Enoturismo Archivi - La geografia del mio cammino https://www.lageografiadelmiocammino.com/tag/enoturismo/ Mila Camnasio, Travel Blogger Sun, 19 Nov 2023 14:56:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Roxanich e il borgo di Montona https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/11/19/roxanich-e-il-borgo-di-montona/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=roxanich-e-il-borgo-di-montona https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/11/19/roxanich-e-il-borgo-di-montona/#respond Sun, 19 Nov 2023 14:55:29 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6315 Montona è uno dei borghi istriani più visitati di tutta la Croazia e il wine resort Roxanich ne rappresenta un’eccellenza enogastronomica e alberghiera.

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Montona è uno dei borghi istriani più visitati di tutta la Croazia e il wine resort Roxanich ne rappresenta un’eccellenza enogastronomica e alberghiera.

Il borgo di Montona

Montona è un borgo medievale accovacciato su una collina, caratterizzato da un’architettura in stile romanico e gotico. Dalle sue mura si gode di un panorama straordinario sui vigneti, i campi circostanti e sul fiume Mirna.

Montona è famosa in tutta la Croazia per via del suo “Festival del Cinema” che ogni anno, a luglio, trasforma questo piccolo comune in una parata di star. Il borgo è anche la sede di alcune gallerie d’arte e di numerosi negozi enogastronomici, particolarmente frequentati durante la stagione del tartufo bianco istriano, in autunno.

Roxanich e il borgo di Montona
Roxanich e il borgo di Montona

Cosa vedere a Montona

Tra le cose da vedere a Montona segnalo la Chiesa della Beata Vergine Maria dei Servi con i suoi affreschi, il campanile gotico del 13° secolo, la Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano con il suo organo e le mura storiche che offrono scorci panoramici incredibili.

Come raggiungere Montona

Per raggiungere Montona potrete parcheggiare ai piedi del borgo e prendere la navettaa pagamento – che vi condurrà in cima. In alternativa, potrete camminare e salire in paese attraverso la famosissima scalinata di Montona, composta da oltre mille gradoni.

Il panorama dalle mura storiche
Montona: il panorama dalle mura storiche

Roxanich Winery & Design Hotel

Se volete trascorrere un fine settimana a Montona all’insegna del relax, del benessere ma, soprattutto, della buona tavola non vi resta che affidarvi alle sapienti mani di Roxanich.

Mladen Roxanich inizia ad interessarsi al mondo del vino negli anni 2000, lanciando sul mercato le sue prime etichette. Ma è solo nel 2019 che inizierà la costruzione dell’attuale wine resort, nel quale deciderà di unire tutte le sue più grandi passioni: ospitalità, viticoltura biodinamica e vinificazione naturale.

Roxanich: parte della sua gamma di vini
Roxanich: parte della sua gamma di vini

La struttura mirabolante che ne è derivata conta ben 7 piani: tre dedicati alla cantina e all’affinamento dei vini; uno riservato al centro benessere e alla piscina outdoor; uno improntato alla ristorazione e due piani destinati alle stanze da letto.

La cantina

Il filo conduttore dei vini di Roxanich è l’invecchiamento. Nessuna etichetta esce in commercio prima di aver attraversato un processo d’invecchiamento di almeno 3 anni. I terreni dell’azienda vinicola sono caratterizzati da una spiccata presenza di argilla, calcare e minerali e, di conseguenza, donano ai vini una spiccata mineralità. La produzione si concentra sia sulle varietà autoctone di Malvasia Istriana e Terrano, sia su vitigni internazionali.

Roxanich: la cantina
Roxanich: la cantina

Roxanich ha dedicato un vino a ciascuna delle sue 5 bellissime figlie e una di loro, Petra, si sta occupando anche del rebranding di tutte le ultime etichette messe in commercio.

L’hotel

L’hotel Roxanich presenta un arredamento estremamente colorato e moderno, che potremmo tranquillamente definire lussuoso e ricercato. I suoi punti di forza sono i letti e le pareti – caratterizzati da un coraggioso mix di pelle e forme non convenzionali – e l’area benessere, che offre vedute spettacolari sulle colline circostanti. Oltre a queste chicche, è presente anche un ristorante di cucina istriana che serve buoni piatti con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Roxanich: le camere da letto
Roxanich: le camere da letto

Consigli

Per un’esperienza perfetta consiglio di abbinare al vostro soggiorno una degustazione in cantina. Solo così potreste avere la fortuna d’incontrare una delle figlie di Roxanich o, perché no, lui in persona e capire la filosofia che ruota attorno a questo ambizioso progetto.

Dove mangiare nei pressi di Montona

A Montona i ristoranti sono tutti estremamente turistici. Vi suggerisco, quindi, due indirizzi poco distanti dal borgo medievale da segnare in agenda.

Zigante

Zigante è più che un ristorante: è una vera e propria istituzione del tartufo istriano. I suoi piatti, in prevalenza di carne, sono tutti accompagnati da tartufi bianchi o neri, a seconda della stagione. Presente da diversi anni sulla Guida Michelin, il ristorante Zigante è famoso per aver trovato, nel lontano 1999, il tartufo bianco più grande del mondo (1,31 kg). Il prezzo del menù degustazione è importante ma, se deciderete di dargli fiducia, non ne rimarrete delusi.

Luciano

Il ristorante dell’hotel San Canzian propone un ottimo menù degustazione da 4 portate ispirato alla tradizione istriana ma rivisitato in chiave moderna. Il servizio è eccellente e la carta dei vini è focalizzata sul territorio, com’è giusto che sia! Ambiente elegante e conto non economico. D’altronde questo ristorante è presente sulla Guida Michelin e, secondo me, può puntare tranquillamente alla stella.

Il ristorante Luciano
Il ristorante Luciano

Se volete scoprire altre chicche di una delle regioni più belle della Croazia non perdete il mio articolo dedicato al vino e alle cantine istriane.

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Istria da scoprire: il vino e le sue cantine https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/11/10/istria-da-scoprire-il-vino-e-le-sue-cantine/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=istria-da-scoprire-il-vino-e-le-sue-cantine https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/11/10/istria-da-scoprire-il-vino-e-le-sue-cantine/#respond Fri, 10 Nov 2023 07:51:56 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6295 Un breve viaggio attraverso le “strade del vino” e le cantine istriane più famose, scelte in base a diverse caratteristiche paesaggistiche e qualitative. L’autunno è il mese migliore, soprattutto per via della presenza del famoso tartufo istriano. Tuttavia, anche la primavera può essere un’ottima stagione.

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Se dico Istria la prima associazione che balena nella mente di molte persone è di spiagge bianche e mare cristallino. Tuttavia, questa regione della Croazia si sta facendo conoscere in Europa anche per la sua enogastronomia. Tra i prodotti più famosi dell’Istria troviamo l’olio, i tartufi e – ovviamente – il vino.

Ed è proprio sulla viticultura istriana che si basa quest’articolo, che vi introdurrà alla scoperta delle “strade del vino” e delle cantine più famose.

L'Istria, il vino e le sue cantine
L’Istria, il vino e le sue cantine

Qualche curiosità sul vino istriano

Perché il vino dell’Istria è venuto alla ribalta solo in questi ultimi anni?

Fino agli anni ’90 la Jugoslavia ha imposto un unico grande sistema di cantine sociali che ha scoraggiato la maggior parte degli investimenti nel settore vinicolo. Negli ultimi 30 anni, invece, con l’avvento della proprietà privata delle cantine, il vino istriano ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso un’enologia più moderna, proprio come i suoi vicini di casa sloveni.

Quali sono le varietà autoctone che potete trovare in Istria?

In Istria le più importanti varietà autoctone sono la Malvasia Istriana e il Terano, seguite a ruota dal Moscato di Momiano.

Malvasia

La Malvasia, il vitigno a bacca bianca per eccellenza, detiene il 60% di tutta la produzione vinicola istriana. La sua storia inizia nel XIII secolo, quando la Malvasia arrivò in Croazia passando dal Peloponneso. Il colore del vino va dal giallo paglierino al giallo dorato; i sentori più riconoscibili sono quelli di mela, prugna e albicocca. I vini sono freschi, strutturati e molto aromatici.

Terrano

Questa varietà autoctona fu menzionata per la prima volta alla fine del XIV secolo e, per anni, è stato il vitigno a bacca nera più diffuso di tutta l’Istria. Il colore del vino è rosso rubino, con tracce violacee che si notano durante la rotazione del bicchiere. Non è un vino particolarmente forte e ha una bassa gradazione alcolica. I sentori più riconoscibili sono quelli riconducibili ai frutti rossi, come i lamponi.

Moscato di Momiano

Questa varietà autoctona, coltivata esclusivamente nell’area di Momiano, deriva dal Moscato Bianco. La posizione dei suoi vigneti, incastonati tra le colline ma con il beneficio della brezza marina proveniente dalle coste istriane, lo rendono unico nel suo genere. Solitamente viene utilizzato per produrre vini semidolci dallo straordinario aroma e dal colore dorato.

Le strade del vino istriane
L’Istria e le strade del vino

Le cantine istriane più famose

Un breve viaggio attraverso le “strade del vino” e le cantine dell’Istria più famose, scelte in base a diverse caratteristiche paesaggistiche e qualitative.

Quando visitare le cantine istriane?

L’autunno è il mese migliore, soprattutto per via della presenza del famoso tartufo istriano. Tuttavia, anche la primavera può essere un’ottima stagione. Se cercate qualcosa di particolare sappiate che ogni anno – l’11 di novembre – in Istria si svolge una festa in onore di San Martino, protettore dei vitigni, e si assaggiano tutti i vini della nuova vendemmia.

Kabola

Kabola nasce nel 1891 ma la sua storia più recente risale al 2003, quando Marino Markežić costruisce l’attuale cantina e decide di dedicarsi totalmente alla produzione vinicola. Oggi l’azienda possiede 20 ettari e produce circa 120.000 bottiglie annue.

