alle cantine della Franciacorta.

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Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene: cosa vedere https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/03/27/le-colline-del-prosecco-di-conegliano-e-valdobbiadene-cosa-vedere/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-colline-del-prosecco-di-conegliano-e-valdobbiadene-cosa-vedere https://www.lageografiadelmiocammino.com/2021/03/27/le-colline-del-prosecco-di-conegliano-e-valdobbiadene-cosa-vedere/#comments Sat, 27 Mar 2021 08:55:49 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=4006 Nel luglio del 2019 le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono diventate Patrimonio dell’Umanità UNESCO. In quest’articolo vi parlerò di cosa vedere nella provincia di Treviso, a poco più di un’ora da Venezia, dove la sinergia tra uomo e ambiente ha creato un panorama unico al mondo: 120 chilometri di vigneti che sembrano non avere mai fine, sorvegliati dalle vicinissime Dolomiti.

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Nel luglio del 2019 le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono diventate Patrimonio dell’Umanità UNESCO. In quest’articolo vi parlerò di cosa vedere nella provincia di Treviso, a poco più di un’ora da Venezia, dove la sinergia tra uomo e ambiente ha creato un panorama unico al mondo: 120 chilometri di vigneti che sembrano non avere mai fine, sorvegliati dalle vicinissime Dolomiti.

La zona di Valdobbiadene e Conegliano è conosciuta in tutti i continenti per la produzione vinicola. Il distretto offre percorsi tematici dedicati al vino, itinerari enogastronomici e degustazioni guidate. Tuttavia, il Prosecco non è l’unica attrattiva della zona; nascosti tra le colline troverete anche castelli, chiese, borghi e mulini.

I vigneti di Conegliano e Valdobbiadene
I vigneti di Conegliano e Valdobbiadene

Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano

In quest’articolo vi parlerò di 9 luoghi turistici imperdibili e vi racconterò che cosa vedere tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene. Se tra di voi c’è qualcuno interessato solo al vino, suggerisco di saltare questo capitolo e passare direttamente all’articolo riguardante le cantine di Prosecco.

Valdobbiadene

Valdobbiadene è il paese simbolo dell’importante Strada del Prosecco e lo è – in primis – perché, con Conegliano, conferisce il nome a questo meraviglioso anfiteatro naturale. Il centro non mi ha entusiasmata ma vi direi che merita comunque una sosta, anche solo per dire di esserci stati. Tra le attrattive da visitare troviamo il campanile e il Duomo di Santa Maria Assunta – in Piazza Marconi, Villa dei Cedri, la casa di Nicolò Bocassino e la Chiesa di San Gregorio Magno in Colderove. Tuttavia, forse, il vero richiamo è dato dalle numerose botteghe ed enoteche che vendono i migliori prodotti enogastronomici della zona.

Piazza Marconi, Valdobbiadene
Piazza Marconi, Valdobbiadene

Cison di Valmarino

Lungo la Strada “Alta” del Prosecco incontrerete uno dei “borghi più belli d’Italia”. Il suo nome è Cison di Valmarino ed è famoso per la presenza di numerosi mulini e giochi d’acqua. Da qui parte una piacevole camminata di circa 6 km lungo il fiume Rujo che attraversa piccole cascate e ponticelli. Oltre a questo, la cittadina di Cison di Valmarino è sede del famosissimo Castelbrando, uno dei più grandi e antichi castelli d’Europa oggi riconvertito ad hotel di lusso. Per coloro i quali non potessero o volessero alloggiare all’interno della struttura, sarà comunque possibile visitarla accedendo al parco e ammirandone gli interni e il museo. L’attrazione più spettacolare resta la vista a 360 gradi sulle colline di Valdobbiadene.

Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano: Castelbrando
Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano: Castelbrando

Osteria Senz’Oste

Una tappa “obbligata” a pochi km dal centro di Valdobbiadene è l’Osteria Senz’Oste. Il primo buon motivo per fermarvi è dato dal panorama. Il casolare ottocentesco che ospita l’osteria si trova a Santo Stefano, un paesino che domina le colline di Valdobbiadene. La particolarità di questa locanda è data dal fatto che il servizio è completamente inesistente. Gli ospiti devono servirsi autonomamente, farsi lo scontrino e pagare. Una formula, quindi, unicamente basata sulla fiducia. Il fascino di questo posto richiama centinaia di viaggiatori da tutto il mondo e conquista qualsiasi tipologia di turista. I prodotti vengono consumati su tavolini di legno mentre, per i più organizzati, vi è la possibilità di portare una tovaglia e improvvisare un picnic.

