Paesaggi naturali - La geografia del mio cammino https://www.lageografiadelmiocammino.com/tag/paesaggi-naturali/ Mila Camnasio, Travel Blogger Fri, 19 Jan 2024 15:36:56 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 La Giordania e il deserto del Wadi Rum https://www.lageografiadelmiocammino.com/2024/01/19/la-giordania-e-il-deserto-del-wadi-rum/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-giordania-e-il-deserto-del-wadi-rum https://www.lageografiadelmiocammino.com/2024/01/19/la-giordania-e-il-deserto-del-wadi-rum/#comments Fri, 19 Jan 2024 15:35:49 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6373 Non potrete assolutamente lasciare la Giordania senza prima aver passato almeno una notte nel deserto del Wadi Rum, uno dei parchi nazionali più spettacolari di tutto il Medio Oriente, diventato patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2011.

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Non potrete assolutamente lasciare la Giordania senza prima aver passato almeno una notte nel deserto del Wadi Rum, uno dei parchi nazionali più spettacolari di tutto il Medio Oriente, diventato patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2011.

Come organizzare la propria visita

Il deserto del Wadi Rum si trova in Giordania a circa 1h30min di macchina da Petra e 3h30min dalla capitale Amman. Per raggiungerlo è necessario avere un mezzo proprio, a noleggio o condiviso con altri turisti. I trasporti pubblici, infatti, sono pressoché inesistenti.

L’accesso al parco nazionale avviene attraverso il Tourist Center dove dovrete pagare una tassa di 5 JD (circa 6 euro) oppure mostrare il vostro Jordan Pass. Una volta lasciata l’auto potrete proseguire con una guida fornita dal vostro lodge (in caso di pernottamento nel deserto) o una delle guide autorizzate presenti all’interno del parco nazionale.

La Giordania e il deserto del Wadi Rum
La Giordania e il deserto del Wadi Rum

Il costo di ogni singola escursione è scritto chiaramente su un tabellone all’interno del centro visitatori. Il prezzo varia a seconda del giro che vorrete fare – distanza – e del mezzo che vorrete utilizzare – jeep o cammello. Non è consigliabile addentrarsi nel deserto senza una guida autorizzata perché finireste per perdervi.

Quando andare nel deserto del Wadi Rum

I periodi migliori per visitare il deserto del Wadi Rum e, in generale, tutta la Giordania sono l’autunno e la primavera. In queste stagioni il cielo è terso e azzurro. Meno adatta è la stagione estiva, quando le temperature raggiungono cifre record, sopportabile solo dopo il calare del sole. Io ci sono stata nel mese di dicembre, all’inizio della stagione invernale, e ho trovato un clima più che accettabile. Ovviamente la notte fa molto freddo quindi è fondamentale dormire in un campo tendato riscaldato.

La Giordania e il deserto del Wadi Rum
La Giordania e il deserto del Wadi Rum

Cosa vedere all’interno del parco nazionale

Il deserto rosso è una delle attrazioni più gettonate della Giordania. Scopriamo insieme quali sono le tappe imperdibili di un’escursione nel Wadi Rum:

Le dune rosse del Wadi Umm Ishrin

La prima sosta “obbligata” all’interno del parco nazionale è la zona delle dune di sabbia rossa. Qui verrete invitati a scalare l’avvallamento e ammirare il panorama a 360 gradi sul deserto del Wadi Rum.

Il Canyon di Khazali

La montagna di Khazali nasconde un piccolo canyon, percorribile per circa 200 mt, all’interno del quale sono presenti delle sorgenti e diverse pitture nabatee raffiguranti persone e animali che, in passato, hanno abitato queste montagne rocciose.

Il Canyon di Khazali
Il Canyon di Khazali

La casa di Lawrence d’Arabia

Lawrence d’Arabia fu colui che raccontò il deserto del Wadi Rum al mondo intero, utilizzandolo come una piccola fortezza durante la Rivolta Araba del 1900. Quello che rimane della sua abitazione e soltanto un cumulo di rocce. Tuttavia, vale la pena arrivare fin qui per ammirare lo spettacolare panorama che si apre su tutto il deserto.

Gli archi di pietra

Il deserto del Wadi Rum – in Giordania – nasconde diversi archi di pietra molto famosi, ubicati a diverse altezze. Il più fotografato, anche se difficile da raggiungere, è quello di Burdah (35 mt d’altezza): per addentrarsi fino in cima servono corde, attrezzature specifiche e, ovviamente, una guida. In alternativa potrete sempre ripiegare sull’arco di Fruth (15 mt d’altezza) raggiungibile con una breve ma ripida scalata. Quest’arrampicata non è adatta a chi soffre di vertigini.

L'arco di Fruth
L’arco di Fruth

Il tramonto

Il momento più spettacolare della vostra escursione nel Wadi Rum sarà sicuramente il sole che tramonta dietro le rocce rosse del deserto. A seconda delle stagioni, vedrete uno spettacolo diverso. I punti da cui ammirare il calar del sole sono molteplici ma l’esperienza più autentica, perlomeno in inverno, è quella che contempla l’accensione di un fuoco da parte dei beduini e un aperitivo a base di tea caldo e dolcetti.

Il tramonto nel deserto del Wadi Rum
Il tramonto nel deserto del Wadi Rum

Bonus

Per i turisti più esigenti e alla moda ogni mattina vengono organizzate anche escursioni in mongolfiera, per ammirare dall’alto il meraviglioso panorama naturale del Wadi Rum.

Dove abbiamo dormito

Quasi tutti gli alloggi presenti all’interno del parco nazionale cercano di promuovere un turismo sostenibile, senza intaccare il fascino di questo luogo. Nel deserto del Wadi Rum troverete moltissimi campi tendati di tutte le dimensioni e per tutte le tasche.

Io ho scelto, forse, il più lussuoso perché era da tanto tempo che desideravo alloggiare in quella che viene definita una “cupola marziana”. Queste strutture meravigliose si avvicinano molto al concetto di glamping ma aggiungono il plus di essere trasparenti. Al loro interno sono presenti tutti i confort: riscaldamento, aria condizionata, bagno privato con prodotti beauty e molti altri accessori tipici degli hotel a 5 stelle.

Memories Aicha Luxury Camp
Memories Aicha Luxury Camp

Il nome di questo posto meraviglioso è Memories Aicha Luxury Camp, anche soprannominato Bubble Luxury Hotel. Tutte le sue sfere trasparenti possiedono una vista stupenda sul deserto e garantiscono la massima privacy per via della loro posizione tattica vicino alle rocce. La sera potrete addormentarvi ammirando il cielo stellato, comodamente abbracciati a letto senza che nessuno venga a disturbarvi o possa vedervi. L’unica pecca, se proprio dobbiamo trovare qualcosa che non va, è il cibo: sia il buffet serale che la colazione non hanno atteso le nostre aspettative. Molto carino, invece, il bar posizionato letteralmente sotto una roccia, ottimo per finire la serata fumando una shisha o bevendo un tea (non vengono serviti alcolici). Il costo per una notte in alta stagione è di circa 400 euro, cena e colazione inclusi.

Memories Aicha Luxury Camp
Memories Aicha Luxury Camp

Giordania, non solo deserto…

Il deserto del Wadi Rum è sicuramente uno dei panorami più sorprendenti di tutta la Giordania. Tuttavia, questa nazione meravigliosa è pervasa da bellezze naturali. Non perdete, quindi, i miei articoli sul sito archeologico di Petra e sulla capitale Amman.

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Istria da scoprire: il vino e le sue cantine https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/11/10/istria-da-scoprire-il-vino-e-le-sue-cantine/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=istria-da-scoprire-il-vino-e-le-sue-cantine https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/11/10/istria-da-scoprire-il-vino-e-le-sue-cantine/#respond Fri, 10 Nov 2023 07:51:56 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6295 Un breve viaggio attraverso le “strade del vino” e le cantine istriane più famose, scelte in base a diverse caratteristiche paesaggistiche e qualitative. L’autunno è il mese migliore, soprattutto per via della presenza del famoso tartufo istriano. Tuttavia, anche la primavera può essere un’ottima stagione.

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Se dico Istria la prima associazione che balena nella mente di molte persone è di spiagge bianche e mare cristallino. Tuttavia, questa regione della Croazia si sta facendo conoscere in Europa anche per la sua enogastronomia. Tra i prodotti più famosi dell’Istria troviamo l’olio, i tartufi e – ovviamente – il vino.

Ed è proprio sulla viticultura istriana che si basa quest’articolo, che vi introdurrà alla scoperta delle “strade del vino” e delle cantine più famose.

L'Istria, il vino e le sue cantine
L’Istria, il vino e le sue cantine

Qualche curiosità sul vino istriano

Perché il vino dell’Istria è venuto alla ribalta solo in questi ultimi anni?

Fino agli anni ’90 la Jugoslavia ha imposto un unico grande sistema di cantine sociali che ha scoraggiato la maggior parte degli investimenti nel settore vinicolo. Negli ultimi 30 anni, invece, con l’avvento della proprietà privata delle cantine, il vino istriano ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso un’enologia più moderna, proprio come i suoi vicini di casa sloveni.

Quali sono le varietà autoctone che potete trovare in Istria?

In Istria le più importanti varietà autoctone sono la Malvasia Istriana e il Terano, seguite a ruota dal Moscato di Momiano.

Malvasia

La Malvasia, il vitigno a bacca bianca per eccellenza, detiene il 60% di tutta la produzione vinicola istriana. La sua storia inizia nel XIII secolo, quando la Malvasia arrivò in Croazia passando dal Peloponneso. Il colore del vino va dal giallo paglierino al giallo dorato; i sentori più riconoscibili sono quelli di mela, prugna e albicocca. I vini sono freschi, strutturati e molto aromatici.