Quello che mi ha spinto a scegliere questa cantina è stato un mix di glamour e attenzione per le scelte “responsabili”. Vi spiego meglio: Kabola, nel 2022, è stata il set cinematografico di alcune scene del film hollywoodiano Hitman Wife’s Bodyguard. Kabola, tuttavia, è anche un’azienda biologica, con tanto di certificazione bio, che dal 2009 si è impegnata a intervenire il meno possibile in vigna e in cantina, cercando di conservare l’espressione del territorio in tutti i suoi vini.

Qualche curiosità? Il loro logo raffigura un raspo e omaggia il fondatore Marino Markežić, grazie alla presenza di due M. Il nome Kabola, invece, significa “colle più alto”. Infatti, la cantina è ubicata su una collina a 275 mt sopra il livello del mare, chiamata Stanzia.

Cantina Kabola
Cantina Kabola

La degustazione

Secco 2022, 100% Moscato di Momiano

L’entry level della cantina: delicato, fresco e beverino.

Malvazija 2022, 100% Malvasia Istriana

La referenza più venduta della cantina: equilibrato, minerale e armonico.

Malvazija Unica 2020, 100% Malvasia Istriana

Il mio preferito: intenso, sapido e corposo, con un retrogusto di burro e una nota amara di mandorla.

Teran 2020, 100% Terrano

Un vino rosso caldo e morbido, di corpo medio, con sentori di ciliegia matura e amarena.

Cuvee Supremo 2018, Cabernet Sauvignon, Merlot e Terrano

Un blend di taglio bordolese con la varietà Terano.

Muškat Momjanski 2022, 100% Moscato di Momiano

Un vino semi-dolce fresco, armonico e con un piacevole retrogusto di albicocca.

Anfora Malvasia e Anfora Terrano

Kabola produce due referenze che fanno macerazione in anfore d’argilla. Per questo tipo di vinificazione utilizzano le uve che provengono dal loro vigneto più prestigioso: il CRU “Stanzia”.

Kabola: la degustazione
Kabola: la degustazione

Clai

Giorgio Clai, nel 2001, lascia la ristorazione e fonda la sua azienda vinicola nel comune di Buje, in Istria. Dopo circa 15 anni decide d’affidare la cantina al suo vicino di “terra” Dimitri, insegnandogli tutti i trucchi del mestiere. Recentemente, l’eredità di Giorgio Clai è passata nelle mani di Tim, enologo proveniente dal Sud Africa, che avrà l’arduo compito di tenere alto il prestigio della cantina.

L’azienda vinicola Clai opera in regime organico, tendente al biodinamico, ed è distribuita in Italia da tripleA. Giorgio Clai ama definire i suoi prodotti “vino da uva”. Il suo credo si basa su un ritorno al passato in cui la valorizzazione della vigna e l’identità dei terreni prevalgono su qualsiasi modernizzazione. La cantina è figlia della stessa filosofia: le uve vengono vinificate con grandi macerazioni, senza aggiunta di enzimi e con lieviti selezionati.

Clai possiede 10 ettari, coltivati con 7 differenti varietà, e produce un massimo di 30.000 bottiglie annue.

Cantina Clai
Cantina Clai

La degustazione

Il filo conduttore dei vini di questa cantina è la veridicità, la potenza, il carattere e la struttura. Noi abbiamo assaggiato cinque diverse referenze e due vini non imbottigliati, direttamente dalla botte.

Pjenusac Brut Nature 2019, 40% Chardonnay, 20% Malvasia Istriana, 40% Negra Tenera

Fermentazione spontanea dei tre mosti e poi assemblaggio in vasche d’acciaio inox. Uno spumante di grande beva e finezza.

Malvazija Baracija 2018, 100% Malvasia Istriana

Macerazione sulle bucce per 40 giorni e fermentazione spontanea in tini di rovere. Affinamento per 1 anno per metà in botti grandi di legno e per la restante parte in tini di acciaio inox. Un vino bianco secco, profumato e altamente minerale.

Malvazija Sveti Jakov 2019, 100% Malvasia Istriana

Macerazione sulle bucce per 4 mesi e fermentazione spontanea in tini di rovere. Affinamento in botti grandi per 22 mesi. Un vino profondo, complesso e molto minerale.

Ottocento Bianco 2020, Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Malvasia Istriana

Macerazione sulle bucce per 10 giorni e fermentazione spontanea in tini di rovere. Affinamento per 15 mesi in botti grandi di rovere. Un vino compiuto, generoso e di grande potenza.

Baracija, 100% Refosco

Affinamento per un anno in botti di legno da 1000 a 2500 litri. Un vino rosso energico e vitale.

Clai: la degustazione
Clai: la degustazione

Kozlovic

Tra le cantine istriane Kozlovic è sicuramente la più commerciale e visitata, anche da gruppi organizzati e pullman. Non classificherei il suo vino come il migliore dell’Istria ma la prenderei in considerazione per via della struttura e del panorama.

La cantina, estremamente moderna e ben integrata con l’ambiente circostante, è costruita su una collina di fronte alle rovine del Castello di Momiano. La struttura è articolata su tre piani e sfrutta le pendenze per eliminare pratiche di cantina invasive e poco sostenibili. Kozlovic dispone di pareti verdi, un sistema di raffreddamento naturale del tetto e riciclaggio biologico dell’acqua.

L’azienda vinicola, arrivata ormai alla quinta generazione, è operativa dal 1904 e conta 30 ettari vitati di proprietà e 10 ettari da conferitori. Le bottiglie annue prodotte sono circa 250.000.

Cantina Kozlovic
Cantina Kozlovic

La degustazione

Kozlovic possiede moltissime referenze ma i tour guidati, solitamente, si limitano a farvi assaggiare i vini più commerciali.

Valle 2022, 80% Malvasia Istriana 20% Sauvignon Blanc

Un vino aromatico e giovane, di facile beva.

Momjan Muscat Dry 2022, 100% Moscato di Momiano

Vino asciutto e preciso, perfetto per un aperitivo al mare.

JRE Malvazija, 2021

Un vino “edizione limitata” servito esclusivamente nella cantina Kozlovic e nei 15 ristoranti istriani del gruppo JRE. Le bottiglie sono limitate e firmate dall’enologo. Una bella operazione di marketing.

Teran 2021, 100% Terrano

Complesso ma non complicato, con il caratteristico sentore di amarene e frutti di bosco.

Santa Lucia Malvazija, 2017, 100% Malvasia Istriana

Il mio preferito: macerazione e affinamento in botti di rovere. Un vino fruttato, elegante e minerale, con una grande potenzialità d’invecchiamento.

Kozlovic: la degustazione
Kozlovic: la degustazione

Veralda

Veralda è una cantina ubicata su una delle famose colline che circondano Buje. La superficie totale dei suoi vigneti, attualmente, è di 26 ettari vitati, coltivati in regime biologico. Il totale della produzione annua della cantina è di circa 175.000 bottiglie.

La degustazione

Il motivo che mi ha spinto a visitare quest’azienda vinicola è stata l’ampia gamma di bollicine (sparkling wine). La nostra degustazione si è quindi concentrata su queste referenze. Abbiamo assaggiato anche dei vini rossi e bianchi ma non li ritengo degni di nota.

Blanc, 100% Malvasia Istriana

Affinamento in bottiglia per 12 mesi. Uno spumante fruttato, fresco e di medio corpo.

Xtrian Brut, 100% Terrano

Affinamento in bottiglia per 24 mesi. Uno spumante rosato molto fruttato, con una spiccata nota di uva spina, brioche e crosta di pane.

Blanc de Noir, 100% Refosco

Un vino fruttato, corposo e con un lungo retrogusto.

Brut Nature, 50% Terrano e 50% Malvasia Istriana

Affinamento in bottiglia per 24 mesi. Uno spumante fresco e fruttato, con spiccate note di lampone e crosta di pane.

Pét-Nat, 100% Terrano

Il mio preferito: rustico, rinfrescante di facile beva e dal sapore di succo d’uva spremuto.

Cantina Veralda
Cantina Veralda

Termina qui il nostro viaggio in Istria, tra vino e cantine. Tuttavia, se volete scoprire qual è la mia azienda vinicola preferita non perdetevi l’articolo dedicato a Roxanich e al paese di Montona, in cui troverete anche consigli su dove dormire e mangiare in Istria.

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Le migliori cantine da visitare in Provenza https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/14/le-migliori-cantine-da-visitare-in-provenza/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-migliori-cantine-da-visitare-in-provenza https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/14/le-migliori-cantine-da-visitare-in-provenza/#respond Wed, 14 Jun 2023 05:56:05 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6097 ra le cantine e le regioni vinicole della Francia la Provenza non è assolutamente ai primi posti. Tuttavia, le aziende vinicole di questa regione hanno dimostrato, negli anni, non solo di mettere in commercio i migliori rosè del mondo ma anche di sapersi accreditare come ottimi produttori di vini bianchi e rossi.

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Tra le cantine e le regioni vinicole della Francia la Provenza non è assolutamente ai primi posti. Appassionati e wine lovers amano concentrarsi su Borgogna, Champagne, Bordeaux, Loira e Alsazia, rilegando spesso la sottovalutata Provenza a una semplice produttrice di vini rosati.

Tuttavia, le aziende vinicole di questa regione hanno dimostrato, negli anni, non solo di mettere in commercio i migliori rosè del mondo ma anche di sapersi accreditare come ottimi produttori di vini bianchi e rossi. Le Appellation d’Origine Contrôlée (AOC) provenzali sono 7 – Bandol, Bellet, Cassis, Coteaux d’Aix-En-Provence et Les Baux-De-Provence, Coteaux Varois, Côtes de Provence e Palette – ma, tra queste, solo 4 sono degne di nota. Scopriamole insieme.

1. Bandol

Bandol è famosa per i suoi vini rosati e copre un’area di 600 ettari a est di Marsiglia, lungo la costa Mediterranea. Qui il clima caldo, soleggiato ma anche molto ventilato – dalla brezza marina e dal Mistral – contribuisce alla fioritura di ottimi vigneti.