Molinetto della Croda

Se amate i mulini antichi, non potrete fare a meno di fermarvi nei pressi di Refrontolo. Qui troverete il Molinetto della Croda, risalente al XVI secolo e recentemente restaurato. È possibile visitare l’interno della struttura e vedere come viene macinata la farina di mais. Tuttavia, il richiamo principale è dato dalla cornice naturale in cui è inserito.

Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano: Molinetto della Croda
Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano: Molinetto della Croda

Col San Martino

Col San Martino è un paesino che, oltre ad ospitare la Cantina Merotto – di cui vi parlerò nell’articolo dedicato alle cantine del Prosecco – vanta ben due edifici religiosi. Il primo si chiama Chiesa di San Vigilio e consiste in una minuscola cappella del X secolo con un imponente campanile che domina le vallate sottostanti. Il secondo si chiama Tempio di S. Martino ed è un esempio di architettura novecentesca. Qui è possibile chiedere a San Martino la grazia di avere figli, pescando da un’urna un fogliettino contenente il nome che si dovrà dare all’eventuale nascituro.

Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano: Col San Martino
Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano: Col San Martino

Castello dei Collalto

A Collalto, frazione di Susegana, troviamo il Castello di San Salvatore, conosciuto anche come Castello dei Collalto. La residenza appartiene ancora a questa nobile famiglia, dedita alla produzione vinicola e all’ospitalità. Dell’antica fortezza sono rimaste intatte solo la torre principale e le cinta murarie. Vi consiglio di lasciare la macchina al parcheggio e improvvisare una piacevole camminata. Il Castello di San Salvatore è soprattutto uno dei relais più belli delle colline di Conegliano ed è la struttura che anch’io ho scelto per il mio soggiorno. È possibile dormire nel Borgo del Castello o in una delle Suite all’interno del Palazzo.

Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano: il Castello dei Collalto
Cosa vedere tra Valdobbiadene e Conegliano: il Castello dei Collalto

Conegliano

Conegliano è uno dei comuni più popolati di tutta la zona ed è incastonato tra le montagne e la pianura, a pochi km dal Friuli. Anche questa città, come Valdobbiadene, fa parte della famosissima Strada “Bassa” del Prosecco e si conferma una meta vinicola eccellente per via, soprattutto, della sua scuola enologica. Qui hanno luogo numerosi eventi dedicati al vino, tra cui segnalo la Festa dell’uva di fine settembre. A Conegliano potrete visitare il Castello con il suo Museo Civico, Villa Gera, Piazza Cima con il palazzo del Comune e il Teatro dell’Accademia, l’ex convento di San Francesco e il Duomo decorato con affreschi raffiguranti scene bibliche.

Asolo

Asolo non fa parte dei 120 km di vigneti e paesini appartenenti alle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Tuttavia è anch’esso un comune della provincia di Treviso, uno dei “borghi più belli d’Italia” e può vantare una produzione vinicola che non ha nulla da invidiare a quella della vicina area di Valdobbiadene. Asolo è stata definita da Carducci “una città dai 100 orizzonti” per via della sua posizione strategica e panoramica sulle vallate circostanti. I luoghi da visitare sono tantissimi ma voglio citarvi solo i più importanti: Piazza Garibaldi, con la sua meravigliosa fontana del leone; Via Browing, con il suo porticato e i negozi d’artigianato più belli di tutta la provincia; Rocca Braida, il punto di riferimento visivo della città; Castello di Caterina Cornaro, con un bar molto panoramico. Oltre a questo, la città di Asolo è legata alla vita di tre grandi donne: Caterina Cornaro, regina di Cipro e Gerusalemme; Eleonora Duse, attrice teatrale italiana; Freya Stark, scrittrice e fotografa inglese.