Terrano

Questa varietà autoctona fu menzionata per la prima volta alla fine del XIV secolo e, per anni, è stato il vitigno a bacca nera più diffuso di tutta l’Istria. Il colore del vino è rosso rubino, con tracce violacee che si notano durante la rotazione del bicchiere. Non è un vino particolarmente forte e ha una bassa gradazione alcolica. I sentori più riconoscibili sono quelli riconducibili ai frutti rossi, come i lamponi.

Moscato di Momiano

Questa varietà autoctona, coltivata esclusivamente nell’area di Momiano, deriva dal Moscato Bianco. La posizione dei suoi vigneti, incastonati tra le colline ma con il beneficio della brezza marina proveniente dalle coste istriane, lo rendono unico nel suo genere. Solitamente viene utilizzato per produrre vini semidolci dallo straordinario aroma e dal colore dorato.

Le strade del vino istriane
L’Istria e le strade del vino

Le cantine istriane più famose

Un breve viaggio attraverso le “strade del vino” e le cantine dell’Istria più famose, scelte in base a diverse caratteristiche paesaggistiche e qualitative.

Quando visitare le cantine istriane?

L’autunno è il mese migliore, soprattutto per via della presenza del famoso tartufo istriano. Tuttavia, anche la primavera può essere un’ottima stagione. Se cercate qualcosa di particolare sappiate che ogni anno – l’11 di novembre – in Istria si svolge una festa in onore di San Martino, protettore dei vitigni, e si assaggiano tutti i vini della nuova vendemmia.

Kabola

Kabola nasce nel 1891 ma la sua storia più recente risale al 2003, quando Marino Markežić costruisce l’attuale cantina e decide di dedicarsi totalmente alla produzione vinicola. Oggi l’azienda possiede 20 ettari e produce circa 120.000 bottiglie annue.

Quello che mi ha spinto a scegliere questa cantina è stato un mix di glamour e attenzione per le scelte “responsabili”. Vi spiego meglio: Kabola, nel 2022, è stata il set cinematografico di alcune scene del film hollywoodiano Hitman Wife’s Bodyguard. Kabola, tuttavia, è anche un’azienda biologica, con tanto di certificazione bio, che dal 2009 si è impegnata a intervenire il meno possibile in vigna e in cantina, cercando di conservare l’espressione del territorio in tutti i suoi vini.

Qualche curiosità? Il loro logo raffigura un raspo e omaggia il fondatore Marino Markežić, grazie alla presenza di due M. Il nome Kabola, invece, significa “colle più alto”. Infatti, la cantina è ubicata su una collina a 275 mt sopra il livello del mare, chiamata Stanzia.

Cantina Kabola
Cantina Kabola

La degustazione

Secco 2022, 100% Moscato di Momiano

L’entry level della cantina: delicato, fresco e beverino.

Malvazija 2022, 100% Malvasia Istriana

La referenza più venduta della cantina: equilibrato, minerale e armonico.

Malvazija Unica 2020, 100% Malvasia Istriana

Il mio preferito: intenso, sapido e corposo, con un retrogusto di burro e una nota amara di mandorla.

Teran 2020, 100% Terrano

Un vino rosso caldo e morbido, di corpo medio, con sentori di ciliegia matura e amarena.

Cuvee Supremo 2018, Cabernet Sauvignon, Merlot e Terrano

Un blend di taglio bordolese con la varietà Terano.

Muškat Momjanski 2022, 100% Moscato di Momiano

Un vino semi-dolce fresco, armonico e con un piacevole retrogusto di albicocca.

Anfora Malvasia e Anfora Terrano

Kabola produce due referenze che fanno macerazione in anfore d’argilla. Per questo tipo di vinificazione utilizzano le uve che provengono dal loro vigneto più prestigioso: il CRU “Stanzia”.

Kabola: la degustazione
Kabola: la degustazione

Clai

Giorgio Clai, nel 2001, lascia la ristorazione e fonda la sua azienda vinicola nel comune di Buje, in Istria. Dopo circa 15 anni decide d’affidare la cantina al suo vicino di “terra” Dimitri, insegnandogli tutti i trucchi del mestiere. Recentemente, l’eredità di Giorgio Clai è passata nelle mani di Tim, enologo proveniente dal Sud Africa, che avrà l’arduo compito di tenere alto il prestigio della cantina.

L’azienda vinicola Clai opera in regime organico, tendente al biodinamico, ed è distribuita in Italia da tripleA. Giorgio Clai ama definire i suoi prodotti “vino da uva”. Il suo credo si basa su un ritorno al passato in cui la valorizzazione della vigna e l’identità dei terreni prevalgono su qualsiasi modernizzazione. La cantina è figlia della stessa filosofia: le uve vengono vinificate con grandi macerazioni, senza aggiunta di enzimi e con lieviti selezionati.

Clai possiede 10 ettari, coltivati con 7 differenti varietà, e produce un massimo di 30.000 bottiglie annue.

Cantina Clai
Cantina Clai

La degustazione

Il filo conduttore dei vini di questa cantina è la veridicità, la potenza, il carattere e la struttura. Noi abbiamo assaggiato cinque diverse referenze e due vini non imbottigliati, direttamente dalla botte.

Pjenusac Brut Nature 2019, 40% Chardonnay, 20% Malvasia Istriana, 40% Negra Tenera

Fermentazione spontanea dei tre mosti e poi assemblaggio in vasche d’acciaio inox. Uno spumante di grande beva e finezza.

Malvazija Baracija 2018, 100% Malvasia Istriana

Macerazione sulle bucce per 40 giorni e fermentazione spontanea in tini di rovere. Affinamento per 1 anno per metà in botti grandi di legno e per la restante parte in tini di acciaio inox. Un vino bianco secco, profumato e altamente minerale.

Malvazija Sveti Jakov 2019, 100% Malvasia Istriana

Macerazione sulle bucce per 4 mesi e fermentazione spontanea in tini di rovere. Affinamento in botti grandi per 22 mesi. Un vino profondo, complesso e molto minerale.

Ottocento Bianco 2020, Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Malvasia Istriana

Macerazione sulle bucce per 10 giorni e fermentazione spontanea in tini di rovere. Affinamento per 15 mesi in botti grandi di rovere. Un vino compiuto, generoso e di grande potenza.

Baracija, 100% Refosco

Affinamento per un anno in botti di legno da 1000 a 2500 litri. Un vino rosso energico e vitale.

Clai: la degustazione
Clai: la degustazione

Kozlovic

Tra le cantine istriane Kozlovic è sicuramente la più commerciale e visitata, anche da gruppi organizzati e pullman. Non classificherei il suo vino come il migliore dell’Istria ma la prenderei in considerazione per via della struttura e del panorama.

La cantina, estremamente moderna e ben integrata con l’ambiente circostante, è costruita su una collina di fronte alle rovine del Castello di Momiano. La struttura è articolata su tre piani e sfrutta le pendenze per eliminare pratiche di cantina invasive e poco sostenibili. Kozlovic dispone di pareti verdi, un sistema di raffreddamento naturale del tetto e riciclaggio biologico dell’acqua.

L’azienda vinicola, arrivata ormai alla quinta generazione, è operativa dal 1904 e conta 30 ettari vitati di proprietà e 10 ettari da conferitori. Le bottiglie annue prodotte sono circa 250.000.

Cantina Kozlovic
Cantina Kozlovic

La degustazione

Kozlovic possiede moltissime referenze ma i tour guidati, solitamente, si limitano a farvi assaggiare i vini più commerciali.

Valle 2022, 80% Malvasia Istriana 20% Sauvignon Blanc

Un vino aromatico e giovane, di facile beva.

Momjan Muscat Dry 2022, 100% Moscato di Momiano

Vino asciutto e preciso, perfetto per un aperitivo al mare.

JRE Malvazija, 2021

Un vino “edizione limitata” servito esclusivamente nella cantina Kozlovic e nei 15 ristoranti istriani del gruppo JRE. Le bottiglie sono limitate e firmate dall’enologo. Una bella operazione di marketing.

Teran 2021, 100% Terrano

Complesso ma non complicato, con il caratteristico sentore di amarene e frutti di bosco.

Santa Lucia Malvazija, 2017, 100% Malvasia Istriana

Il mio preferito: macerazione e affinamento in botti di rovere. Un vino fruttato, elegante e minerale, con una grande potenzialità d’invecchiamento.

Kozlovic: la degustazione
Kozlovic: la degustazione

Veralda

Veralda è una cantina ubicata su una delle famose colline che circondano Buje. La superficie totale dei suoi vigneti, attualmente, è di 26 ettari vitati, coltivati in regime biologico. Il totale della produzione annua della cantina è di circa 175.000 bottiglie.

La degustazione

Il motivo che mi ha spinto a visitare quest’azienda vinicola è stata l’ampia gamma di bollicine (sparkling wine). La nostra degustazione si è quindi concentrata su queste referenze. Abbiamo assaggiato anche dei vini rossi e bianchi ma non li ritengo degni di nota.

Blanc, 100% Malvasia Istriana

Affinamento in bottiglia per 12 mesi. Uno spumante fruttato, fresco e di medio corpo.

Xtrian Brut, 100% Terrano

Affinamento in bottiglia per 24 mesi. Uno spumante rosato molto fruttato, con una spiccata nota di uva spina, brioche e crosta di pane.

Blanc de Noir, 100% Refosco

Un vino fruttato, corposo e con un lungo retrogusto.

Brut Nature, 50% Terrano e 50% Malvasia Istriana

Affinamento in bottiglia per 24 mesi. Uno spumante fresco e fruttato, con spiccate note di lampone e crosta di pane.