2. Cassis

La località di mare di Cassis, della quale ho parlato in un articolo dedicato ai dintorni di Marsiglia, è famosa per i vini bianchi e la sua denominazione copre un’area di 210 ettari, sempre lungo la costa Mediterranea. Purtroppo non sono riuscita a visitare nessuna azienda vinicola ma mi sarebbe piaciuto vedere la cantina Clos Sainte-Magdeleine.

Cassis e i suoi vigneti
Cassis e i suoi vigneti

3. Côtes de Provence

Côtes de Provence è l’area più estesa con circa 18.000 ettari vitati e l’80% dei vigneti della regione. Questa denominazione si estende su tre dipartimenti – Var, Bouches du Rhône e Alpes Maritimes – con suoli e condizioni climatiche molto diverse. Per questa ragione produce vini rosati, bianchi, rossi e anche valide bollicine. Una delle cantine che ho scelto di visitare – Château Roquefort – si trova proprio in quest’appellazione.

4. Coteaux d’Aix-En-Provence e Les Baux-De-Provence

Coteaux d’Aix-En-Provence e Les Baux-De-Provence  è l’area vinicola ubicata a nord e a sud della città di Aix-en-Provence. Qui si coltivano ottime uve a bacca rossa, utilizzate sia per la produzione di vini rossi che di vini rosati prodotti con la tecnica del salasso. Due delle cantine che ho scelto di visitare in Provenza – Domaine Milan e Domaine du Vallon des Glauges – si trovano in questa zona.

Un tour nelle migliori cantine della Provenza
Un tour nelle migliori cantine della Provenza

Le migliori cantine della Provenza

Domaine Milan

Domaine Milan è un’azienda vinicola situata a Saint Remy de Provence, in un’area montuosa con una forte esposizione verso il Mar Mediterraneo. Qui i suoli sono marnosi e presentano detriti calcarei.

Domaine Milan fu acquistato da Robert Milan nel 1956 ma circa trent’anni dopo passa nelle mani del figlio Henri che, volontariamente, esce dalla AOC Baux de Provence. L’azienda vinicola lavora in regime biodinamico, possiede 20 ettari vitati e conta ben 13 varietà d’uva diverse. Tra le più importanti troviamo Chardonnay, Grenache Blanc, Granache Noir, Sirah, Cinsault e Mourvedre.

Henri è da sempre appassionato d’agronomia e ha promosso alcuni innesti importanti, molto atipici per la zona. Uno fra tutti: un Pinot Noir proveniente da un’area specifica della Borgogna. La filosofia di Henri Milan è improntata sul rispetto per l’ambiente circostante, nella ricerca di un equilibrio tra uomo e natura.

I vigneti di Domaine Milan
I vigneti di Domaine Milan

La degustazione

Abbiamo assaggiato 14 referenze e nessuna di loro ci ha deluso. Sicuramente, essendo il totale delle bottiglie prodotte inferiore alle 15.000 unità annue, Domaine Milan è una cantina insolita.

I migliori vini bianchi

1. Le Papillon Blancs 2022: Grenache Blanc, Rolle, Roussanne

Le etichette con raffigurata una farfalla, come in questo caso, contengono vini senza solfiti aggiunti. Parliamo di un bianco con una grande espressività territoriale che emana sapori e profumi provenzali. Teso, rinfrescane e minerale. Affinamento in vasche cemento.

2. Le Carrée 2011 e 2020: 100% Roussane

Le etichette con raffigurate delle barche sono state create da un’artista belga. Questo bianco, che abbiamo avuto modo d’assaggiare in due annate completamente diverse, è uno dei cavalli di battaglia della cantina. Un vino aromatico con sentori d’arancia amara, frutta esotica e menta. Affinamento in barrique.

Le cantine della Provenza: Domaine Milan
Le cantine della Provenza: Domaine Milan
I migliori vini rosati

3. Haru Rosé: Grenache Noir, Syrah, Merlot

Le etichette chiamate “Haru” simboleggiano la passione di Henry per il Giappone. Questo rosè è fresco e dissetante, in pieno stile provenzale, e rappresenta l’arrivo della primavera. Affinamento in vasche di cemento.

I migliori vini rossi

4. Le Papillon Rouge 2022: Syrah, Mourvèdre, Grenache Noir

Un vino rosso fresco e vivo. Leggero, beverino e avvolgente. Affinamento in vasche di cemento.

5. Le Vallon Rouge: Grenache Noir, Cinsault, Mourvèdre, Cabernet Sauvignon, Syrah, Terret Blanc

Un blend intenso e raffinato con tannini levigati. Sentori di mirtilli e olive. Affinamento in vasche di cemento.

6. Le Jardin 2011: 100% Merlot

Un vitigno internazionale che ha accettato il clima provenzale, esprimendosi al meglio. Aromi di frutti neri e tartufi, tannini levigati e setosi. Affinamento in barrique.

7. Le Clos Milan 2020: 80% Grenache Noir, 20% Syrah

Un vino rosso generoso ed energico, concentrato e caratterizzato da una buona dose di tannini vellutati. Affinamento in vasche di cemento e barrique usate di rovere.

L’outsider

Pet Nat Rosè: Grenache Noir, Moscato e Alicante

Una bevuta leggera, persistente e sapida. Sapori fruttati con sentori di succo d’anguria.

La gamma completa di Domaine Milan
La gamma completa di Domaine Milan

Domaine du Vallon des Glauges

Domaine du Vallon des Glauges è un’azienda vinicola, di proprietà della famiglia Oddo, situata nel cuore del Parco Regionale delle Alpilles. La cantina sembra creata appositamente per favorire l’enoturismo: possiede, infatti, una meravigliosa terrazza ubicata di fronte ai vigneti e a una delle numerose colline montagnose calcaree che caratterizzano l’area.

Domaine du Vallon des Glauges non è l’unica cantina di proprietà della famiglia Oddo. Il gruppo internazionale Oddo Vins & Domaines conta due aziende vinicole in Francia, tre in Sud Africa e una in Sicilia (Serra Ferdinandea) che gestisce grazie a una joint venture con Planeta. La filosofia di questa famiglia è selezionare i migliori terroir e i migliori partner nelle più rinomate denominazioni vinicole.

Ma torniamo a noi! Domaine du Vallon des Glauges conta 45 ettari vitati e produce una media di 250.000 bottiglie di vino all’anno, praticando una viticoltura sostenibile fin dagli esordi. Dal 2020 la cantina ha iniziato la sua conversione all’agricoltura biologica, ponendo estrema attenzione alla biodiversità presente dell’ecosistema in cui si trova.

I vigneti di Domaine du Vallon des Glauges
I vigneti di Domaine du Vallon des Glauges

La degustazione

Come vi dicevo in apertura, questa cantina è particolarmente vocata all’ospitalità: per tutta la stagione estiva aperitivi in terrazza, serate a tema, enoteca aperta fino a tardi, eventi privati e concerti rappresentano il “core business” dell’azienda vinicola. Le referenze della cantina si suddividono in due gamme ben definite:

Collezione Iris

La collezione Iris offre vini freschi, fruttati, aromatici e di pronta beva. Bianchi, rosati e rossi affinano tutti in tini di acciaio inox.

Collezione Oddo

La collezione Oddo – che abbiamo degustato – offre vini fini, eleganti e distinti. Bianchi e rosati fermentano in vasche di acciaio inox e cemento. I rossi vengono vinificati in vasche di cemento e affinati per 10/14 mesi in botti di legno. Abbiamo provato anche una versione “riserva” del rosso collezione Oddo che affina in botti di legno per 22 mesi.

Oltre a queste due gamme, Domaine du Vallon des Glauges produce anche una bollicina rosata vinificata con metodo charmat e un vino dolce creato appositamente per far fronte alle richieste dei turisti americani e stranieri.

Domaine du Vallon des Glauges: la degustazione
Domaine du Vallon des Glauges: la degustazione

Château de Roquefort

Tra le cantine della Provenza di cui vi ho parlato finora, Château de Roquefort è l’unica a essere situata nel cuore della Côtes de Provence, vicino al parco nazionale di Sainte Baume. Il paesaggio è caratterizzato da colline e altopiani, dove si coltivano vitigni a un’altitudine di 390 mt, su terrazze formate da terreni argillosi e calcarei. Un ambiente selvaggio in cui Raimond de Villeneuve ha esercitato la sua passione per circa 25 anni, lasciando ora le redini della cantina alla sua pupilla Margaux Gentile.

Le varietà che vengono coltivate sono quelle più tradizionali per la zona provenzale ovvero Grenache Noir, Syrah, Cinsault, Mourvèdre, Carignan, Clairette, Rolle e Ugni Blanc. La cantina possiede 27 ettari vitati e produce una media di 200.000 bottiglie annue. La cantina opera in regime biodinamico nel completo rispetto della natura dell’ambiente circostante.

I vigneti di Château de Roquefort
I vigneti di Château de Roquefort

La degustazione

Margaux vi accoglierà all’interno di una piccola tenuta e vi farà degustare i 5 vini della cantina, le cui etichette davvero originali sono opera di un designer di Vienna.

Petit Salé 2022

80% Clairette e 20% Vermentino. Affinamento in tini di cemento. Un vino bianco sottile, sapidissimo e di grande beva. Un grande bianco francese, che racconta storie di mare e di scogli.

Les Genêts 2022

100% Vermentino, da un unico appezzamento piantato nel 1989. Affinamento in tini di cemento. Un vino fine, dal carattere floreale, preciso, con aromi di frutti bianchi e pera. Al palato risulta vivace e molto vicino all’uva, senza artifici.

Corail 2022

Syrah, Cinsault, Clairette, Grenache Noir, Grenache Blanc e Carignano. Affinamento in vasche d’acciaio inox. Un vino rosato semplice, beverino e sapido che è frutto dei tipici uvaggi provenzali. Un vino che profuma di fragole e melograno, a tratti minerale e con una forte spalla acida.

Gueule de Loup 2022

80% Grenache Noir, 10% Cinsault e 10% Cabernet. Un “vino da banco” semplice, con un bel colore granato, note di ciliegia e una piacevole vivacità in bocca. Da bere un po’ freddo.