Asolo, uno dei borghi più belli d'Italia
Asolo, uno dei borghi più belli d’Italia

Vale il viaggio

Inerpicandovi a Monfumo, a pochi km da Asolo, troverete un ristorante davvero sorprendente. L’Osteria alla Chiesaa dispetto del nome e della location – vanta una brigata e delle proposte gastronomiche degne di un ristorante stellato. Potrete scegliere fra tre menù degustazione da 5 – 7 o 9 portate, specificando eventuali intolleranze. Da lì inizierà il vostro viaggio in CUCINA, intesa come acronimo di Cotture, Umore, Creatività, Identità, Natura e Amore per gli alimenti. Per un’esperienza a 360° non perdetevi l’abbinamento dei piatti con i vini, consigliati dal loro sommelier. Vale il viaggio.

Ristorante Osteria alla Chiesa
Ristorante Osteria alla Chiesa

Il nostro viaggio tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene non è ancora terminato. Dopo aver scoperto cosa vedere in quest’area diventata Patrimonio dell’Umanità UNESCO, non resta che approfondire un argomento che interessa moltissimi dei miei lettori: le cantine del Prosecco. Se invece preferite concentrarvi sulle città venete vi consiglio di leggere il mio articolo sulla vicina Verona.

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I migliori ristoranti e hotel di Verona https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/03/27/cosa-visitare-a-verona-hotel-ristoranti/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cosa-visitare-a-verona-hotel-ristoranti https://www.lageografiadelmiocammino.com/2019/03/27/cosa-visitare-a-verona-hotel-ristoranti/#comments Wed, 27 Mar 2019 17:16:12 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=1098 Sono stata a Verona moltissime volte e la considero una delle città più belle d'Italia. Uno dei motivi principali è che la associo a due delle mie più grandi passioni: la musica e il buon vino. Verona è una città a misura d'uomo che offre decine di scorci magici. Per vederla bene servono tre giorni ma per conoscerla bisognerebbe viverla per almeno una settimana, possibilmente in primavera o in autunno.

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In quest’articolo vi voglio parlare della città di Verona e, in particolare, dei suoi numerosi hotel e ristoranti.

Sono stata a Verona moltissime volte e la considero una delle città più belle d’Italia. Uno dei motivi principali è che l’associo a due delle mie più grandi passioni: la musica e il buon vino. Verona è una città a misura d’uomo che offre decine di scorci magici. Per vederla bene servono tre giorni ma per conoscerla bisognerebbe viverla per almeno una settimana, possibilmente in primavera o in autunno. La Verona “turistica” è legata principalmente alle vicende di Romeo e Giulietta, frutto dell’immaginazione di William Shakespeare, di cui ne conserva gelosamente i luoghi storici realmente esistiti. Oltre ad essere una delle città europee più legate all’amore romantico, il centro di Verona è anche Patrimonio dell’umanità UNESCO. Tra i suoi vicoli si nascondono alcuni dei luoghi più storici d’Italia.

Cosa visitare a Verona
Cosa visitare a Verona

Gli hotel di Verona

Il panorama alberghiero della città è molto limitato e questo si riflette sui prezzi elevati delle strutture, spesso non all’altezza del costo. Questo costringe molti turisti a dormire in periferia ma la scelta non si traduce sempre in un effettivo risparmio perché i parcheggi del centro sono molto cari e a volte il gioco non vale la candela. Inoltre i migliori ristoranti e locali si trovano proprio all’interno della zona chiusa al traffico. Di conseguenza il mio suggerimento è quello di raggiungere la città in treno e cercare un alloggio in centro.

Terrazza dell'hotel Escalus Luxury Suite
Terrazza dell’hotel Escalus Luxury Suite

Tra tutte le strutture in cui ho dormito ne ho selezionate due che mi sento di consigliare. La prima, accessibile a quasi tutte le tasche, si chiama Albergo Mazzanti ed è posizionata a 50 mt da Piazza delle Erbe. Questo piccolo hotel si trova all’interno di uno dei palazzi più antichi della città e possiede 16 camere arredate in maniera elegante. La seconda, decisamente più premium rispetto alla precedente, si chiama Escalus Luxury Suite e fa parte del prestigioso brand internazionale Small Luxury Hotels of the World. Questo boutique hotel si trova a pochi passi dall’Arena e la sua peculiarità è quella di offrire un arredamento estremamente moderno all’interno di un palazzo storico. Il servizio è curato nei minimi dettagli e la colazione viene servita in camera ogni giorno. Completa l’offerta la preparazione del personale.