Pét-Nat, 100% Terrano

Il mio preferito: rustico, rinfrescante di facile beva e dal sapore di succo d’uva spremuto.

Cantina Veralda
Cantina Veralda

Termina qui il nostro viaggio in Istria, tra vino e cantine. Tuttavia, se volete scoprire qual è la mia azienda vinicola preferita non perdetevi l’articolo dedicato a Roxanich e al paese di Montona, in cui troverete anche consigli su dove dormire e mangiare in Istria.

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Le migliori cantine da visitare in Provenza https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/14/le-migliori-cantine-da-visitare-in-provenza/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-migliori-cantine-da-visitare-in-provenza https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/14/le-migliori-cantine-da-visitare-in-provenza/#respond Wed, 14 Jun 2023 05:56:05 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6097 ra le cantine e le regioni vinicole della Francia la Provenza non è assolutamente ai primi posti. Tuttavia, le aziende vinicole di questa regione hanno dimostrato, negli anni, non solo di mettere in commercio i migliori rosè del mondo ma anche di sapersi accreditare come ottimi produttori di vini bianchi e rossi.

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Tra le cantine e le regioni vinicole della Francia la Provenza non è assolutamente ai primi posti. Appassionati e wine lovers amano concentrarsi su Borgogna, Champagne, Bordeaux, Loira e Alsazia, rilegando spesso la sottovalutata Provenza a una semplice produttrice di vini rosati.

Tuttavia, le aziende vinicole di questa regione hanno dimostrato, negli anni, non solo di mettere in commercio i migliori rosè del mondo ma anche di sapersi accreditare come ottimi produttori di vini bianchi e rossi. Le Appellation d’Origine Contrôlée (AOC) provenzali sono 7 – Bandol, Bellet, Cassis, Coteaux d’Aix-En-Provence et Les Baux-De-Provence, Coteaux Varois, Côtes de Provence e Palette – ma, tra queste, solo 4 sono degne di nota. Scopriamole insieme.

1. Bandol

Bandol è famosa per i suoi vini rosati e copre un’area di 600 ettari a est di Marsiglia, lungo la costa Mediterranea. Qui il clima caldo, soleggiato ma anche molto ventilato – dalla brezza marina e dal Mistral – contribuisce alla fioritura di ottimi vigneti.

2. Cassis

La località di mare di Cassis, della quale ho parlato in un articolo dedicato ai dintorni di Marsiglia, è famosa per i vini bianchi e la sua denominazione copre un’area di 210 ettari, sempre lungo la costa Mediterranea. Purtroppo non sono riuscita a visitare nessuna azienda vinicola ma mi sarebbe piaciuto vedere la cantina Clos Sainte-Magdeleine.

Cassis e i suoi vigneti
Cassis e i suoi vigneti

3. Côtes de Provence

Côtes de Provence è l’area più estesa con circa 18.000 ettari vitati e l’80% dei vigneti della regione. Questa denominazione si estende su tre dipartimenti – Var, Bouches du Rhône e Alpes Maritimes – con suoli e condizioni climatiche molto diverse. Per questa ragione produce vini rosati, bianchi, rossi e anche valide bollicine. Una delle cantine che ho scelto di visitare – Château Roquefort – si trova proprio in quest’appellazione.

4. Coteaux d’Aix-En-Provence e Les Baux-De-Provence

Coteaux d’Aix-En-Provence e Les Baux-De-Provence  è l’area vinicola ubicata a nord e a sud della città di Aix-en-Provence. Qui si coltivano ottime uve a bacca rossa, utilizzate sia per la produzione di vini rossi che di vini rosati prodotti con la tecnica del salasso. Due delle cantine che ho scelto di visitare in Provenza – Domaine Milan e Domaine du Vallon des Glauges – si trovano in questa zona.

Un tour nelle migliori cantine della Provenza
Un tour nelle migliori cantine della Provenza

Le migliori cantine della Provenza

Domaine Milan

Domaine Milan è un’azienda vinicola situata a Saint Remy de Provence, in un’area montuosa con una forte esposizione verso il Mar Mediterraneo. Qui i suoli sono marnosi e presentano detriti calcarei.

Domaine Milan fu acquistato da Robert Milan nel 1956 ma circa trent’anni dopo passa nelle mani del figlio Henri che, volontariamente, esce dalla AOC Baux de Provence. L’azienda vinicola lavora in regime biodinamico, possiede 20 ettari vitati e conta ben 13 varietà d’uva diverse. Tra le più importanti troviamo Chardonnay, Grenache Blanc, Granache Noir, Sirah, Cinsault e Mourvedre.

Henri è da sempre appassionato d’agronomia e ha promosso alcuni innesti importanti, molto atipici per la zona. Uno fra tutti: un Pinot Noir proveniente da un’area specifica della Borgogna. La filosofia di Henri Milan è improntata sul rispetto per l’ambiente circostante, nella ricerca di un equilibrio tra uomo e natura.

I vigneti di Domaine Milan
I vigneti di Domaine Milan

La degustazione

Abbiamo assaggiato 14 referenze e nessuna di loro ci ha deluso. Sicuramente, essendo il totale delle bottiglie prodotte inferiore alle 15.000 unità annue, Domaine Milan è una cantina insolita.

I migliori vini bianchi

1. Le Papillon Blancs 2022: Grenache Blanc, Rolle, Roussanne

Le etichette con raffigurata una farfalla, come in questo caso, contengono vini senza solfiti aggiunti. Parliamo di un bianco con una grande espressività territoriale che emana sapori e profumi provenzali. Teso, rinfrescane e minerale. Affinamento in vasche cemento.

2. Le Carrée 2011 e 2020: 100% Roussane

Le etichette con raffigurate delle barche sono state create da un’artista belga. Questo bianco, che abbiamo avuto modo d’assaggiare in due annate completamente diverse, è uno dei cavalli di battaglia della cantina. Un vino aromatico con sentori d’arancia amara, frutta esotica e menta. Affinamento in barrique.

Le cantine della Provenza: Domaine Milan
Le cantine della Provenza: Domaine Milan
I migliori vini rosati

3. Haru Rosé: Grenache Noir, Syrah, Merlot

Le etichette chiamate “Haru” simboleggiano la passione di Henry per il Giappone. Questo rosè è fresco e dissetante, in pieno stile provenzale, e rappresenta l’arrivo della primavera. Affinamento in vasche di cemento.

I migliori vini rossi

4. Le Papillon Rouge 2022: Syrah, Mourvèdre, Grenache Noir

Un vino rosso fresco e vivo. Leggero, beverino e avvolgente. Affinamento in vasche di cemento.

5. Le Vallon Rouge: Grenache Noir, Cinsault, Mourvèdre, Cabernet Sauvignon, Syrah, Terret Blanc

Un blend intenso e raffinato con tannini levigati. Sentori di mirtilli e olive. Affinamento in vasche di cemento.

6. Le Jardin 2011: 100% Merlot

Un vitigno internazionale che ha accettato il clima provenzale, esprimendosi al meglio. Aromi di frutti neri e tartufi, tannini levigati e setosi. Affinamento in barrique.

7. Le Clos Milan 2020: 80% Grenache Noir, 20% Syrah

Un vino rosso generoso ed energico, concentrato e caratterizzato da una buona dose di tannini vellutati. Affinamento in vasche di cemento e barrique usate di rovere.

L’outsider

Pet Nat Rosè: Grenache Noir, Moscato e Alicante

Una bevuta leggera, persistente e sapida. Sapori fruttati con sentori di succo d’anguria.

La gamma completa di Domaine Milan
La gamma completa di Domaine Milan

Domaine du Vallon des Glauges

Domaine du Vallon des Glauges è un’azienda vinicola, di proprietà della famiglia Oddo, situata nel cuore del Parco Regionale delle Alpilles. La cantina sembra creata appositamente per favorire l’enoturismo: possiede, infatti, una meravigliosa terrazza ubicata di fronte ai vigneti e a una delle numerose colline montagnose calcaree che caratterizzano l’area.

Domaine du Vallon des Glauges non è l’unica cantina di proprietà della famiglia Oddo. Il gruppo internazionale Oddo Vins & Domaines conta due aziende vinicole in Francia, tre in Sud Africa e una in Sicilia (Serra Ferdinandea) che gestisce grazie a una joint venture con Planeta. La filosofia di questa famiglia è selezionare i migliori terroir e i migliori partner nelle più rinomate denominazioni vinicole.

Ma torniamo a noi! Domaine du Vallon des Glauges conta 45 ettari vitati e produce una media di 250.000 bottiglie di vino all’anno, praticando una viticoltura sostenibile fin dagli esordi. Dal 2020 la cantina ha iniziato la sua conversione all’agricoltura biologica, ponendo estrema attenzione alla biodiversità presente dell’ecosistema in cui si trova.

I vigneti di Domaine du Vallon des Glauges
I vigneti di Domaine du Vallon des Glauges

La degustazione

Come vi dicevo in apertura, questa cantina è particolarmente vocata all’ospitalità: per tutta la stagione estiva aperitivi in terrazza, serate a tema, enoteca aperta fino a tardi, eventi privati e concerti rappresentano il “core business” dell’azienda vinicola. Le referenze della cantina si suddividono in due gamme ben definite:

Collezione Iris

La collezione Iris offre vini freschi, fruttati, aromatici e di pronta beva. Bianchi, rosati e rossi affinano tutti in tini di acciaio inox.

Collezione Oddo

La collezione Oddo – che abbiamo degustato – offre vini fini, eleganti e distinti. Bianchi e rosati fermentano in vasche di acciaio inox e cemento. I rossi vengono vinificati in vasche di cemento e affinati per 10/14 mesi in botti di legno. Abbiamo provato anche una versione “riserva” del rosso collezione Oddo che affina in botti di legno per 22 mesi.