Les Mûres 2020

Syrah, Cinsault, Grenache Noir, Carignano. Fermentazione in tini di cemento e affinamento per 11 mesi negli stessi contenitori per il 20% e in botti di rovere per l’80%. Un vino rosso croccante e succoso che si adatta alla perfezione a ogni stagione. Dal tannino rustico ma ben integrato e con una punta sapida che invoglia subito al secondo sorso.

Château de Roquefort: la degustazione
Château de Roquefort: la degustazione

Termina qui il nostro viaggio tra le cantine della Provenza ma, prima di lasciarvi, vorrei consigliarvi un ulteriore visita “bonus” in quella che è l’azienda vinicola più turistica della regione: Chateau La Coste. Non perdetevela per nessuna ragione al mondo!

L'articolo Le migliori cantine da visitare in Provenza proviene da La geografia del mio cammino.

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Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/09/le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/09/le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni/#respond Fri, 09 Jun 2023 14:38:29 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6081 Se vi state chiedendo quali cantine di Montepulciano visitare partirei da una doverosa premessa: circa il 70% dell’economia di questo comune ruota intorno al mondo del vino. Nel 2022 sono state immesse nel mercato un totale di 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano e 2,8 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano. Gli ettari vitati sono circa 2000, i viticoltori 250 mentre gli imbottigliatori si attestano intorno alle 90 unità, dei quali 80 iscritti al Consorzio.

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Se vi state chiedendo quali cantine di Montepulciano visitare partirei da una doverosa premessa: circa il 70% dell’economia di questo comune ruota intorno al mondo del vino. Nel 2022 sono state immesse nel mercato un totale di 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano e 2,8 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano. Gli ettari vitati sono circa 2000, i viticoltori 250 mentre gli imbottigliatori si attestano intorno alle 90 unità, dei quali 80 iscritti al Consorzio. Il mercato è tenuto in piedi soprattutto dalle esportazioni che arrivano a pesare circa il 70% della produzione totale. In Italia viene commercializzato il restante 30%.

Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni
Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni

Questo per farvi capire che la scelta delle “migliori cantine di Montepulciano” sarà tutt’altro che facile. Ma partiamo dalle basi!

Una giusta premessa

Il comune di Montepulciano, in Toscana, è il detentore della DOCG Vino Nobile di Montepulciano, prodotto principalmente con il vitigno Sangiovese. Questo comune e questa varietà di uva a bacca nera non hanno nulla a che vedere con il vitigno di Montepulciano che viene ampiamente coltivato in Abruzzo, Marche e Molise e di cui vi parlerò sicuramente in un’altra occasione.

La denominazione Vino Nobile di Montepulciano

Come vi ho già anticipato, la denominazione Vino Nobile di Montepulciano rientra interamente nelle colline di Montepulciano, in provincia di Siena. Questa DOCG si suddivide in vini rossi “base” e vini rossi “riserva”. I primi sono sottoposti a un affinamento di almeno 2 anni, di cui minimo 1 anno in legno; i secondi sono sottoposti a un affinamento di almeno 3 anni, di cui minimo 1 anno in legno e 6 mesi in bottiglia.

La DOCG Vino Nobile di Montepulciano dev’essere composta da almeno un 70% di uve Sangiovese, solitamente appartenenti al biotipo Prugnolo Gentile. Il restante 30% può arrivare da vitigni a bacca nera autoctoni – come il Canaiolo Nero e il Mammolo – o da vitigni a bacca nera internazionali. È concessa anche una piccola presenza di uve a bacca bianca ma non deve superare il 5% e, soprattutto, non devono essere vitigni aromatici. Il colore tipico del Vino Nobile di Montepulciano è un rosso rubino intenso, i sentori principali sono amarena e spezie mentre la tannicità è marcata.

Montepulciano e i suoi vigneti
Montepulciano e i suoi vigneti

Le cantine di Montepulciano

Avignonesi

La prima cantina che abbiamo deciso di visitare è quella appartenuta alla storica famiglia Avignonesi, tuttora detentrice di alcuni palazzi antichi all’interno della cittadina di Montepulciano. Ci troviamo nella Fattoria le Capezzine, a pochi km dal Lago Trasimeno, un’antica residenza costruita nel 1882 per volere di Angelo Vegni e poi venduta – negli anni 70’ – alla famiglia Avignonesi. Nel 2009, infine, quest’importante azienda vinicola è stata rilevata dalla belga Virginie Saverys.

L’azienda vinicola conta 140 ettari vitati divisi in 9 appezzamenti: 1 a Cortona, dove vengono coltivata principalmente varietà internazionali, e 8 a Montepulciano, dove troviamo quasi unicamente vitigni di Sangiovese. L’altitudine massima dei vigneti è di 600 mt sopra il livello del mare. Qualche curiosità: nel 2015 la cantina Avignonesi si è convertita all’agricoltura biologica e dal 2019 è certificata Biodyvin. L’azienda produce una media di 700.000 bottiglie annue, oltre a miele, olio e Vin Santo.

Avignonesi, vigneto La Tonda
Avignonesi, vigneto La Tonda

La visita della cantina

Un progetto per il quale questa cantina è diventata famosa è il vigneto La Tondadove inizia la nostra visita – nel quale sono state piantate 90 file di Sangiovese, di diversa densità, per comprendere e studiare quale fosse la migliore.

Proseguiamo poi con un tour delle cantine. Sotto la guida dell’enologo Matteo Giustiniani l’uso del rovere è sempre più parsimonioso e si prediligono barili già usati per non coprire troppo i sentori primari del vino. Inoltre, in cantina sono presenti numerose barriques di singoli vigneti utilizzate per studiare le caratteristiche di ogni parcella e delle differenti annate.

Le cantine di Montepulciano: Avignonesi
Le cantine di Montepulciano: Avignonesi

La visita della cantina termina nella Vinsantaia, dove vengono raccolte e messe ad asciugare le uve che serviranno per produrre il Vin Santo. Una volta posti su dei graticci, gli acini iniziano a disidratarsi, aumentando il contenuto zuccherino del mosto che ne verrà estratto. Il mosto viene quindi messo nei “caratelli”piccole botti in legno da circa 50 litri – e fatto invecchiare. I due Vin Santi prodotti da Avignonesi – uno con vitigni di Malvasia e Trebbiano, l’altro con vitigno Sangiovese (Occhio di Pernice) – invecchiano per 10 anni nei caratelli e per altri 2 anni in bottiglia. Entrambi questi prodotti sono molto rari e costosi.

Avignonesi, la vinsantaia
Avignonesi, la vinsantaia

L’azienda Avignonesi possiede anche un ristorante, un frantoio e 18 arnie.

La degustazione

Avignonesi predilige Vini Nobili di Montepulciano che siano prodotti con il 100% di uve Sangiovese. Ecco le referenze che abbiamo assaggiato:

Chardonnay Toscana il Marzocco 2019

Un vino bianco vinificato in uova di cemento, anfore di terracotta e botti di rovere. Le uve provengono dal vigneto di Tortona. Un vino elegante e profondo con sentori di ananas matura e fiori bianchi.

Avignonesi Oceano 2017

Oceano è uno dei vigneti più famosi della cantina. Regala vini intensi ed espressivi, con sentori di amarena e spezie dolci.

Grandi Annate Sangiovese 2016

Un blend delle migliori annate e dei migliori vitigni, il vero ambasciatore della cantina. Affinamento di 18 mesi per l’85% in botti di rovere e per il 15% in tonneau. Un vino fresco e avvolgente con sentori di fragola selvatica e liquirizia.

50 & 50

Un blend molto particolare formato per il 50% da uve Merlot di Avignonesi e per il restante 50% da uve Sangiovese di Capannelle (Chianti). La leggenda narra che in una degustazione alla cieca siano stati mischiati per sbaglio. I due vitigni subiscono processi di vinificazione e affinamento distinti e vengono poi assemblati 18 mesi prima della messa in commercio.

Avignonesi, la degustazione
Avignonesi, la degustazione

Salcheto

Salcheto nasce esattamente 30 anni fa, con la costituzione di una piccolissima azienda familiare. Dal 1997, sotto la guida di Michele Manellienologo e proprietario della cantina – Salcheto è cresciuta moltissimo e oggi possiede 28 ettari vitati nel comune di Montepulciano, 11 ettari a Chiusi e 11 ettari in Val d’Orcia. La produzione è di circa 480.000 bottiglie annue.

Il nome Salcheto deriva dalla parola “salco” che, in antico toscano, significa Salice, con i cui rami si legavano le viti. Salcheto è anche il nome di un ruscello ubicato vicino all’azienda vinicola. Insomma, una parola che evoca territorialità, storia e che ritroviamo anche nel logo.

Salcheto, la cantina ecosostenibile
Salcheto, la cantina ecosostenibile

La visita della cantina

Nel 2008 Michele ricostruisce la cantina rendendola completamente ecosostenibile ed energeticamente autonoma. Nel corso della visita noterete infatti i collettori per l’illuminazione naturale che, durante la vendemmia, vengono utilizzati anche per convogliare l’uva nelle botti. 54 % d’energia elettrica risparmiata e 46% derivante dai pannelli solari.

Salcheto, azienda vinicola 100% Bio, possiede la certificazione Equalitas: autoproduce i suoi concimi, utilizza preparati biodinamici e lieviti indigeni, ricicla il 100% delle sue acque e utilizza materiali legnosi provenienti da foreste gestite in maniera responsabile. Dal 2016, inoltre, Salcheto riutilizza il rovere delle sue botti per produrre occhiali da sole.

Le cantine di Montepulciano: Salcheto
Le cantine di Montepulciano: Salcheto

L’azienda agricola che, tra le altre cose, vanta una meravigliosa vista sulla cittadina medievale di Montepulciano produce anche olio e miele. Inoltre, Salcheto ha aperto un ristorante chiamato “L’indigeno” che serve prodotti km zero come verdure dell’orto, cacciagione, oche del cortile e pesci di lago. Per completare l’offerta enoturistica la cantina ha aperto anche un piccolo agriturismo composto da sei stanze e un salone con cucina.