Colazione presso l'hotel Escalus Luxury Suite
Colazione presso l’hotel Escalus Luxury Suite

I ristoranti di Verona

La città offre un panorama gastronomico invidiabile. Verona è un susseguirsi di enoteche, locande e ristoranti d’ottimo livello. Inoltre è considerata la patria italiana del buon vino perché ogni anno ospita la fiera vinicola più importante del settore: il Vinitaly. Se ho dormito in almeno una decina di strutture alberghiere, posso moltiplicare esponenzialmente il numero di ristoranti che ho visitato. Proverò quindi a stilare una breve classifica personale dei miei 6 ristoranti preferiti nella città di Verona:

Locanda 4 Cuochi: vi posso riassumere questa esperienza culinaria in tre parole: creatività, tradizione e contrasto. Il personale è giovane e informale ma molto preparato. L’arredamento è moderno e colorato, così come la personalità dei proprietari.

Locanda 4 Cuochi
Locanda 4 Cuochi

Osteria del Bugiardo: è il punto di riferimento di cittadini e turisti. Offre aperitivi e pasti informali di ottima qualità che rispecchiano la tradizione culinaria veronese. Rappresenta un’ottima scelta anche durante la settimana. In questo locale troverete sempre qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere.

Enoteca Segreta: un locale intimo, nascosto all’interno di un piccolo vicolo. Il ristorante offre un’esperienza culinaria che rispetta la tradizione veronese ma presenta allo stesso tempo innovazioni nella presentazione dei piatti e negli abbinamenti. La cantina dei vini e la professionalità del sommelier completano l’offerta già eccellente.

Enoteca Segreta
Enoteca Segreta

La Griglia: situato a pochi metri dall’Arena questo ristorante di carne è il punto di riferimento di tutti gli artisti che si esibiscono nell’anfiteatro perché rimane aperto fino a tardi. I piatti di carne sono eccellenti, così come il servizio e la cortesia del personale.

Ristorante Maffei: situato in Piazza delle Erbe, questo locale è ospitato all’interno di un edificio risalente all’epoca romana che è esso stesso un’esperienza. I piatti sono ottimi e ben presentati, ad eccezione dei dolci che sono completamente da rivedere. La cantina è fornita ma i prezzi sono troppo alti rispetto alla media cittadina.

Antica Bottega del Vino: tra i più antichi e prestigiosi locali storici italiani, la Bottega vanta una lunga tradizione che ha le sue radici nel XVI secolo, periodo della Serenissima Repubblica di Venezia. Il menu della Bottega è lo spirito della tradizione veronese e veneta, dove la qualità delle materie prime è sempre protagonista. Inoltre, Antica Bottega del Vino vanta una tra le migliori carte vini d’Italia.

Antica Bottega del Vino
Antica Bottega del Vino

Degno di nota, ma fuori lista perché non tradizionalmente legato alla cultura gastronomica della città, è il ristorante Sushi Tao. Questo locale di cucina giapponese, ubicato vicino al fiume, non ha nulla da invidiare ai ristoranti di sushi milanesi o di altre grandi città europee.

I bar di Verona

Verona ha moltissime enoteche e altrettanti cocktail bar nascosti nei vicoli del centro. Vi segnalo La Tradision, un bar arredato con gusto che serve ottimi aperitivi, e La Mandorla, una minuscola stanza con moltissime persone che gustano calici di vino nel dehor esterno. Tra i miei cocktail bar preferiti vince sicuramente l’Archivio con la sua selezione raffinata di Gin.

Bar La Mandorla
Bar La Mandorla

Cosa visitare a Verona

Al primo posto metto sicuramente l’Arena di Verona. Il mio consiglio è quello di visitarla prenotando uno degli spettacoli in calendario e dedicarle un po’ di tempo sia prima che dopo il tramonto. Al secondo posto vi suggerirei un tour di Piazza delle Erbe, con i suoi Palazzi storici, e Piazza dei Signori. Come terzo itinerario valuterei un tour di tutti i luoghi shakespeariani tra cui segnalo per importanza il balcone, la tomba di Giulietta e la casa di Romeo. Infine non può mancare una passeggiata lungo il fiume con attraversamento del Ponte Pietra e del Ponte Scaligero. Completano l’offerta numerosissime chiese e musei nascosti all’interno delle cinta di mura che delimitano la città.

Cosa visitare a Verona
Cosa visitare a Verona

Se intendete proseguire con un tour della regione Veneto vi consiglio di dedicare qualche minuto alla lettura dei miei articoli su Padova e sulle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Non ve ne pentirete.

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