Oltre a queste due gamme, Domaine du Vallon des Glauges produce anche una bollicina rosata vinificata con metodo charmat e un vino dolce creato appositamente per far fronte alle richieste dei turisti americani e stranieri.

Domaine du Vallon des Glauges: la degustazione
Domaine du Vallon des Glauges: la degustazione

Château de Roquefort

Tra le cantine della Provenza di cui vi ho parlato finora, Château de Roquefort è l’unica a essere situata nel cuore della Côtes de Provence, vicino al parco nazionale di Sainte Baume. Il paesaggio è caratterizzato da colline e altopiani, dove si coltivano vitigni a un’altitudine di 390 mt, su terrazze formate da terreni argillosi e calcarei. Un ambiente selvaggio in cui Raimond de Villeneuve ha esercitato la sua passione per circa 25 anni, lasciando ora le redini della cantina alla sua pupilla Margaux Gentile.

Le varietà che vengono coltivate sono quelle più tradizionali per la zona provenzale ovvero Grenache Noir, Syrah, Cinsault, Mourvèdre, Carignan, Clairette, Rolle e Ugni Blanc. La cantina possiede 27 ettari vitati e produce una media di 200.000 bottiglie annue. La cantina opera in regime biodinamico nel completo rispetto della natura dell’ambiente circostante.

I vigneti di Château de Roquefort
I vigneti di Château de Roquefort

La degustazione

Margaux vi accoglierà all’interno di una piccola tenuta e vi farà degustare i 5 vini della cantina, le cui etichette davvero originali sono opera di un designer di Vienna.

Petit Salé 2022

80% Clairette e 20% Vermentino. Affinamento in tini di cemento. Un vino bianco sottile, sapidissimo e di grande beva. Un grande bianco francese, che racconta storie di mare e di scogli.

Les Genêts 2022

100% Vermentino, da un unico appezzamento piantato nel 1989. Affinamento in tini di cemento. Un vino fine, dal carattere floreale, preciso, con aromi di frutti bianchi e pera. Al palato risulta vivace e molto vicino all’uva, senza artifici.

Corail 2022

Syrah, Cinsault, Clairette, Grenache Noir, Grenache Blanc e Carignano. Affinamento in vasche d’acciaio inox. Un vino rosato semplice, beverino e sapido che è frutto dei tipici uvaggi provenzali. Un vino che profuma di fragole e melograno, a tratti minerale e con una forte spalla acida.

Gueule de Loup 2022

80% Grenache Noir, 10% Cinsault e 10% Cabernet. Un “vino da banco” semplice, con un bel colore granato, note di ciliegia e una piacevole vivacità in bocca. Da bere un po’ freddo.

Les Mûres 2020

Syrah, Cinsault, Grenache Noir, Carignano. Fermentazione in tini di cemento e affinamento per 11 mesi negli stessi contenitori per il 20% e in botti di rovere per l’80%. Un vino rosso croccante e succoso che si adatta alla perfezione a ogni stagione. Dal tannino rustico ma ben integrato e con una punta sapida che invoglia subito al secondo sorso.

Château de Roquefort: la degustazione
Château de Roquefort: la degustazione

Termina qui il nostro viaggio tra le cantine della Provenza ma, prima di lasciarvi, vorrei consigliarvi un ulteriore visita “bonus” in quella che è l’azienda vinicola più turistica della regione: Chateau La Coste. Non perdetevela per nessuna ragione al mondo!

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Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/09/le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/06/09/le-cantine-di-montepulciano-visite-guidate-e-degustazioni/#respond Fri, 09 Jun 2023 14:38:29 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6081 Se vi state chiedendo quali cantine di Montepulciano visitare partirei da una doverosa premessa: circa il 70% dell’economia di questo comune ruota intorno al mondo del vino. Nel 2022 sono state immesse nel mercato un totale di 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano e 2,8 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano. Gli ettari vitati sono circa 2000, i viticoltori 250 mentre gli imbottigliatori si attestano intorno alle 90 unità, dei quali 80 iscritti al Consorzio.

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Se vi state chiedendo quali cantine di Montepulciano visitare partirei da una doverosa premessa: circa il 70% dell’economia di questo comune ruota intorno al mondo del vino. Nel 2022 sono state immesse nel mercato un totale di 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano e 2,8 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano. Gli ettari vitati sono circa 2000, i viticoltori 250 mentre gli imbottigliatori si attestano intorno alle 90 unità, dei quali 80 iscritti al Consorzio. Il mercato è tenuto in piedi soprattutto dalle esportazioni che arrivano a pesare circa il 70% della produzione totale. In Italia viene commercializzato il restante 30%.

Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni
Le cantine di Montepulciano: visite guidate e degustazioni

Questo per farvi capire che la scelta delle “migliori cantine di Montepulciano” sarà tutt’altro che facile. Ma partiamo dalle basi!

Una giusta premessa

Il comune di Montepulciano, in Toscana, è il detentore della DOCG Vino Nobile di Montepulciano, prodotto principalmente con il vitigno Sangiovese. Questo comune e questa varietà di uva a bacca nera non hanno nulla a che vedere con il vitigno di Montepulciano che viene ampiamente coltivato in Abruzzo, Marche e Molise e di cui vi parlerò sicuramente in un’altra occasione.

La denominazione Vino Nobile di Montepulciano

Come vi ho già anticipato, la denominazione Vino Nobile di Montepulciano rientra interamente nelle colline di Montepulciano, in provincia di Siena. Questa DOCG si suddivide in vini rossi “base” e vini rossi “riserva”. I primi sono sottoposti a un affinamento di almeno 2 anni, di cui minimo 1 anno in legno; i secondi sono sottoposti a un affinamento di almeno 3 anni, di cui minimo 1 anno in legno e 6 mesi in bottiglia.

La DOCG Vino Nobile di Montepulciano dev’essere composta da almeno un 70% di uve Sangiovese, solitamente appartenenti al biotipo Prugnolo Gentile. Il restante 30% può arrivare da vitigni a bacca nera autoctoni – come il Canaiolo Nero e il Mammolo – o da vitigni a bacca nera internazionali. È concessa anche una piccola presenza di uve a bacca bianca ma non deve superare il 5% e, soprattutto, non devono essere vitigni aromatici. Il colore tipico del Vino Nobile di Montepulciano è un rosso rubino intenso, i sentori principali sono amarena e spezie mentre la tannicità è marcata.

Montepulciano e i suoi vigneti
Montepulciano e i suoi vigneti

Le cantine di Montepulciano

Avignonesi

La prima cantina che abbiamo deciso di visitare è quella appartenuta alla storica famiglia Avignonesi, tuttora detentrice di alcuni palazzi antichi all’interno della cittadina di Montepulciano. Ci troviamo nella Fattoria le Capezzine, a pochi km dal Lago Trasimeno, un’antica residenza costruita nel 1882 per volere di Angelo Vegni e poi venduta – negli anni 70’ – alla famiglia Avignonesi. Nel 2009, infine, quest’importante azienda vinicola è stata rilevata dalla belga Virginie Saverys.

L’azienda vinicola conta 140 ettari vitati divisi in 9 appezzamenti: 1 a Cortona, dove vengono coltivata principalmente varietà internazionali, e 8 a Montepulciano, dove troviamo quasi unicamente vitigni di Sangiovese. L’altitudine massima dei vigneti è di 600 mt sopra il livello del mare. Qualche curiosità: nel 2015 la cantina Avignonesi si è convertita all’agricoltura biologica e dal 2019 è certificata Biodyvin. L’azienda produce una media di 700.000 bottiglie annue, oltre a miele, olio e Vin Santo.

Avignonesi, vigneto La Tonda
Avignonesi, vigneto La Tonda

La visita della cantina

Un progetto per il quale questa cantina è diventata famosa è il vigneto La Tondadove inizia la nostra visita – nel quale sono state piantate 90 file di Sangiovese, di diversa densità, per comprendere e studiare quale fosse la migliore.

Proseguiamo poi con un tour delle cantine. Sotto la guida dell’enologo Matteo Giustiniani l’uso del rovere è sempre più parsimonioso e si prediligono barili già usati per non coprire troppo i sentori primari del vino. Inoltre, in cantina sono presenti numerose barriques di singoli vigneti utilizzate per studiare le caratteristiche di ogni parcella e delle differenti annate.

Le cantine di Montepulciano: Avignonesi
Le cantine di Montepulciano: Avignonesi

La visita della cantina termina nella Vinsantaia, dove vengono raccolte e messe ad asciugare le uve che serviranno per produrre il Vin Santo. Una volta posti su dei graticci, gli acini iniziano a disidratarsi, aumentando il contenuto zuccherino del mosto che ne verrà estratto. Il mosto viene quindi messo nei “caratelli”piccole botti in legno da circa 50 litri – e fatto invecchiare. I due Vin Santi prodotti da Avignonesi – uno con vitigni di Malvasia e Trebbiano, l’altro con vitigno Sangiovese (Occhio di Pernice) – invecchiano per 10 anni nei caratelli e per altri 2 anni in bottiglia. Entrambi questi prodotti sono molto rari e costosi.

Avignonesi, la vinsantaia
Avignonesi, la vinsantaia

L’azienda Avignonesi possiede anche un ristorante, un frantoio e 18 arnie.

La degustazione

Avignonesi predilige Vini Nobili di Montepulciano che siano prodotti con il 100% di uve Sangiovese. Ecco le referenze che abbiamo assaggiato:

Chardonnay Toscana il Marzocco 2019

Un vino bianco vinificato in uova di cemento, anfore di terracotta e botti di rovere. Le uve provengono dal vigneto di Tortona. Un vino elegante e profondo con sentori di ananas matura e fiori bianchi.