La degustazione

La linea Obvius

Una linea basata sulla bevibilità e la precisione aromatica, con vinificazioni interamente senza solfiti. Quattro referenze – rosso, rosato, bianco e vendemmia tardiva – di sola uva fino alla bottiglia. Il mio preferito? Obvius Rosato: 90% Sangiovese e 10% Canaiolo Nero, Mammolo e Merlot. 4 mesi d’invecchiamento di cui il 70% in acciaio e il 30% in legno.

I sangiovesi “classici”

Qui troviamo il Nobile di Montepulciano 2019il vino più venduto – e il Nobile di Montepulciano Salco 2017. Salco è un vino con uve 100% Sangiovese che invecchia 2 anni in legno (30% botte e 70% tonneaux) e affina 3 anni in bottiglia. Un vino speziato con sentori di frutta rossa mescolati a cuoio e tabacco. Tannini vellutati e rotondi.

Salcheto, la degustazione
Salcheto, la degustazione

Se apprezzate il Sangiovese e volete proseguire il vostro tour nelle campagne senesi v’invito a leggere i miei articoli sulle cantine di Montalcino e sulle cantine del Chianti Classico.

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Provenza, Chateau La Coste: il resort del vino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/06/provenza-chateau-la-coste-il-resort-del-vino/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=provenza-chateau-la-coste-il-resort-del-vino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/06/provenza-chateau-la-coste-il-resort-del-vino/#respond Tue, 06 Jun 2023 08:35:08 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6070 Chateau La Coste è molto più di un’azienda vinicola. È un vero e proprio viaggio esperienziale che comprende opere d’arte, ristoranti stellati, resort di lusso, SPA e – ovviamente – vigneti. Chateau La Coste si trova a circa 30 min di auto da Aix en Provence, nel comune di Le Puy-Sainte_Réparade.

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Chateau La Coste è molto più di un’azienda vinicola. È un vero e proprio viaggio esperienziale che comprende opere d’arte, ristoranti stellati, resort di lusso, SPA e – ovviamente – vigneti. Chateau La Coste si trova a circa 30 min di auto da Aix en Provence, nel comune di Le Puy-Sainte_Réparade.

Il museo

Ci sono molteplici ragioni che spingono i turisti a inserire questo luogo nei loro tour della Provenza. Il primo e, forse, il più importante riguarda il museo a cielo aperto presente all’interno della tenuta: 40 opere d’arte distribuite lungo un percorso che attraversa alcuni dei 200 ettari di campagna. Artisti e architetti di fama mondiale sono stati chiamati dal facoltoso collezionista e uomo d’affari Patrick McKillen. Il parco – aperto dal 2010 – è un work in progress che ogni anno s’arricchisce di nuove opere e suggestioni. Tra gli archistar e gli artisti che hanno lasciato il segno su queste colline ci sono Renzo Piano, Frank O.Gehry, Jean Nouvel, Tadao Ando, Bob Dylan, Oscar Niemeyer, Guggi, Paul Matisse e Yoko Ono.

Chateau La Coste: il museo a cielo aperto
Chateau La Coste: il museo a cielo aperto

I ristoranti

La tenuta vanta ben quattro ristoranti tra cui una menzione Michelin e uno stellato. Il ristorante argentino Francis Mallmann (menzione Michelin) si distingue per il suo arredamento in bianco e nero. Il famoso chef tende a valorizzare ogni prodotto – manzo, maiale, pesce e verdure – con cotture estremamente precise. Il ristorante Hélène Darroze a Villa La Coste (una stella Michelin) offre una cucina che si ispira ai giardini della tenuta e ai sapori provenzali.

Il padiglione creato da Renzo Piano
Il padiglione creato da Renzo Piano

La cantina

Arriviamo finalmente alla cantina, progettata da Jean Nouvel. Due semicilindri sezionati e interamente coperti d’alluminio, che riflettono il sole e mantengono fresco l’interno, dove sono collocati tutti gli strumenti utili per la vendemmia e la fermentazione del vino. La cantina produce circa 1 milione di bottiglie all’anno.

Gli oltre 130 ettari vitati sono coltivati con 7 differenti varietà d’uva: Cabernet Sauvignon, Syrah, Grenache, Vermentino, Sauvignon Blanc, Chardonnay e Cinsault. Chateau La Coste si prende cura del proprio terroir dando priorità all’agricoltura biologica e ispirandosi alle regole della biodinamica, nell’ottica di preservare il suolo e l’ambiente. Dal 2009 i vini di Chateau La Coste sono stati etichettati “Agricoltura Biologica” e nel 2022 si è aggiunta la certificazione Demeter.

Chateau La Coste: la cantina
Chateau La Coste: la cantina

La degustazione

La Bulle

80% Grenache, 10% Cinsault, 10% Syrah. Una bollicina metodo charmat senza lode ne infamia: gradevole, rinfrescante e con sentori di frutti rossi e agrumi.

Rosé d’une Nuit 2022

Un super blend di 6 uvaggi differenti che rappresenta l’entry level rosé della cantina: piacevole con sentori di polpelmo e frutti rossi.

Le Blanc 2022

73% Vermentino, 10% Sauvignon blanc, 9% Grenache blanc, 8% Ugni blanc. L’entry level bianco della cantina: fresco, ben bilanciato con note di agrumi.

Le Rouge 2020

22% Grenache, 41% Syrah, 28% Cabernet Sauvignon, 8% Carignan. L’entry level rosso della cantina, a mio avviso non entusiasmante: fruttato con sentori di frutti rossi maturi.

La Bulle
La Bulle

Grand Vin Blanc 2021

80% Vermentino, 20% Chardonnay. Un buon vino bianco: delicato, floreale, con sentori di burro e briosche accompagnati da una buona acidità.

Grand Vin Rosé 2022

75% Grenache, 22% Syrah, 3% Cabernet Sauvignon. Un rosato alla portata di tutti: elegante, salino e con note di frutti di bosco maturi.

Grand Vin Rouge 2018

40% Grenache, 40% Cabernet Sauvignon, 20% Syrah. Tra i vini della linea “Grand Vin” il rosso è quello che mi ha colpito di più: complesso ed elegante con sentori di sottobosco, cuoio e spezie dolci.

Ad Fontes

Il nuovo vino naturale della cantina, nato nel 2021, è un rosso tri-varietale (Syrah, Cinsault e Grenache) senza solfiti aggiunti. Un vino espressivo, ricco, che evoca sentori di frutti rossi, spezie e cioccolato. Sicuramente, tra tutti, è l’unico che abbraccia completamente la filosofia biodinamica dell’azienda.

Ad Fontes
Ad Fontes

Se volete continuare il vostro viaggio enoturistico in Provenza non perdetevi l’articolo dedicato alle migliori cantine della zona. Inoltre, vi consiglio di programmare una sosta nel meraviglioso borgo di Saint Remy de Provence e nella cittadina portuale di Marsiglia.

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Visita alla cantina San Polo, Montalcino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/21/visita-alla-cantina-san-polo-montalcino/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=visita-alla-cantina-san-polo-montalcino https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/21/visita-alla-cantina-san-polo-montalcino/#respond Sun, 21 May 2023 08:01:29 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6043 Oggi vi porto a conoscere una delle oltre 200 cantine presenti nel Comune di Montalcino: il suo nome è San Polo e si trova nel versante Sud/Est della collina, ai piedi del Monte Amiata. È qui che - dal 2007 - la proprietaria Marilisa Allegrini, con l’aiuto delle figlie Carlotta e Caterina, porta avanti la lunga tradizione vitivinicola della sua famiglia, già proprietaria di numerose tenute in Valpolicella.

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Oggi vi porto a conoscere una delle oltre 200 cantine presenti nel Comune di Montalcino: il suo nome è San Polo e si trova nel versante Sud/Est della collina, ai piedi del Monte Amiata. È qui che – dal 2007 – la proprietaria Marilisa Allegrini, con l’aiuto delle figlie Carlotta e Caterina, porta avanti la lunga tradizione vitivinicola della sua famiglia, già proprietaria di numerose tenute in Valpolicella.

L’azienda vinicola conta 22 ettari di proprietà, di cui 16 vitati a Sangiovese. Tutti i terreni sono ubicati nei pressi della cantina, a circa 450 mt sopra il livello del mare, ma ognuno presenta caratteristiche molto diverse tra loro. La filosofia di San Polo vuole esaltare il concetto di “terroir”: il ciclo biologico della vigna e il contesto pedoclimatico devono essere in perfetta sintonia. Questo è uno dei motivi principali che ha spinto Marilisa Allegrini e l’enologo Riccardo Fratton a parcellizzare i vigneti secondo la loro posizione, sfruttando al meglio ogni singola caratteristica. L’esempio più calzante di questa filosofia è dato dai Cru Podernovi e Vignavecchia che, pur trovandosi praticamente l’uno accanto all’altro, sono profondamente diversi per esposizione, pendenza e caratteristiche del suolo.

Nel 2017 la cantina San Polo, a Montalcino, riceve la certificazione biologica che rende ancora più concreto il suo impegno nei confronti dell’ambiente e del futuro sostenibile.

I vigneti della cantina San Polo, Montalcino
I vigneti della cantina San Polo, Montalcino

La cantina San Polo, Montalcino

La struttura della cantina San Polo è un esempio di bio-architettura, concepita per ridurre al minimo l’impatto ambientale e il dispendio energetico. Le caratteristiche che la rendono così “green” sono:

  1. il totale interramento della cantina che permette di mantenere una temperatura costante;
  2. la forma “a tunnel” che favorisce un percorso spontaneo per tutte le fasi della vinificazione;
  3. il raffreddamento dell’edificio che avviene in maniera completamente naturale, grazie all’esistenza di un termolabirinto;
  4. la presenza di camini solari posti all’esterno della struttura che estraggono l’aria calda prodotta durante la fermentazione;
  5. il rivestimento in tufo delle pareti all’interno della barricaia che assorbono o rilasciano umidità.
La cantina San Polo
La cantina San Polo

In cantina troviamo vasche in cemento, vasche in acciaio, botti piccole, botti grandi e anfore in terracotta. Scopriremo insieme, durante la degustazione, in quali recipienti affinano i diversi vini di San Polo.

Un’ultima curiosità: la proprietà sta portando avanti un ambizioso progetto di ristrutturazione che le permetterà di aggiungere altre aree dedicate all’hospitality.

La degustazione

San Polo propone agli appassionati un’esperienza gustativa completa: 5 vini con la possibilità d’aggiungere anche un ultimo calice “bonus”. Tutte le referenze – per un totale di circa 145.000 bottiglie annue – sono prodotte con solo uve 100% Sangiovese.

La degustazione
La degustazione

Rubio 2020

Chiamato Rubio per via del suo colore rosso intenso, questo vino è affinato esclusivamente in tini d’acciaio. Un vino fresco e versatile, molto fruttato.

Rosso di Montalcino 2020

Un Rosso di Montalcino con grande personalità. Fermentazione in vasche di cemento e affinamento di 12 mesi in botti grandi. Un vino fresco e ben bilanciato.

Amphora Vignamasso 2020

Questo vino è senza dubbio il mio preferito. È prodotto con uve del vigneto “Vigna del Masso” che vengono vinificate e affinate in anfore di terracotta per circa 14 mesi. Un vino giovane ma molto elegante.

Amphora Vignamasso 2020
Amphora Vignamasso 2020

Brunello di Montalcino 2018

È il vino più rappresentativo dell’azienda e del territorio. Fermentazione in vasche di cemento e affinamento di 24 mesi in botti grandi e di 6 mesi in bottiglia. Un vino corposo, dai tannini ben definiti e con sentori di frutti rossi, sottobosco e caffè.

Brunello di Montalcino Podernovi 2017

Il Cru Podernovi rispecchia prepotentemente le caratteristiche del suo terroir: argilloso, calcareo e con una forte attitudine a trattenere l’acqua. Il vino che ne risulta è intenso, erbaceo, fresco e con sfumature di liquirizia. Affinamento di 30 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia, seguiti da 6 mesi in bottiglia.

Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015

Più che un vino “bonus” si tratta di un vero e proprio regalo! Vignavecchia è il Cru più pregiato della tenuta, prodotto solo in annate selezionate da un vigneto di 2 ettari estremamente pendente e ad alta concentrazione. Un vino complesso, intenso, muscolare, con sentori di frutta nera e spezie. Affinamento di 30 mesi in tonneaux di rovere francese seguiti da 6 mesi in bottiglia.

Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015
Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015

Inutile nasconderlo: Montalcino è una delle mie zone vitivinicole preferite. Se volete approfondire l’argomento sappiate che ho scritto un articolo che racconta altre sei cantine di Montalcino, con una descrizione dettagliata dei tour e delle degustazioni. Infine, dato che probabilmente vi troverete in zona, non perdete i miei consigli su cosa vedere in Val d’Orcia.

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I migliori ristoranti della Val d’Orcia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/07/i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/07/i-migliori-ristoranti-della-val-dorcia/#respond Sun, 07 May 2023 09:34:18 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5983 La Val d’Orcia possiede ristoranti per ogni tasca all'interno di un panorama eno-gastronomico superlativo. Tra i prodotti più rinomati troviamo il pecorino di Pienza, l’olio extra vergine d’oliva, i funghi porcini, le castagne, i tartufi, il cinghiale e la pasta all’uovo. Il tutto viene accompagnato da ottimi vini come il Brunello di Montalcino o il Rosso d’Orcia. Il mio consiglio è di cimentarvi in diverse esperienze culinarie che vanno dalla gastronomia all’osteria, fino al locale gourmet o all’enoteca.

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La Val d’Orcia possiede ristoranti per ogni tasca all’interno di un panorama eno-gastronomico superlativo. Tra i prodotti più rinomati troviamo il pecorino di Pienza, l’olio extra vergine d’oliva, i funghi porcini, le castagne, i tartufi, il cinghiale e la pasta all’uovo. Il tutto viene accompagnato da ottimi vini come il Brunello di Montalcino o il Rosso d’Orcia. Il mio consiglio è di cimentarvi in diverse esperienze culinarie che vanno dalla gastronomia all’osteria, fino al locale gourmet o all’enoteca.

San Quirico d’Orcia

Se parliamo di gastronomie, a San Quirico d’Orcia consiglio La Bottega di Portanuova che propone ottimi panini con salumi nostrani e pecorino, accompagnati da un buon calice di Sangiovese o birre locali.

La Bottega di Portanuova, San Quirico d’Orcia
La Bottega di Portanuova, San Quirico d’Orcia

Tra le osterie, invece, segnalo l’Osteria San Quirico ubicata nella via principale dell’affascinante centro storico. La particolarità è che non serve pasta ma potrete comunque assaggiare un’ottima pappa al pomodoro con burrata e squisiti fegatini di pollo. La carta dei vini, purtroppo, lascia un po’ a desiderare.

Per compensare, voglio consigliarvi un’enoteca chiamata Intralci Wine Bar che fa del vino la sua colonna portante. È un piccolissimo locale gestito da un signore che vanta esperienze in tutto il mondo. Serve pochi piatti, scritti su una lavagna, accompagnati da ottimo vino. Io ho mangiato la ribollita e una rivisitazione del classico hummus.

Bagno Vignoni

Tra i ristoranti della Val d’Orcia, quelli di Bagno Vignoni sono certamente i più turistici, se non altro per le ridotte dimensioni del borgo. Se volete mangiare qualcosa al volo scegliete la Bottega di Cacio, situata in Piazza del Moretto. Grazie al “contributo” familiare la proposta gastronomica – inizialmente composta da formaggi, salumi e vino – nel corso degli anni è stata ampliata includendo marmellate, biscotti, sughi, olio e miele.

Bottega di Cacio, Bagno Vignoni
Bottega di Cacio, Bagno Vignoni

Tra i ristoranti veri e propri segnalo l’Osteria del Leone con tanti posti a sedere sia all’interno che all’esterno. La cucina è quella del territorio, con la pretesa di fare quel passo in più che non sempre riesce. Buona la tartare di chianina, la trippa alla montalcinese e il piccione scottato. Carta dei vini da migliorare.

Pienza

A Pienza, in Val d’Orcia, ho apprezzato molto un ristorante specializzato in crostoni, taglieri e piatti di carne. Il suo nome è Baccano il Panino Toscano e l’atmosfera che si respira al suo interno è familiare. Diciamo che, dato il rapporto qualità-prezzo, svolge egregiamente il suo lavoro.

Tra le sorprese gastronomiche segnalo la locanda Dopolavoro La Foce che risulta ubicata a Pienza ma, in realtà, si trova a 20 min di macchina dal centro del paese. Si tratta di un bar-ristorante in stile vintage, dove si possono assaggiare piatti del territorio realmente a km zero. I proprietari, infatti, hanno un orto nelle immediate vicinanze del locale. Provate il tagliolino 40 tuorli o l’hamburger di Chianina, non ve ne pentirete!

Ristorante Dopolavoro La Foce, Pienza
Ristorante Dopolavoro La Foce, Pienza

Se, invece, state cercando un’enoteca storica in cui assaggiare qualche bicchiere di vino e/o comprare etichette “introvabili” dirigetevi verso l’Enoteca di Ghino, in pieno centro storico. Ghino accoglie da 20 anni una clientela internazionale offrendo loro oltre 2000 etichette dei migliori vini italiani ed esteri, con prezzi che vanno dalle cinque a qualche migliaia di euro. Un posto assolutamente imperdibile per tutti i wine lovers.

Enoteca di Ghino, Pienza
Enoteca di Ghino, Pienza

Montalcino

Montalcino è molto più di un paese. Io lo considero il cuore della Val d’Orcia e, per questo motivo, ho deciso di dedicargli un articolo a parte: ecco dove scoprire i ristoranti più blasonati di Montalcino.

Castelnuovo dell’Abate

A soli 10 km da Montalcino troviamo l’antico borgo medievale di Castelnuovo dell’Abate. È qui che sei ragazzi hanno aperto, da poco più di un mese, un locale chiamato Vineria Aperta in cui raccontano la loro passione per il Sangiovese e per tutto il mondo del vino (o il vino nel mondo), attraverso un assortimento di più di 1500 etichette. Noi siamo rimasti a bocca aperta dalla selezione accurata di “vigneron” francesi. Il locale possiede anche una piccola cucina – grande, però, nel gusto – e un dehor meraviglioso affacciato sui vigneti e sulle colline della Val d’Orcia. I ragazzi avranno successo!

Vineria Aperta, Castelnuovo dell’Abate
Vineria Aperta, Castelnuovo dell’Abate

Termina qui il nostro viaggio culinario nei migliori ristoranti della Val d’Orcia. Ora non vi resta che scoprire cosa vedere in questi borghi meravigliosi e quali sono le migliori cantine da visitare durante il vostro soggiorno a Montalcino. Tenetemi aggiornata!

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Rocche dei Manzoni, dal Barolo al Metodo Classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/11/rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/11/rocche-dei-manzoni-dal-barolo-al-metodo-classico/#respond Tue, 11 Apr 2023 15:09:35 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5910 Rocche dei Manzoni nasce nel lontano 1974 quando Valentino Migliorini e sua moglie Elena decidono di lasciare il loro ristorante stellato “Da Valentino” a Caorso (Piacenza) per trasferirsi nelle Langhe. È qui che acquistano una tenuta a Monforte d’Alba e iniziano la loro produzione vinicola.

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Ad accoglierci nella cantina Rocche dei Manzoni troviamo Chiara, che da quasi 40 anni presta servizio per l’azienda vinicola e ne conosce ogni singolo metro quadrato.