Avignonesi Oceano 2017

Oceano è uno dei vigneti più famosi della cantina. Regala vini intensi ed espressivi, con sentori di amarena e spezie dolci.

Grandi Annate Sangiovese 2016

Un blend delle migliori annate e dei migliori vitigni, il vero ambasciatore della cantina. Affinamento di 18 mesi per l’85% in botti di rovere e per il 15% in tonneau. Un vino fresco e avvolgente con sentori di fragola selvatica e liquirizia.

50 & 50

Un blend molto particolare formato per il 50% da uve Merlot di Avignonesi e per il restante 50% da uve Sangiovese di Capannelle (Chianti). La leggenda narra che in una degustazione alla cieca siano stati mischiati per sbaglio. I due vitigni subiscono processi di vinificazione e affinamento distinti e vengono poi assemblati 18 mesi prima della messa in commercio.

Avignonesi, la degustazione
Avignonesi, la degustazione

Salcheto

Salcheto nasce esattamente 30 anni fa, con la costituzione di una piccolissima azienda familiare. Dal 1997, sotto la guida di Michele Manellienologo e proprietario della cantina – Salcheto è cresciuta moltissimo e oggi possiede 28 ettari vitati nel comune di Montepulciano, 11 ettari a Chiusi e 11 ettari in Val d’Orcia. La produzione è di circa 480.000 bottiglie annue.

Il nome Salcheto deriva dalla parola “salco” che, in antico toscano, significa Salice, con i cui rami si legavano le viti. Salcheto è anche il nome di un ruscello ubicato vicino all’azienda vinicola. Insomma, una parola che evoca territorialità, storia e che ritroviamo anche nel logo.

Salcheto, la cantina ecosostenibile
Salcheto, la cantina ecosostenibile

La visita della cantina

Nel 2008 Michele ricostruisce la cantina rendendola completamente ecosostenibile ed energeticamente autonoma. Nel corso della visita noterete infatti i collettori per l’illuminazione naturale che, durante la vendemmia, vengono utilizzati anche per convogliare l’uva nelle botti. 54 % d’energia elettrica risparmiata e 46% derivante dai pannelli solari.

Salcheto, azienda vinicola 100% Bio, possiede la certificazione Equalitas: autoproduce i suoi concimi, utilizza preparati biodinamici e lieviti indigeni, ricicla il 100% delle sue acque e utilizza materiali legnosi provenienti da foreste gestite in maniera responsabile. Dal 2016, inoltre, Salcheto riutilizza il rovere delle sue botti per produrre occhiali da sole.

Le cantine di Montepulciano: Salcheto
Le cantine di Montepulciano: Salcheto

L’azienda agricola che, tra le altre cose, vanta una meravigliosa vista sulla cittadina medievale di Montepulciano produce anche olio e miele. Inoltre, Salcheto ha aperto un ristorante chiamato “L’indigeno” che serve prodotti km zero come verdure dell’orto, cacciagione, oche del cortile e pesci di lago. Per completare l’offerta enoturistica la cantina ha aperto anche un piccolo agriturismo composto da sei stanze e un salone con cucina.

La degustazione

La linea Obvius

Una linea basata sulla bevibilità e la precisione aromatica, con vinificazioni interamente senza solfiti. Quattro referenze – rosso, rosato, bianco e vendemmia tardiva – di sola uva fino alla bottiglia. Il mio preferito? Obvius Rosato: 90% Sangiovese e 10% Canaiolo Nero, Mammolo e Merlot. 4 mesi d’invecchiamento di cui il 70% in acciaio e il 30% in legno.

I sangiovesi “classici”

Qui troviamo il Nobile di Montepulciano 2019il vino più venduto – e il Nobile di Montepulciano Salco 2017. Salco è un vino con uve 100% Sangiovese che invecchia 2 anni in legno (30% botte e 70% tonneaux) e affina 3 anni in bottiglia. Un vino speziato con sentori di frutta rossa mescolati a cuoio e tabacco. Tannini vellutati e rotondi.

Salcheto, la degustazione
Salcheto, la degustazione

Se apprezzate il Sangiovese e volete proseguire il vostro tour nelle campagne senesi v’invito a leggere i miei articoli sulle cantine di Montalcino e sulle cantine del Chianti Classico.

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I dintorni di Marsiglia: mare, spiagge e gite in barca https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/17/i-dintorni-di-marsiglia-mare-spiagge-e-gite-in-barca/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-dintorni-di-marsiglia-mare-spiagge-e-gite-in-barca https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/17/i-dintorni-di-marsiglia-mare-spiagge-e-gite-in-barca/#respond Wed, 17 May 2023 09:27:01 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=6033 Marsiglia è una città che regala diverse attrattive e opportunità di svago. Nei precedenti articoli vi ho parlato dei luoghi turistici più conosciuti e dei ristoranti nei quali potrete fermarvi a degustare le specialità tipiche di questa città portuale. Adesso, invece, vorrei focalizzarmi sui dintorni di Marsiglia e, nello specifico, sulle gite al mare, sui tour in barca e sulle spiagge più frequentate dai local, il tutto a meno di 30 min d’auto dal centro della città.

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Marsiglia è una città che regala diverse attrattive e opportunità di svago. Nei precedenti articoli vi ho parlato dei luoghi turistici più conosciuti e dei ristoranti nei quali potrete fermarvi a degustare le specialità tipiche di questa città portuale.

Adesso, invece, vorrei focalizzarmi sui dintorni di Marsiglia e, nello specifico, sulle gite al mare, sui tour in barca e sulle spiagge più frequentate dai local, il tutto a meno di 30 min d’auto dal centro della città.

Marsiglia e il mare: le gite in barca
Marsiglia e il mare: le gite in barca

Marsiglia e il mare: 4 mete da non perdere

Isole Frioul e Castello d’If

Visibili chiaramente da qualsiasi punto della costa marsigliese, le quattro Isole Frioul – Pomègues, Ratonneau, If e Tiboulen – rientrano a pieno titolo tra le attrazioni della città di Marsiglia. Mare permettendo, per visitarle dovrete prendere un’imbarcazione in partenza dal Vecchio Porto e decidere se e dove fermarvi.

Pomègue e Ratonneau, collegate tra loro, sono le due isole più grandi dell’arcipelago e possiedono diversi sentieri e spiagge balneabili. A Port Frioul, sull’isola di Pomègue, troverete ristoranti, un porticciolo e una fattoria con acquacultura. Tiboulen è disabitata ma conserva un piccolo faro desideroso d’essere scoperto. Tuttavia, la meta turistica più visitata è senza dubbio l’isola d’If: qui è presente il castello/fortezza reso famoso dal romanzo il “Conte di Montecristo”.

Castello d'If
Castello d’If

La Corniche

La Corniche è una lunghissima strada panoramica che parte dalla spiaggia di Marsiglia – chiamata Plage des Catalans – e arriva al Parco Balneare del Prado, costeggiando sempre il mare. La costruzione di questa strada ebbe inizio nel lontano 1848 e continuò per ben 15 anni con l’obiettivo primario di dare lavoro a più di 8000 operai. Questo lungomare venne intitolato a John F. Kennedy e, in pochissimo tempo, fu preso d’assalto dalla classe borghese che vi costruì numerose ville di lusso, tuttora presenti.

Oggi La Corniche è un punto di svago e ritrovo per tutti i marsigliesi, soprattutto quando viene chiusa al traffico una volta al mese, la domenica. I luoghi da segnare in agenda sono:

  1. Vallon des Auffes, un minuscolo borgo marinaio in cui pranzare e tuffarsi in acqua nelle calde giornate estive;
  2. Il monumento dei Rapatriés;
  3. La Porta d’Oriente, che si apre sul mare e incornicia una statua in bronzo raffigurante una donna con le braccia alzate verso il cielo;
  4. La panchina più lunga della Francia, con i suoi 3 km d’estensione.
La Corniche
La Corniche

Cassis

Cassis è la località di mare più esclusiva e prossima alla città di Marsiglia, visitabile in mezza giornata. Si tratta di un borgo composto da strette vie acciottolate e un romanticissimo porticciolo. Alle sue spalle rocce bianche, vegetazione mediterranea, vigneti e tantissime ville appartenenti a famiglie francesi benestanti. Molti personaggi famosi hanno trascorso qualche giorno a Cassis: tra questi cito Virginia Woolf e Winston Churchill.

Cassis e le sue spiagge
Cassis e le sue spiagge

Vi suggerisco d’arrivare a Cassis verso mezzogiorno per godervi un pranzo d’eccezione in uno dei numerosi ristoranti affacciati sul porto. Una volta sazi spostatevi nelle due spiagge adiacenti al paese. La prima spiaggia, nota a tutti, si chiama Plage de la Grande Mère e si trova esattamente al lato del porto. L’area è molto affollata nei mesi estivi. Ciò nonostante, vanta acque limpidissime! In alternativa, potrete optare per la Plage du Bestouan a circa 1 km dal centro storico – che possiede due aree: una sabbiosa e l’altra dominata dalle scogliere. Qui è presente un graziosissimo beach club chiamato Same Same in cui consumare un aperitivo a base di vino bianco, proveniente da una delle tante cantine della zona.

Plage du Bestouan
Plage du Bestouan

Parc National des Calanques

Quanto parliamo del Parco Nazionale delle Calanques ci riferiamo all’area compresa tra Marsiglia e Cassis. Per visitare le sue numerose calette è possibile prendere parte a una gita in barca in partenza da queste due località o, in alternativa, pianificare un trekking a piedi o in mountain bike. Purtroppo, durante il mio tour della Provenza, non sono riuscita a dedicare il giusto spazio a questa meta che spero di descrivervi la prossima volta che tornerò a Marsiglia.