Rocche dei Manzoni nasce nel lontano 1974 quando Valentino Migliorini e sua moglie Elena decidono di lasciare il loro ristorante stellato “Da Valentino” a Caorso (Piacenza) per trasferirsi nelle Langhe. È qui che acquistano una tenuta a Monforte d’Alba e iniziano la loro produzione vinicola. Valentino è un grande innovatore e nel 1976 crea il suo primo blend di nebbiolo e barbera. Due anni dopo, nel 1978, avvia la produzione di bollicine Metodo Classico e, per finire, introduce le barrique per l’affinamento dei rossi. Nel 1982 la barrique fu impiegata per tutte le vinificazioni e nel 1999 fu prodotto il primo Barolo Riserva 10 anni.

Oggi l’azienda è guidata dal figlio di Valentino, Rodolfo Migliorini, che si è formato nelle Langhe e ha compiuto diverse esperienze all’estero. Lui e l’enologo Giuseppe Albertino continuano con orgoglio il cammino intrapreso da Valentino. Rodolfo, forte dell’eredità paterna, nel 2008 introduce in cantina un’altra importante innovazione: le uova di cemento che, grazie alla loro porosità, rendono i vini rossi ancora più eleganti e setosi, facendogli compiere un ultimo scatto evolutivo.

Uova di cemento
Uova di cemento

Rocche dei Manzoni: la cantina

La parola che meno s’addice alla descrizione di questa cantina è sicuramente “sobrietà”. Rocche dei Manzoni ama lo sfarzo e non lo nasconde!

La tenuta, in cui tuttora vive la famiglia Migliorini, è integrata perfettamente con l’ambiente circostante e si sviluppa su tre livelli, dedicati ai diversi affinamenti del vino. All’interno della cantina arte, cultura e musica si fondono per dare vita a un’esperienza originale. Lo spazio più emozionante è sicuramente la cupola affrescata dal pittore Guy Rivoir in cui risuonano le note di una melodia di Ezio Bosso composta appositamente per l’amico Rodolfo Migliorini.

Rocche dei Manzoni: la cantina
Rocche dei Manzoni: la cantina

L’azienda vinicola possiede circa 60/70 ettari, di cui almeno l’80% ubicati nel comune di Monforte, tutti vitati a Nebbiolo da Barolo, Chardonnay e Pinot Nero. L’età media delle piante, allevate a Guyot, è di circa 35 anni. La produzione annua della cantina s’aggira intorno alle 250.000 bottiglie.

Rocche dei Manzoni predilige pratiche di cantina poco invasivedi natura agro-ecologica – e pone moltissima attenzione alle peculiarità di ogni singola vigna, studiandone la composizione e la conformazione, date principalmente dal microclima e dall’esposizione.

Rocche dei Manzoni: la degustazione

Rocche dei Manzoni ha due anime interconnesse ma, allo stesso tempo, ben distinte: quella dei grandi vini rossi piemontesi e quella delle bollicine Metodo Classico.

Degustazione presso Rocche dei Manzoni
Degustazione presso Rocche dei Manzoni

Le bollicine

Rocche dei Manzoni ha 4 referenze legate alla produzione di bollicine Metodo Classico, con prezzi importanti, giustificati però dalla qualità. Noi ne abbiamo degustate due:

Brut Valentino ()

100% Chardonnay. Maturazione sui lieviti per almeno 120 mesi e affinamento in bottiglia di almeno altri 8/12 mesi prima della messa in vendita. Sentori di lieviti e pasticceria, complessità, persistenza e sapore secco.

Brut Rosé Valentino ()

85% Pinot Nero e 15% Chardonnay. Maturazione sui lieviti per almeno 60 mesi e affinamento in bottiglia di almeno altri 6 mesi prima della messa in vendita. Note di pompelmo e arancia rossa con sentori minerali e speziati sullo sfondo.

Brut Rosé Valentino ()
Brut Rosé Valentino ()

I vini rossi piemontesi

Rocche dei Manzoni ha moltissime referenze legate ai vini rossi piemontesi: 3 Langhe DOC, 2 Barbera, 1 Dolcetto d’Alba e – ovviamente – 5 Baroli. Ecco cosa abbiamo scelto d’assaggiare:

Langhe Rosso DOC “Quatr Nas”

Questo vino è chiamato iconicamente “quattro nasi” perché racchiude le uve di 4 varietà differenti: 50% Nebbiolo e 50% Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Merlot. L’invecchiamento avviene sia in legno che in cemento. Questo vino regala profumi complessi e di grande varietà e sa essere delicato, rotondo e morbido.

Langhe Rosso DOC "Quatr Nas"
Langhe Rosso DOC “Quatr Nas”

Barolo DOCG “Vigna Cappella di S. Stefano”

100% Nebbiolo da Barolo. Vigna d’la Roul (vigna della rovere) è uno dei principali cru della cantina, il cui vigneto – esposto a sud – è ubicato in località Manzoni Soprani. Un Barolo di grande struttura, molto longevo, con profumi persistenti e pungenti. Il più “maschio” dei vini prodotti da Rocche dei Manzoni.

Barolo DOCG “Vigna d’la Roul”

100% Nebbiolo da Barolo. Vigna Cappella di Santo Stefano è ubicata a Perno, una frazione di Monforte d’Alba. Dalla vinificazione delle sue uve s’ottengono vini strutturati e dai tannini vellutati. Un Barolo con un bouquet ricco e persistente, caratterizzato da una buona eleganza e armoniosità.

Barolo DOCG "Vigna d'la Roul"
Barolo DOCG “Vigna d’la Roul”

Inoltre…

Se siete appassionati d’enoturismo e amate la regione Piemonte v’invito a leggete i miei approfondimenti su alcune cantine delle Langhe e sulla città di Barolo.

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Morellino di Scansano: i vini della Cantina Terenzi https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/03/29/morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/03/29/morellino-di-scansano-i-vini-della-cantina-terenzi/#respond Wed, 29 Mar 2023 06:03:01 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5886 L’azienda vinicola nata nel 2004 possiede 150 ettari di terreno - di cui 60 vitati e 14 occupati da ulivi secolari – e una cantina di circa 3.000 mq che include anche aree dedicate all’hospitality.

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Oggi vorrei parlarvi del Morellino di Scansano e, nello specifico, dei vini della Cantina Terenzi.

La denominazione

Il Morellino di Scansano ottiene la DOCDenominazione d’origine controllata – nel 1978 e circa 40 anni dopo, nel 2006, lo stesso vino riceve anche la DOCG Denominazione d’origine controllata e garantita.

Il Morellino di Scansano DOCG è prodotto per almeno l’85% con uve del vitigno Sangiovese che, localmente, viene anche chiamato Morellino. Il restante 15% può essere coperto da alti vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione nella regione Toscana. Il Morellino di Scansano è qualificato con la menzione “riserva” quando viene sottoposto ad almeno due anni d’invecchiamento, di cui uno in botti di legno.

Questa tipologia di vino può essere prodotta nella provincia di Grosseto e, più precisamente, nei comuni di Scansano, Manciano, Magliano in Toscana, Grosseto, Campagnatico, Semproniano e Roccalbegna. Il Morellino di Scansano è un vino con un buon tenore d’acidità, di colore rosso rubino, con tendenza al granato se parliamo della classificazione “riserva”. Il profumo è intenso, con note di frutti rossi, più maturi e speziati nelle bottiglie che vengono lasciate invecchiare.

Morellino di Scansano, imbottigliatrice
Morellino di Scansano, imbottigliatrice

La Cantina Terenzi e i suoi vini

Tra le cantine che producono i vini Morellino di Scansano, quella di Terenzi è sicuramente la mia preferita. L’azienda vinicola nata nel 2004 possiede 150 ettari di terrenodi cui 60 vitati e 14 occupati da ulivi secolari – e una cantina di circa 3.000 mq che include anche aree dedicate all’hospitality. Oggi questo patrimonio è nelle mani di tre giovani fratelli d’origine nobile: Federico, Balbino e Francesca.

La bottaia
La bottaia

La produzione si assesta intorno alle 400.000 bottiglie annue e comprende 3 referenze di vino bianco, 5 referenze di vino rosso e 1 vino dolce. Le tenute della famiglia Terenzi si strutturano su 5 territori differenti:

  1. Vigneto Cerreto Piano: terreni argillo-limosi ricchi di minerali e potassio. 19 ettari destinati a differenti varietà: Sangiovese, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Vermentino e Viogner.
  2. Vigneto Crognoleta: vicino al mare, con terreni sabbiosi e molto esposti al sole, con una piovosità ridottissima. 10 ettari destinati a differenti varietà: Alicante, Merlot, Moltepulciano, Sangiovese, Syrah, Vermentino.
  3. Vigneto Madre Chiesa: l’unico Cru dell’azienda, con terreni simili a quelli del vigneto Cerreto Piano. 4 ettati destinati solo al Sangiovese.
  4. Vigneto Montedonico: terreni argillosi e sabbiosi con una grande presenza di calcare. 16 ettari destinati a differenti varietà: Cabernet Sauvignon, Malbec, Petit Verdot, Sangiovese, Syrah, Vermentino e Viogner.
  5. Vigneto Salaioli: terreni simili a quelli del vigneto Montedonico. 4 ettari destinati a Sangiovese e Malvasia.
La Cantina Terenzi
La Cantina Terenzi

I vini della cantina Terenzi: la degustazione

Tutte le visite in azienda iniziano con una descrizione della mappa dei vigneti e proseguono poi nelle cantine, cuore pulsante della proprietà. È qui che, grazie alle più moderne tecnologie, nascono i vini di Terenzi. Le degustazioni si svolgono all’interno di una meravigliosa saletta panoramica e vengono accompagnate da bruschette e piccoli assaggi. Io non ho resistito dal provare tutta la gamma…

Balbino, Maremma Toscana DOC Vermentino

Un Vermentino elegante, fresco e sapido con aromi floreali e fruttati tipici del vitigno. Affinato in acciaio.

Montedonico, Toscana IGT Viognier

Un Viognier fresco e minerale con sentori di pera e albicocca. Affinato in acciaio.