Marsiglia e il mare
Marsiglia e il mare

Per scoprire altre città e luoghi turistici appartenenti alla regione della Provenza v’invito a leggere i miei articoli su Aix-en-Provence e Saint-Rémy-de-Provence. Non perdetevi, inoltre, l’approfondimento sulle aziende vinicole provenzali e sui ristoranti di Marsiglia.

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Sciare a La Thuile: le piste più belle https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/03/sciare-a-la-thuile-le-piste-piu-belle/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sciare-a-la-thuile-le-piste-piu-belle https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/05/03/sciare-a-la-thuile-le-piste-piu-belle/#respond Wed, 03 May 2023 06:27:01 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5958 La Thuile fa parte, con la località francese di La Rosière (Savoia), del comprensorio sciistico dell’Espace San Bernardo. 82 piste, aperte fino a primavera inoltrata, i cui panorami sulla catena del Monte Bianco e sul ghiacciaio del Rutor lasciano senza fiato. 38 moderni e veloci impianti di risalita e un unico skipass internazionale.

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La località sciistica di La Thuile offre 160 km di piste tecnicamente impegnative e ottime infrastrutture che richiamano sportivi da tutta Europa. Quest’area geografica è inoltre ricca di bellezze naturali e richiami storici, essendo stata un punto di passaggio sia in epoca romana – nel medioevo – che durante la Seconda Guerra Mondiale.

Come raggiungere La Thuile e le sue piste da sci

Quest’angolo di paradiso, nascosto all’estremo ovest della Valle d’Aosta, ospita sciatori provenienti da diversi paesi europei: Italia, Francia e Svizzera in primis.

Per raggiungere La Thuile e le sue piste da sci dall’Italia vi basterà percorrere l’autostrada A5, uscire a Morgex e prendere la SR 39. La località dista 1h40 min da Torino, 2h15min da Milano e 3h da Genova. Segnalo che, purtroppo, il tratto autostradale è molto costoso.

Inoltre, grazie al Tunnel del Monte Bianco, La Thuile dista solo 1h30min da Ginevra (Svizzera). Esiste, infine, una strada internazionale che collega La Thuile alla Francia, attraverso il Colle del Piccolo San Bernardo.

Le piste di La Thuile
Le piste di La Thuile

La ski area dell’Espace San Bernardo

La Thuile fa parte, con la località francese di La Rosière (Savoia), del comprensorio sciistico dell’Espace San Bernardo. 82 piste, aperte fino a primavera inoltrata, i cui panorami sulla catena del Monte Bianco e sul ghiacciaio del Rutor lasciano senza fiato. 38 moderni e veloci impianti di risalita e un unico skipass internazionale dal costo, abbastanza moderato, di circa 53 euro al giorno.

Gli impianti di risalita di La Thuile
Gli impianti di risalita di La Thuile

A La Thuile le mie piste preferite sono:

  • Pista num.3 Franco Berthod (nera): una delle più difficili piste italiane per via del suo 76% di pendenza massima aggravato dalla qualità della neve, generalmente molto dura se non addirittura ghiacciata.
  • Pista num.23 Touriasse (nera): è il classico pistone largo e dritto con una discreta pendenza, molto divertente per lanciarsi in velocità e piegare in conduzione. La pista si trova nel settore sciistico Piccolo San Bernardo.
  • Pista num.7 San Bernardo (rossa): con i suoi 11 km è una delle piste più lunghe d’Italia. Presenta diversi tratti semplici e, a volte, noiosi ma la consiglio spassionatamente per il panorama.
  • Pista num.18 Pointeilles (rossa): un’altra pista lunghissima che aumenta la sua difficoltà, restringendosi, man mano che ci si avvicina al paese.
Pista Franco Berthod
Pista Franco Berthod

La Rosière, nel versante francese, ha piste sempre esposte al sole che spesso nel pomeriggio diventano difficilmente praticabili. Tuttavia, segnalo una divertentissima pista rossa all’arrivo della seggiovia Mont Valaisan, a 2800 mt d’altitudine.  

Per una foto ricordo vi consiglio di raggiungere la passerella “Panoramic Experience” in cima alla seggiovia del Fort, che offre una vista mozzafiato sul Monte Bianco e un panorama a 360° tra Francia e Italia, con tanto di strapiombo sotto i vostri piedi. È inoltre installato un Photo Point con rilascio remoto in modalità “selfie” da scaricare tramite il proprio skipass.

La passerella “Panoramic Experience” dell’Espace San Bernardo
La passerella “Panoramic Experience” dell’Espace San Bernardo

La Thuile: non solo piste da sci

A La Thuile è possibile praticare ogni genere di sport invernale. Da qualche anno va molto di moda la Fat Biketendenza importata dall’Alaska – che permette di pedalare sulla neve e godere di panorami e sentieri creati appositamente per questa disciplina.

A cavallo tra la Francia e l’Italia, alla partenza della seggiovia Piccolo San Bernardo Express, è possibile dedicarsi a uno sport davvero insolito: lo snowkite. Come nel kitesurfing, anche con lo snowkite, per spostarsi è necessario avere una tavola ai piedi, un aquilone e una zona particolarmente ventosa.

Se siete degli amanti del freeride e le piste tradizionali vi stanno strette, a La Thuile è presente anche un servizio di heliski che vi permetterà di raggiungere velocemente la neve incontaminata del Rutor e del Miravidi.

Ovviamente, la Thuile offre anche attività più tranquille come piste dedicate allo sci di fondo e sentieri da percorrere con le ciaspole. I fondisti possono scegliere tra 3 anelli di diverse difficoltà per un totale di 11 km di piste.

Snowkite a La Thuile
Snowkite a La Thuile

Se cercate dei consigli su ristoranti e hotel a La Thuile sappiate che ho scritto un articolo dedicato a quest’argomento. Se, invece, state valutando altre località sciistiche in Valle d’Aosta vi consiglio di leggere i miei approfondimenti su Cervinia o il comprensorio del Monterosa Ski.

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Les Trois Vallèes, la Ski Area più grande del mondo https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/15/les-trois-vallees-la-ski-area-piu-grande-del-mondo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=les-trois-vallees-la-ski-area-piu-grande-del-mondo https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/15/les-trois-vallees-la-ski-area-piu-grande-del-mondo/#comments Sat, 15 Apr 2023 06:54:45 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5915 Se vi state chiedendo quale sia la Ski Area più grande del mondo la risposta è semplice: si tratta del comprensorio sciistico di Les Trois Vallèes, situato nelle Alpi Francesi all’interno del dipartimento della Savoia. La Ski Area comprende 600 km di piste - tutte raggiungibili senza togliere mai gli sci dai piedi, 157 impianti e 290 tracciati da discesa adatti a qualsiasi livello.

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Se vi state chiedendo quale sia la Ski Area più grande del mondo la risposta è semplice: si tratta del comprensorio sciistico di Les Trois Vallèes, situato nelle Alpi Francesi all’interno del dipartimento della Savoia.

La Ski Area comprende 600 km di pistetutte raggiungibili senza togliere mai gli sci dai piedi, 157 impianti e 290 tracciati da discesa adatti a qualsiasi livello. Questo comprensorio collega tre valli e comprende ben 8 località diverse, ubicate fino a 2 ore di macchina l’una dall’altra.

Les Trois Vallèes
Les Trois Vallèes

Come raggiungere Les Trois Vallèes dall’Italia

Les Trois Vallèes sono frequentate ogni anno da circa 300.000 vacanzieri, molti dei quali provenienti da paesi del nord come Olanda, Inghilterra e Svezia. Il turismo italiano è abbastanza sottotono per via delle numerose alternative presenti nel nostro territorio. Tuttavia, se escludiamo le Dolomiti con i loro 400 km di piste, questo luogo è davvero unico al mondo e merita decisamente una visita.

Quasi tutte le località turistiche delle Trois Vallèes sono raggiungibili dall’Italia arrivando ad Albertville e proseguendo poi verso la propria destinazione preferita. Per raggiungere Albertville è necessario avere una macchina e attraversare il Tunnel del Frejus o il Traforo del Monte Bianco. Il primo dista circa 1h10min dalla cittadina francese; il secondo dista circa 1h30min. Il costo delle autostrade italiane e dei tunnel scoraggia molti turisti che preferiscono fermarsi a Courmayeur o Bardonecchia, risparmiando così km di strada ma perdendo la possibilità di sciare in uno dei comprensori più belli del mondo.

Una decina d’anni fa sono stati collegati anche alcuni impianti nella Valle di Orelle, all’uscita del tunnel del Frejus, che consentono d’evitare ai turisti italiani quasi 2 ore di macchina. Tuttavia, il paese di Orelle – per quanto comodo e vicino – non vi permetterà mai di vivere appieno l’atmosfera delle Trois Vallèes.

Les Trois Vallèes
Les Trois Vallèes

Les Trois Vallèes: le principali località turistiche

Le tre valli che abbracciano il comprensorio delle Trois Vallèes sono la Val Thorens/Les Menuires, la Valle di Meribel e la Valle di Courchevel. Queste valli comprendono località con caratteristiche molto diverse tra loro: Les Menuires è più adatta alle famiglie, Val Thorens è amata dagli sportivi, Meribel è chic, Courchevel è esclusiva e frequentata dal jet set internazionale, Orelle – Le Bettaix e Saint Martin de Belleville sono più semplici e votate a un turismo “mordi e fuggi”.

Nel comprensorio delle Trois Vallèes si scia dai 3200 mt della Cime de Caron, sopra la Val Thorens, ai 1300 mt di Courchevel Le Praz. Visto il successo che riscuote la località, talvolta occorre mettere in conto un po’ di coda agli impianti. Ma ora proverò a descrivervi un po’ meglio le località che ho frequentato.

Les Trois Vallèes
Les Trois Vallèes

Val Thorens

La cittadina di Val Thorens, nel comune di Saint Martin de Belleville, si trova a 2300 mt d’altitudine e, oltre alle immancabili piste da sci, possiede anche la pista di slittino più lunga di tutta la Francia, un circuito automobilistico sul ghiaccio e uno snowpark. Questa località è perfetta per tutti gli ultrasportivi. Le piste più belle del comprensorio sono la Combe de Caron (nera), la Mauriennaise (rossa) e la Haute Combe (rossa)

Val Thorens
Val Thorens

Les Menuires

Nella parte bassa della Val Thorens – a 1800 mt d’altitudine ù- sorge Les Menuires, un paese pensato quasi esclusivamente per il turismo invernale, in quanto la maggior parte degli hotel sono ubicati sulle piste da sci. Questa località è perfetta per le famiglie con bambini, grazie anche a un’offerta alberghiera più accessibile basata sulle settimane bianche in modalità “mezza pensione”. Le piste più belle del comprensorio sono la Fred Covili (rossa), l’Alpage (rossa), Mont de la Chambre (azzurra) e Becca (rossa).

Les Menuires
Les Menuires

Meribel

La cittadina di Meribel, nel comune di Moûtiers, si trova a 1450 mt d’altitudine ed è collegata con il fondovalle di Brides les Bains grazie a una lunga telecabina. Il turismo è prevalentemente inglese ed è destinato a gruppi d’amici e giovani coppie in una fascia d’età compresa tra i 20 e i 35 anni. La località abbraccia due frazioni: Meribel Mottarel (1750 mt) e Meribel Village (1450 mt). La parte bassa del paese è immersa nei boschi mentre la parte alta è più simile alla Val Thorens, con cui confina. Le piste più belle del comprensorio sono la Combe de Vallon (rossa), la Roc de Fer (nera – ospita le gare femminili del Mondiale di sci alpino), la Mauduit (rossa) e la Combe de Tougnete (rossa).

Meribel
Meribel

Courchevel

La località di Courchevel è divisa in 5 frazioni, comprese tra i 1300 e i 1850 mt d’altitudine, ognuna delle quali è destinata a un target ben preciso: La Tania (1400 mt) e Courchevel 1550 sono frequentate da famiglie benestanti; La Praz (1300 mt) è un villaggio di charme; Courchevel 1650 è indirizzata a un pubblico giovane e ricco; Courchevel 1850 è talmente esclusiva da poter essere bazzicata unicamente da imprenditori e personaggi dello spettacolo. La località possiede anche un aeroporto tra i più odiati dai piloti di tutto il mondo in quanto la sua pista d’atterraggio è lunga solo 525 mt. Le piste più belle del comprensorio sono la Saulire (rossa), la Combe Pylones (nera), l’Eclipse (nera – ospita le gare maschili del Mondiale di sci alpino) e la Rochers (rossa).

Courchevel
Courchevel

Les Trois Vallèes: qualche consiglio utile

Se volete regalarvi qualche giorno di sci nel comprensorio delle Trois Vallèes vi consiglio d’alloggiare a Meribel perché è l’unica località che vi permetterà di muovervi agilmente tra le tre valli. Le soluzioni alberghiere sono quasi tutte eccellenti ma tenete monitorate le offerte perché i prezzi sono davvero elevati! Se, invece, siete alla ricerca d’informazioni e suggerimenti su dove mangiare o fare baldoria non perdetevi il mio approfondimento dedicato ai migliori ristoranti e après-ski di Meribel e Courchevel.

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Vinales, la Cuba che non t’aspetti https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/05/vinales-la-cuba-che-non-taspetti/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=vinales-la-cuba-che-non-taspetti https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/04/05/vinales-la-cuba-che-non-taspetti/#respond Wed, 05 Apr 2023 05:38:07 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5872 Uno dei luoghi che mi è rimasto più impresso durante il mio viaggio a Cuba è stato sicuramente Vinales. Qui il tempo sembra essersi fermato. Gli abitanti di questa cittadina vivono in casette coloniali colorate, con le immancabili sedie a dondolo di fronte all’uscio, e trascorrono le giornate lavorando nei campi di tabacco o nelle piantagioni di canna da zucchero.

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Uno dei luoghi che mi è rimasto più impresso durante il mio viaggio a Cuba è stato sicuramente Vinales. Qui il tempo sembra essersi fermato. Gli abitanti di questa cittadina vivono in casette coloniali colorate, con le immancabili sedie a dondolo di fronte all’uscio, e trascorrono le giornate lavorando nei campi di tabacco o nelle piantagioni di canna da zucchero.

La Valle di Vinales fa parte della provincia di Pinar del Rio, a nord dell’isola di Cuba, ed è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO per via dei suoi meravigliosi e unici “mogotes”, di cui vi parlerò più avanti.

La Valle di Vinales
La Valle di Vinales

Come raggiungere Vinales e quanti giorni dedicarle

La cittadina di Vinales si raggiunge facilmente partendo dall’Havana. La capitale di Cuba dista circa 200 km e, dal centro della città, partono giornalmente diversi taxi collettivi e autobus diretti a Vinales. I primi costano più o meno 25 euro a persona (solo andata) mentre i bus sono decisamente più economici ma dovrete rispettare orari e tempistiche più stringenti. Il mio consiglio, quindi, è quello d’affidarvi alla vostra casa particular e prenotare un trasferimento collettivo o privato che vi verrà a recuperare direttamente presso il vostro alloggio.

Per assaporare quest’angolo di paradiso, rilassarsi e apprezzare le cose più semplici vi consiglio di fermarvi a Vinales per almeno due notti e tre giorni. Molti visitano la valle con un’escursione di un giorno dall’Havana ma, a mio avviso, questa cittadina merita un po’ più di tempo.

Cosa vedere a Vinales

Vinales vanta fattorie e ristoranti vocati all’agroecologia, strade non asfaltate su cui organizzare lunghe escursioni a cavallo, paesaggi mozzafiato da ammirare giorno e notte, piazze animate da bambini spensierati che giocano a pallone.

Le escursioni

A Cuba è bello affidarsi alla gente del posto. Il mio consiglio è di non prenotare nulla con anticipo ma lasciare tutto al caso, scegliendo la vostra escursione una volta arrivati a destinazione. Tra le esperienze più belle troviamo sicuramente le passeggiate a cavallo, che possono essere rimpiazzate da quelle in bicicletta qualora abbiate paura dell’imprevedibilità di questi animali. Anche la classica camminata resta un’ottima alternativa. Tuttavia, per la mia prima escursione ho scelto un mezzo di trasporto “insolito” appena arrivato in città: il Tuk Tuk elettrico.

Escursione in tuk tuk
Escursione in tuk tuk

I mogotes

La principale attrazione di Vinales sono i suoi mogotes, colline verdeggianti a forma di panettoni. Queste formazioni rocciose, di origine calcarica, sono dovute alla lenta erosione data dagli agenti atmosferici. Generalmente i mogotes raggiungono un’altezza compresa tra i 150 e i 400 mt e sono caratterizzati dalla presenza di grotte sotterranee.

I mogotes
I mogotes

Grotta Cueva del Indio

Tra le grotte presenti a Vinales quella di Cueva del Indio è forse la più suggestiva perché ospita un piccolo fiume sotterraneo. La grotta è ubicata a circa 5 km dal paese: l’escursione prevede qualche metro a piedi e un breve tragitto in barca, durante il quale sarà possibile ammirare stalagmiti e dipinti d’origine pre-colombiana.

Murales della Preistoria

Tra i mogotes il più famoso è senza dubbio quello “de las Dos Hermanas”. Qui troverete il Murales della Preistoria pensato dal cubano Leovigildo González. L’opera – alta 120 mt e larga 80 mt – è stata realizzata impiegando ben 18 persone che hanno lavorato ininterrottamente per 4 anni. I colori vivi e le raffigurazioni di uomini, dinosauri e altri animali piacciono molto ai bambini mentre spesso deludono gli adulti. Ad ogni modo, questo luogo merita una sosta.

Murales della Preistoria
Murales della Preistoria

Piantagioni di tabacco

Vinales ospita il maggior numero di piantagioni di tabacco di tutta Cuba. La coltivazione avviene da novembre a maggio, il raccolto a gennaio e l’essicazione delle foglie da febbraio a luglio. I campi vengono ancora arati da carri trainati da buoi, senza l’utilizzo di pesticidi o alcun genere d’automazione.

Vi suggerisco di scegliere una fattoria e farvi spiegare dai guajiros (contadini) come nasce un sigaro, dalla raccolta delle foglie alla loro essicazione. Vedrete l’assemblaggio e la lavorazione di queste stesse foglie e potrete, infine, fumare e acquistare i sigari. Considerate sempre che il 90% della produzione di tabacco spetta allo Stato (che lo sottopaga) mentre il 10% rimane ai contadini, che possono venderlo ai turisti ad un prezzo più vantaggioso per loro e per noi.

Come nasce un sigaro
Come nasce un sigaro

Luoghi da segnare in agenda

Ammirare il tramonto presso la Finca Agroecologica El Paraiso

Se state cercando un luogo suggestivo da cui ammirare un romantico tramonto con il sole che scompare dietro ai mogotes dirigetevi alla Finca El Paraiso, a circa 2 km a piedi dal centro del paese. Qui troverete un curatissimo orto dal quale vengono prelevate tutte le materie prime per i piatti serviti al ristorante. Una cucina a km zero che merita davvero una chance. Qualora siate interessati solo al tramonto, il bar offre anche birre fresche e ottimi cocktail a base di rum.