Balbinvs, Maremma Toscana DOC Vermentino

Un tributo al Vermentino, vitigno capace d’evolvere nel tempo. Un vino floreale e fruttato, con una buona persistenza, affinato sia in ovetti di ceramica che in acciaio.

I vini bianchi della Cantina Terenzi
I vini bianchi della Cantina Terenzi

Bramaluce, Maremma Toscana Rosso DOC

Un blend di Sangiovese e Syrah, unico nel suo genere. Sapore intenso ed elegante con una bella rotondità. Affinato in acciaio.

Morellino di Scansano

Un Morellino classico che colpisce per freschezza, eleganza e bevibilità. Un vino con tannini ben bilanciati, morbidi e persistenti.

Purosangue, Morellino di Scansano Riserva

Un Morellino Riserva da uve Sangiovese in purezza. Succoso ed elegante, affinato in botti grandi e con profumi complessi e avvolgenti.

Madrechiesa 2018

Madrechiesa è il vino più rappresentativo della Cantina Terenzi ed è anche il mio preferito. Rappresenta la selezione di un singolo vigneto, massima espressione del Sangiovese. L’affinamento è identico a quello del Morellino Riserva ma i sentori sono più speziati e il corpo pieno e bilanciato, con tannini maturi e ben evoluti.

Francesca Romana, Toscana IGT

Un blend di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, caratterizzato da una rara freschezza ed eleganza. Affinato 18 mesi in barrique di rovere francese.

La degustazione
La degustazione

Il costo dell’esperienza varia dalle 35 alle 70 euro, a seconda di cosa desiderate assaggiare e degustare. Troverete, infatti, dei pacchetti che comprendono pranzi, pic-nic tra le vigne e cene sotto le stelle.

La degustazione
La degustazione

Non solo vino…

Se avete del tempo a disposizione vi consiglio di leggere i miei articoli dedicati alla Maremma e alla Val d’Orcia, con piccoli approfondimenti sulle Cantine di Montalcino e sulla zona del Chianti Classico.

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Cosa vedere a Digione in un giorno: seguite le civette! https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/02/24/cosa-vedere-a-digione-in-un-giorno-seguite-le-civette/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cosa-vedere-a-digione-in-un-giorno-seguite-le-civette https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/02/24/cosa-vedere-a-digione-in-un-giorno-seguite-le-civette/#comments Fri, 24 Feb 2023 09:50:35 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5724 La città di Digione è visitabile nell’arco di una sola giornata. Il segreto per non perdervi nemmeno un’attrazione turistica del centro storico è seguire il percorso segnalato con tante piccole civette, incastonate nella pavimentazione.

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In quest’articolo vi parlerò di cosa vedere a Digione. Ho visitato questo famoso luogo turistico durante un minitour in Borgogna, nel quale ho attraversato diversi villaggi lungo la “Route des Grands Crus”.

Digione è una città ricca di storia che più volte è stata protagonista d’importanti fatti di cronaca avvenuti in Francia nel corso dei secoli. È anche una città ricca di leggende, a partire dalle vicende che hanno visto protagonisti nobili e condottieri fino ad arrivare alla storia della civetta, di cui vi parlerò nei prossimi paragrafi.

Cosa vedere a Digione
Cosa vedere a Digione

Dove si trova Digione

La città di Digione è situata in Borgogna, nel dipartimento della Côte-d’Or, a pochi km di distanza dalla Svizzera. Per raggiungerla dall’Italia vi basterà volare su Parigi o Lione e affittare un’automobile. In alternativa, soprattutto se abitate nelle regioni più a nord della penisola, potreste valutare un viaggio in macchina. Da Milano, passando per la Svizzera, Digione dista meno di 600 km. La macchina è senza dubbio la soluzione migliore se volete tornare in Italia con una bella scorta di vini e prodotti alimentari.

Una volta arrivati in città vi basterà parcheggiare la vostra vettura in uno dei numerosi parcheggi fuori dalle mura e incamminarvi all’interno del centro storico. Digione è una città che va visitata a piedi.

Cosa vedere a Digione in un giorno

La città di Digione è visitabile nell’arco di una sola giornata. Il segreto per non perdervi nemmeno un’attrazione turistica del centro storico è seguire il percorso segnalato con tante piccole civette, incastonate nella pavimentazione.

Ma come mai Digione è la città delle civette? Tutto ha inizio da una leggenda: sul lato sinistro della Chiesa di Notre-Dame è presente una piccola scultura scolpita in uno dei pilastri della facciata laterale che rappresenta, appunto, una civetta. La tradizione vuole che chiunque accarezzi la civetta con la mano sinistra possa esprimere un desiderio. Per questo motivo oggi la civetta, consumata dalle mani di numerosissimi turisti, è irriconoscibile.

La civetta di Digione
La civetta di Digione

Ecco cosa vedere a Digione seguendo il percorso delle civette:

1. Chiesa di Notre-Dame

Oltre ad essere la “chiesa della civetta”, Notre-Dame possiede diverse opere degne di nota: la prima è l’orologio Jacquemart nel quale una famiglia di omini metallici battono le ore; la seconda è la statua della Vergine Nera molto venerata dagli abitanti di Digione; la terza sono i gargoyle decorati con figure mostruose che si narra possano animarsi per difendere la città.

Chiesa di Notre-Dame
Chiesa di Notre-Dame

2. Hotel de Vogüé

Ubicato accanto alla Chiesa di Notre-Dame e alla sua civetta, l’Hotel de Vogüé fu un ex edificio parlamentare costruito in epoca rinascimentale. La sua particolarità è data dal tetto formato da piastrelle smaltate e colorate, molto simili a quelle dell’Hôtel Dieu di Beaune. Vi consiglio di visitare anche il cortile interno, riccamente decorato con sculture e incisioni. Oggi l’edificio ospita alcuni uffici comunali.

Hotel de Vogüé
Hotel de Vogüé

3. Palazzo Ducale

Il Palazzo Ducale fu, in primis, la residenza dei Duchi di Borgogna. In seguito, questa dimora signorile ospitò vari governatori e, infine, divenne la sede degli Stati Generali di Borgogna. Oggi al suo interno troviamo l’Ufficio del Turismo e il Museo delle Belle Arti di Digione, che ripercorre la storia del palazzo e ospita una bella collezione di opere d’arte.

4. Piazza della Liberazione

Piazza della Liberazione è l’area circolare antistante a Palazzo Ducale. Qui potrete scattare meravigliose fotografie, incorniciate da fontane e passanti, e sedervi in uno dei numerosi caffè che la circondano. Un luogo dove rilassarsi e pianificare la vostra visita della città.

Palazzo Ducale
Palazzo Ducale e Piazza della Liberazione

5. Cattedrale di Digione

La Cattedrale gotica di Saint Benigne risale al XIV secolo ed è ben visibile grazie alle due torri che la sovrastano e che, negli anni, sono diventate uno dei simboli della città. Oggi, oltre al suo status di monumento nazionale, l’abbazia della chiesa funge da museo. Le mostre qui presentano principalmente manufatti romani e medievali.

6. Piazza François-Rude

La piazza più pittoresca e fotografata di Digione è senza dubbio quella di François-Rude, nota che come Piazza Bareuzai per via della presenza della scultura di un vignaiolo intento a pigiare l’uva. Questo luogo è un punto centrale per tutti gli abitanti di Digione che si ritrovano qui per bere un caffè, far giocare i bambini o assistere a spettacoli di strada. Qui troverete anche le famose case a graticcio, tipiche della regione Alsaziana, costruite tramite la tecnica delle travi intrecciate.

Piazza Bareuzai
Piazza Bareuzai

7. Les Halles

Les Halles è il mercato coperto della città di Digione che ospita circa 250 negozi dove poter acquistare prodotti tipici della gastronomia regionale: vini pregiati, senape, prosciutto al prezzemolo, etc.. La struttura è stata costruita nel 1875 e copre una superficie di 4000 mq. All’esterno troverete numerosi caffè e ristoranti, ottimi per un pranzo o una colazione.

8. La Cité internationale de la gastronomie et du vin

Aperto da pochi mesi (Maggio 2022), questo nuovo polo turistico ed enogastronomico della Borgogna punta a diventare uno dei luoghi più importanti di tutta la regione. Al suo interno potrete visitare diverse esposizioni permanenti e temporanee, mangiare in uno dei tanti ristoranti e acquistare svariate specialità gastronomiche. Inoltre, la struttura ospita una scuola di cucina e una libreria.

Cave de la Cité
Cave de la Cité

Ovviamente la mia attrazione preferita è la “Cave de la Cité” che offre centinaia di vini da degustare al bicchiere, compresi molti 1er Cru e Grand Cru che difficilmente si possono assaggiare durante una cena o una visita in cantina.

Dove mangiare a Digione

Come potrete ben immaginare Digione è una delle capitali gastronomiche europee, grazie soprattutto alla presenza di alcuni dei vini più importanti al mondo, come Romanée-Conti e Gevrey Chambertin. Inoltre, la capitale della Borgogna è il centro nevralgico di produzione di qualsiasi tipologia di senape.

Ora, dopo aver elencato cosa vedere a Digione, non resta che prendere nota di due ristoranti – entrambi sulla guida Michelin – assolutamente da non perdere:

  • Monique è un delizioso bistrot tipicamente francese, con al massimo 20 posti a sedere, che combina la cucina fusion e quella vegetariana in un insolito menù in cui i piatti sono tutti da condividere. Carta dei vini ristretta ma interessante, servizio ottimo.
  • Cibo è un ristorante stellato guidato dallo chef Angelo Ferrigno. Il suo menù degustazione si basa su ricette a km zero, elaborate con grande fantasia e competenza. Ottima carta dei vini e servizio impeccabile.
Ristorante Monique
Ristorante Monique

Cosa fare la sera a Digione

Nelle ore serali Digione non offre moltissime alternative. Sono presenti piccoli locali e pub nei quali è possibile bere un drink o ascoltare musica dal vivo. Tuttavia, questi bar sono frequentati prevalentemente da studenti universitari.

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