Finca Agroecologica El Paraiso
Finca Agroecologica El Paraiso

Cenare al Bar Tapas 3J

Questo locale è senza dubbio il migliore di tutta Vinales. La sua cucina presenta importanti influenze spagnole. Tra i piatti più buoni annoverano, infatti, paella di mare, patatas bravas e ottime tapas di jamon e formaggio su pane tostato. Buoni anche i cocktail e le proposte di vini. Consigliatissimo.

Bere il Guarapo

Tra le cose da fare a Vinales e, più in generale, a Cuba c’è sicuramente bere una tazza di Guarapo, una bevanda estratta dalla canna da zucchero attraverso un apposito macchinario. Troverete un paio di baracchini sulla strada che porta alla Grotta Cueva del Indio.

Bere il Guarapo
Bere il Guarapo

Conclusioni

Non potrete dire d’essere stati a Cuba senza prima aver visitato la Valle di Vinales e i suoi meravigliosi mogotes. Se intendete proseguire il vostro viaggio sull’isola non perdetevi i miei articoli su Cayo Santa Maria e Guardalavaca.

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Puligny Montrachet, il meglio della Borgogna https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/01/24/puligny-montrachet-il-meglio-della-borgogna/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=puligny-montrachet-il-meglio-della-borgogna https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/01/24/puligny-montrachet-il-meglio-della-borgogna/#comments Tue, 24 Jan 2023 18:11:47 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5654 Esiste un luogo, chiamato Puligny Montrachet, in cui lo Chardonnay raggiunge la sua massima espressione. Questo piccolo villaggio ubicato in Borgogna, sulla Côte-d'Or, lungo la famosissima “Route des Grands Crus”, custodisce i Crus più blasonati di tutta la Côte de Beaune.

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Esiste un luogo, chiamato Puligny Montrachet, in cui lo Chardonnay raggiunge la sua massima espressione. Questo piccolo villaggio ubicato in Borgogna, sulla Côte-d’Or, lungo la famosissima “Route des Grands Crus”, custodisce i Crus più blasonati di tutta la Côte de Beaune.

Se non conoscete le regioni e le sotto-regioni della Borgogna v’invito a leggere il mio articolo che approfondisce questo tema.

I vigneti di Puligny Montrachet

Lo Chardonnay è uno dei vitigni a bacca bianca più inflazionati al mondo. Il motivo è da ricercare nella sua adattabilità a vari climi, suoli e metodi di vinificazione. In base alla provenienza e al terroir questa varietà riesce a plasmarsi e a creare vini sempre diversi, che rispecchiano le caratteristiche dei produttori e del luogo in cui è coltivato.

Tuttavia, i maggiori esperti vitivinicoli ritengono che la Borgogna sia la terra in cui lo Chardonnay riesce ad esprimere al meglio le sue potenzialità, in un ambiente naturale incomparabile. Puligny Montrachet, nello specifico, è la denominazione che rappresenta lo Chardonnay di Borgogna nel mondo. Le vigne di Puligny, a circa 12 km da Beaune, presentano terreni calcarei molto chiari, ricchi di calcio. La loro esposizione è principalmente a est, con un’altitudine media di 230/320 mt.

Puligny Montrachet conta circa 300 ettari di cui solo un centinaio destinati ai 17 Premier Cru e ai 4 Grand Cru: Montrachet, uno dei vigneti più famosi al mondo, Chevalier-Montrachet, Bâtard-Montrachet e Bienvenues-Bâtard-Montrachet.

I vigneti di Puligny Montrachet
I vigneti di Puligny Montrachet

I vini di Puligny Montrachet

I preziosi Chardonnay di Puligny Montrachet hanno un colore giallo paglierino tenue, tendente al verdolino. Al naso le note principali sono quelle floreali, accompagnate da limone, pesca, burro e miele. In bocca prevale una grande complessità aromatica con una perfetta fusione d’acidità, freschezza e cremosità. Questi vini, strutturati e armoniosi, acquistano intensità con il passare degli anni.

Tra le cantine più famose segnalo Domaine Francois Carillon, Olivier Leflaive che possiede anche un hotel e un ristorante stellato – e Domaine Jean Chartron, delle cui vigne trovate qualche foto in quest’articolo. Purtroppo, durante il mio tour enoturistico in Borgogna non ho avuto la possibilità di visitare nessuna di queste aziende vinicole.

Domaine Jean Chartron
Domaine Jean Chartron

Dove mangiare

Se volete visitare il villaggio di Puligny Montrachet e approfittarne per consumare un pranzo veloce ma super tradizionale, dirigetevi al ristorante L’Estaminet Des Meix che propone piatti locali accompagnati da ottimi calici di vino.

Ristorante L'Estaminet Des Meix
Ristorante L’Estaminet Des Meix

Ora che avete scoperto dove trovare lo Chardonnay più blasonato, non vi resta che scoprire in quale villaggio della Borgogna si nasconde il Pinot Nero più buono al mondo: Gevrey Chambertin e Vosne-Romanée vi dicono qualcosa?!

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Vosne-Romanée, il meglio della Borgogna https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/01/20/vosne-romanee-il-meglio-della-borgogna/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=vosne-romanee-il-meglio-della-borgogna https://www.lageografiadelmiocammino.com/2023/01/20/vosne-romanee-il-meglio-della-borgogna/#respond Fri, 20 Jan 2023 17:14:39 +0000 https://www.lageografiadelmiocammino.com/?p=5636 Vosne-Romanée è il comune in cui sono presenti i vigneti più importanti della Borgogna e, forse, dell’intera Francia. È qui che nascono i pregiatissimi vini della denominazione Vosne-Romanée, la cui qualità altissima è destinata a durare negli anni.

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Vosne-Romanée è il comune in cui sono presenti i vigneti più importanti della Borgogna e, forse, dell’intera Francia. È qui che nascono i pregiatissimi vini della denominazione Vosne-Romanée, la cui qualità altissima è destinata a durare negli anni.

Nonostante il comune di Gevrey-Chambertin abbia molti più vigneti Grand Cru, i veri amanti della Borgogna sognano di poter visitare Vosne-Romanée. La motivazione principale risiede nell’estrema difficolta e reperibilità dei suoi vini.

Vosne-Romanée
Vosne-Romanée

I vigneti di Vosne-Romanée

I vigneti del comune di Vosne-Romanée si sviluppano a un’altezza compresa tra i 250 e i 350 mt sopra il livello del mare, su suoli di origine calcarea. Le denominazioni comunali e i Premier Cru comprendono circa 160 ettari di terreni vitati.

Oltre a questi, sono presenti sei Grand Crus: Romanée-Conti, La Romanée, Romanée-Saint-Vivant, Richebourg, La Tâche. I Grand Cru occupano la fascia centrale della collina che sovrasta il villaggio. Tra questi sei vigneti 4 hanno lo status di “monopole”, ovvero sono di proprietà di un’unica cantina.

I vigneti di Vosne-Romanée
I vigneti di Vosne-Romanée

I vini di Vosne-Romanée

Tutti li venerano e quasi nessuno li assaggia. I vini di Vosne-Romanée sono una prerogativa di pochissimi fortunati, spesso estremamente ricchi.

I vini di Vosne-Romanée sono eleganti, morbidi e hanno tannini setosi; l’acidità è poco evidente e sono percepibili note di frutti rossi quali ciliegie e fragole. Ovviamente, come quasi tutti i vini rossi della Borgogna, raggiungono la loro massima espressione con il passare degli anni.

I produttori

A Vosne-Romanée i produttori si contano sulle dita di una mano. Tra questi non possiamo che citare il famosissimo Domaine de la Romanée-Conti, seguito a ruota da Liger-Belair, Leroy, e Arnoux-Lachaux.

Domaine de la Romanée-Conti
Domaine de la Romanée-Conti

Il Domaine de la Romanée-Conti

Per spiegate a un neofita chi è Romanée-Conti basterebbe digli che nel 2018 due delle sue bottiglie di Pinot Nero dell’annata 1945 sono state vendute da una cantina di Beaune a 558.000 euro l’una, stabilendo un record mondiale. Il Domaine è proprietario di due dei quattro Grand Cru “monopole”: Romanée-Conti (1,81 ettari) e La Tache (6,06 ettari).

Nello specifico, Romanée-Conti è il vigneto simbolo della Borgogna e, per evidenziarlo, nel 1723 fu innalzata una croce che oggi è diventata meta di pellegrinaggio per tutti gli amanti del vino. Da qui vengono ricavate circa 5000 bottiglie all’anno, vendute ad un prezzo medio che si aggira intorno ai 30.000 euro. E se state pensando che facciano fatica a venderle vi sbagliate di grosso! Questi vini sono prenotati anno per anno, in assegnazione, dai migliori ristoranti e collezionisti privati del mondo. In Italia, ad esempio, ne arrivano solo 150 bottiglie. Poche persone possono dire di aver visto una bottiglia di Romanée-Conti e ancora meno di averla assaggiata.

Romanée-Conti pratica una coltivazione 100% biodinamica, utilizzando i cavalli al posto dei trattori, per evitare di compattare i terreni. Tra i “segreti” della cantina troviamo anche un severo controllo delle uve, rese bassissime, macerazione in vecchi tini di legno, assenza di filtrazione e utilizzo di barriques nuove per ogni anno d’invecchiamento.

Domaine de la Romanée-Conti
Domaine de la Romanée-Conti

Se amate la Borgogna non perdete i miei articoli su Gevrey-Chambertin, Puligny Montrachet, Beaune e Pommard.

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